Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
|
|
Famiglia
Cavallo |
Arma: di rosso al cavallo
inalberato d'argento col capo cucito d'azzurro caricato da tre
stelle d'oro.
Residenza: Amantea |
© Amantea (CS) - Arma del nobile
Tiberio Cavallo - anno 1603 |
L'antica ed
illustre famiglia Cavallo, di probabile origine veneta, si
stabilì nel 1239 in Calabria ai tempi di
Federico II di Svevia;
Grunaldo
Cavallo fu
imprigionato durante la rivolta dei Vespri siciliani scoppiata
nel 1282.
Nel 1309
Ugonetto
fu armigero di Calabria; nel 1378
Giacomo I
Cavallo († 1384), generale dell'esercito veneto, si stabilì nel
1378 in Amantea, città in
Calabria citra, ove il casato fu ascritto al Patriziato nel
seggio di San Basilio.
Nel 1418
Giacomo II
Cavallo, giudice della
Gran Corte della Vicaria, con privilegio della
regina Giovanna II di
Durazzo ottenne, con Addesio o Accursio Sacco,
l'ufficio ereditario di portulano di Amantea, guardiano delle
spiagge e dei porti da Amantea(1)
a Capo Suvero, nel 1422 fu nominato capitano d'armi dalla
stessa regina. Con privilegio di
re Alfonso
dell'11 maggio 1445 gli fu confermato l'ufficio di portulano, e
successivamente da re Ferdinando I d'Aragona con privilegio del
1° settembre 1465 con Guglielmo Sacco di Accursio.
Cola o Nicola,
figlio di Giacomo II ereditò l'ufficio di portulano, ebbe per
figli:
Vincenzo
ed il primogenito
Giacomo III
in quale ereditò l'ufficio di portulano confermato dal
Gran Capitano
con privilegi del 15 marzo 1502 e del 28 aprile 1507.
Giuseppe,
figlio di Giacomo III, ereditò l'ufficio di potulano con
privilegio del 22 gennaio 1538; nel 1555 sposò Giulia
di Lauro,
di Scipione, patrizio di Amantea. Ebbero per figli
Geronimo,
sposato a Grazia Filippone generarono
Francescantonio;
ed il primogenito
Giacomo IV
il quale ereditò l'ufficio di portulano, fu Sindaco dei Nobili
di Amantea nel 1588 e nel 1605; sposò Prudenza
Baldacchini
(1590) ed ebbero per figlio
Carlo
(1590
†
1648) che fu suo erede ma con una clausola testamentaria: che lo
sostituiva in favore del nipote Francescoantonio nel caso di
morte senza eredi; fu Sindaco dei Nobili di Amantea nel 1614;
sposò Clarice
Sanseverino, sorella di Francesco, barone di
Marcellinara, ed ebbero per figlia unica
Dianora
(1610) che sposò
Geronimo
Cavallo figlio del citato Francescantonio, Sindaco dei Nobili di
Amantea nel 1649, ed ebbero per figli:
Giovan Battista,
Antonio,
Carlo
e
Diego
(1630),
Sindaco dei Nobili di Amantea nel 1654; sposò Delia di Lauro,
figlia di Sertorio, patrizio di Amantea, e di Caterina
Tomarchiello, ebbero per figlio
Francesco
(1670 † 1746) fu ammesso di giustizia
S.M.O. di Malta
nel 1695, fu nominato
capitano di La Valletta (Malta). Nel 1599 la famiglia era stata
ricevuta nell'Ordine come quarto dei Cavalieri Lucio e Pietro
Paolo Alimena, sarà di nuovo accolta nel 1769, come quarto del
Cav. Giuseppe
Giannuzzi Savelli,
e nel 1793 come quarto del Cav. Bonaventura
Sculco(1bis). |
© Amantea (CS) - Ciò che resta
dell'antico castello |
Francesco Scipione
Cavallo (Amantea, 1535 c.a
†
ivi, 1603), patrizio di amantea, figlio di
Virgilio
e di Beatrice
d'Amato o Amato
dei patrizi di Amantea, nel 1559 sposò Livia
Ruffo di
Giovanni, barone di Casoleto.
Più volte partecipò alle spedizioni contro i Turchi, nel 1559 si
distinse nella conquista di Gerba, nel 1565 difese Malta
dall'assedio. Nel 1571 partecipò alla
battaglia di Lepanto; si recò a Napoli dove armò a sue spese
una galea veloce "Luna de Napoles", munita di vele e tre ordini
di remi, e comandò ai 35 conterranei guidati dal pilota Matteo
Ventura,
anche lui di Amantea, di raggiungere la flotta cristiana. La
triremi navigò a destra dello schieramento navale e contribuì
all'accerchiamento dell'armata turca; tutti i marinai amanteani,
grazie all'abilità ed al coraggio di Scipione, ritornarono a
casa salvi e vittoriosi(2).
Acquistò il feudo di Pietramala
(oggi comune di Cleto nell'entroterra di Amantea) da Pietro
Paolo
Cavalcanti,
barone di Torano, Cerisano e Pietramala, per 17.000 ducati, con
Regio Assenso del 26 gennaio 1577. Per la sua cattiva condotta,
i suoi vassalli chiesero di porre l'Università di Pietramala nel
Rego Demanio, concessa nel 1580; le spese per sostenere la causa
danneggiarono le casse dell'Università, su istanza dei creditori
del barone Scipione il Sacro Regio Consiglio fu costretto a
mettere all'asta la terra di Pietramala, l'acquistò Carlo
d'Aquino,
conte di Martirano, poi principe di Castiglione(2bis). |
|
|
© Ritratto del
nobile Scipione Cavallo. A destra: Giromalo Danti (Perugia
1547-1580) -
La battaglia di Lepanto.
Affresco nella Galleria delle Carte Geografiche
Musei Vaticani |
Nel 1576
partecipò all'assedio di Navarino, in Grecia, e al tentativo di
liberare La Goletta. |
© Galea battente le insegne dei
Cavalieri di Malta, simile alla "Luna de Napoles" |
Per gentile concessione del dr.
Giuseppe Pizzuti |
Nel 1607 Rutilio Cavallo, U.J.D.
, decise di erigere a sue spese, donando mille ducati ed
impegnandosi a consegnare ogni anno 200 ducati per la durata di
dieci anni, in Amantea la chiesa convento dei Cappuccini, sotto
il titolo di S. Maria di Porto Salvo, su un suolo di proprietà
dello stesso nobile.
Nel 1631 i lavori non erano ancora completati, i Cappuccini per
ottenere nuovi fondi concessero a Muzio Cavallo di erigere una
cappella funeraria contigua alla chiesa e di apporre una
lapide, recante l'arma di famiglia con il seguente epitaffio:
“Mutius Caballus / D.O.M. / Templum cum coenobio Rutilii /
Caballi Patrit. Amant. Pietas suo / aere fundari iussit A.
MDCVII / Explevere aeredes A.D. MDCLXXXXVII». |
Amantea - Chiesa Santa Maria Pinta e Campana già
Chiesa di S. Maria di Porto Salvo. A destra: insegna della città di Amantea |
Fra Bonaventura (1622
†
1689), commissario generale dei
francescani, fu Vescovo di Caserta e morì in odore di santità.
Isabella
Cavallo dei patrizi di Amantea sposò
Edoardo
Giannuzzi Savelli (n.1626
†
1705).
Laudomia
Cavallo,
figlia di Giovan Giacomo, patrizio di Amantea,
sposò
Fabio
Alimena-Giuranna,
barone di Poligrone che nel 1609
acquistò da Maria d'Aragona, duchessa di Montalto i feudi di Pietrapaola e San Morello.
Nel
novembre del 1779 don Luigi Cavallo(3),
religioso Olivetano e Cavaliere Gerosolimitano e nel
settembre del 1827 Maria Giuseppa Cavallo, baronessa di
S. Patrizia, divennero confratelli
dell’
Augustissima Compagnia della Disciplina della
Santa Croce, prima arciconfraternita laicale sorta a Napoli nel
1290 con il silenzioso auspicio del Pontefice Nicolò III, al
secolo
Giovanni Gaetano
Orsini (1216
†
1280),
ricordato anche da Dante (Inferno, XIX, 70-72). L’
istituzione che fin dalle origini ha operato per il bene della
collettività, assistendo i più bisognosi, vanta tra i suoi
membri i Papi Clemente XIV, Pio IX, Leone XIII, Pio X e il fior
fiore della nobiltà, con innumerevoli togati, uomini d'arme,
pubblici reggitori, esponenti delle lettere e delle arti, tra i
quali spiccano Jacopo
Sannazaro (1455
†
1530), i Cardinali Rinaldo
Brancaccio (nel
1384 fece erigere la prima navata della chiesa) e Astorgio
Agnese,
e il duca di Maddaloni Domenico Marzio
Carafa, Priore
dell’arciconfraternita nel 1724.
Nel 1861 Don Pasquale Cavallo, capo plotone della Forza Armata
di San San Martino di Finale (CS), fu una figura di primo piano
piano durante il Risorgimento.
La famiglia si divise in più rami: Cavallo Favilla, Cavallo
Marcello, Cavallo Marincola, Cavallo Cavour e si imparentò con
le più prestigiose famiglie del Regno, tra le quali i
Lieto, i
Ceva
Grimaldi (Adriana Cavallo sposò Bartolomeo
Ceva
Grimaldi, 2° duca di Telese(4)
), i de
Dominicis (Domenico Cavallo sposò Caterina
de Dominicis). |
Palazzo Cavallo Favilla |
Palazzo Cavallo Marincola |
Cappella gentilizia di Palazzo
Cavallo Marincola, si notino gli stemmi Cavallo e Mirabelli |
|
|
|
Il Casato possedeva molti immobili ad Amantea, una delle dimore
più antiche con annessa cappella gentilizia intitolata a Santa
Maria delle Grazie risalente al XVII secolo, ubicata nel centro
storico fu abitata da don Rocco Cavallo Marincola, studioso ed esperto di memorie
storiche.
Don Stano
Cavallo Marcello, chiamato “il Marchese”, ereditò dai suoi
avi l’immobile sito piazza Mercato che fu abitato dalla sua
consorte-vedova donna Amalia Zicarelli sino al 1930 circa.
Nel 1850 circa don Ninno
Cavallo Marcello, chiamato “il Marchese” fece costruire su
un terreno di sua proprietà in Viale Regina Margherita un
edificio da adibire ad albergo (Hotel Regina che non ebbe
fortuna).
Per l'ascrizione all'Elenco Regionale hanno
diritto al
titolo
di Patrizio di Amantea
(m.) Francesco, di Domenico, di Francesco
Antonio: i suoi figli Antonio e Domenico, ed
il suo fratello Battista; Giuseppe, di
Baldassarre, di Giuseppe, ed il suo figlio
Francesco Baldassarre, ed i suoi fratelli Domenico,
Antonio, e Luigi; Giovanni, di Luigi,
di Giovanni, ed il suo figlio Luigi, i suoi
fratelli Vincenzo e Francesco Saverio, ed il
figlio di Luigi, Alberto; Francesco, di Gaetano,
di Luigi, ed ogni altro maschio discendente per linea
maschile da Giuseppe, Giovanni e Luigi,
ascritta al Registro di Malta. Inoltre hanno
diritto al titolo (pers.) di nobile Teresa, di
Giuseppe, di Baldassarre, e tutte le altre femmine
delle or cennate discendenze. L'Araldo “Almanacco Nobiliare
del Napoletano 1913”, Enrico Detken, libraio editore, Napoli
1912, pag. 117. |
|
|
Palazzo Cavallo Marcello. A destra: ex Hotel Regina |
San Sebastiano al Vesuvio,
Cappella gentilizia e stemma Cavallo Marincola |
|
Famiglia
Cavallo di Aversa |
Arma:
troncato d'azzurro e di rosso al cavallo inalberato d'argento.
Alias: d'azzurro al cavallo inalberato su un monte a tre cime,
accompagnato in capo da tre stelle d'oro. |
Don Alfredo Cavallo,
marito
della baronessa Bianca
Lieto |
La baronessa Bianca Lieto con il
marito don Alfredo Cavallo |
© Napoli - Castel Nuovo - l'arma
della Famiglia Cavallo di Aversa. |
Francesco
Cavallo (Napoli, 6.6.1829
† Gaeta, 1861), secondo tenente
dell'esercito borbonico, 3° battaglione cacciatori, nel novembre
del 1860 difese e conquistò due volte, insieme ad altri 29
ufficiali e 836 soldati, il colle dei Cappuccini, circondato dai
piemontesi. Riuscì, con poche centinaia di uomini, a rompere
l'assedio per raggiungere Gaeta. |
Aversa - affresco su volta
ingresso |
Nel 1780 fu istituito a Napoli, per la prima volta nel Mondo,
il
primo Albo degli Avvocati elaborato dal legislatore del Regno di
Napoli, il cui originale è conservato all’Archivio di Stato di
Napoli; tra gli iscritti figurano, tra gli altri, Bellissario de
Bellis e Michelangelo Cianciulli (Avvocati censori), Alessio del
Pozzo, Carlo Mastellone, Cesare Coppola, Cesare della Ratta,
Domenico Ciccarelli, Ermenegildo Albani, Filippo Sabatini
d’Anfora, Francesco d’Alitto, Francesco e Nicola Carrano,
Francesco Daniele, Giuseppe Cavallo, Giuseppe e Leonzio Ferri,
Giuseppe e Nicandro Riccardi, Giuseppe Domenico Longo, Matteo
Caravita, Michele Basile, Nicola Cito, Nicola Luigi e Vincenzo
Mancini, Pasquale d’Auria, Trojano Petra, ed altri. |
© Napoli - Albo degli Avvocati del 1780. |
|
____________________
Appunti:
1)
- La città di Amantea, murata con due porte,
situata sul mar Tirreno tra due promontori, in luogo scosceso e
difeso da un castello con una buona guarnigione, veniva sovente
attaccata e saccheggiata da Saraceni e Turchi, tanto che la
popolazione si ridusse di numero in modo consistente e il suo
vescovado fu aggregato a quello di Tropea. Il castello fu
distrutto dai francesi nel 1806. La città di Amantea godette il
Regio Demanio salvo tre brevi periodi: il primo con privilegio
di re Ladislao del 22 aprile 1391 che la infeudava ad Antonio
Montalto, doge di Genova, debitore di somme di denaro prestate
alla Regia Corte; secondo periodo a favore di Francesco d'Alegre,
Maresciallo del Regno da Carlo VIII; nel 1630, fu acquistata,
col suo casale di S. Pietro, per 60.000 ducati, dalla Regia
Corte, da Orazio Gio. Battista
Ravaschieri, principe di Belmonte, la città ottenne di
potersi riscattare e fu riammessa nel Regio Demanio con una
Cedola Reale del 19 marzo 1633.
1bis)
- Mario Pellicano Castagna “Processi di Cavalieri Gerosolimitani
Calabresi”, Frama Sud 1978.
2)
-
Vincenzo Segreti, Storia
e Tradizioni Marinare di Amantea, Jason Editore, Reggio Calabria
1992.
2bis)
- Mario Pellicano Castagna “La Storia dei Feudi e dei Titoli
Nobiliari della Calabria”, Vol.IV, Editrice C.B.C. 2002.
3) -
Mario Pisani Massamormile,
"Compagnia della Santa Croce"
Sette secoli di storia a Napoli -
Electa Napoli
4) -
Manoscritto 469121 - "Notices
sur les principales familles du Royaume des Deux Siciles",
Parigi 1858, pag. 70.
|
|