Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Arma:
d'azzurro, ai cinque crescenti montanti di argento disposti in
croce. Alias: d’argento, alla croce d’azzurro caricata da
cinque crescenti del campo.
Dimore: Ravello,
Napoli e Firenze.
Titoli: patrizi di Ravello
(1),
marchesi |
© Stemma de Piccolellis, patrizi
di Ravello |
L’antichissima e nobile famiglia de Piccolellis,
chiamata in alcuni testi Piccolella o Piccolelli,
originaria di Siena, probabilmente è una diramazione
dell’illustre casato dei
Piccolimini
di Siena.
I de Piccolellis risultano ascritti al Patriziato di
Ravello sin dai tempi di Carlo II d’Angiò con il milite
Gaualtiero, familiare del citato Re.
Detto Gualtiero da Ravello, dove era in servizio presso
la Regia Corte, ebbe il permesso, concesso dal Re il 15
marzo 1309
(2),
di recarsi in Siena sua patria; altri della sua famiglia
risultano essere nel 1415 familiare della regina
Giovanna II di Durazzo.
Nel 1473 Scipione di Piccolella fu regio
capitano in S. Pietro in Galatina.
Nel 1621 Ottavio (†
Napoli 21-10-1634), figlio di Scipione, fu giudice della
Gran Corte della Vicaria e regio consigliere.
Nel 1616 Francesco, figlio di detto Ottavio, era
capitano di cavalli.
La famiglia fu ricevuta nel
S.M.O. di Malta nel 1780 con
Filippo, avendo fatta la prova da Ottavio,
patrizio di Ravello nel 1597. Fu poi ascritta al
Registro dei Cavalieri di Malta di giustizia. |
Ottavio de Piccolellis, Tenente Colonnello, in
data 7-10-1819 fu nominato Cavaliere di Diritto del
Reale Ordine
Militare Cavalleresco di S. Giorgio della Riunione;
nel 1848
ebbe l’incarico da parte del re di Napoli
Ferdinando II di
Borbone di recarsi in Napoli alla via
Monteoliveto, nel cinquecentesco
Palazzo Gravina,
di riferire ai componenti della sessione parlamentare,
che il Sovrano rinunciava al giuramento di fedeltà al re
da parte dei deputati, purché il Parlamento si decidesse
ad aprire la sessione dei lavori e la Guardia nazionale
provvedesse a demolire le barricate. |
Napoli, 24 febbraio 1848.
- Piazza San Francesco di Paola, Giuramento della
Costituzione |
Don
Filippo de Piccolellis, patrizio di Ravello,
ufficiale superiore della cavalleria della Guardia
Imperiale Napoleonica, Pari del Regno delle Due Sicilie,
figlio di Ottavio e di Eleonora
Marulli (Napoli,
1788 † ivi, 1819),
sposò Luisa Dillon (Londra, 1797 †
Napoli, 1867), già vedova dell’ammiraglio Richard
Strachan († 1828), marchesa di Salsa, titolo acquisito
con Real decreto del 2 maggio 1834 da Carolina Berio. I
coniugi abitavano in Napoli nella villa acquistata nel
1812 dalla citata Dillon che le volle dare
il nome della sua primogenita e quindi la chiamò "Villa
Rocca Matilde".
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Napoli, villa Rocca
Matilde |
Reiteratamente riconosciuta di nobiltà generosa, in
occasione delle prove nelle RR. Guardie del Corpo delle
famiglie de Piccolellis e
Pironti, fu decorata del
titolo di marchese nel 1867 in persona del nobile
Filippo de Piccolellis.
La famiglia risulta iscritta al Libro d’Oro della
Nobiltà Italiana, col titolo di
patrizio di Ravello, in
persona di Giovanni (Napoli, 1839
†
San Nicola la Strada, 1912) di Ottavio (1789
†
1853), ed è rappresentata da Arturo, nato a
Napoli il 20 luglio 1863, figlio di Giovanni, cavaliere
del S.M.O. di Malta e di Anna Starace.
Trovasi iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana
e nell’Elenco Ufficiale Nob. Ital. del 1922 col titolo
di marchese (mpr.) in persona di Filippo, deceduto senza
discendenza.
Ottavio (Napoli, 21-3-1861
† 12-5-1928), figlio di Giovanni e di Anna Starace,
stabilì la sua residenza a Firenze dove fondò la società
sinfonica Cherubini; nel 1891 sposò Alice Fabbri. |
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Note:
(1) -
Famiglie nobili di Ravello: Acconciajoco,
Alfano,
Appencicario, Aufiero, Bove, Campanile, Cassitto,
Castaldo, Citarella, Confalone, Coppola, Cortese,
d'Afflitto, de Curtis, dell'Isola, della Marra, de
Piccolellis, de Vito, Fenice, Foggia, Frezza, Fusco,
Giusto, Grisone, Guerritore, Longo, Marinelli,
Muscettola, Papice, Pironti, Rago, Rogadeo, Rovito,
Rufolo, Russo, Rustici, Sasso.
(2) - Archivio di Stato di
Napoli, Registri Angioini 1308, foglio 186-7.
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Bibliografia:
- Francesco Bonazzi di Sannicandro,
“Famiglie nobili e titolate del Napolitano”, Arnaldo
Forni Editore, 2005.
- Biblioteca Universitaria di Napoli, “Imprese ovvero
stemme delle famiglie italiane” di Gaetano Montefuscoli.
- Vittorio Spreti, “Enciclopedia storico-nobiliare
Italiana”, Arnaldo Forni Editore, 1978.
- G.B. di Crollalanza, “Dizionario storico-blasonico
delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e
fiorenti”, Pisa 1896.
- Archivio di Stato di Napoli, Decreto del 7ottobre 1819
emanato da Ferdinando I re del Regno delle Due Sicilie.
- Sovrano Militare Ordine Gerosolimitano di Malta,
“Elenco storico della Nobiltà Italiana”, Tipografia
Poliglotta Vaticana 1960.
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