![](images/pagina_iniziale/nobili%20napoletani%201.gif)
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
|
Famiglia de Fonseca
Pimentel |
a cura del
Dott.
Massimiliano Carabba Tettamanti |
Arma: Inquartato, nel 1° in campo
verde cinque conchiglie d'argento poste in decusse, alla
bordura d’argento caricata da otto croci patenti di
rosso, nel 2° in campo di verde al leone d’oro coronato,
nel 3° in campo di rosso cinque chiavi d'oro poste in
decusse, nel 4° d’azzurro all’albero al naturale cimato
da aquila d’argento in fase di atterraggio. |
Arma semplificata: Scudo partito,
nel primo in campo verde cinque conchiglie d'argento
poste in decusse, alla bordura d’argento caricata da
otto croci patenti di rosso. Nel secondo in campo di
rosso cinque chiavi d'oro poste in decusse. |
Cimiero (per entrambe): un toro
di colore rosso cornato d'argento. |
I de Fonseca Pimentel sono un’antica e
nobile famiglia di origini spagnole, un ramo della quale verso
la metà del sec. XVII si trasferì dalla Spagna in
Portogallo, prendendo dimora nella Braganza. In
Portogallo la famiglia diedi i natali a parecchi
illustri antenati, che hanno primeggiato nel campo delle
armi, della scienza e della politica. Al tempo di
Filippo II, Don Giovanni Alfonso, conte di
Benavente, era stato Viceré di Napoli, così come lo era
stato Don Emanuele, conte di Monterrey e Fuentes.
Antonio, morto nel 1559, era stato un illustre storico
portoghese, mentre Galeotto aveva ricoperto la carica di
Regio Consigliere di
Carlo V, e Pietro fu uno dei filosofi più in vista
del Portogallo. |
![Cava dè Tirreni](images/foto/F/Fonseca-Pimentel/stemma%20Juan%20Alfonso%20Pimentel.gif)
Cava dè Tirreni, stemma
di Juan Alfonso Pimentel, conte di Benavente e Vicerè di
Napoli dal 1603 al 1610. |
Intorno al 1750, uno dei rami cadetti emigrò dal
Portogallo a Roma, ove Don Clemente de Fonseca Pimentel
Chaves contrasse matrimonio con sua cugina Donna
Caterina Lopez de Leon, di nobile famiglia Portoghese
residente a Roma già da parecchi anni. |
![](images/foto/F/Fonseca-Pimentel/atto%20di%20matrimonio.gif)
Atto di matrimonio 9 febbraio 1750 tra D.
Clemente de Fonseca Pimentel e D. Caterina Lopez de
Leon.
Parrocchia Santa Maria del Popolo. |
A Roma la novella famiglia visse per
alcuni anni nel palazzo Lopez de Leon di Via di Ripetta,
dove nacquero i primi tre figli della coppia ovvero
Michele (1750), Eleonora (1752) e Girolamo (1760).
|
Palazzo Lopez de Leon di Via
Ripetta 22 a Roma. E’ ancora visibile lo stemma
gentilizio della famiglia sovrastante il portone
di ingresso.
E’ posta sul palazzo una lapide commemorativa di
Eleonora de Fonseca Pimentel. |
Nel 1760 a seguito degli editti con i
quali l’Ambasciatore Portoghese Don Francisco
Dalmata de Mendoza ordinava ai sudditi della
Corona dimoranti nello Stato della Chiesa di
uscirne entro il settembre successivo, la
famiglia de Fonseca Pimentel decise di
trasferirsi a Napoli, ove nel 1764 nasceva
l’ultimo figlio Giuseppe. |
Nella patria di adozione, Don Clemente si adoperò
affinché alla famiglia venisse riconosciuta la Nobiltà
nazionale, così da inserirla al meglio nel nuovo
contesto sociale e permettere ai discendenti, nati e
nascituri, di godere dei privilegi che lo status
nobiliare all’epoca concedeva. |
Pochi anni dopo, infatti, ottenne il
riconoscimento della Nobiltà nazionale, nonché della
Nobiltà Napoletana ai discendenti nati in Napoli.
|
Dai dispacci originali della Real Camera di Santa
Chiara: |
Sulla domandata grazia da D. Clemente Enriquez di
Fonseca Pimental nobile Portoghese di farsegli godere n
questo Regno la Nobiltà nazionale, ed anche la Nobiltà
Napoletana alli figli nati in Napoli contestando codesta
R.le Camera che tale Famiglia straniera Nobile da anni
17. siasi trapiantata in questo Regno con animo di
stabilirvisi fissamente per trovarsi già li Figli, e
Nipoti del Ricorrente impiegati nella Milizia, e nel
Foro; ed in occasione di essere stato ammesso il di
costui Figlio D. Giuseppe per Cadetto nelle R.li Truppe,
essendosi da S.M. riconosciuta la Nobiltà generosa della
famiglia colle precedenti consulte di essa R.le Camera
per la R.le Segretaria di Guerra, accorda la M. S. agli
individui della medesima qui nati tutte quelle
prerogative che dalla medesima generosa Nobiltà dimanano,
menoche quelle pregiudiziali al diritto nativo, e
convenzionale de sudditi; abilitando perciò coloro che
come Nobili sono entrati a servizio nel suo Esercito da
Cadetti che possano avere gli ascenzi nel medesimo Corpo
che a Nobili si concedono. E mi ha comandato di
significarlo a codesta R.le Camera per sua intelligenza,
e per l'esecuzione della parte che le appartiene. Napoli
24 aprile 1778 |
Nella patria di adozione e a seguito
degli eventi che videro la martire Eleonora subire
l’umiliazione della forca, i fratelli e i nipoti di
quest’ultima decisero di tralasciare dagli atti
ufficiali l’antico cognome “de Fonseca Pimentel” in
favore del più anonimo “Fonseca”(1); inoltre, i discendenti del fratello di
Clemente, ovvero i figli di Don Ferdinando, utilizzarono
per circa cento anni il cognome “Lopez Fonseca”.
|
Quest’alternanza di cognomi ha creato non poca
confusione tra gli scrittori di memorie patrie, e solo
attraverso un’attenta ricostruzione genealogica siamo
riusciti a fare chiarezza e a tracciare la storia di
questo illustre casato. |
Tra gli esponenti che si distinsero nelle armi, nel foro e nella
politica è bene ricordare: |
Giuseppe Fonseca Chaves o Lopez Fonseca(2)
(1747
†
1808), figlio dell’avvocato della Corona Ferdinando
(1710), e nipote(3)
del sopraccitato Clemente (1723
†
1785). Maresciallo di Campo delle Artiglierie. Fu
benvoluto e stimato da Ferdinando IV, che in occasione
della campagna nello Stato pontificio (1798) lo consultò
a proposito dell’artiglieria. Nel 1799, con la
restaurazione borbonica, fu esonerato dal servizio e
condannato alla reclusione nel forte di Sant’Elmo. Tra i
compagni di carcere ebbe l’Anguissola, il D’Avalos, il
Persico e i fratelli Troja. Durante la Repubblica
ricoprì la carica di direttore delle artiglierie di
terra. Nel 1806, quando i francesi tornarono a Napoli,
gli fu affidata la riorganizzazione dell’artiglieria. In
quel periodo ebbe alle sue dipendenze Pietro Colletta,
il cugino Giuseppe Fonseca (1764
†
1833) e Domenico Montemayor. Morì pochi anni dopo di
tubercolosi. E’ ricordato da Mariano D’Ayala nel suo
scritto “Le vite de' più celebri capitani e soldati
napoletani” del 1843. |
Michele Lopez Fonseca (1742
†
1816), fratello del predetto Giuseppe,
fu celebre Avvocato nonché Amministratore e Vicario
Generale della famiglia
d'Avalos (fino 1802). In una lista del 29 agosto
1775 risulta tra i membri iscritti alla loggia “La
Renaissance”. Nel 1806 ritrovatosi senza clientela,
ottenne da
Giuseppe Bonaparte la nomina a Commissario di
polizia di quartiere di Napoli (con funzioni di
sicurezza pubblica). Successivamente fu Giudice della
Corte d'Appello di Napoli. |
Eleonora de Fonseca Pimentel
(1752
† 1799), patriota, politica e giornalista
italiana nonché una delle figure più rilevanti della
breve esperienza della
Repubblica Napoletana del 1799. |
© Napoli - Busti di Eleonora Pimentel de Fonseca |
Nel 1778 Eleonora sposò a Napoli, nella
chiesa di S. Anna di Palazzo, il capitano Pasquale Tria
de Solis; nella stessa chiesa battezzò e fece seppellire
il figlio Francesco, deceduto ad otto mesi. |
![](images/foto/F/Fonseca-Pimentel/chiesa%20s%20anna%20di%20palazzo.gif)
Napoli, Chiesa di
S. Anna di Palazzo
|
Di lato: la fonte battesimale, una delle poche
cose rimaste intatte
dopo la distruzione della Chiesa di S. Anna di
Palazzo, qui
Eleonara Pimentel de Fonseca battezzò il figlio
Francesco. |
|
![Chiesa S. Anna di Palazzo](images/foto/F/Fonseca-Pimentel/Chiesa%20S%20Anna%20di%20Palazzo%20-%20fonte%20battesimale.gif) |
Anna Maria
Galiani fu amica di
Eleonora; suo
marito il marchese Marcello
(de) Natale Sifola e la cognata Rosa Galiani, le
confermarono l’affitto del quartino da lei occupato nel
palazzo attiguo alla chiesa di Sant’Anna di Palazzo,
alla salita Sant’Anna di Palazzo nel quartiere detto
degli spagnoli. Eleonora de Fonseca Pimentel per le sue
idee repubblicane fu arrestata il 5 ottobre del 1798.
Appena scarcerata pagò l’affitto arretrato ed il 21
aprile 1799 lo rinnovò sino a settembre del 1799.
Riprese le riunioni politiche che avevano animato il suo
salotto. In quella casa il Cimarosa compose la musica
dell’ "inno della libertà". L’abitazione era frequentata
da quasi tutti gli uomini di cultura del tempo,
desiderosi di un cambiamento istituzionale.
Eleonora morì sul patibolo a 47 anni
dopo aver assistito con coraggio all’esecuzione dei suoi
compagni - il principe Giuliano
Colonna, l’avvocato Vincenzo Lupo, il vescovo
Michele Natale, il sacerdote Nicola Pacifico, i
banchieri Antonio e Domenico Piatti nonché il
giovanissimo Gennaro
Serra
di Cassano. Pare che le sue ultime parole furono
“Forsan et haec olim meminisse iuvabit”.
La Pimentel doveva essere seppellita nella Chiesa di S.
Caterina al Mercato, ma essendo venuto una considerevole
pioggia, si mandò a prendere dalla forca ove era sospesa
dai becchini, e fu sepolta nella chiesa di S. Maria a
Costantinopoli, ove fu sepolta vestita interamente come
fu impiccata
(3 bis). |
![](images/foto/F/Fonseca-Pimentel/Eleonora%20condotta%20al%20patibolo.gif) |
![](images/foto/F/Fonseca-Pimentel/targa%20martiri%20repubblica%20napoletana.gif) |
Eleonora condotta al
patibolo, dipinto di Giuseppe Boschetto. A destra:
Napoli, targa in memoria dei martiri della Repubblica
Napoletana |
Michele de Fonseca Pimentel o Fonseca
(1750
†
1830), Colonnello. Nel 1793, con il grado di Capitano,
partecipò alla campagna di Tolone e nel 1798, promosso
maggiore, a quella di Abruzzo e dello Stato Pontificio.
A Roma sposò il 31 marzo 1787, Nicoletta Glejeses,
figlia di un Capitano del reggimento Elvetico “Wirtz”.
Nel 1799, con l’avvento della Repubblica Partenopea, si
trovava a Chieti come Commissario di guerra.
|
Giuseppe Fonseca o Fonseca
Pimentel (1764
† 1833), Maggiore. Pupillo
(4) del Generale Giuseppe Fonseca Chaves
(1747
† 1808) fu ammesso come Cadetto a piazza
franca nella brigata borbonica di artiglieria; a 16 anni
era stato promosso Alfiere, a 19 Sottotenente e a 25
Capitan Tenente. Nel 1803 è primo Capitano della 4^
Compagnia. Durante la repubblica partenopea comandò il
forte di Pietrarsa. Nel 1829 è Maggiore Comandante del
deposito generale de presidiari. |
Ferdinando Lopez Fonseca (1789
†
1840), Magistrato. Nel 1807 è Capitano della milizia
della pubblica sicurezza. Nel 1811, essendo valente e
preparato, vinse l’esame pubblico per diventare Uditore
dell’assemblea del Consiglio di Stato, e poco dopo venne
nominato addetto al Ministero di Giustizia e componente
della commissione del
contenzioso del Gran Giudice. Il 12
luglio 1817 venne nominato Giudice del Tribunale Civile
di Avellino, e poco dopo “Pubblico Ministero” a
Siracusa. Nel 1820 ottenne l’ufficio da direttore di
Grazia e Giustizia. Nel 1836 venne eletto consigliere
della Corte Suprema di Catanzaro. E’ ricordato in un
bell’elogio funebre dall’allora Presidente della G.C.
Civile sig. Zaccaria Padula. |
Clemente Fonseca o Fonseca Pimentel (1797
†
1865), Generale Brigadiere. Allievo del Real Collegio
Militare. Nonostante fosse “sospettato” e “sorvegliato”
dalla polizia borbonica, riuscì a fare una brillante
carriera. Nel 1822 era Tenente di stanza a Gaeta; Nel
1827 era Capitano. Nel 1840 progettò su richiesta di
S.M. il Re la linea ferroviaria detta “Regia”
Napoli-Caserta. Nel 1842 era Capitano comandante dello
Stato Maggiore dell’esercito. Dal 1842 al 1847 diresse
la costruzione del Porto Militare San Vincenzo. Nel 1847
il Ministero dei lavori pubblici lo incaricò di dirigere
i lavori per la realizzazione dell’Alveo Comune
Nocerino. Nel 1850 è promosso Colonnello. Nel 1851 con
il suddetto grado è Sotto Ispettore del Genio Citra e
Comandante del Battaglione Zappatori. Nel 1860 il
Generale Pianell lo aveva nominato Direttore del
Ministero di Guerra. Raggiunse il grado di Brigadier
Generale del Genio Militare. |
![](images/foto/F/Fonseca-Pimentel/Cappella%20gentilizia.gif)
Lapide d’ingresso della Cappella de
Fonseca Pimentel presso il cimitero monumentale di
Poggioreale
intitolata a Clemente Fonseca anno 1849 - Ubicata al n.
22. |
![](images/foto/F/Fonseca-Pimentel/sepolcro%20di%20Clemente%20Fonseca.gif)
Sepolcro del genarale
Clemente Fonseca
(1797
†
1865) |
![](images/foto/F/Fonseca-Pimentel/Camilla%20Vicuna.gif)
Lastra sepolcrale di
Camilla Vicuna (1847
†
1870) |
Ferdinando Fonseca Lopez o
Lopez Fonseca (1821
† 1912), Patriota, docente e politico.
Nel 1844 istituì in Basilicata un sotto comitato
liberale, che comprendeva anche Emanuele Viggiani,
Pasquale Amodio e Diodato Sansone. Il 4 gennaio 1848 si
recò a Sarno per aiutare Costabile Carducci ad
organizzare i moti del Cilento. Durante la prima guerra
d’indipendenza si arruolò come volontario con il grado
di Tenente nella compagnia comandata da Enrico Poerio.
Durante la famosa battaglia di Curtatone e Montanara fu
ferito al fegato e fatto prigioniero. Grazie
all’armistizio di Salasco venne liberato e una volta
rientrato a Napoli insegnò geologia applicata
all'ingegneria presso la Regia università. Poco tempo
dopo venne destituito dall’incarico. Nel 1851 avendo
saputo che a breve lo avrebbero arrestato chiese al
Commissario il passaporto per emigrare, ma quest’ultimo
glielo negò dichiarando “A voi, tocca la forca!”.
Riuscì comunque ad ottenerlo grazie all’intercessione
del suo parente, nonché nuovo Primo Ministro, il
marchese Giustino Fortunato. Una volta ottenuto il
documento, emigrò a Firenze, dove riprese ad insegnare
ingegneria e, con l'unità d'Italia, fu eletto
parlamentare per il collegio di Acerenza. E’ il
progenitore del ramo dei “Fonseca” di Firenze(5). |
Michele Lopez Fonseca (182?
†
1880), Avvocato e Patriota. Fin dal 1842 fece parte dei
Comitati rivoluzionari al fianco dell’amico barone Carlo
Poerio. Cooperò nel 1860 alle organizzazioni del
servizio di pubblica sicurezza per incarico speciale
affidatogli dall’On. Silvio Spaventa. Fu per diversi
anni segretario del Ministero degli Interni. |
Gaetano Fonseca(6) (1824
† 1883), Tenente Colonello. Allievo del
Real Collegio Militare. Nel 1844 è Alfiere nella
compagnia d’Artiglieria a cavallo. Nel 1849 è nominato
Capitano di Prima Classe nel Reggimento Regina. Fu
inviato a Milazzo per coadiuvare il Colonnello
Beneventano del Bosco, dove nella battaglia del 20
luglio 1860 fu “valoroso e coraggioso”. Rientrato a
Napoli, dette le dimissioni dal servizio il 7 settembre
dello stesso anno. Rientrò in servizio nel
neo-costituito Regio Esercito italiano. Sulla sua
lapide, posta nella cappella de Fonseca Pimentel del
cimitero monumentale di Poggioreale è riportato il
seguente epitaffio: D.O.M. - Gaetano Fonseca Pimentel
- Tenente
Colonnello di Artiglieria Ingegnere - Cavaliere degli
Ordini - di
San Giorgio della Riunione
e dei Santi
Maurizio e Lazzaro - e della Corona d'Italia - nacque in
Napoli il 14 agosto 1824 vi morì il 28 ottobre 1833 -
Abbia egli nei Cieli la Pace che invano anelò - durante
la sua fortunosa e travagliata esistenza – I figli
Guglielmo Clemente e Virginia posero. |
![](images/foto/F/Fonseca-Pimentel/tomba%20gaetano%20fonseca.gif) |
Guglielmo Fonseca
(7)
(1849
†
1906), Colonnello. Nel 1864 è Allievo nella Regia
Militare Accademia “Nunziatella”. Nel 1866 è
Sottotenente dello Stato Maggiore del Genio; nel 1875 da
allievo della scuola d’applicazione di Artiglieria e
Genio è promosso Tenente nell’arma del Genio; nel 1881 è
Capitano nel 3° Reggimento del Genio, e nel 1893 è
Maggiore alla direzione territoriale del Genio di
Firenze; nel 1899 è promosso Tenente Colonnello nella
direzione del Genio di Roma, e nel 1903 è nominato
Colonnello Sottodirettore autonomo del Genio in
Maddalena. Morto a Roma a soli 57 anni è sepolto nella
Cappella di Famiglia presso il cimitero monumentale del
Verano. |
Colonnello Guglielmo
Fonseca. A destra: Tomba del colonnello Guglielmo
de Fonseca Pimentel |
Michelangelo Fonseca (1853
†
1936), Agricoltore e Sindaco di Pontassieve. |
Antonio Fonseca (1859
† 1897), Professore di Agraria nella R.
Scuola Superiore d’Agricoltura di Portici e Direttore
dal 1885 al 1897 della R. Cantina Sperimentale di
Barletta. Lasciò un gran numero di pubblicazioni
scientifiche sulla materia, tra le quali “I Vini
Rosati: Metodi per la fabbricazione dei vini rosati,
Pigiatura delle uve per ottenere vini rosati,
Utilizzazione delle vinacce, Pratiche dirette a
migliorare i mosti, Decolorazione dei vini rosati”,
che per molti anni fu opera di riferimento per i
produttori di questi vini. |
Giuseppe de Fonseca Pimentel (1865
†
1937), Avvocato e Sindaco di Nola dal 1914 al 1916 e
successivamente dal 1920 al 1925. |
Alessandro Fonseca (1871
†
1949), Generale di Cavalleria. Fece una brillante
carriera militare e alla sua morte donò in beneficenza
all’Opera della Divina Provvidenza Madonnina del Grappa
di Firenze la sua villa di Pontassieve denominata Villa
Cerbiosa. |
Clemente de Fonseca Pimentel
(1881
† 1953), Ingegnere e imprenditore.
Ingegnere capo nel R. corpo del genio civile.
Commendatore della Corona d’Italia e Commendatore
dell’Ordine di San Maurizio e Lazzaro. |
Ugo de Fonseca Pimentel (1898
† 1969), Ispettore generale del Ministero
delle Finanze. Per la sua morte, avvenuta a Roma, S.
Maestà Umberto II fece pervenire alla vedova la seguente
lettera di condoglianze: “Compio il mesto incarico
ricevuto da S.M. il Re di porgere a Lei ed ai congiunti
tutti, sentite condoglianze per la dolorosa perdita del
Suo amato consorte, il comm. dr. Ugo Fonseca Pimentel,
Ispettore Generale Ministero Finanze a riposo. Il
sovrano si inchina riverente alla memoria del perfetto
gentiluomo e del valoroso funzionario, che ha servito
degnamente il Paese in una onorata carriera. Voglia
anche accogliere gentile Signora, per Lei ed i suoi le
espressione del mio cordoglio ed i migliori saluti”.
Dev.mo Falcone Lucifero. |
![](images/foto/F/Fonseca-Pimentel/arma%20de%20fonseca%20pimentel.gif)
Verano, Cappella
gentilizia della famiglia de Fonseca Pimentel |
______________________
Note:
(1) - Nonostante
ciò, per via degli ideali politici e dei legami con la
suddetta, durante la restaurazione quasi tutti i parenti
di Eleonora furono “sospettati e sorvegliati” e subirono
le rappresaglie Borboniche, che in alcuni casi portarono
all’esonero dal servizio e all’incarcerazione.
(2)
- Negli atti ufficiali il cognome era Lopez Fonseca.
(3)
- In quanto figlio del fratello.
(3 bis) -
“Cenni Storici Biografici di Monsignor Michele
Natale, Vescovo di Vico Equense, Note
critiche e documenti”, Stab. Tip. sotto la Ditta G.
Nobile e C. , Caserta 1891.
La copertina in carta spessa porta in bella calligrafia
la dedica: ” Al Signor Natale Luigi fu Carminio Il
Municipio” (Carminio era figlio del marchese Bernardo
de Natale Sifola
Galiani).
Fondo Ferdinando de Natale Sifola Galiani.
(4)
- Era suo cugino di primo grado, non suo Zio come
affermato da tanti storici. Tale inesattezza è
probabilmente dovuta alla differenza di età (quasi venti
anni).
(5)
- I figli di Ferdinando abbandonarono il cognome Lopez.
La famiglia è tuttora fiorente in Firenze con il cognome
“Fonseca”.
(6)
- In quasi tutti gli atti ufficiali porta il solo
cognome “Fonseca”.
(7)
- Incaricò il figlio Clemente (1881-1953), di
ripristinare ai suoi discendenti l’antico cognome de
Fonseca Pimentel sui documenti anagrafici.
______________________
Le Fonti Consultate:
- Archivio Storico Diocesano di Roma –
Parrocchia Santa Maria del Popolo e S. Andrea delle
Fratte.
- Varie Parrocchie – Napoli, Gaeta, San Giuliano Terme e
Pisa.
- Arquivo Distrital de Beja
- Archivio di Stato di Napoli – carteggio vario;
- Archivio Storico del cimitero di Poggioreale di
Napoli,
- Archivio di Stato di Roma – Fascicoli nobiliari e
araldici “de Fonseca Pimentel”
- Tavole genealogiche del Serra di Gerace – de Fonseca
Pimentel;
- Archivio privato Carabba Tettamanti;
- Mariano D’Ayala, Le vite de' più celebri capitani e
soldati napoletani, 1843.
- Benedetto Croce, Eleonora de Fonseca Pimentel, Roma,
Tipografia Nazionale, 1887.
- Benedetto Croce, La Rivoluzione Napoletana del 1799,
Bari, Giuseppe Laterza & Figli, 1912.
- Franco Schiattarella, La marchesa giacobina. Eleonora
Fonseca Pimentel, Napoli, Schettini editore, 1974
- Enzo Striano, Il resto di niente, Napoli 1986;
- Macciocchi M. A., Cara Eleonora, Milano 1993;
- Teresa
Santos, Leonor da Fonseca Pimentel. A Portuguesa de
Nápoles (1752-1799), Lisbona, Sara Marques Pereira,
2001.
- Massimiliano Carabba, I de Fonseca Pimentel prima di
Eleonora: Appunti genealogici, Roma 2007.
- Antonella Orefice, La penna e la Spada,
Napoli, Arte Tipografica, 2009. |
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