Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

Famiglia Sozi Carafa

Arma: inquartato, nel 1° e 4° d’oro, all’orso rampante al naturale (Sozi); nel 2° e 3°  di rosso a tre fasce d’argento (Carafa)
Titoli: patrizi di Benevento, baroni di Poppano, baroni di Santa Maria a Toro, Sant’Angelo a Cupolo, Pastena e Sellitti, baroni di San Nicola Manfredi.
Dimore: San Nicola Manfredi e Napoli.

Lecce, Cattedrale, stemma Sozi Carafa con le insegne ecclesiastiche

L’antichissima e nobile famiglia Sozi o Sozj, originaria di Perugia, è un ramo dei Paolucci; entrambe le famiglie discendono da Paoluccio d’Agato o d’Agatone che nell’anno 760 fu commesso di stabilire le condizioni tra le città di Perugia, Spoleto e Todi.
I primi che nel XV secolo acquisirono il cognome Sozj furono i figli di Francesco Angelo Paolucci; i figli di Giovan Girolamo Evangelista Paolucci presero il cognome Tramontano, quindi, i Sozj e i Tramontano discendono dai Paolucci.
Nel 1389, a seguito della rivoluzione popolare durante la quale furono uccisi brutalmente venti nobili, Giovan Francesco Sozj, chiamato Ceccolino, figlio di Pier Matteo, fu costretto all’esilio; col grado di capitano, si arruolò sotto il comando di Muzio Attendolo, detto Sforza, e nell’anno 1414 si trasferì a Napoli al servizio di regina Giovanna II di Durazzo. Da quell’epoca i Sozj non hanno mai abbandonato il Regno di Napoli.

Antonello, figlio del citato Giovan Francesco, fondò nella terra di Chiusano, in diocesi di Benevento, un beneficio di patronato familiare sotto il titolo della Santissima Annunziata; il figlio Adriano fu il secondo Abate della Santissima Annunziata.
Marcangelo e Giacomo, figli di Nicola (fratello di Adriano), nel 20 gennaio 1536 conseguirono dal Municipio di Napoli un privilegio di cittadinanza napoletana, confermato dall’Imperatore Carlo V con diploma del 22 marzo dello stesso anno.
Detto Marcangelo (
1 settembre 1559) acquistò da Giulio Sifola, con atto di compravendita convalidato da regio assenso del 24 febbraio 1554,  il castello di Poppano, sito in Principato Ultra: impalmò Maddalena Gentile, nobile di Barletta, e con lei generò Federico, Giovanni Andrea, Leonardo Aniello, Carlo, Porzia e Giovanna.
Detta Maddalena Gentile, rimasta vedova, acquistò in nome dei predetti figli, nel 1573 da Mario Moccia le terre di Santa Maria a Toro, Sant’Angelo a Cupolo, Pastene e Sellitti, in Principato Ultra; acquistò, inoltre, da Eligio della Marra il feudo di San Nicola Manfredi con atto redatto a Napoli il 17 gennaio 1575.

Santa Maria a Toro, frazione di San Nicola Manfredi, palazzo baronale

Federico Sozi, figlio primogenito di Marcangelo, ereditò il castello di Poppano e divenne barone di Santa Maria a Toro, Sant’Angelo a Cupolo, Pastena e Sellitti alla morte della madre; sposò la nobile Eleonora Memoli di Napoli ed ebbero una sola figlia di nome Feliciana.
Feliciana Sozi nel 1592, alla morte del padre, ereditò tutti i beni; sposò Luigi Memoli, la cui linea si estinse nella famiglia Capasso, patrizia napoletana del Seggio di Portanova.

Leonardo Aniello Sozi, terzogenito di Marcangelo e di Maddalena Gentile, con atto del 12 gennaio 1577 stipulato dal notaio Geronimo Petrillo, ottenne il feudo di San Nicola Manfredi; sposò Giulia Castagna di Genova, con la quale procreò Ascanio (13-5-1580 11-12-1620) e Giulio Cesare.
Francesco (
10-1-1656), figlio di Ascanio e di Vittoria Giordano nobile di Tramonti, ereditò il feudo di San Nicola Manfredi; sposò nel 1630 Felicita di Gennaro, del Sedile di Porto di Napoli e del ramo dei principi di S. Martino e duchi di Cantalupo.
Alessandro Sozi (Santa Maria a Toro, 1-11-1603
6-3-1679), fratello del citato Francesco, divenne barone di San Nicola Mandredi, essendo morto il fratello senza figli, sposò Artemisia Carafa della Stadera ( 1676) del ramo dei principi di Stigliano e duchi di Mondragone, figlia di Marcantonio del Sedile di Nilo della città di Napoli. A seguito di questo matrimonio, la famiglia Sozi aggiunse al proprio cognome quello dei Carafa.
Niccola Sozi Carafa (San Nicola Manfredi, 16-6-1662
1717), primogenito di Alessandro e di Artemisia Carafa, nel 1694 acquistò dal cardinale Orsini la cappella sotto il titolo di S. Giovanni Crisostomo nella chiesa metropolitana di Benevento; la sua famiglia e quella del fratello Giuseppe furono aggregate nel 1695 al patriziato di Benevento.
Il citato Niccola, negli anni 1697, 1701, 1705, 1709 e 1711, fu scelto quale Console rappresentante il ceto dei nobili; sposò nel 1701, in seconde nozze,  Anna Maria Merenda, figlia di Giovan Battista, patrizio di Aversa e Cosenza, e di Francesca di Donato. Ebbero quattro figli: Francesco Maria, Ferdinando (Abate del citato Beneficio gentilizio della SS. Annunziata), Felice che fu Monaco, Alfonso ed Artemisia, deceduta in tenera età.

Detto Alfonso (San Nicola Manfredi, 7-3-1704 Lecce, 19-2-1783), professò i voti nella Congregazione dei Somaschi; fu lettore di filosofia, teologia e matematiche nel Collegio Clementino in Roma, che per anni governò da Rettore. Il 23 luglio 1743 fu nominato vescovo di Vico Equense dal Papa Benedetto XIV e nel 1751 vescovo di Lecce.

Cattedrale di Lecce, monumento con il sepolcro di Alfonso Sozi Carafa, vescovo di Vico Equense e poi di Lecce

Francesco Maria Sozi Carafa (San Nicola Manfredi, 14-10-1702 Napoli, 17-9-1752), fratello maggiore di Alfonso, con preambolo della Gran Corte della Vicaria del 16-4-1717, ereditò il titolo di barone di San Nicola Manfredi; sposò nel 1718 Beatrice Parisio, figlia di Giacinto, marchese di Panicocoli e patrizio di Cosenza, e di Ippolita Capecelatro, patrizia napoletana del Sedile di Capuana. Egli intraprese il mestiere delle armi e nel 1743 ottenne dal re Carlo di Borbone il comando di una compagnia; militò da prode nella campagnia di Velletri del 1744. Ripristinò nel suo feudo il Monte dei poveri fondato nel 1620 da Francesco Sozi che era stato soppresso dal cardinale Orsini, arcivescovo di Benevento.
Francesco Maria e Beatrice Parisio ebbero un solo figlio, Niccola 2° (San Nicola Manfredi, 2-9-1721
Napoli, 15-3-1781), che divenne barone nel 1752 e, come il padre, intraprese la carriera militare raggiungendo il grado di capitano di fanteria. Sposò nel 1753 Francesca Marzati, figlia di Pietro patrizio di Sorrento e di Teresa Antonolfi dei marchesi di Castelnuovo; nel 1767 fu insignito della Croce di giustizia del S.M.O. Costantiniano di San Giorgio.
La Famiglia risulta ascritta nell’Elenco Ufficiale Italiano del 1933, col titolo di Nobile (pers.) e col predicato di San Nicola Manfredi in persona di: Giulia Sozi Carafa (nata a Modica il 21-12-1847), maritata nel 1880 con il marchese Francesco Sersale, patrizio napoletano; e la sorella Maria (n. 8-12-1849) maritata a Napoli nel 1901 con il nobile Ludovico dei conti de Cillis, patrizio di Benevento.

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Bibliografia:
- Vittorio Spreti, “Enciclopedia storico-nobiliare Italiana”, Arnaldo Forni Editore, 1978.
- Erasmo Ricca, “La nobiltà del Regno delle Due Sicilie”, Napoli, 1839.
- Francesco Bonazzi di Sannicandro, “Famiglie nobili e titolate del Napolitano”, Arnaldo Forni Editore, 2005.
- Biagio Aldimari, “Memorie Historiche di diverse famiglie nobili, così Napoletane, come forestiere…”, Napoli 1591.
- Lorenzo Giustiniani , “Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli”.
- G.B. di Crollalanza, “Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti”, Pisa 1896.
- S.M.O. Gerosolimitano di Malta “Elenco storico della Nobiltà Italiana”, 1960.


Continua sul sesto volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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