Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

Famiglia Esperti

Arma: d'azzurro, al cervo d'oro saliente sopra un monte di tre cime di verde.
Titoli: nobile di Molfetta, nobile di Barletta, nobile di Conversano, nobile di Monopoli, nobile di Strudà, conte, marchese.
Dimora: Molfetta, Barletta.


Barletta, Palazzo Esperti, stemma inquartato con le famiglie imparentate: 1° Caggiano, 2° De Angelis, 3° ?, 4° Esperti.

Di origine bergamasca, il capostipite Petrello Esperti, di famiglia che commerciava lana ed olio, approdò in Puglia a Molfetta, come risulta dalla numerazione dei fuochi del 1562, per curare meglio gli interessi di famiglia (1), venne nominato conte, da S.A.  Filippo II di Spagna e Napoli il 26/05/1587 (2).
Sposò Penelope Gadaleta dei nobili di Molfetta ed ebbero per figli, tra gli altri: Antonio (Molfetta, 1560); Giovannangelo (Molfetta, 1573), sacerdote nella Cattedrale di Molfetta; Giovanni Domenico (Molfetta, 1575); Aurelio; Francesco, che sposando Argentina Germano, dei nobili di Molfetta, generarono Pietro Giacomo e Giambattista.
Pietro Giacomo sposò Beatrice Filioli, nobile di Molfetta, ed ebbero per figli: Anna Maria, Argentina, Porzia, Francesco Saverio, Maria Vittoria, Teresa, Giambattista.
Francesco Saverio (Molfetta, 1659), sposò Caterina De Luca, nobile di Molfetta, e generarono: Beatrice Rosa; Ippolita; Giuseppe Luigi (
1763), teologo, è stato prelato domestico di Papa Benedetto XIV, ha intrattenuto rapporti epistolari  con Giambattista Vico, alcune lettere sono state pubblicate; e Giacinto (1702 1763), che trasferì la famiglia a Barletta intorno al 1731 sposando Rosolea Caggiano, sorella di Giorgio Caggiano, marchese di Barletta, Regio Segreto e Mastro Portulano delle Puglie; nel 1763 vennero ascritti alla nobiltà di Barletta; ebbero per figli: Maria Giuseppa, Francesco Saverio, Giorgio, Raffaele.
Francesco Saverio (1734
1794), studiò a Napoli laureandosi in legge, è stato uno dei pìù giovani e famosi  avvocati del foro di Napoli difendendo le famiglie meno agiate. Fu giureconsulto e Console della Repubblica di Ragusa, membro dell’Accademia della Crusca; alla sua morte la città di Barletta lo rimpianse e lo omaggiò.
Insieme al fratello Giorgio fece costruire l’Altare di famiglia nella Cattedrale di Barletta con lo stemma, e commissionò la tela raffigurantela La Presentazione di Maria al Tempio di Nicola Menzele, datata 1775.

Giorgio (1733), sposò Beatrice Gattola Mondelli dei marchesi di Trani, fu nominato marchese da Carlo di Borbone e di Regio Segreto e Mastro Portulano della terra di Bari e Capitanata. Fu sindaco di Barletta nel 1795-1799 e 1801, durante l’occupazione Francese del 1799,  convocò il decurionato (consiglio dei nobili) e con abile e maestria politica riuscì a far si che Barletta non venisse saccheggiata (sorte capitata ad Andria e Trani) dall’esercito francese composto da più di 5000 uomini ben armati, riuscendo a far in modo che sia i filoborbonici che i giacobini non si facessero la lotta fra di loro, consegnando le chiavi della città e la propria abitazione.
Il pittore locale Pastore gli dedicò la prima pianta topografica della città di Barletta. Fu cavaliere gerosolimitano, priore del Real Monte di Pietà di Barletta e priore dell’arciconfraternita del Santissimo Sacramento nella chiesa San Pietro e Concattedrale di Barletta. Ebbe come figli: Giacinto, Giacomo, Pasquale, Saverio Nicola, Francesco Saverio, Filippo, Giovanni Battista, Raffaele, Giuseppe, Gaetano (1798), Ippolita.

Barletta. Chiesa di Santa Lucia, paramento con stemma Esperti al centro

Giacinto (Barletta, 1780), tenente dei cacciatori, fu insignito della Gran Croce d'oro dell'Ordine Gerosolimitano (3);
Giacomo, sindaco di Barletta durante l'occupazione francese;

Giovanni Battista (Barletta, 24 gennaio 1795 1860), dopo le elementari frequentate a Barletta, il padre lo mandò a Napoli dove lo iscrisse nel Regio Collegio Militare. Destinato alla Marina, il ragazzo però preferì la Cavalleria, nella quale si distinse presto diventando sottotenente, col quale grado partecipò alla Campagna d’Italia del 1814-1815. Nel 1824 fu promosso tenente e poi, nel 1829, capitano dei lancieri. Nel 1848, col grado di colonnello dei carabinieri a cavallo, fu inviato in Calabria per sedare una sommossa popolare, e l’anno dopo, visto il successo della prima missione, i superiori lo inviarono in Sicilia con analogo incarico.
Nel 1850 ebbe il comando del 1° Reggimento Dragoni e nel 1855 fu promosso generale comandante della Brigata Lancieri. Nel 1858 il re Ferdinando II lo nominò generale comandante di tutta la cavalleria dell’esercito delle Due Sicilie. Morì a Napoli nell’autunno del 1860, l’anno in cui si compiva l’occupazione del Regno delle Due Sicilie,  in quei giorni i garibaldini occupavano il Regno. La città gli ha intestato una strada che da via Roma va a via Mura Spirito Santo. Fu nominato cavaliere di grazie dell’Ordine di san Giorgio della Riunione, fu cavaliere gerosolimitano.
Filippo, tenente dei cacciatori andò con Napoleone in Russia, partecipò ai moti del 1848 per far proclamare la nuova costituzione, venne processato e condannato, fu nominato cavaliere di grazie dell’Ordine di San Giorgio della Riunione, fu cavaliere gerosolimitano.
Francesco Saverio, valente archeologo ed agente della Repubblica di Ragusa, sindaco di Barletta, nel 1806 e nel 1832,   insieme ad altri nobili locali fece costruire il primo teatro di Barletta, scrisse diverse opere che non furono pubblicate, tra le quali Lo sviluppo agricolo ed urbano di Ortona e Ortanova (città in provincia di foggia),  fu cavaliere gerosolimitano  e priore dell’arciconfraternita del Santissimo Sacramento nella chiesa San Pietro e Concattedrale di Barletta, insieme al padre Giorgio e ad altri nobili locali fece costruire l’arco per accedere al monastero della Madonna dello Sterpeto (Protettrice della città di Barletta). 
Sposò Eleonora Elefante, nobile di Barletta, ed ebbero per figli:
Giorgio, Giacinto, Aurora, Camillo, Rosa, Gaetana, Caterina.
Giacinto, fu consigliere comunale e presidente di storia patria, in tale veste fece comprare al comune diverse opere letterarie e si  prodigò alla costituzione della biblioteca comunale. Fu cavaliere gerosolimitano, e cavaliere di San Maurizio e Lazzaro.
Camillo (1817), cavaliere gerosolimitano, insieme ai fratelli e ad altri nobili e benestanti locali, istituì il circolo della letteratura, sposò Angela Novi dei nobili tranesi e generarono: Francesco Saverio (1848), Eleonora, Gaetano (1849), Rosa, Giorgio (1854).
Francesco Saverio (1848) sposò in prime nozze Marianna Lioy ed ebbero per figli: Camillo ed Angela; in seconde nozze Rachele Nannarone di Foggia, ed ebbero Giulia e Clementina.
Gaetano (1849), tenente del regio esercito, partecipò alla guerra per la conquista dell’Etiopia, fu cavaliere gerosolimitano e sposò Irene Agrimi Braico dei nobili tranesi e generarono:
Camillo,  Giorgio, Giovanni, Angela e Laura
Giorgio (1854), sposò la baronessa Orsola Bianchi.
Camillo (1898), capitano di fanteria, partecipò alla prima guerra mondiale e fu decorato con la croce di bronzo al merito di guerra e la medaglia di bronzo al valor militare. Notaio, fu Podestà di Barletta ed in tale veste scrisse un opera riguardante l’economia della città. Fu Cavaliere del Nastro Azzurro; dispose la donazione di parte delle carte di famiglia all'Archivio di Stato di Bari.
Giovanni, capitano di fanteria, partecipò alla prima guerra mondiale e fu decorato con la croce di bronzo al merito di guerra e la medaglia di bronzo al valor militare.
Giorgio, figlio di Gaetano (1849) ed Irene, tenente di artiglieria, partecipò alla prima guerra mondiale e fu decorato con la croce di bronzo al merito di guerra. Fu podestà ed agente assicurativo, sposò Edmea Paolillo ed ebbero per figli Gaetano e Raffaele.
Gaetano, paracadutista del battaglione Folgore, partecipò alla seconda guerra mondiale ed alla battaglia di El al Amenin,  fu decorato con la croce di bronzo al merito di guerra, è stato professore di disegno alla scuola media di primo grado (scuola media De Nittis) e stimato pittore locale. Sposò Antonietta Fioravante, professoressa di disegno, pittrice, ed ebbero come figli: Camillo Giorgio Giovanni, Carmine Giorgio Maurizio, Giorgio Marco, Edmea Elisabetta.

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Note:
(1)
- Come riportato anche dalla Proff.ssa Antonia Abbattista Finocchiaro nel libro “Quando è tempo di Puglia”.
(2) - La nomina  si conserva all’Archivio del Governo Vicario di Napoli ed in quello della Segreteria di Stato ed affari interni.
(3) - Attestato dell’ordine dell’Ospedale del Santo Sepolcro di S. Giovanni di Gerusalemme e di S. Antonio di Vienna col quale Giacinto Esperti viene insignito della Croce d’oro del medesimo Ordine

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Fonti bibliografiche:
- Archivio Casa Esperti.
- Mariolina Pansini  “Carte della Famiglia Esperti di Barletta (1623-1911)”,  Archivio di Stato  di Bari.
- Sito web: "Il Fieramosca - Giovanni Esperti"


Continua sul sesto volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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