Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Montoya di Cardona |
Arma:
di rosso, alle dieci panellas
(1)
d'argento, poste 3,3,3,1 bordato con cordone argentato di San
Francesco d’Assisi; lo scudo accollato all’aquila bicipite
imperiale.
Per distinguersi dagli altri rami, i Montoya aggiunsero al
proprio cognome quello dei Cardona inquartando le armi. |
Napoli, stemma Montoya |
L’antichissima famiglia spagnola Montoya di Cardona, ai
tempi dell’invasione dei Mori, dovette rifugiarsi sui
monti della Biscaglia insieme alla maggior parte della
nobiltà spagnola. Don Giovanni de Montoya,
valoroso capitano e discendente di don Ferdinando
di Cardona e Montoya governatore del castello di Fignana,
conquistò Granata scacciando i Mori.
Degno di essere ricordato è Fra Luis o Ludovico
di Montoya (†
Lisbona,7-9-1569), menzionato col titolo di Beato, il
quale per 35 anni fu Priore in Portogallo e confessore
del re Giovanni del medesimo Regno. Il Beato fu il
fondatore del Regio Collegio di Coimbra con lo scopo di
insegnare ai giovani la Religione Cattolica e le buone
lettere.
Fecero parte della Compagnia del Gesu’ , Frà Diego
di Montoya che nel 1578 era professore di teologia
all’Università di Ossuna, padre Giovanni Montoya,
laureato in teologia, entrato nella Compagnia ai tempi
del suo fondatore Ignazio de Loyola. Il preposto di
detta Compagnia fu inviato con altri undici compagni
nella città di Nola (Napoli).
Il primo che si trasferì nella città di Napoli fu don
Guglielmo di Montoya, figlio di don Alonzo e
di donna Anna Diez di Montoya appartenente all’illustre
famiglia di Cardona. Altri appartenenti alla famiglia
Montoya passarono nell’armata navale che salpò da
Napoli, sotto il comando di don Giovanni d’Austria,
capitano generale della Lega, per raggiungere la flotta
e distruggerla nella famosa
battaglia di Lepanto
del 1571. |
Napoli, Cappella Montoya
intitolata Cappella della Pietà - Anno 1696 |
Don Giovanni Montoya nato in
Cincion, dottore in legge, da re
Filippo II d'Asburgo-Spagna fu mandato
quale primo senatore in Milano e poi in Napoli quale
Consigliere del Regio Consiglio di Capuana; sotto re
Filippo III fu Consigliere del Collaterale e Reggente
della
Real Cancelleria del Regno di Napoli.
Il casato fu ascritto alla
nobiltà della città Barletta
e alla nobiltà di Napoli
fuori Seggio.
Don Emmanuele Montoya de Cardona fu ascritto
quale confratello dell’Augustissima
Compagnia della Santa Croce il 13-4-1631.
Nel 1639 don
Giovanni
Montoya de Cardona vendette per 90.000 ducati il feudo
di Morano,
sito in
Calabria Citra,
con il titolo di barone a
Ettore I
Spinelli (n.
Napoli ,1578), 4° principe di Scalea.
I Montoya si imparentarono con importanti famiglie, tra
le quali: Boccapianola dei duchi di Ripacandida ascritti
Seggio di Capuana
di Napoli,
d’Alessandro
del Seggio di Porto;
Niccola
Bacio Terracina,
dottore in legge, figlio di Decio 2° e di Anna Faxardo,
sposò in prime nozze Teresa Empoli e, in seconde nozze,
verso la metà del XVII secolo, Giuseppa Montoia
nobile di Spagna. |
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Note:
(1) -
Panellas = fronde d’alberi con sembianza
di cuore umano. |
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