Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano,
ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano,
appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano
dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Capece
Minutolo |
Arma:
di
rosso, al leone d'oro vestito di
vajo
(1).
Dimora: Napoli |
Napoli, Cappella Capece Minutolo,
stemma |
© Napoli - stemma della Famiglia Minutolo - sec.
XV
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Sulle origini e sul nome dell’antica e illustre famiglia Minutolo o Capece Minutolo gli storici hanno fantasticato varie
ipotesi, tutte prive di riscontri; di certo i primi componenti
risalgono ai tempi del ducato di Napoli (VIII secolo).
Il Casato raggiunse l’apice della grandezza durante il periodo
svevo e non solo; ricoprì le più alte cariche in campo civile,
militare ed ecclesiastico.
Godette di grande nobiltà a Napoli ove era aggregata al
Patriziato napoletano nei
Seggi di Capuana
e
Nido e, dopo l’abolizione dei Sedili, fu
iscritta nel Libro d’Oro napoletano.
Aderì al
Monte dei Capece
e, come da statuto, antepose al proprio cognome quello dei
Capece.
Vari sono stati i titoli concessi a questa famiglia, fra questi:
principe di: Ruoti (1625),
Canosa (1712), Collereale (1853
-
ramo siciliano);
duca di: S. Valentino (1660),
del Sasso (1929), Gesso;
marchese di: Bugnano (1852),
sul cognome (1907), Comignano;
conte di:
Caserta;
barone di: Neviano (1385), Melissano (1385), S. Valentino (1513). |
© Napoli - Cappella Capece Minutolo |
Gran parte della storia di famiglia è racchiusa
nella splendida cappella gentilizia situata nel Duomo di Napoli
in cui sono sepolti i cardinali: Errico Minutolo
vescovo di Bitonto, poi arcivescovo di Trani e infine creato da
papa Bonifacio IX, al secolo Pietro
Tomacelli, arcivescovo e poi cardinale di Napoli col titolo di Sant’Anastasia
dal 1389 al
1399, Orso Minutolo (†1327) arcivescovo di Salerno, e
Filippo Minutolo († 24/10/1301); quest’ultimo ispirò il Boccaccio
a scrivere, nel suo Decamerone, il racconto “Andreuccio da
Perugia”. In detta cappella sono raffigurati i personaggi che
nel medioevo (dal 1061 al 1478) hanno servito per secoli il
regno di Napoli e la Chiesa cattolica: |
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1)
LANDULFO e 2) LIGORIO,
viventi nel 1240, nel 1260 furono annoverati
tra i baroni del Regno; il primo nel 1294 fu nominato vicerè di
Provincie sotto i re angioini, il secondo ottenne da
re Carlo I d'Angiò
l’onorificenza di cavaliere, e nel 1294 fu nominato da re
Carlo II d'Angiò
castellano di Castel Capuano; ebbe il compito di abbellire la
sala per ricevere il papa Celestino V. Nel 1297 fu vicerè di
Terra di Bari.
3) FILIPPO, vivente nel 1242, abile con le armi e con la dialettica, prese l’abito
clericale, fu familiare e consigliere di re Carlo I; fu inviato
in Toscana quale ambasciatore. Fu poi nominato arcivescovo di
Salerno.
4) COSTANTINO, vivente nel 1250, servì
i
re svevi e Carlo I d’Angiò; per i servigi resi fu nominato
capitano dei balestrieri ed ottenne la terra d'Orsomarso in
Calabria.
5) RUGGIERO, vivente nel 1250,
valoroso combattente sotto le insegne sveve e angioine, ebbe da
re Carlo I d'Angiò il privilegio, più unico che raro in quei
tempi, di innalzare sulle insegne del Casato l'elmo con la
corona.
6) GIOVANNI, vivente nel 1268, ebbe
in dono molti stabili in Napoli per aver valorosamente
combattuto contro i Saraceni. |
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7) LANDULFO II, vivente nel 1281,
fu creato cavaliere da re Carlo II d'Angiò che lo volle come suo
cameriere maggiore; ebbe in dono le terre d'Alvito, Settefrati,
S. Donato, Campoli e Posta.
8) LANCIA, vivente nel 1289; il
vero nome era GIACOMO, fu chiamato Lancia per la sua abilità
nelle giostre. Fu Signore di Vassalli in terra di Somma e nel
1294 fu nominato vicerè di
Capitanata.
9) GUARAZIO, vivente nel 1290,
figlio di Landulfo II, fu creato cavaliere da re
Roberto II
d'Angiò che di sua mano gli diede il cingolo militare.
10) PIETRO, vivente nel 1282,
ricoprì l’incarico di uno dei
sette
grandi uffici del Regno; prese in moglie la nobildonna
Isabella Rebursa.
11) GIOVANNI II, vivente nel 1295,
creato cavaliere da re Carlo II, fu vice ammiraglio del Regno e
vicerè di Principato.
12) TURZA,
vivente del 1400, Signora di Pescarola e moglie di Galeotto
Carafa. Sostenitrice degli
angioini contrastò coraggiosamente, senza riuscirci, le mire
espansionistiche di
re Alfonso I
d’Aragona. |
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1) RICCARDO, vivente
nel 1310; cavaliere, familiare e consigliere di re Roberto e
della regina
Giovanna I d'Angiò; nel 1343 fu vicerè e capitano di guerra
in
Terra dì Otranto.
Accompagnò il principe di Taranto nell’impresa di Grecia. Quasi
tutti i rappresentanti di Casa Minutolo erano cavalieri dell'Ordine
del Nodo.
2) PIETRO II, vivente nel 1323; fu
consigliere della regina
Giovanna II di
Durazzo, nel 1347 fu nominato vicerè e generale capitano di
Calabria. Ebbe in dono molti feudi e fu onorato del titolo di
Compagno di Filippo principe di Taranto e imperatore di
Costantinopoli.
3) ROBERTO, vivente nel 1325, detto
anche Uberto; fu consigliere di Stato di re Roberto e vicerè in
Calabria per la regina Giovanna I.
4) LODOVICO, vivente nel 1326,
cameriere e familiare di re Roberto II d’Angiò, fu valoroso
combattente nella guerra di Toscana, sotto le insegne di Carlo,
duca di Calabria.
5) TOMMASO, vivente
nel 1326, annoverato tra i baroni del Regno nel 1321; fu vicerè
e vicario generale del contado d’Alba.
6)
ERRICO, arcivescovo di
Napoli nel 1389, già sopra citato.
7) FILIPPO, vivente
nel 1330, figlio del citato Riccardo, detto Pallotto, ebbe il
cingolo militare da Re Roberto, di cui fu consigliere, familiare
e vicerè della provincia d’Otranto, dopo il padre. |
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8) LISOLO, vivente nel 1359,
fu
uno dei più abili cavalieri del Casato; dopo una scaramuccia tra
i soldati di re
Carlo III di Durazzo e di Luigi d’Angiò in cui morirono
sessantacinque cavalli del sovrano di Napoli, Lisolo si portò
sotto le tende nemiche e sfidò a duello chiunque volesse
impugnare le armi. Accettò la sfida il più valoroso combattente
tedesco; al primo scontro Lisolo lo uccise trapassandogli il
petto con la sua lancia. Fu Gran Siniscalco del Regno di Napoli.
9) NANNULO, vivente nel 1372;
Signore di Torre del Greco, il
suo vero nome era Giovanni e fu il primo Signore di San
Valentino. Fu cavaliere fedelissimo della regina Giovanna I,
cameriere e capitano di re Carlo III e consigliere di Stato di
re
Ladislao di
Durazzo.
10) ORSO, vivente nel 1377,
canonico, portava sul cimiero una testa d’orso; fece costruire
un magnifico palazzo di fronte il Duomo di Napoli, fece portare
la salma di re Andrea, marito della regina Giovanna I, da Aversa
a Napoli.
11) NICCOLO’, vivente nel 1385,
ottenne da re Carlo III Neviano e Melissano
col titolo di barone, in Terra
d’Otranto. Fu Ciamberlano e
Gran
Siniscalco di re Ladislao di Durazzo che gli donò la terra
di Montefuscolo.
12) MARTUCCELLO, vivente nel 1386,
fu cavaliere, familiare di re Carlo III che lo nominò vicerè in
Terra di Bari.
13) BARNABA o BERNABO’, vivente nel
1387, cavaliere e Ciamberlano di re Ladilao di Durazzo, fu
Signore di Casolla e S. Aitore, feudi posseduti poi da Fabrizio Capece Minutolo, principe di Canosa,
suo discendente. |
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14) PERCIVALLO, vivente nel 1400, fu Signore di
Giugliano e cavaliere di re Ladislao di Durazzo.
15) URSILLO, vivente nel 1460, sin da giovanissimo attirò
l’ammirazione di tutti i cavalieri per la maestria nei
combattimenti, tanto è vero che re Ferdinando I d’Aragona lo
volle subito impiegare nelle guerre. Negli scontri con gli
avversari si comportò da eroe, lo fu altrettanto quando accettò
da buon cristiano, a soli diciassette anni, la morte giunta a
causa di una forte febbre. Il tutto fu raccontato magistralmente
dal dotto
Antonio detto il Panormita.
16) LUIGI, vivente nel 1460, fu Signore di Monte S. Angelo, Cività e Nocera; si schierò dalla parte del duca Giovanni
d’Angiò contro Ferdinando I.
Dopo aver perso il castello di Nocera, si rifugiò a Monte S.
Angelo che fu espugnata dalle milizie napoletane-aragonese.
Luigi riuscì a salvarsi e fuggì dal Regno di Napoli.
17) MARGARITA, vivente nel 1462, sorella del citato Luigi. Sposò
Giovanni Guagliart, potente Signore della città di Castellammare
di Stabia, ammesso nel parentado dei Minutolo nel Sedile di
Capuana. Margarita consigliò e convinse il marito a schierarsi,
come il fratello Luigi, con il duca Giovanni, mettendo a
disposizione di quest’ultimo la fortezza di Castellammare di
Stabia, espugnata poi da re Ferdinando I.
Margarita, per non perdere i beni e la vita, usò tutta la sua
diplomazia ed ottenne, per sé e suo marito, la riconciliazione
col sovrano di Napoli, il quale concesse tutto quanto ella
chiese. |
© Napoli - Paricolare Cattedrale: al
centro la Vergine Maria con il Bambino Gesù in mezzo ai santi
Pietro e Gennaro, col cardinale Errico Minutolo in ginocchio. Al
di sotto la scritta le insegne degli
Angioini e dei Minutolo (prima metà del secolo XIV) |
Oltre alle citate Tuzza e Margarita, la famiglia Capece Minutolo
può compiacersi di aver avuto molte donne illustrissime, tra le
quali altre tre MARGARITA: la prima, sorella di LISOLO Minutolo
conte di Caserta, fu una delle
più belle donne del Regno e sposò Ugo
Sanseverino conte di Potenza e gran Protonotario del Regno;
la seconda sposò Ugo Sanseverino conte di Mileto e Belcastro; la
terza sposò Gio. Antonio
Zurlo, conte di
S. Angelo dei Lombardi.
GIOVANNELLA sposò Giacomo
Filangieri,
conte di Avellino e maresciallo del Regno.
MARIELLA († Napoli, 3/11/1430) fu Viceregina di Napoli avendo sposato Egidio Sasifera, vicerè di re Alfonso I d’Aragona. |
© Napoli - lastra tombale della
viceregina Mariella Minutolo, moglie di Egidio
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LIVIA Minutolo († Napoli, 1536), figlia di Andrea e Lucrezia
Vulcano,
donna colta e raffinata, sposò Luigi Alfonso
de Silva, dei duchi
di Pastrano, cavaliere dell’Ordine di S. Giacomo e castellano di Castel Capuano;
rimasta vedova divenne educatrice di Margherita d’Austria, figlia
dell’imperatore
Carlo V d'Asburgo-Spagna. |
Napoli - lastra tombale di don Luigi Alfonso
de Silva
sulla quale la moglie Livia
Capece Minutolo fece apporre l'epitaffio. |
I Capece Minutolo
si divisero in tre principali linee: quella di Canosa, quella di
San Valentino e quella di Bugnaro.
Un ramo si trasferì in Sicilia ove ottenne varie baronie e il
titolo di principe di Collereale
nel 1853 nella persona di Francesco Capece Minutolo.
Il 7 ottobre 1571
ORAZIO Minuto, comandante della galea napoletana S. Filippo, fu
uno dei primi eroi ad affrontare l’imponente flotta turca al
largo di
Lepanto, causando scompiglio e non poche perdite nelle file
avversarie; indusse così la prima fila dell’armata nemica a
rallentare la corsa. Perse la vita in battaglia ma il suo gesto
eroico consentì alle navi amiche, dotate di cannoni a più lunga
gittata, di affondare un gran numero di galee turche.
GIROLAMO
(† 1563), fu creato barone di San Valentino
nel 1513; il figlio GIOVANNI BATTISTA († 1586) sposò Caterina
della Ratta, figlia di Giovanni
Battista nobile di Capua e di Amalia
Imperato.
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Napoli, monumento funebre
di Giovanni Battista Capece Minutolo (†
1586), barone di San Valentino |
© Napoli - Piatto con le insegne
dei Capece Minutolo |
FABRIZIO
(Mugnano di Napoli, 1684
† 1730),
patrizio napoletano, acquistò il feudo di Canosa nel 1704
ed ottenne nel 1712 il titolo di principe
di Canosa; nel 1706 sposò Giovanna
Cigala, figlia di Don
Giovanni Battista principe di Tiriolo e di donna
Caterina
Caracciolo Pisquizi dei
principi di Marsicovetere.
FRANCESCO († 1705),
barone di San Valentino, fu insignito nel 1660 col titolo di
duca di San Valentino; nel 1662
sposò a Napoli Diana
Carafa della
Stadera, figlia di Ferdinando duca di Laurino.
ALESSANDRO
(Napoli, 1768 †
ivi, 1841),
patrizio napoletano, sposò nel 1815 Livia
Firrao, principessa di Luzzi, Pietralcina e duchessa di
Jelsi.
ANTONIO (Napoli
6-3-1768
†
Pesaro,
4-3-1838), 4° principe di Canosa dal 1817 e
patrizio napoletano, spinto dal padre, fu avviato alla carriera
forense e si distinse nella trattazione delle cause davanti al
Tribunale della Vicaria.
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Antonio Capece Minutolo, principe di Canosa |
Nel
1791 sposò, in prime nozze, Teresa
Galluccio, figlia di Vincenzo duca
di Tora.
Il 23 dicembre 1778 il re di Napoli
Ferdinando IV di
Borbone, sollecitato dalla moglie Carolina d’Austria e dal
suo ministro John Francis
Acton,
all’avvicinarsi delle truppe francesi di Napoleone Bonaparte e,
soprattutto, dal deciso proposito dei giacobini napoletani di
instaurare la Repubblica Napoletana, decise di fuggire a
Palermo.
Il principe di Canosa, nominato membro della
Deputazione Straordinaria per il Buon Governo e per l’Interna
Tranquillità, sulla base di antiche consuetudini, rivendicava
alla città di Napoli il privilegio di rappresentare il Regno in
assenza del sovrano, come era già accaduto altre volte in
passato; reclutò soldati a sue spese e incitò la popolazione
alla resistenza.
Francesco Pignatelli,
principe di Strongoli, vicario generale del regno, si oppose
alle richieste della municipalità e contrastò i piani del
principe Antonio, accusandolo di voler instaurare una repubblica
aristocratica. |
I
repubblicani, tra cui Giuseppe
Riario Sforza, marchese di Corleto, occuparono Castel
Sant’Elmo e, il 20 gennaio 1799, le truppe francesi, appoggiate
dalla strategica artiglieria del forte, che dominava la città,
entrarono in Napoli, guidati da repubblicani napoletani.
Si
instaurò quindi la
Repubblica Napoletana del 1799 e il principe
Antonio Capece
Minutolo fu arrestato; scarcerato dopo la Restaurazione subì di
nuovo l’umiliazione del carcere accusato di
insubordinazione nei confronti del vicario regio.
Scarcerato nel 1801, il principe di Canosa riprese i suoi studi
e diede alle stampe il “Discorso sulla decadenza della
Nobiltà”. Nel 1806, il sovrano di Napoli gli affidò il
compito di difendere le isole di Ponza, Ventotene e Capri, unici
territori che non cadranno nelle mani dei francesi; dopo la
seconda Restaurazione, fu nominato Ministro della polizia
napoletana nel 1816 e 1821. |
Paolina Capece Minutolo della Sonora (1803
†
1877), figlia di
Raimondo (Napoli, 1769
†
ivi, 1827), patrizio napoletano e Maresciallo di Campo, figlio
del citato 4° principe di Canosa, sposò Francesco
del
Balzo dei duchi di Caprigliano, nobile di Capua. |
Paolina Capece Minutolo della
Sonora
(1803
†
1877)
Per gentile concessione del nobile Roberto
Bilotti Ruggi d'Aragona |
Con la morte di
FABRIZIO
(Napoli, 1791
†
Torre
del Greco, 1871), il titolo di principe di Canosa fu conteso tra
i nipoti figli della sorella Rosalia e i figli del fratello
Enrico.
Detta ROSALIA sposò Gaetano
Pagano, marchese di Melito, e nel
1899 il titolo venne riconosciuto alla famiglia Pagano. |
© Napoli - Stemma di Fabrizio Capece
Minutolo, principe di Canosa |
FERDINANDO (Napoli,1828 † San
Vito dei Normanni, 1896) fu decorato nel 1852 col titolo di
marchese di Bugnano;
sposò nel 1851 a Napoli Maria
Dentice
(Napoli, 1832
† ivi, 1905), figlia del conte Luigi principe di Frasso, e di Anna Maria
Serra dei duchi
di Cassano.
VINCENZO ALESSANDRO (Napoli,1854
† ivi, 1921),
nobile dei duchi di San Valentino, nel 1895 sposò Teresa Santasilia, duchessa di Miranda, e nel 1912 gli fu riconosciuto
il titolo di duca di Martina.
FRANCESCO (n. Napoli, 1858 ), nobile dei duchi di San Valentino, nel 1829 fu
insignito col titolo di
duca di Sasso.
Nel 1914 furono riconosciuti ad ERNESTO (Napoli,1886
† 1936)
i titoli di principe di Canosa e patrizio Napoletano.
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© Napoli - Stemma del
Cardinale Capece Minutolo |
© Napoli - Stemma
famiglia Capece Minutolo - metà secolo XVII |
Ferdinando Capece
Minutolo con la consorte Maria ed i figli Vincenzo
Alessandro (Napoli, 1854 † ivi,
1921),
e Francesco (n. 1858). Immagine tratta da: ANCA
Aste |
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Note:
1)
- Libro d'Oro Napoletano - Archivio di Stato di Napoli -
Sezione Diplomatica.
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