Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Miceli |
Arme: d’azzurro, al leone
attraversato da una fascia ed accompagnato in capo da tre stelle
a sei punte male ordinate, ed in punta da tre bisanti, ordinati in
fascia, il tutto d’oro.
Motto: FORTITUDO
Titoli: Baroni di Melissa, Mormanno,
San Basile,
Serradileo,
Trebisacce; Patrizi di Catanzaro e Rende. |
© Stemma Famiglia Miceli di
Serradileo |
Antica famiglia originaria dai Michiel patrizi veneti,
presente in Calabria dal 1273 con Marco Michiel che
aveva mutuato 1100 once d’oro per conto del Re Carlo I
d’Angiò
(1)
e che ne ebbe la restituzione negli anni successivi,
anche dopo la sua morte avvenuta tra novembre 1275 e
marzo 1277
(2).
Nella seconda metà del ‘300 Giovanni Michiel dei signori
di Seriphos da Venezia si stabilì in Acaia dove sposò la
feudataria moreota di nome Helene Le Noir di stirpe
francese
(3)
e dove si trattennero per qualche tempo i suoi
discendenti. Uno di questi prese dimora a Catanzaro
verso il 1395 a seguito del matrimonio tra Susanna
di
Tocco figlia di Leonardo Duca di Leucade e conte di
Cefalonia, con il di lei cugino Nicola
Ruffo Conte di
Catanzaro e Marchese di Crotone
(4).
La famiglia venne ascritta, al momento del
trasferimento, tra le nobili di Catanzaro.
I loro discendenti, tra i quali Antonio Michiel morto
verso il 1451
(5),
dopo la sua morte ebbe il sequestro dei beni per alcuni
crediti dovuti a Francesco Lomellini di Genova col quale
aveva costituito una società, e con Frà Sergio Seripando
Priore di S. Eufemia dei Cavalieri di Rodi. Tali cause
vennero giudicate da
re Alfonso d’Aragona
(6).
Il figlio di Antonio Michiel, di nome Giovanni de
Michele, per il sostegno che aveva dato in epoche
precedenti al marchese di Crotone, ebbe il 29 dicembre
1463 la concessione della baronia di Melissa con
l’assenso di re Ferrante d’Aragona
(7).
Pochi anni dopo il feudo venne sequestrato e i de
Micheli, come allora venivano chiamati in Calabria, si
trasferirono a Rende dove dal 1459 era castellana
Margherita di Poitiers, suocera del marchese di Crotone
che intanto era stato arrestato nel 1466
(8).
Antonio de Micheli (†
1518), figlio primogenito di Giovanni signore di
Melissa, sposò donna Lucrezia
d'Aquino dei baroni di Castiglione e dei
patrizi di Cosenza verso il 1480. Lucrezia apparteneva
alla linea che già alla fine del'300 era a Cosenza e
sorella di Giovan Paolo d'Aquino che il 22 aprile 1507
ebbe la concessione del feudo di Venere in territorio di
Castelfranco (oggi Castrolibero CS). La parte centrale
del feudo di Venere (forse la parte burgensatica) prese
la denominazione di Serra Miceli dalla metà del '500
probabilmente perché data subito dopo la concessione del
feudo a donna Lucrezia d'Aquino moglie di Antonio de
Micheli a titolo di pagamento di dote. Ancora oggi la
zona ha mantenuto la denominazione di Serra Miceli ed è
una frazione del Comune di Castrolibero
(9). |
Sigillo Miceli, fine 1600 |
A
Rende, terra in
Calabria Citra,
i de Micheli furono iscritti tra le famiglie nobili
(10)
e mantennero il cognome de Micheli fino al 1532 quando
lo modificarono in de Miceli
(11).
Verso il 1668 si trasferirono a San Fili che era un
paese dello stato di Rende
(12).
Nel gennaio 1750 vennero infeudati del casale di Serradileo (oggi fuso col Comune di Mongrassano) con
mero e misto imperio e quattro lettere arbitrali che
mantennero fino al 1806 anno dell’abolizione della
feudalità. |
Serradileo, Palazzo Baronale Miceli |
Tommaso Miceli senior (1682 †
1768 a San Fili), figlio di Diego Girolamo (1647
† 1698) e di Vittoria Iaquinto di S. Fili, primo barone di Serradileo
dal 12.1.1750, fu Capitano della Nuova Milizia del
Battaglione, del
reggimento di
Calabria, che si sciolse nel 1740 circa. Egli era zio di
Gaspare Miceli (1736 † 1798), figlio di Pompeo
(1683 † 1769) e
di Chiara Infusi di S. Sisto. |
Tommaso Miceli senior (1682 † 1768). A destra:
Gaspare Miceli (1736 † 1798) |
Il predetto Gaspare Miceli (1736
† S. Fili, 1798) nel 1770 sposò Maria
Teresa Bisceglia, con la quale generò cinque figli:
Tommaso Maria, 4° Barone di Serradileo, nacque nel
1771 e sposò nel 1795 Cecilia Boscarelli; Antonio
Maria (1772
† 1846); Gregorio (1775
† 1777); Gregorio Maria (1777
† 1864) sposò nel 1802 Vittoria
Pellegrini; Chiara (1780
† 1856) sposò nel 1796 Giuseppe Zagarese. |
Antonio Maria Miceli (1772
†
1846). A destra:
testamento del 1846 di
Antonio Maria Miceli |
Diego Miceli (1816
†
1834), figlio di Gaspare Maria (1796
†
1882) quinto barone di Serradileo e di Maria Giuseppa
Miceli, era nipote di Luigi Miceli (1810
†
1890), fratello del citato Gaspare Maria. Diego
contrasse la malaria nella Piana di Sibari e morì a 18
anni dopo essere rientrato a San Fili da Napoli a
cavallo dove studiava legge. |
Ritratto del Barone Luigi
Miceli (1810 † 1890). A destra: ritratto di Don Diego
Miceli (1816 † 1834) |
Alla morte di Diego la famiglia rischiava di estinguersi
e il predetto Luigi Miceli sposò nel 1836 Enrica
Caracciolo (†
1886)
degli antichi conti di Nicastro,
nobile di Montalto. I coniugi ebbero nove figli, il
primogenito Giuseppe (1838
† 1839)
morì in tenera età, il secondogenito Francesco
(1842
† 1926), 6° Barone di Serradileo, sposò Enrica Zagarese;
a 18 anni fece domanda nel febbraio 1860 di entrare
nelle Guardie del Corpo a cavallo (le guardie nobili) di
Francesco II di Borbone. Senonché l'incalzare
delle truppe garibaldine in Sicilia, non diede tempo
alla pratica di essere esaminata a Napoli. La sua
richiesta è conservata all'Archivio di Stato di Napoli.
Dopo l'Unità d'Italia, i funzionari del nuovo governo
trovarono quella domanda e Francesco cominciò ad avere
qualche fastidio politico. La questione si mise in
silenzio, forse per il fatto che Menotti Garibaldi col
grosso dei garibaldini nel settembre 1860 passarono per
San Fili per imbarcarsi a Paola e raggiungere Giuseppe
Garibaldi. Menotti dormì per qualche ora nel palazzo
Miceli dove si erano fermati per il forte temporale.
Francesco Miceli nel 1866 accettò la carica di capitano
della Guardia Nazionale a S.Fili. |
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Il Barone Luigi Miceli di
Serradileo con la consorte
Enrica Caracciolo. A destra: Francesco Miceli
(1842
† 1926),
6° Barone di Serradileo |
La nobildonna Enrica Caracciolo portò in dote il palazzo
di San Sisto dei Valdesi, oggi palazzo Miceli. I loro
discendenti si trasferirono a Napoli verso la fine del
XIX secolo. |
San Sisto dei Valdesi,
Palazzo Miceli |
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Il citato Francesco Miceli sposò a Rende nel 1868 Enrica
Zagarese con la quale generò Diego (1872 †
1930) 7° Barone di Serradileo; Amedeo Carlo Felice
Miceli (San Fili, 25 gen.1880 †
ivi, 21 feb. 1935) che sposò a S.Vincenzo La Costa (CS)
Viviana
Vercillo dei Baroni di San Vincenzo; Mario
Miceli ( S. Fili, 1 feb. 1885 †
Corbetta - MI, 1941); Emanuela (1891 †
1973). |
Amedeo Carlo Felice Miceli (1880
†
1935). A destra:
Mario
Miceli (1885
†
1941) |
Hanno illustrato la famiglia Giovan Battista
Miceli (Longobardi, 1698 †
Trebisacce, 1763) Vescovo di Cassano all'Jonio dal 1752, barone di Mormanno, di Trebisacce e di San Basile e Consigliere a
latere di
re Carlo di Borbone
(13); |
Ritratto del Vescovo Giovan Battista Miceli (1698†
1763). A destra: Stemma personale
del Vescovo Giovan Battista Miceli |
Gaetano Paolo Miceli (1744 †
1813) Arcivescovo di Rossano
dal 1804 e
confessore della Regina Maria Carolina d’Asburgo-Due
Sicilie
(14); |
Luigi Miceli (1823 †
1906) ministro di stato e senatore del
Regno.
|
Superate le prove di nobiltà, la famiglia vestì più
volte l’abito di Malta con Marcello Miceli (1918
† 1992), Gentiluomo di Sua Santità, Cavaliere di Grazia
e Devozione del
S.M.O. di Malta, insignito di Croce di
Commendatore al Merito dell'Ordine Melitense; e con Alfonso
Miceli (nato ad Aversa nel 1937), Nobile dei Baroni di
Serradileo; Cavaliere di grazia dell’Ordine
Costantiniano di San Giorgio, Cavaliere di
Grazia e Devozione del S.M.O. di Malta, Croce con spade
al merito dell'Ordine Melitense, marito di Maria Rosaria
Beneventano dei Baroni del Bosco, matrimonio celebrato a
Napoli nel 1974. Si ricorda infine Sebastiano
Michiel eletto al Priorato di Venezia con Bolla
Pontificia del 6 aprile 1498
(15). |
Il
Barone Marcello Miceli (1918 † 1992) assieme al
Marchese Giacomo del Carretto di Novello, entrambi
Gentiluomini di
Sua Santità, al baciamano al Papa San Giovanni Paolo II
al termine di una funzione religiosa, anno 1983. |
_________________
Note:
(1) -
A. MICELI di SERRADILEO, Spunti per una
ricerca genealogica sui patrizi veneti Michiel e sulla
diramazione in Calabria, in “Notiziario
dell’Associazione Nobiliare Regionale Veneta”, n.s.,
.anno VII, n. 7, 2015, pp.27-28 (27-36); Regesta
Chartarum Italiae, Codice diplomatico sui rapporti
veneto-napoletani durante il Regno di Carlo I d’Angiò, a
cura di Nicola Nicolini, Roma, l’Istituto Storico
Italiano per il Medio Evo, 1965, doc. LXXIII, pp. 56-57;
I Registri della Cancelleria Angioina ricostruiti da
Riccardo Filangieri, vol. X (1272-1273), Napoli, presso
l’Accademia, MCMLVII, pp. 242-243, nn. 133 e 142-143; A.
MICELI di SERRADILEO, Veneziani in Calabria tra il
Duecento e il Quattrocento, ”Notiziario
dell’Associazione Nobiliare Regionale Veneta”, n.s., n.
8,2016, pp. 221-222 (219-234).
(2) -
Regesta Chartarum Italie,
cit., doc. CXXXV,p. 117 e doc. CLXXII, pp. 176-177.
(3) - A.LUTTRELL, Venezia ed il Principato di
Acaia, “Studi Veneziani”,X (1968),p.410,nota n. 9 che
richiama VENEZIA, Archivio di Stato,Senato Misti,XXXIII,f.
150v; MICELI di SERRADILEO, Spunti,cit., pp. 28-29.
(4) - MICELI di SERRADILEO,
Spunti, cit., pp. 32-33, nota n. 22.
(5) - Ivi, pp. 34-35.
(6) -
Il “Codice Chigi” un registro della
Cancelleria di Alfonso I d’Aragona Re di Napoli per gli
anni 1451-1453,
a cura di Jole MAZZOLENI, Napoli, L’Arte Tipografica,
MCMLXV, pp. 207-208; Fonti Aragonesi, testi e
documenti di storia napoletana, serie II, vol. II,
pp. 185-186, Napoli MCMLXI.
(7) - MICELI di SERRADILEO,
Spunti, cit. p. 35 note 32 e 33.
(8) - A. MICELI di
SERRADILEO, I conti di Rende in Calabria sotto il
Regno di Alfonso I e Ferrante d’Aragona (1440-1494),
“Historica”, XXVII, 3 (1974), p.90 e n. 33.
(9) - A. MICELI di
SERRADILEO, Privilegi feudali, di familiarietà,
giudicati, ed esenzioni fiscali concessi nel 1507 da
Bernardino Sanseverino Principe di Bisignano ad abitanti
dei suoi stati, in "Santi, militari e peccatori nel
principato di Bisignano" a cura di Luigi FALCONE e
Antonello SAVAGLIO, Atti del Convegno di Studi Bisignano
21-22 giugno 2004, Quaderni del Palio 8, Castrovillari,
GLF, 2014 p.41 (31-50).
(10) - F. Von LOBSTEIN,
Settecento Calabrese, Napoli,Fiorentino, 1973, pp.
430-431; M. PUTATURO DONATI VISCIDO di NOCERA, La
nobiltà di Rende in Calabria, “Notiziario
dell’Associazione Nobiliare Regionale Veneta”n.s., n.8,
2016, pp.210-211 (191-217); MICELI di SERRADILEO,
Spunti, cit. p. 36.
(11) - Von LOBSTEIN,
Settecento Calabrese, cit., p. 430.
(12) -
Il Comune di Rende, dal marzo 2016, ha
ricevuto dal presidente della Repubblica il titolo di
città.
(13) -
A. MICELI di SERRADILEO, Giovan
Battista Miceli (1698-1763) Vescovo di Cassano Ionio,
”Rivista Storica Calabrese”, n.s. anno XXXII (2011), nn.
1-2, pp.87-92 a cura della Deputazione di Storia Patria
per la Calabria; F. Von LOBSTEIN, Settecento Calabrese,
Napoli, 1978, vol. II, pp.70-71. La genealogia dei
Miceli di Serradileo è nella tavola che segue p. 528.,
poi riproposta nel volume di R. FASANELLA d'AMORE di
RUFFANO, La città di Bisignano e il suo seggio,
Cosenza,editrice MIT, 2006, pp. 57-59.
(14) -
U. CALDORA, Calabria Napoleonica
(1806-1815), Napoli, 1960, Fiorentino Editore, p.119.
(15)
- Francesco Bonazzi di Sannicandro, Elenco dei Cavalieri
del S.M. Ordine di S. Giovanni di Gerusalemme, Parte
prima, Napoli 1897.
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