Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano,
ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano,
appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano
dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
|
Arma:
d’oro, a quattro pali di rosso. Altra: d’oro, a quattro
pali di rosso, con la bordura d’azzurro, caricata da otto
scudetti d’argento, alla fascia di rosso. Altra: d’oro, a
quattro pali di rosso, con la bordura di rosso, caricata da otto
scudetti d’argento, alla fascia di rosso. |
© Napoli - Stemma famiglia Ayerba
d'Aragona |
La famiglia Ayerbo, Ayerba o Ayerbe giunse
nel Regno di Napoli con Giovanni e Sancio d’Ayerbe,
Cavalieri catalani, al seguito di re
Alfonso I d'Aragona; godette di nobiltà in Napoli
dove fu ascritta al
Sedile di Porto e nelle città di Catanzaro, Crotone,
Stilo e Grotteria.
Il citato Sancio discendeva da
Pietro d’Ayerbe, nato dalle terze nozze di Giacomo I
re d’Aragona con Teresa Gil de Vidaure.
L’Imperatore
Carlo V nel 1519 confermò la parentela con la famiglia
d’Aragona e fu concesso ad Alfonso Ayerbe ed ai suoi
discendenti di usare l'arma della dinastia (d'oro ai
quattro pali di vermiglio) e di aggiungere al proprio
cognome quello d'Aragona; sovente cingevano l'arma reale
con lo stemma materno dei Vidaure: d'argento alla fascia
di rosso. |
Spagna, Aragona, Ayerbe |
Il citato Giovanni, avendo ottenuto da re Alfonso I
d'Aragona la Signoria di Cestara diede origine alla
famiglia
Cestari.
Il feudo di Simeri, oggi Simeri Crichi in provincia di
Catanzaro, apparteneva alla famiglia Centelles, nel 1482
passò ai d'Ayerbe d'Aragona che nel 1519 ottennero il
titolo di conte di Simeri. Il feudo passò nel 1580 ai
Borgia principi di Squillace, poi ai
Ravaschieri di Satriano, quindi ai
de Fiore col titolo di marchese dal 1715,
successivamente ai Berretta Gonzaga col titolo di duca
dal 1749, e infine ai de Nobili di Catanzaro che furono
gli ultimi feudatari. |
Simeri Crichi
(Catanzaro), ciò che resta del Castello |
Il casato ottenne numerosi feudi tra i quali:
Agropoli, Brancaleone, Burreto, Palizzi,
Montesano, Morrone; fu decorata coi titoli di:
principi di Cassano (di Bari), duchi di Alessano,
marchesi di Grotteria, conti di Simeri,
patrizi di Napoli, Cosenza e Crotone.
Nel 1491 Ferrante d’Ayerbo essere Gentiluomo di
Camera di re Ferrante d’Aragona insieme a Camillo
Pandone o Pannone Carlo
di
Tocco, Giobanni Battista del Doce, Vincenzo
Belprato, Iacobello
della Leonessa, Antonio
de
Guevara, Ieronimo d’Azzia, ed altri.
Maria Ayerba d’Aragona (†
1531), sorella di Alfonso (†
1520), 2° barone di Simeri e 1° conte di Simeri, sposò
Andrea
di
Capua (†
1512), 1° duca di Termoli e 1° conte di Gambatesa; per
figlio ebbe Ferdinando che morì prima di lei e, essendo
amica di Maria Lorenzo
Longo fondatrice dell’Ospedale degli Incurabili,
volle essere seppellita nella chiesa di Santa Maria del
Popolo per ricongiungersi al marito e all’adorato
figlio. |
|
|
Napoli, tomba di Maria
d'Ayerba d'Aragona
(†
1531) ed
epitaffio in ricordo di
Maria d'Ayerba d'Aragona |
Alfonso (†
1588), 3° conte di Simeri, vendette la
contea di Simeri a Pietro Borgia principe di Squillace,
e acquistò il feudo di Grotteria sul quale ottenne il
titolo di marchese nel 1583; sposò Diana
de
Guevara, figlia di Alfonso, conte di Potenza.
Il
titolo di principe di Cassano pervenne per successione
Casa
de
Curtis a seguito di matrimonio celebrato nel
1609 tra Gaspare (†
1651), marchese di Grotteria, e
Girolama de Curtis, principessa di Cassano.
Giuseppe (1650
† 1698), principe di Cassano, fu aggregato al Patriziato
napoletano del Sedile di Porto nel 1685, ed ereditò
dalla madre Laura
Guarini il titolo di duca di Alessano.
Fu ricevuta nel
S.M.O. di Malta nel 1687 con Felice
d'Ayerbo, patrizio napoletano, e nel 1733 con
Giovanni Battista, patrizio napoletano. |
Napoli - Cappella Ayerbo
d'Aragona, a destra il busto di
Giuseppe Maria d'Ayerbo - Anno 1837. Di Lato: Cappella Ayerbo
d'Aragona, principi di Cassano,
pavimento in maiolica con rosoni e stelle - Anno 1728 |
Giuseppe Maria (n. Napoli, 1784
†
ivi 8 luglio 1837), principe di Cassano e duca di
Alessano, patrizio napoletano, sposò a Napoli nel 1805
Maria Caterina
Riario Sforza, figlia del duca Nicola e di
Giovanna
di
Somma dei principi del Colle. |
Napoli - Cappella Ayerbo
d'Aragona, qui doveva essere
seppellito Giuseppe Maria d'Ayerbo d'Aragona († 1832).
A destra: Cappella Ayerbo
d'Aragona, stemma di
Maria Riario Sforza, moglie di Giuseppe d'Ayerbo |
Gli
Ayerbo d'Aragona, principi di Cassano, possedevano in
Napoli un magnifico palazzo ristrutturato nel 1748 dal
principe Giuseppe Maria Ayerba d'Aragona; nel
1906 l'immobile fu acquistato dalle suore
dell'Addolorata che costruirono nello splendido giardino
la chiesa dell'Addolorata. |
Napoli, Palazzo Ayerba
d'Aragona - portale. A destra: Palazzo Ayerba
d'Aragona - una delle corte |
Napoli, Palazzo Ayerba
d'Aragona - scalone |
Napoli, Palazzo Ayerba
d'Aragona - particolare di un soffitto |
Agli
inizi del sec. XVI un ramo della della famiglia si
stabilì a Catanzaro con Cesare che fu ascritto al
patriziato della città; Giovanni invece portò la
sua famiglia a Crotone dove entrò a far parte della
fazione capeggiata dai Lucifero per il predominio della
città. Nel 1720 Giacinto fu ascritto al
Patriziato di Crotone nel Seggio di San Dionigi. |
Stemma degli
Acquaviva e degli Ayerbo d'Aragona |
|