Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano,
ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano,
appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano
dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Perrone di
Sellia |
a cura del Barone Maurizio
Perrone di Sellia
Conte Palatino del Sacro
Romano Impero
Cavaliere dell’Ordine
Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme
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© Stemma Famiglia Perrone di Sellia |
Arma:
semipartito e spaccato alla fascia in divisa d’Argento. Nel 1°
d’Oro all’Aquila bicipite spiegata di
Nero linguata e coronata d’Oro. Nel 2° d’Azzurro al Leone coronato
d’Oro e lampassato di Rosso. Nel 3° di Rosso allo Scaglione
d’Argento.
Cimiero: un Leone Coronato d’Oro.
Collare: insegne dell’Ordine dello Speron d’Oro: Croce a otto
punte d’Oro con lo Sperone pendente.
Significato araldico dello scudo: Aquila Bicipite: “Potenza”
– Leone Coronato: “Origine Regale” –
Fascia (pezza onorevole di primo ordine): “Cingolo dei
Condottieri (Duchi) medioevali” – Scaglione
(pezza onorevole di primo ordine):
Nobiltà Antica e Generosa.
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La Famiglia Perrone è di origine francese (de Perrono)
segnatamente della Languedoc-Provenza,
terra
dei
famosi Troubadour medioevali (poeti provenzali).
Il nome Famigliare risultante dalle Pergamene più
antiche, è de Perrono, Perrono e successivamente
Perrone, stirpe nata da Arduino, Marchese d’Ivrea e Re d’Italia dal
1002 al 1014.
………………………
de
Perrono “Roccia” è, difatti, un nome famigliare provenzale deriva da
Pietro, significante forte come la roccia.
E' stata fatta anche l'ipotesi che il Casato origini da:
- Versailles, vicino Parigi, città della famosa Reggia di Louis
XIV..
- Champagne (questa è la tesi degli araldisti inglesi) dove è
difatti la più alta concentrazione del cognome Perrono.
L'origine più antica della Casa è la Terra Santa.
Nel basso Medio Evo, un de Perrono, Duca, venuto
dall’attuale Francia con i Normanni, dopo la terza Crociata "Crociata
dei Re" si stabilì in Calabria, nella città di Rossano, importante
centro del monachesimo bizantino e antico Seggio Nobiliare. La Casa de
Perrono risulta presente in Calabria sin dall'età degli Imperatori
Svevi.
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Vetusta
Casa Medioevale Nobilissima e Feudale
con Vassallaggio di origine Principesca e al vertice
nel Sacro Romano Impero dal 1521 insignita dall’Augustissimo
Imperatore
Carlo V d’Asburgo del raro e altissimo Rango di
Prima Dignità della Corte Imperiale
di Carlo V e Vicariato Imperiale
Contea Palatina del Sacro Romano
Impero,
Contea del Sacro Palazzo (Palatinato
Maggiore), dell'Imperiale Casa d'Asburgo,
Contea del Sacro Imperiale Concistoro
con Diritto di sedere alle Diete Imperiali
Privilegio di tenere coperto il capo
col cappello innanzi l’Imperatore
“AD PERPETUUM” coi discendenti
Worms – Germania - maggio 1521 A. D. alla presenza dei Principi
Elettori del S.R.I.
Di proprio pugno, Carolo V Imperator |
Barone Franz von Lobstein - "Settecento Calabrese" |
<<Sellia terra antichissima: il suo Padrone ne’ tempi andati era
il Primo Barone del Regno: Dioc. di Catanzaro, Feudo della Casa
Perrone,
d’aria mediocre, fa di popolazione 930>>.
(Istorica
descrizione del Regno di Napoli – opera dell’incisore Giuseppe
Maria Alfano – presso Vincenzo Manfredi - Napoli 1795) |
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La Casa Perrone ha posseduto numerosi feudi in
Calabria Citeriore (Cosenza) e
Ulteriore (Catanzaro), goduto di grande Nobiltà in Sicilia e
a Napoli e sono stati Nobilissimi con Vassallaggio.
Ascritta nei
Sedili Nobiliari di Piazza Chiusa e nei Sedili Nobiliari di
Città di Vera Separazione come Nobile di Primo
Grado, trattamento di "Don" e di "Eccellenza".
Capostipiti della Nobilissima Casa Perrone
(già de Perrono, France):
Arduino Marchese d'Ivrea (990)
Conte del Sacro Palazzo (991)
Re d'Italia (1002-1014)
Conte de Perrono della Languedoc-Provenza,
Cavaliere Cruciato
col Duca Goffredo di Buglione nella Prima
Crociata (Crociata dei Baroni)
La Casa di origine Principesca e
onusta di Gloria venne dalla Francia nel basso
Medioevo e fu riconosciuta dalla Real Casa d'Angiò,
dalla Real Casa d'Aragona e dall’Imperiale Casa d'Asburgo.
Nobile di Rossano, Nobile di Amantea, Patrizio di Crotone,
Patrizio Napolitano, Barone di Cutumino,
Barone di Zagarise,
Barone di Sersale,
Barone di Santa Caterina (jonio),
Barone della Sellia,
Conte Palatino
del Sacro Romano Impero (Palatinaggio
maggiore) Conte del Sacro Palazzo,
Conte Palatino della Casa d’Asburgo,
Conte del Sacro Imperiale Concistoro
avente il privilegio di sedere alle Diete Imperiali in Germania
e il privilegio di tenere coperto il
capo col cappello innanzi l’Imperatore.
La Casa
Perrone vestì l'abito dell'inclito e glorioso Ordine Equestre
del Santo Sepolcro di Gerusalemme già al tempo di Goffredo di
Buglione nel sec. XI e del glorioso Ordine degli Ospedalieri o
di Malta, nel sec. XVI.
A
seguito dell’investitura dei grandi Feudi di Sellia, Zagarise,
Sersale e Santa Caterina, i Perrone, a metà del seicento, si
trasferirono da Rossano a Catanzaro. Le terre di Sellia, già
feudo della famiglia
Sersale, furono
alienate con regio assenso
nell’anno 1662 a Don Giovan Lorenzo Perrone.
In Rossano rimase il
ramo collaterale di Tiberio che si estinse nel 1800 per mancanza
di eredi maschi. |
|
©
Pergamena
investitura Baronia di Sellia a D. Giovan Lorenzo Perrone Conte
Palatino del SRI |
UOMINI ILLUSTRI DEL CASATO |
La Casa Perrone, si è distinta nei
secoli per avere dato Condottieri in Terra Santa,
Magistrati, Conti Palatini del S.R.I.,
Presidenti della Regia Camera della Sommaria, Principi
della Chiesa di Roma, Letterati e Poeti.
Soprattutto la Casa si è distinta per la Generosità e la
Pietà avuta verso le categorie più disagiate, ‘AVITAE
PIETATIS AEMULATOR’, come riporta una delle tante iscrizioni
relative ai Personaggi di questa Casa.
Don
GIOVANNI, (1500) Orgoglio della Casa Perrone
Segretario Particolare dell’Imperatore Carlo V, Conte
Palatino Maggiore del Sacro Palazzo, Vicario Imperiale
L'Augustissimo
Imperatore Carlo V d' Asburgo
con il Decreto Imperiale "Motu Proprio",
consacrò, nel 1521, Don Giovanni Perrone,
rossanese, suo Segretario Particolare con
investitura e decoro di molti Titoli Nobiliari e
Cavallereschi dell’antica Tradizione dei Re Franchi,
ratificati di suo proprio pugno con il Decreto Imperiale
a Worms, nella oramai famosa “Wormser Reichstag”
ossia la Dieta Imperiale del maggio 1521, nella quale fu
trattata la scomunica di Martin Lutero.
In
quella famosa Dieta di Worms del maggio 1521 alla presenza
dei famosi sette Principi Elettori Imperiali menzionati
nella pergamena:
Conte Palatino del Reno, Duca
di Sassonia, Margravio di Brandeburgo, Arcivescovo di
Treviri, Arcivescovo di Magonza, Arcivescovo di Colonia, Re
di Boemia
avvenne la consacrazione e
l’investitura di Don Giovanni Perrone di Titoli che - come
affermato da eminenti studiosi la materia - sono di
rarissima concessione:
Conte
Palatino del Sacro Romano Impero”in
perpetuum” con i discendenti mf (Palatinaggio
maggiore), Conte del Sacro Palazzo
e Primo Dignitario di Corte, Conte
Palatino dell’Imperiale Casa d'Asburgo,
Conte del Sacro Concistoro (*) (Quaestor
Sacri Palatii) con diritto, quale
Segretario Particolare del Sacro Romano
Imperatore e Conte Palatino, di
Legiferare in tutti i territori dell’Impero, creare e armare
Nobili, sedere di diritto alle Diete Imperiali e il
privilegio di tenere il capo coperto col cappello innanzi
l’Imperatore.
Il Conte Palatino (Maggiore) aveva la precedenza su tutti
gli altri Principi della Corte Imperiale
e presiedeva alla
Giustizia, in tutto l’Impero, in assenza dell’Imperatore.
(*) Il "Sacro Concistoro" (Sacrum Consistorium),
di cui era membro Don Giovanni Perrone nella qualità di
Conte del Sacro Palazzo ossia Ministro della Giustizia, era
il Consiglio Privato dell'Imperatore, composto dai suoi
collaboratori più stretti. Ne facevano parte il
Ministro della Giustizia (Quaesto Sacri Palatii),
il capo dell'amministrazione imperiale (Magister
Officiorum), il ministro delle finanze (Comes
Sacrarum Largitionum), e il ministro delle proprietà
terriere private (Comes Rerum Privatarum); ne poteva
far parte, ma non in pianta stabile, il gran ciambellano (Praepositus
Sacri Cubiculi).
L'Imperatore concesse, inoltre, al Conte Palatino
Don Giovanni Perrono di affiggere nello
scudo l'aquila bicipite, simbolo di potenza della Casata
Perrone nell'Impero.
Dieta di Worms -Germania- maggio 1521 A.D. -
Arcicancelleria Imperiale Casa d'Asburgo-Vienna.
Oltre ai sopra citati
Titoli che comprendeva quello di Cavaliere dell'Ordine
Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme (questo anche
nel caso di nobiltà personale non trasmissibile come quella
di Conte Palatino minore) fu, inoltre, consacrato con il
Titolo molto prestigioso di Cavaliere dell'Ordine dello
Speron d’Oro, con il quale erano consacrati gli antichi
Re Franchi.
……… |
L'
Imperatore Carlo V d’Asburgo |
L’Augustissimo Imperatore Carlo V d’Asburgo
(Gand,
24 febbraio 1500 – Cuacos de Yuste, 21 settembre 1558) Una
delle più importanti figure della Storia d'Europa, Re
d'Italia, Arciduca d'Austria, Re di Spagna col nome di Carlo
I, Imperatore del Sacro Romano Impero Germanico (S.R.I.).
Erede della grande tradizione dei nonni paterni i Duchi di
Borgogna e padrone di un Impero così vasto ed esteso su tre
continenti definito “Impero dove non tramontava mai il
sole”. In questo Impero Don Giovanni Perrone, suo Segretario
Particolare e Conte Palatino esercitò il suo potere di
Ministro della Giustizia.
Gli alti Titoli concessi a Don Giovanni - ambìti dai
migliori Principi - rinnovavano l'antica Tradizione
famigliare che aveva già visto membri della Casa Perrone
essere la massima Autorità dell'Alta Giustizia già nel Regno
della Casa d’Aragona. L’Imperatore Carlo V nel Suo Augusto
Decreto, ordina di trascrivere nelle pergamene d'investitura
<<.... Don Ioanni
Perrono da molte generazioni di
nobilissima prosapia, illustrissimi sono i suoi Avi che già
esercitarono l'alto incarico di Massima Autorità Giudiziaria
sotto il Regno della Real Casa d'Aragona, da cui discende
l'Imperatore Carlo per linea materna...(omissis).>> |
©
Pergamena investitura Baronia di Santa Caterina al Barone
Don Roberto Perrone, per successione alla madre
D. Prudenzia Marzano dei Duchi di Sessa. Fu marito di D.
Vittoria Sanseverino e padre di D. Rosa e D. Cassandra
Baronesse di Zagarise e Sersale, |
Decaduto
l'Impero, l'Ordine dello Speron d’Oro è oggi primario e
assai prestigioso Ordine Cavalleresco Pontificio, col numero
limitato a cento Cavalieri, conferiti dal Papa solo a Capi
di Stato esteri.
Il Conte Palatino (Maggiore) -
che è una concessione molto rara a differenza del Conte
Palatino minore che è una nobiltà personale - non è
semplicemente un Conte ma è un "Fior di Conte" (Paladino),
Compagno del Re aveva la precedenza su tutti gli altri
Principi della Corte Imperiale. Tale rango è connesso alla
Tradizione Carolingia dei “Paladini” Cavalieri fidati e
amici del Re Carlo Magno e, ancora prima, alla Tradizione
Merovingia nel Regno Franco. Il Conte Palatino Maggiore
giudicava in grado superiore le cause già giudicate, in
primo grado, da Marchesi, Duchi e Conti,
e le cause pertinenti i
diritti del Sovrano. Dunque giudicava le cause dell'Impero e
quelle contro l'Imperatore.
Il Conte Palatino Don Giovanni Perrone, quale Vicario
Imperiale,
presiedeva alla Giustizia in assenza e per conto
dell'Imperatore, aveva il potere di legiferare in tutto il
Sacro Romano Impero, creare giudici e notai, legittimare i
figli incestuosi e bastardi in tutti i territori Imperiali,
(Duchi, Conti, Marchesi lo potevano fare soltanto nel
territorio di loro giurisdizione) poteva armare e creare
Nobili, senza ratifica imperiale o altra legalità, aveva il
privilegio di sedere nelle Diete Imperiali come membro di
diritto assieme ai sette Principi Elettori, aveva il
privilegio di tenere coperto il
capo col cappello innanzi l’Imperatore.
(Arcicancelleria Imperiale di Casa d'Asburgo - Vienna)
Innanzi al Conte Palatino, come
per i Consoli dell'antica Roma (cfr. G. Crollalanza) veniva
portata la scure simbolo del diritto della vita e della
morte. L'alto rango del Conte Palatino - come affermato da
eminenti studiosi della materia - ha tale valore soltanto
quando concesso da Imperatori e Papi e trasmissibile agli
eredi. Vi furono invece Conti palatini minori, con
nobiltà personale e non trasmissibile come nei casi di
quelli concessi da qualche famiglia principesca e di questo
genere di concessioni se ne trovano molte, ma non sono del
nulla assimilabili alla rara concessione dell’Imperatore
conferita a Don Giovanni Perrone con Titoli trasmissibili in
perpetuum con i discendenti mf, derogava per volontà
imperiale la legge salica.
Per approfondimenti sull’alta
dignità del Conte Palatino maggiore cfr:
G.
Crollalanza, Enciclopedia Araldico Cavalleresca – Tolner,
Historia Palatina – Guelfi Camajani, Dizionario Araldico –
Collegio Araldico 1903 - Corpo della Nobilta'
http://www.cnicg.net/pdf/copal.pdf)
|
Davide Andreotti –“Storia dei Cosentini” vol. III Editore
Salvatore Marchesi –Napoli 1860 –
Capitolo primo dedicato ai Perrone più illustri |
Perrono
(Avignoun 1066 †
Terra Santa 1103 c.a)
Condottiero Cruciato di origine provenzale, Cavaliere del
Santo Sepolcro, Conte Palatino. Partecipò alla “Crociata dei
Baroni” col Duca Goffredo di Buglione (1099).
Don MATTEO III (Matteo de Perrono) Rossano 1399 Cutumino (SR)
e Messina
Ambasciatore del Re d’Aragona
Dottore in Leggi, Magistrato dell'Alta Corte di Giustizia a
Messina.
Fu
chiamato da Rossano in Sicilia dal Re d’Aragona Martino. Fu
investito del Feudo di Cutumino Val di Noto (Siracusa)
detenuto con il titolo di Barone. La Famiglia fu ascritta
nel Seggio Nobiliare di Messina. Seguirono i discendenti Don
Antonio, Don
Franchino, Don
Matteo II nel
titolo e nella carica di Duchi Stratigoti. Il ramo si
estinse con l’ultima Baronessa di Cutumino Donna Francesca
de Perrono che sposò un Calascibetta.
Donna SILVIA – Rossano 1500
Orgoglio della Casa
Perrone
Poetessa e letterata del Rinascimento
Autrice di eleganti componimenti poetici
e letterari in parte conservati nell’Accademia fondata a
Cosenza nel 1511 da Aulo Giano Parrasio, da cui prende il
primo nome di Accademia Parrasiana, e viene dedicata agli
studi filosofici e letterari. Dopo la morte di Parrasio
(1534), Bernardino
Telesio riorganizza
l'accademia che viene ribattezzata Accademia Telesiana (oggi
Accademia Cosentina). Lo storico Davide Andreotti
paragonandola alla letterata Lucrezia Della Valle riporta
<<Silvia Perrone non degenere, della nostra Lucrezia Della
Valle, coi suoi lavori poetici e letterarii, non sarà per
rendere meno illustre il Cognome chiarissimo (Perrone) che
così degnamente porta >> Storia dei Cosentini vol. III,
pagg. 6 e 7
Don FRANCESCO – Rossano, Napoli
Presidente della
Regia Camera della Sommaria in Napoli nel 1528.
………………………
Don GIOVAN LORENZO II – Rossano 1500 Orgoglio della
Casa Perrone
Letterato e feudatario
In omaggio al suo Sapere e alla sua
Conoscenza, e si distinse per le sue Opere letterarie ebbe
investiti alcuni Feudi che si leggono al fol. 118 e 119, di
cui sopra.
Don GIOVAN TOMASO S.E.R. – Rossano 1602, Nicastro 1677 -
Orgoglio della Casa Perrone, Vescovo di Nicastro - Lamezia
Terme dal 1639 al 1677 e fondatore della Cattedrale.
|
©
Nicastro Lamezia Terme - Cattedrale
|
Personaggio illustrissimo. Presule d’animo
mobilissimo, riportato da tutti i testi primari antichi del
regno di Napoli << AVITAE PIETATIS AEMULATOR>>
(seguendo l'esempio della pietà degli Avi) S.E.R. Don
Giovan Tomaso Perrone Fondò ed eresse nel 1640 - a spese
proprie con l'ingentissimo capitale di diciottomila Ducati
- la Cattedrale di Nicastro, il Palazzo Vescovile e
finanziò opere pie per il popolo afflitto dal terribile
sisma del 1638 che distrusse Nicastro. |
©
Nicastro - Palazzo Vescovile fondato dal Vescovo Don Giovan
Tomaso Perrone
|
Alcuni Testi antichi che
riportano l'opera di S.E.R.ma il Vescovo Giovan Tomaso
Perrone:
- M. Alfano - Istorica descrizione del Regno
di Napoli –Napoli 1795
……………………
- R. P. Giovanni Fiore - Della Calabria Illustrata, Opera
Istorica Tomo I - Napoli 1670 –
- L. Accattatis - Uomini illustri delle
Calabrie
- Ughellio - Italia Sacra –
- Padre F. Russo – Diocesi di Nicastro
- Gio: Battista Pacichelli - Il Regno di Napoli in
prospettiva – opera post. - Napoli 1703
….
- Biagio Adimari – Memorie Historiche di
diverse Famiglie Nobili – Napoli 1691
A seguito del terribile sisma del 1638, il Conte S.E.R.ma
Don GIOVAN TOMASO PERRONE, Vescovo di Nicastro,
compì un gesto eclatante vendette
i feudi della Famiglia in Rossano, tra cui il Feudo nobile
Porta di Ferro e dopo avere comperato il suolo dai
conti d'Aquino, ponendo la prima pietra nel 1640 fonda la
Cattedrale di Nicastro, il Palazzo Episcopale, fa
ristrutturare le Chiese minori e istituisce mense per i
cittadini di Nicastro. Tutto ciò con l'ingentissimo capitale
Famigliare di diciottomila Ducati corrispondenti a circa il
valore di cinquecento appartamenti, quando si pensi che la
Pietà di Michelangelo fu venduta
dallo stesso per quaranta Ducati.
E poco importa se
la città di Nicastro, che, come altre, intesta le sue strade
a vari personaggi, è dimentica del grande Vescovo Giovan
Tomaso, personaggio di così alta levatura umana e morale che
diede alla società togliendo ai suoi famigliari.
Fu sepolto nella Cattedrale di Nicastro (prima davanti
l’altare maggiore poi dietro e infine, per disposizioni
della Soprintendenza alle Belle Arti, in una Cappella
Laterale).
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©
Cattedrale di Nicastro- Lamezia Terme: Sepolcro di S.E.R..ma
Don Giovanni Tommaso Perrone: l’arma (si noti nell’Arma
l’aquila guelfa in luogo dell’aquila bicipite simbolo
dell’Impero),epitaffio e suo pastorale d’argento cesellato,
esposto nel Museo Diocesano. |
Sul portale della Cattedrale fu sospesa la
lapide che recita:
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D. O. M.
PETRO ET PAOLO APOSTOLORUM PRINCIPIBUS DICATAM
CATHEDRALEM HANC AB AGARENIS DIRUTAM AB
AMBURGA ROGERII NORMANNI
NEPTE ANNO MC REFACTAM SUMMORUM PONTIFICUM
MARCELLI II ET INNOCENTII IX PRAESULATU
DECORATAM ET ANNO MDCXXXVIII
CUM CIVITATAE TERRAEMOTU PAENITUS
COLLAPSAM IO. THOMAS PERRONUS ROSSANENSIS
JO. LAURENTII FILIUS AVITAE PIETATIS AEMULATOR
ET URBANI VIII SUI BENEFACTORIS MONITA CELERI
EXECUTUS OBSEQUIO IN COMODIOREM
LOCUM NOBILIORI FORMA PROPRIO AERE TRANSTULIT
FUNDAVIT DICAVITQ ANNO SALUTIS
MDCXLII PRESULATI SUI III |
I Perrone Conti di S. Martino (Piemonte) e i
Perrone di Sellia Conti imperiali probabilmente hanno
un’origine comune.
Alcuni rappresentanti dei Perrone Conti di S. Martino: |
A sinistra (di chi guarda): Carlo Filippo
Perrone, Gentiluomo di Camera, General Maggiore, Governatore
del
Canavese ed Ambasciatore; a destra: Carlo Luigi di Perrone,
Capitano nel Reggimento Prov.le d'Aqui, e dei
primi Scudieri di S.A.R. il Duca di Aosta. |
A sinistra (di chi guarda):
Margarita nata Dama di S. Martino di Parella, moglie del
Conte Antonio di Perrone, vivente
nel 1640; a destra: Contessa Perrone, nata Rorengo di Rorà,
seconda moglie di Carlo Francesco Perrone |
Antonio Perrone, Attendente di Camera e Scudiere,
Tenente Generale di Cavalleria |
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