Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Nazario Campofreda
il “Freno e Regolo degli Albanesi”
di Renato Campofreda |
Nazzario o Nazario Campofreda, nacque nel
1773
in Portocannone(CB), paese di
origine Albanese
(1),
da Niccolò e Cristina Carriero, originaria di Campomarino(2). |
Tipici costumi albanesi- da
www.guzzardi.it |
Fu educato, secondo i canoni della tradizione
albanese, all’amore per le armi al senso dell’onore,
all’attaccamento alla famiglia, al dovere dell’ospitalità, anche
verso l’ospite, fosse stato il suo stesso nemico, ed al quale si
dava il posto d’onore.
L’Albanese perdonava le offese fatte ai suoi
stessi parenti, ma non quelle fatte all’ospite.
Nazario Campofreda, sin dalla
adolescenza,
prese parte agli eventi politici che interessarono il Regno,
schierandosi contro i Francesi che lo invasero.
Nel 1799, fu Capo di Truppa a massa,
nell’insurrezione realista che scoppiò dopo la proclamazione
della Repubblica Napoletana, il 22 gennaio, ad opera di molti
nobili illuminati col sostegno del Generale Championnet. |
Nel mese di Febbraio di quell’anno, era all’assedio
di Casacalenda come Comandante la 28° Compagnia Albanesi di
Portocannone. In seguito, nel mese di giugno, fu a Campobasso con
Paolo Norante, nelle orde del De Cesare.
Il 9 giugno, si trovava al saccheggio di Civitacampomarano, in
seguito fu a S.Angelo
Limosano,
Castellino del Biferno ed in altri luoghi.
Con la creazione del
nuovo Regno di Napoli, fu al servizio del nuovo Governo. L'intendente di Capitanata,
Giuseppe Poerio, mandò in alcuni paesi albanesi, dei suoi uomini per
tenere sotto controllo le popolazioni, e la cosa riescì con una
certa facilità.
Per quanto riguarda invece
Portocannone e Campomarino, la cosa era più difficile, perchè in
questi luoghi, si trovava il "famoso Nazario Campofredena"(Campofredano)
(testuale) che aveva gran seguito, e poteva arrecare seri danni.
L' Intendente
decise di recarsi di persona in quei luoghi e, per ottenere il
suo scopo ovvero la resa del Campofreda, prese in ostaggio la
moglie ed i figli di Nazario.
In queste condizioni, il Comandante di truppa, dovette sottomettersi
e si recò a Lucera per consegnare le armi e mettersi nelle mani dei
Francesi.
A questo proposito, questo è quanto scrive
l'Intendente al Ministro di polizia: |
Casacalenda - Palazzo de Sangro |
"A
Lucera, li 2 Agosto 1806
Il Preside della provincia di Lucera, a S.E. Sig. Miot Ministro
dell'interno e Cons. di Stato.
"....Del
resto abbiamo avuti dei grandi compensi per questi mali.
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Costumi albanesi |
Il primo nè la totale pacificazione degli Albanesi, poichè, non
solamente il Nazario Campofredena, ma in generale tutti i
fuorusciti di Portocannoni, Campomarino e Chieuti, spaventati
dalle misure di rigore, prese contro di essi son venuti
volontariamente(!) in Lucera, depositando le loro armi, nelle
mie mani, esibendosi a estirpare le comitive ed offrendo(!!!)
degli ostaggi per sicurezza del Governo.
Io ho accordato loro un salvacondotto di soli trenta giorni,
durante i quali li terrò impiegati contro i malviventi che
scorrono nelle parti Mediterranee della Provincia .....con i
Gendarmi armig.i, e Squadre Dipartimentali. Nel tempo stesso
prenderò degli ostaggi dai loro Capi, ed infatti il figlio del
Campofredena è qui. Con questa misura resta interamente sgombra
da Perturbatorie da pericolo interno il litorale, da
Serracapriola a Termoli, nel di cui intervallo son quasi tutti i
paesi Albanesi;e què facinorosi, che colà sarebbero stati
perniciosi, traslati altrove ,come sopra, o diverranno utili, o
saranno non nocivi. Spirato poi il salvacondotto, le circostanze
indicheranno se debba oppur no prolungarsi."
Il rapporto
continua con altre notizie. |
Nazario Campofreda, ebbe il compito di distruggere il brigantaggio che
imperversava nel Contado di Molise, in
Capitanata
e zone limitrofe. Fu sempre elogiato dal Governo per la sua
attività(3) .
Ebbe il grado di Capitano della Guardia Civica
Provinciale, ed assunse il comando dè Legionari di S. Paolo, Larino,
Montecilfone e Serracapriola. |
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Il Generale Caracciolo lo fece nominare Capo
Battaglione.
"Foggia 25 Maggio 1808
Il
colonnello Comandante la Legione Generale di Capitanata
Al Capo Battaglione Sig. Nazario
Campofreda.
Signor Tenente Colonnello. Dietro gli ordini del
Generale Comandante la Provincia essendo stato voi proposto a
comandare la Guardia Civica delle comuni di S. Martino,
Portocannone, Campomarino, Aururi, potete continuando lo stesso
incarico, pigliare il titolo e le funzioni di Tenente Colonnello
nella sicura speranza che voglia S.M. aderire a tal disposizione
e spedirvi l’usato brevetto.
Ho l’onore di salutarvi.
Mastrotelli"
Il Governo gli affidò la
custodia del litorale, per impedire sbarchi da parte dei nemici,
compito per il quale fu sempre elogiato
(4).
I sanfedisti, fedeli ai Borbone, erano fermamente
intenzionati a riconquistare il Regno occupato dai francesi con
azioni di guerriglia.
Si ebbe notizia della partenza da Palermo di una nave napoletana a
tre alberi armata di 14 cannoni, con a bordo 60 esuli napoletani,
comandati dal capitano Gambardella, pronti a sbarcare nel Molise e
incitare le popolazioni alla rivolta. Nazario, con i suoi fedeli
albanesi, ebbe il delicato compito di controllare e impedire lo
sbarco.
Dall'archivio di casa Campofreda: |
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I compiti del comandante
Nazario e dei suoi armati non si limitarono al controllo della
costa; i francesi, apprezzata l'abilità del comandante ad istruire
bene i suoi militari, chiesero più volte uomini per delicati compiti(5).
Nel 1812 un'altra fregata(6)
su avvistata e le fu impedito l'approdo. Nella popolazione
incominciò a serpeggiare una profonda insoddisfazione, Napoleone
chiedeva sempre più vite umane e sacrifici economici per
soddisfare le sue brame di conquiste.
Gli oppositori al regime
francese videro in Nazario Campofreda un nemico temibile.
I briganti che infestavano il contado, non potendo liberamente
dedicarsi ai loro loschi affari perchè il territorio era ben
controllato, decisero di eliminare il comandante Campofreda, sindaco
di Portocannone. |
Portocannone - Palazzo Campofreda |
Nel 1813 una comitiva occulta
di 11 o 12 persone, diretta e protetta da
Giuseppe Manes, padre di Carlo Manes, si organizzò e nel giorno 20
settembre detto anno, uccise Don Nazario Campofreda(7) avanti la
propria abitazione, mentre ritornava a cavallo dalla campagna in
compagnia di suo figlio Nicola, il quale fu trattenuto a bello
studio da una sua parente, che già sapeva il proditorio complotto.
Infatti, appena udì la detonazione dell’arma da fuoco, ella gridò:
“Ahi che hanno ammazzato tuo padre ed
ammazzeranno te pure!! Salvati”.
Aiutata da altre persone, ivi accorse, fece smontare
a viva forza da cavallo il malcapitato Nicola e lo menò in furia
e in fretta nella sua casa. |
© Il "Viva Maria" - il vessillo
antigiacobino |
Senza l’affettuosa sollecitudine di quella
donna, sarebbe indubbiamente rimasto vittima anche il figlio, poiché
la congiura era stata ordita contro entrambi, volendo così in un sol
punto distruggere l’invidiata e temuta Famiglia dè Campofreda.
Dopo si orrendo e barbaro misfatto, il Governo, per punire i
delinquenti ed incutere terrore agli abitanti, inviò più di cento
uomini armati per presidiare il paese e disarmare gli abitanti.
Il
Gen. Ortigoni fece avvertire segretamente
gli assassini, che se si fossero presentati non avrebbero avuto
alcuna noia e che protetti sarebbero stati consegnati al Tribunale,
con l'assoluta garanzia che gli appartenenti alla famiglia
Campofreda in nessun modo avrebbero potuto cogliere l'occasione per
vendicarsi, com'era costume tra gli Albanesi.
I principali esecutori materiali furono arrestati, meno un certo
Giacomo Tanasso, che si salvò con la fuga, e le donne di costoro
furono chiuse in una casa di cui furono murate le porte e le
finestre assicurate da cancelli di ferro;
le
tennero prigioniere per non poco tempo. |
Il Tanasso andò in latitanza
per vari anni, sinchè, dopo la rivoluzione del 1820, ottenne la
grazia di rimanere a piè libero, ma gli fu vietato di far ritorno in
Portocannone, da dove doveva stare lontano per tutto un circuito di
sei miglia e sotto la più severa e vigile sorveglianza.
Il
superstite figlio Nicola, garantito così dai nemici di suo padre,
anzi di sua Famiglia, potè addirsi alle cose domestiche e poco dopo
prese moglie.
L’Intendente della Provincia
Zurlo,così scriveva al Generale Ortigoni (25 settembre 1813)
”La morte di Nazario Campofreda è per
codesto distretto un avvenimento di epoca ed è per la polizia della
provincia un accidente, il più dispiacevole, anzi una perdita
preziosa che non può rimpiazzarsi. Essa ha perduto un uomo a se
attaccato, un uomo che manteneva l’ordine di Portocannone, paese
facinoroso, un uomo che vi aveva portato innanzi l’agricoltura, che
l’aveva fatta gustare agli abitanti e che allontanando questa dai
contrabbandi e dai delitti li aveva incominciato ad attaccare alla
proprietà. Egli infine ha fatto verificare il paradosso di guardarsi
con dispiacere la perdita di un individuo che nei suoi principi non
era stato che cattivo e che la prudenza dei funzionari del Governo
maneggiandolo opportunamente aveva reso buono."
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_________________________
Note:
1) -
In lingua albanse "Portkanùmi".
2) -
Altro comune del Molise i cui gli abitanti tramandano gli
antichi usi e conservano la lingua "arberesh".
3) -
Giuseppe Napoleone, per grazia di Dio Re di Napoli e Sicilia,
Principe e Grande Elettore dell’ Impero Francese - Il G. delle
leggi D. Prisco Pugliese Governatore e Giudice di questa città
d’ Ascoli. Preme a questa Corte l’arresto di Rocco Brunone,
Nicola Grieco e Donato Rocco, per esecuzione ancora degli ordini
dell’Ill.mo sig. Presidente Provte, in nome del quale, vi
ordiniamo e vi incarichiamo di procedere all’arresto di
detti…….condurli nelle forze per l’uso convenevole ecc.- Ascoli
8 agosto 1806.- Prisco Pugliese – Giudice - Per l’esecuzione si
incarica il Caporale Nazzario Campofredi(a)no di Portocannone,
che si rattrova in questa comune. - Larino 9 marzo 1807.
4) -
Larino 15 Gennaio 1809 - Certifico io qui sottoscritto Gaetano
Procacci Sotto Intendente del Distretto di Larino, come il Sig.
Nazario Campofreda di Portocannone due anni addietro destinato
Capitano Comandante della Civica di detta Comune di Portocannone.
Lo stesso oltre di essersi adoperato colla sua gente alla presa
di molti birboni di Ururi, sotto il mio comando e del Tenente
Colonnello Napoletani, è stato continuamente occupato alla
persecuzione dei briganti,con essere riuscito a catturarne
molti,e finalmente in tutte le spedizioni da me fatte l’ho
sempre avuto al mio fianco con la sua gente e si è continuamente
prestato agli ordini miei e degli altri Superiori,e specialmente
di S.E. il Sig. Generale Caracciolo, Generale della Provincia e
del Colonnello Montmarie del Reggimento di Dragoni. Che in fede
della verità ne ho scritto la presente di mio pugno.- Gaetano
Procacci Sotto Intendente.
5) - Foggia 16
Luglio 1811 - Il Colonnello Comandante della Provincia di
Capitanata - Allo stesso - Signor Comandante, ricerco dal vostro
zelo tanto conosciuto per buoni servizi prestati al Governo, di
procurarmi sei albanesi di coraggio e della vostra fiducia, per
disimpegnare alcune commissioni gelose verso la parte di Ascoli.
Detti albanesi dovranno essere vestiti di modo a non essere
conosciuti per tali e senza verune armi. Dovranno giungere per
lunedì venti due del corrente, presentandosi direttamente a me.
Vi compiacerete presentarmeli voi stesso, giacchè ho da
conferire con voi per affare del governo. Ho l’onore di
salutarvi con distinta stima e considerazione. - Zimerman.
6) -
Termoli 11 luglio 1812 - Sig. Comandante, Io mi affretto a
parteciparvi la soddisfazione di S.E. il Ministro della Polizia
Generale e di S.E. il ministro della Guerra, dietro i vostri
servizi.- Il Governo nei fogli pubblici vi nomina onoratamente
come quello che in vari riscontri avete contribuito alla
custodia del litorale. Io parto ancora soddisfatto della vostra
condotta, e son sicuro che con lo stesso zelo ed energia voi
proseguirete a rendere dei servigi ad un Governo che sa
distinguere e premiare, il merito. Io continuamente facendo
rapporto all’eccellenze loro, dello stato del litorale mi farò
un dovere di rendervi quella giustizia che meritate. Io parto
ancora tranquillo, perché, son sicuro, che in ogni circostanza,
voi accorrerete al litorale con tutta quella forza che potrete
radunare. Voi siete in una posizione, in cui potete osservare
ogni posizione del nemico e correre dove il bisogno vi chiama.
Una fregata è a mare. Questa potrebbe fare qualche tentativo.
Voi perciò dovete usare tutta la vigilanza possibile. Vi saluto
distintamente. - D. Aloja
7) -
Portocannone, 20 settembre 1813. Atto di morte. (n. 1773) - Ad
ore 15 Nazzario Campofreda figlio del fu Nicola e Cristina
Carriero e marito di Maddalena Musacchio di anni 40. Nota. Morì
nella qualità di Sindaco del Comune, e si osserva la sua firma
chiara e nitida nei registri comunali sino ai 19 settembre del
detto anno. Nazzario Campofredano e Maddalena Musacchio si sono
uniti in matrimonio addì 2 dicembre 1792. Arcip. Spagnoletti. |
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