Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

Famiglia Campolo

Arma: d'argento al leone di rosso accompagnato da cinque mezzi fuselli di rosso moventi dal capo

Ch S.Lorenzo Maggiore
© Napoli - Arma Famiglia Campolo

La famiglia Campolo passò in Sicilia con Pino Campolo, valoroso cavaliere veneto, al servizio di re Federico III d'Aragona (1273 1337), che ebbe in dono per i servigi resi numerosi beni.
Come per tutti i grandi casati, tra i suoi rappresenti figurano cardinali e condottieri; la famiglia deteneva varie terre tra le quali si ricordano le baronie di San Todaro, di Bonvicino e delle Saline di Castrogiovanni.
Da Messina si ramificò a Napoli, fuori Seggio, dove ebbe il patronato di due cappelle gentilizie, una delle quali passata poi alla Famiglia Palmieri nel 1563.

Ch S.Lorenzo Maggiore

Ch S.Lorenzo Maggiore

Napoli - Lastra tombale dei Campolo - Anno 1656 . A destra: Cappella gentilizie famiglia Campolo

Ramo di Reggio Calabria
A cura del prof. Domenico Rosaci

Tre discendenti del trecentesco vescovo di Catania Roberto Campolo si trasferirono a Reggio Calabria verso la fine del Quattrocento. Una di loro era Antonia Campolo, figlia di Giuseppe, pronipote del suddetto vescovo e che va in sposa a Gerolamo Melissari intorno agli anni venti del secolo XVI. Gli altri due, cugini di Antonia, che si trasferirono a Reggio nell’anno 1492, erano Nicolò (Coletta) e Filippo, figli di Giacomo Campolo, altro pronipote di Roberto vescovo, che deteneva i titoli di Barone di San Todaro, di Buonvicino e delle Saline di Castrogiovanni.
Coletta Campolo all’epoca era già sposato con la nobile Antonella Spadafora, figlia del barone di Callari, e dalla quale ebbe i figli Nicolò Francesco, Gio. Pietro, Marc’Antonio che avrebbe poi sposato la nobile Ippolita Melissari sorella di Gerolamo, Gio. Bernardino, Francesca e Lucrezia. 
Filippo Campolo si sposò invece a fine Quattrocento con la nobile Margaritella Melissari
(1).
La discendenza collaterale di Gerolamo Melissari, che si origina da Ippolita Melissari con Marc’Antonio Campolo merita di essere segnalata per la presenza di un personaggio eccezionale qual è quello di Tiberio, terzogenito della coppia, che prese nel 1554 l’abito di Cavaliere di S. Giovanni Gerosolimitano (l’ordine religioso cavalleresco noto come Sovrano Militare Ordine di Malta).
Frà Tiberio Campolo si distinse durante il grande assedio di Malta da parte dei turchi nel 1565. In quell’occasione i cavalieri, guidati dal gran maestro fra Jean de Vallette (da cui il nome della capitale di Malta, Valletta), difesero eroicamente l'isola per più di tre mesi, e fu durante l’assedio che Tiberio rimase ferito da un colpo di falconetto alla gamba rimanendo storpio. Ciò nonostante Tiberio proseguì una carriera magnifica nell’Ordine, diventando comandante della galera capitana, capitano generale delle galere, ammiraglio dell’Ordine e capo della Lingua d’Italia. Al termine di questo periodo di glorie, fu nominato commendatore di Casal Monferrato e balì (carica suprema su un certo territorio) di Napoli. A Napoli morì nel 1597, ed essendo anche stato priore della Chiesa di San Giovanni a Mare, gli venne fatto scolpire il seguente epitaffio su una lastra contenuta in quella Chiesa: “A Frà Tiberio Campolo, Gran Croce, Cavaliere Gerosolimitano,  Commendatario di S. Evasio del Casale, Priore di questa chiesa e città, che praticò lodevolmente e religiosamente vita, uffici e onori, Giovanni Bennardino, d. Francisco e d. Pietro Campolo, padre e figli superstiti dolenti, per suo merito, restaurarono lo stemma di famiglia degradato dal tempo, nel 1640”.

Ch S. Giovanni a Mare

Ch S. Giovanni a Mare

Napoli - Stemma Campolo con la croce melitense. A destra: lastra in ricordo di Frà Tiberio Campolo

La famiglia ebbe ammessi nei cavalieri di Malta anche Domenico e Pietro.

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Note:
(1) - Notizie riportate in Giovanni Fiore da Cropani, “Della Calabria Illustrata”, Volume III, del 1692, ristampato da Rubbettino nel 2003 a cura di Ulderico Nisticò.


Casato inserito nel 3° Volume di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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