Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Marena |
Arma:
d'argento, alla pianta di amarena al naturale sradicata e
fruttata, sostenuto da due leoni al naturale affrontati e
controrampanti al fusto; nel capo tre stelle di rosso male
ordinate in fascia.
Titoli:
nobile
di San Mango,
barone
di Poppano. |
© Stemma Famiglia Marena |
L’antica famiglia Marena, originaria di Marenne in
Francia, venne in Italia nel 1266 al seguito di
Carlo I d'Angiò.
Stabilitasi in Irpinia, prima ad Atripalda e,
susseguentemente, a San Mango ed a Foggia. La presenza
di questa famiglia è documentata dal sedicesimo secolo e
sempre come nobile.
Ricciardo Marena (n. Atripalda, 1578), uno dei
principali gentiluomini della città di Atripalda sita in
Principato ultra,
a sue spese fece fondere per la chiesa maggiore una
campana sulla quale fu inciso:”Riccardus Marena, et
universitatis Atripaldi, et C. ff.”
(1).
Da detto Ricciardo discese Cesare Marena, il
quale nelle scritture del 1595 è chiamato nobile.
Teodoro Marena di San Mango, con istrumento
rogato dal notaio Carlo Palumbo di Napoli il 6 dicembre
1600, acquistò il feudo baronale di Poppano, sito in
Principato ultra, oggi frazione di San Mango sul Calore
in provincia di Avellino, da Leonardo Cantore. In
precedenza, nel 1554, il feudo di Poppano, con “ …lo
castello et forteleze, homini, vaxalli, intrate de
vaxsali, beni, jurisdictione et intrate, e con il banco
di justitia, et cognizioni de cause civili criminali et
mixte, mero et mixto imperio et gladi ipotestate, cum
facultate de componere li delitti et commutare le pene
de corporali in pecuniariis, et quelle meetere in tutto
o in parte, satisfacto pius parti lese, et integro
stato, si come meglio si è tenuto et posseduto dicto
Castello per lo quodam Magnifico Francesco Maria Sifola…”,
barone di San Martino, fu acquistato da Marco Angelo
Sozy (†
1559).
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San Mango sul
Calore, palazzo Marena, portale e stemma di
famiglia |
Il citato Teodoro Marena vendette detto feudo, con
istrumento stipulato in Atripalda il 14 gennaio 1618 dal
notaio Giovan Domenico Accomando ed approvato da
Pietro Giron,
duca di Ossuna e vicerè di Napoli il successivo giorno
18, a Carlo Erba per ducati 4.800. Il 10 luglio del 1645
il feudo con “… jurisdictione civili, criminali ac
mixta” passò ad Alonso
Sparano
(2).
In seguito il feudo di Poppano passò alla famiglia
Moscati
(3),
(dal 1732, Nicola Moscati, marchese di Poppano, marito
di Anna Maria d’Orso, baronessa di Albanella)
(4)
.
Nel 1730 Giuseppe Marena risulta essere sacerdote
di San Mango.
Il 22 febbraio 1734 Donato Antonio Gaetano Nicola
Marena, figlio del signor fisico Teodoro e di Livia
Testa; madrina fu donna Antonia, moglie di Giacomo I
d’Amore, marchese di San Mango
(5).
Nel XVIII secolo Tommaso Marena, medico, fu
accademico ed autore di molte opere messe a stampa.
Don
Pasquale Marena,
uomo molto erudito tanto da essere ammirato dai
letterati di Francia, profondo conoscitore delle scienze
legali, fu una guida sapiente del marchese
Danza, presidente della Dogana di Foggia, e
del
Caravita,
Caporuota del Sacro Regio Consiglio. Don Pasquale fu
sovente ospite, in San Giorgio a Cremano, a casa del
Ministro Bernardo Tanucci che lo propose come giudice
della
Gran Corte della
Vicaria.
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San Giorgio a
Cremano (Napoli), palazzo Tanucci e stemma del
Ministro partito con le insegne della famiglia
della moglie |
Il Marena non potette indossare la toga per
un'improvvisa malattia; si ritirò a San Mango dove erudì
i contadini nell'agricoltura e fu l'avvocato dei poveri
e l'arbitro amichevole delle famiglie primarie
(6).
In tempi più recenti , fine 1800, si ricorda l'ingegner
Carlo che fece uno dei primi piani regolatori
della città di Bari. |
Piano regolatore di
ampliamento della città di Bari, a firma dell'ingegnere
capo Carlo Marena - Anno 1884 |
Il barone
Francesco Antonio (1865
† 1946 ),
comandante generale del Corpo delle capitanerie di porto
con il grado di Tenente Generale, rappresentò l'Italia
alle conferenze internazionali di diritto marittimo. |
Francesco Antonio Marena (1865 † 1946 ) |
Professore
universitario, fluente in inglese, francese, tedesco e
spagnolo, era anche in grado di conversare in arabo,
latino, greco e portoghese. Fu insignito delle seguenti
decorazioni ed onorificenze: Corona di Prussia di 3^
classe; Croce di guerra al valor militare “Comandante
del Porto di Molfetta durante tutto il periodo della
guerra coadiuvò in modo altamente encomiabile nei vari
servizi bellici le autorità militari, provvide
personalmente al recupero ed alla disattivazione di
numerose mine nemiche in condizioni spesse volte
difficilissime e con gravi rischi personali”.
Attestato Ufficiale di Benemerenza “per aver, con
alto spirito di dovere e sagace competenza, diretto le
operazioni di spegnimento del motoveliero americano City
of Pascagoula, avvenute nel porto di Genova, la notte
del 15 maggio 1921”.
Ufficiale dell’ordine olandese di Orange Nassau; Croce
di 3^classe dal governo spagnolo dell’ordine del Merito
Navale; Commendatore dell’ordine della Corona d’Italia;
Cavaliere di Gran croce dell’ordine della Stella
d’Italia; Gran Ufficiale dell’ordine di SS. Maurizio e
Lazzaro; attestato di benemerenza per lavori utili alla
Regia Marina in applicazione delle norme contenute nel
Decreto Ministeriale del 2 luglio 1924, per alcuni studi
riguardanti i servizi della Marina Mercantile. |
Autorità portuale di
Genova, Archivio storico, volume quinto, parte prima -
La Storia |
Oltre ai d’Amore, la famiglia si è imparentata con
importi casati:
- don Paolo Marena (1777
†
San Mango,1838) sposò donna Filippa Montefuscoli,
appartenente a famiglia "civile e commoda" che
diede i natali a molti funzionari dello stato ed ad un
Procuratore Regio Generale nella Provincia di Terra di
Lavoro;
- don Francesco Marena (n. 1804), figlio di don
Paolo, impalmò donna Errichetta
Caputo di
Napoli; |
Promessa celebrazione di
matrimonio tra don Francesco Marena e donna Errichetta
Caputo di Napoli |
- don Francesco Antonio Marena (Bari, 1865
†
Genova, 1946), figlio di Carlo e di Pasqua Croce,
sposò Amina Vanalesti dei baroni di Tafagnano (1873
†
1959),
stabilendo un legame che congiunge i Marena alle
famiglie
Pignatelli
e ad altre illustri casate leccesi, tra cui i Marenaci e
gli Alari, attraverso vincoli di sangue. |
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Note:
(1) –
Ferdinando
Villani,
“Foggia al tempo degli Hohenstauffen e degli Angioini”,
Trani – Vecchi, Editore Tipografico, 1894.
(2) - Erasmo
Ricca, “La nobiltà del Regno delle Due
Sicilie”, Napoli, 1839.
(3) - Lorenzo Giustiniani ,
“Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli”.
(4) - Erasmo Ricca, op. cit.
(5) - Luigi de Blasi, “San
Mango sul Calore”, D. e P. Editori.
(6) - "Biografia degli
uomini illustri del Regno di Napoli...", Napoli 1828.
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