Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
|
|
Famiglia Valignani |
Arma:
la più antica: d’oro alla banda di rosso caricata da tre rose
d’argento;
poi: d’oro alla banda di rosso caricata da tre rose d’argento,
abbassato sotto un capo d’oro caricato dall’aquila dell’Impero.
Cimiero: una mano che tiene un anello d’oro
Motto: Decoravit integritatem et servavit odorem.
Dimora: Chieti |
©
Arma della Famiglia Valignani |
L’antica e nobilissima famiglia napoletana Valignani (o
Valignano) prese il nome dal castello di Valignano,
distrutto poi da
Carlo I d’Angiò. Godette nobiltà, sin dai tempi
dei normanni, in Napoli dove fu ascritta ai
Seggi di Porto e
Portanova, in Lucera e Chieti dove appartenne al
primo ordine civico.
I Valignani possedettero numerosi feudi, tra i quali, in
Abruzzo citra: Abbateggio, Campodigiove, Canzano,
Casacanditella, Falascoso, Fontechiaro, Francavilla, Letto,
Miglianico, Pacentro, Penna d’Homo, Ripa di Chieti,
Roccamorice, Sanvalentino, Semivicoli, Torregentile,
Torremontanara, Torrevecchia,
e in
Abruzzo ultra: Cantalupo, Castelvecchio,
Castiglione, Castilenti, Collalto, Montorio, Ripattoni,
Scorrano, Spedino, Vallelonga, Vallemare (villaggio sotto la
giurisdizione del Prelato di Planella).
Fu decorata dei titoli di:
Baroni di: Roccamorice, Cepagatti
Conte palatino
Marchesi di: Cepagatti (1649),
Casanova (1649)
Duchi di: Alanno, Villanova
(villaggio in Diocesi di Lanciano) e Vacri (1698) |
Eleuterio Valignano, cavaliere del Seggio di Porto, partecipò, insieme ad Alberto
Piscicelli, Cataldo e Iacopo Protontino di Taranto, Stefano
Brancaccio, Atenato
Poderico, Matteo
della Porta, Riccardo
della Leonessa, Guglielmo
d’Evoli, Pietro Abenavolo, Simone
de Sangro, Sarro Antignano, Odoardo Maramondo, Lorenzo
Torta, Rienzo Falcone ed altri, alla giostra organizzata in
Barletta da re
Manfredi
di Svevia in onore dell’Imperatore di
Costantinopoli Baldovino II
(Costantinopoli, 1217 † Napoli, 1273). Detto Euleterio ebbe la meglio su
molti cavalieri ed ebbe in dono dal sovrano una collana
d’oro, che egli pose sull’elmo per cimiero stratta da una
mano. |
Rappresentazione di una
giostra medievale - Si ringrazia Roberto Cinquegrana per la
concessione dell'immagine. |
Filippo Valignano, valoroso capitano di re Roberto
d'Angiò, fu nominato prima Luogotenente delle Calabrie e poi
Maestro di Campo.
Colantonio Valignani (†
1488)
fu nominato Vescovo di Chieti il 15 marzo del 1445.
Cesare Valignano, per i servigi resi a re Carlo VIII
di Francia in Abruzzo, ottenne i feudi di Abbateggio,
Campodigiove, Canzano, Cusano, Pacentro e Sanvalentino.
Alfonso fu Consigliere di guerra di re
Ferdinando il Cattolico
(1503-1516),
mentre Giulio fu Cavallerizzo maggiore della regina
Giovanna, moglie di detto re Ferdinando, ed ebbe confermati
i feudi di Valignano, Ceppagatti, Miglianico Turri, Letto ed
altri; sposò Porfida Comneo, figlia di Musacchio Despota di
Epiro, la quale trovò accoglienza presso la Corte di Napoli
dopo essere stata scacciata dalla Grecia. |
Giovanni Antonio Valignani, cavaliere aurato e
conte palatino, al comando dei
suoi 500 cavalieri seguì l'Imperatore Carlo V d'Asburgo-Spagna
in Aquisgrana per la sua incoronazione; ebbe la concessione
di inserire nell'arma l'Aquila imperiale e di usare il
motto: "Decoravit integritatem et servavit odorem";
poteva, inoltre, nominare dottori, giudici e dare libertà
agli schiavi.
Nel 1558 Giovanni Battista,
barone di Roccamorice e di Cepagatti, condottiero di
genti d'arme, seguì
il viceré
Alvarez
de Toledo, duca d’Alba, per una spedizione composta da ottomila soldati napoletani,
comandati da Pompeo
Colonna, e quattromila hidalgos (soldati
spagnoli) alla conquista di Roma con lo scopo di punire il papa Paolo IV
(Gian Pietro
Carafa), per aver istigato i Francesi a tentare la
conquista delle terre meridionali.
Nel 1594 Fabrizio Valignano risulta feudatario delle
terre di Fallascoso e Penna d’Homo in Abruzzo citra.
La famiglia
Acquaviva vendette il feudo di Ripattini con la
terra di Castelvecchio a basso, entrambe in Abruzzo ultra,
ai Valignano per ducati 7.000.
Nel 1608 la terra di Scorrano in Abruzzo ultra era posseduta
in parte dalla famiglia Sterlick e in parte dalla famiglia
Valignano.
La terra di Cepagatti o Castel
Cepagatti in Abruzzo ultra pervenne ai Valignani nel 1632;
Alessandro Valignani
cavaliere di S. Giacomo, ottenne nel 1649 il titolo di marchese di
Cepagatti e di Casanova
da re Filippo IV di Spagna.
Il feudo passò successivamente a
Giacomo, poi a Federico (1669
†
1754). Quest’ultimo, figlio di Giacomo e
di Porzia Capranica, alla morte del padre divenne marchese
di Cepagatti e Signore di Torrevecchia e di Casanova; sposò
Margherita Valignani dei baroni di Miglianico,
restaurò nel 1730 il castello e la torre Alex in occasione
del matrimonio della propria figlia Anna Ninfa con
Cesare Monticelli della Valle, duca di Ventignano, come si
evince dalla lastra posta nell’atri della fortezza. |
Castello di Cepagatti (CH) -
Per gentile concessione del Dott. Giovanni Di Muzio |
Detto Federico studiò a Napoli e Roma e ben presto divenne
un illustre letterato; suo zio il Pontefice Innocenzo XIII
lo nominò Presidente di Regia Camera di Spada e Cappa del
Regno. Dopo aver vissuto molti anni Napoli frequentando i
migliori salotti letterali, rientrò a Chieti dove nel 1720
fondò, col nome di Nivalgo Aliarteo, la Colonia ”Tegea”
dell’Arcadia Romana, chiamando a raccolta un gruppo di
aristocratici e di intellettuali della città di Chieti. |
Castello di Cepagatti (CH) -
Targa in memoria della ristrutturazione del castello
avvenuta nel 1730 per volontà
del marchese Federico Valignani.- Per gentile concessione
del Dott. Giovanni Di Muzio |
Nel XVII secolo la terra di Villa Torregentile, terra in
Abruzzo citra compresa nella diocesi di Chieti, era divisa
in tre parti: la prima detta Torregentile Valignani perché
posseduta dalla famiglia Valignani, la seconda Torregentile
Lanuti perché posseduta dalla famiglia Lanuti e la terza
Torregentile Toppi perché posseduta dalla famiglia Toppi.
Il Priore Don Gio. Battista
Caracciolo vendette i feudi di Alanno, Andraone e
Cugnoli a Marcantonio Leognani Ferramosca per ducati 18.000.
Diomede Leognani Ferramosca con diploma di
Carlo VI nel 1711 ottenne il titolo di Duca di
Alanno; successe nel titolo di duca il figlio primogenito
don Ignazio nel 1731, al quale successe la figlia donna Anna
Maria Leognani Ferramosca, avuta dal matrimonio con donna
Olimpia Valignani di Chieti, che fu riconosciuta nel
titolo di duchessa di Alanno
nel 1782. Quest’ultima si congiunse in matrimonio con
Valerio Valignani di Chieti e dal loro matrimonio
nacque nel 1744 Giovanna Valignano, che fu
riconosciuta duchessa di Alanno con regio rescritto del
1801.
In precedenza nel 1795 la futura duchessa di Alanno sposò
Michele Bassi, barone di Carpineto; nel 1799 nacque il
primogenito Francesco Bassi e sua mamma Giovanna Valignano
nel 1834 chiese che il titolo di duca d’Alanno passasse al
figlio Francesco per successione anticipata. Il diploma gli
fu concesso dalla Reale Commissione dei titoli di nobiltà il
20 ottobre 1834. |
Miglianico - Palazzo in cui ha vissuto Giovanna Valignano
Duchessa di Alanno |
Miglianico - Chiesa di S. Michele Arcangelo costruita
su un'avita cappella dei Valignani |
Il feudo di Vacri,
in Abruzzo citra, apparteneva ad Alfonso Caracciolo che nel
1650 lo alienò ai fratelli Torricelli per ducati 9.000,
passò poi per ducati 4.000 alla famiglia Valignani che nel
1698 ottenne su detto feudo il titolo di
Duca. Giuseppe Valignani
ottenne l’ultima intestazione nel 1783 nel Regio Cedolario
di Abruzzo ultra. |
|