
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Attafi |
A cura del dott.
Giuseppe Pizzuti |
Arma:
troncato; nel 1° d'azzurro, allo sparviero sorante sull'arca (o
tavola), il tutto al naturale, sormontato nel cantone destro del
capo da un crescente rovesciato d'argento; nel 2° scaccato
d'argento e di nero.
Altra:
troncato; nel 1° d'azzurro, allo sparviero spiegato d'oro; nel
2° scaccato di nero e d'argento.
Motto:
IN TE DOMINE SPERAVI, NON CONFUNDAR IN AETERNUM |

Stemma famiglia Attafi |
La famiglia Attafi (Attafii, Attaffi od Attafio),
possedeva dei feudi in
Calabria Ultra
intorno alla metà del Quattrocento con Barnaba (†
1477).
Monaco
Attafi, di Belforte, abitante in Monteleone (oggi Vibo
Valentia), figlio primogenito di Barnaba, il 17 luglio
1480 denunciò la morte del padre, avvenuta tre anni
prima, e chiese il rilevio per i feudi che il medesimo
possedeva in territorio di Oppido (oggi comune di Oppido
Mamertina in provincia di Reggio Calabria), e nella
baronia di Bianco (oggi comune omonimo in provincia di
Reggio Calabria).
Angelica
Attafi, a mezzo di suo zio Ferdinando, il 24
agosto 1485, denunziò la morte di suo padre Monaco, ed
offrì il rilevio per i
feudi di Santa Maria di Pugliano (alias Attafi),
sito in territorio di Bianco, e di
Marescotti, sito in territorio di Oppido, e
precisamente, come individuato da Rocco Liberti, nella
frazione di Castellace.
Caterina
Attafi († 15 luglio
1529), il 4 luglio 1511 ebbe significatoria di rilevio
per i feudi di Attafi e Marescotti, come erede di
Angelica, sua sorella. Sposata al nobile Artaldo de
Rampischis, originario di Foligno, i cui discendenti
aggiunsero al proprio il cognome Attafi creando la
casata de Rampischis
Attafi.
Belisario de Rampischis Attafi
(† 21 maggio 1569) il
3 giugno 1530, ebbe significatoria di rilevio per i
feudi di Attafi e Marescotti, come erede di Caterina
Attafi, sua madre. Sposato a Laudomia
Mirabelli
dei patrizi di Amantea, al cui seggio di San Basilio la
famiglia de Rampischis Attafi fu aggregata.
Geronimo
de Rampischis Attafi, il 31 luglio 1570 ebbe
significatoria di rilevio per i feudi di Attafi e
Marescotti come erede per la morte di suo padre
Belisario. Alienò il feudo di Attafi per ducati 2.800 a
Giovan Pietro Bova di Gerace, consorte di Porzia
Correale,
figlia di Ferdinando, con Regio Assenso dell'11 maggio
1579. Il feudo di Marescotti fu acquistato da Giovan
Battista Sartiano di Oppido, subastato nel
Sacro Regio
Consiglio ad istanza dei creditori di
Geronimo e Marcello de Rampischis Attafi,
con Regio Assenso del 25 giugno 1580 e registrato nel
Quinternione 142, f. 53t. Geronimo aveva sposato
Diana
Cavallo
dei patrizi di Amantea. |

Amantea, stemma de Rampischis
Attafi |
Un ramo
della famiglia fiorì a Stignano, casale di Stilo (oggi
comune omonimo in provincia di Reggio Calabria), diedero
lustro a questo ramo due Vescovi: Marco Antonio (Stignano,
2 febbraio 1656 † Petrizzi, 17
agosto 1733), figlio di Giovan Battista e di
Livia Pileggi, fu battezzato lo stesso giorno, studiò
filosofia e teologia presso i Domenicani ed i
Conventuali a Stilo. Ordinato Sacerdote il 16 marzo
1680, nel 1683 ebbe la cura della parrocchia di San
Pietro di Squillace, e dal 1684 al 1687 fu Parroco di
San Nicola di Bari a Stilo e rettore del seminario di
Squillace. Laureatosi in Utroque Jure il 24
maggio 1689, fu prima avvocato nella Curia arcivescovile
e poi esaminatore e giudice sinodale nella diocesi di
Aversa. Il 6 dicembre 1706 fu nominato Vescovo di Sarno,
l'11 febbraio 1718 trasferito alla diocesi di Squillace.
Morì a Petrizzi, e fu sepolto nella chiesa matrice, suo
nipote Fortunato fece porre una lapide. |

Insegne ecclesiastiche
del Vescovo Marco Antonio Attaffi |

Petrizzi (Catanzaro),
chiesa matrice, lapide del Vescovo Marco Antonio Attaffi,
insegne ecclesiastiche |
Francesco
Antonio (Stignano, 24 ottobre 1706
† Nicotera, 4 marzo
1784), figlio di Paolo e di Laura Vitale, nipote
del Vescovo Marco Antonio, si addottorò in
diritto civile e canonico nel 1726, fu aggregato alla
nobiltà di Stilo ed Amantea, il 17 dicembre 1729 fu
consacrato Sacerdote, il 10 maggio 1730 si laureò in
teologia, suo zio, in qualità di Vescovo di Squillace,
lo chiamò a se, dove fu canonico-arcidiacono, l'8
settembre 1733 fu nominato vicario generale di Alatri,
il 3 marzo 1742 vicario generale di Capaccio, il 13
aprile 1742 vicario generale di Aversa, il 5 luglio
1749 vicario generale di Antonio Brizio, Vescovo di
Marsi, il 31 luglio 1761 vicario generale di Minori, dal
1° aprile 1767 lo fu per Michele
di Tarsia,
Vescovo di Conversano, dal 23 maggio 1768 vicario
generale di Sora. Fu nominato Vescovo di Nicotera il 23
maggio 1777, il 24 giugno fu consacrato a Roma dal
Cardinale Francesco Saverio de Zelada. A Nicotera fondò
la congregazione dell'Agonia di San Giuseppe,
della quale fu prefetto, ammettendovi canonici e preti.
Alla sua morte fu sepolto nella cattedrale di Nicotera;
suo vicario generale fu l'arcidiacono Giuseppe
Valente (Minnito di Celico 1712
† ivi, 4 giugno 1784), figlio
di Fabio e di Barbara Ritacca, professore di sacra
teologia, predicatore, arcidiacono della cattedrale di
Nicotera, già visitatore e vicario generale di
Eustachio Intrieri da San Pietro in Guarano, Vescovo
di Nicotera dal 3 marzo 1738 all'11 marzo 1745. |

Eustachio Intrieri,
Vescovo di Nicotera |

Insegne ecclesiastiche
del Vescovo Eustachio Intrieri |

Frontespizio del Repertorio dei libri
conservati nella biblioteca dell'Ordine dei Minimi di
Spezzano Grande, redatto nel 1742 da frà Isidoro
Malavolti del medesimo Ordine, opera dedicata al
Vescovo Eustachio Intrieri il quale aveva donato i suoi
libri al Convento
di Spezzano Grande dove aveva studiato |

Stemma Valente di Celico |

Stignano, stemma Attafi,
tratta dal catalogo dei Beni Culturali |
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Bibliografia:
- Mario Pellicano Castagna, “La Storia
dei Feudi e dei Titoli Nobiliari della Calabria” Voll.
I-III, Editrice C.B.C. 1984-1999.
- Gustavo Valente, “Compendium, dizionario storico,
geografico, biografico ragionato della Calabria” Voll.
I-VI, Frama Sud 1984, Ferrari editore 2017.
- Giuseppe Bisogni De Gatti, “Hipponii,
...”, Napoli MDCCX.
- Francesco Adilardi di Paolo, “Memorie storiche su lo
stato fisico morale e politico della città e del
circondario di Nicotera”, Napoli 1838.
- Leonardo Calabretta, “Le diocesi di Squillace e
Catanzaro, Cardinali, Arcivescovi, Vescovi noti delle
due diocesi, Pellegrini Editore, Cosenza 2004.
- Peppino Via, Luigi Palmieri,
“Spezzano Grande, storia, folklore e nobiltà”, Edizioni
Orizzonti Meridionali 1994.
- Umberto
Ferrari, “Armerista
Calabrese”, La Remondiniana, Bassano del Grappa 1971.
- Rocco Liberti, “ Castellace”, Quaderni
Mamertini - 12.
- https://www.beweb.chiesacattolica.it
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