
Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano,
ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano,
appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano
dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Lecca
Ducagini Guevara Suardo |
Arma: d’argento, alla torre al naturale torricellata di
tre pezzi, con l’aquila di nera bicipite coronata, nascente
sulla torre.
Titoli: Duca |

Roma, stemma Lecca Ducagini
Guevara Suardo |
La famiglia Lecca discende degli antichi Dukagini,
principi di Zadrìma, nell’Alta Albania
(1).
Giorgio Castriota
detto Scanderbeg, re di Albania, il 26 giugno
1444 vinse la battaglia di Torviollo contro i Turchi; fu
accolto trionfalmente al suo ingresso a Croia (Albania)
dai principi Paolo Dukagini, Teodoro Corona
Musacchio, Lecca Zaccaria Altisferi e Costantino, figlio
di Arianita; tutti gli baciarono la mano in segno di
fedeltà.
Re Alfonso I
d’Aragona dichiarò guerra ai Turchi e, con
lettera del 28 giugno 1444, chiese il sostegno di Giorgio Castriota; Paolo Dukagini, appoggiò lo Scanderbeg,
persuadendo i capi albanesi ad allearsi con il Re di
Napoli, mettendo in campo un esercito di 15.000 uomini. Il principe
Paolo Dukagini offrì 5.000 uomini; ebbe per figlio
Lek Dukagini.
Dopo 20 anni fu il re
Ferdinando I
d'Aragona a chiedere aiuto,
ed il Principe Paolo Dukagini, memore degli aiuti ricevuti in
passato, rispose subito all'appello del Papa, radunando
un esercito e portandosi in Calabria e Puglia.
Dopo la
morte dello Scanderbeg continuò l’esodo del popolo albanese;
la moglie del Principe Albanese e il figlio Giovanni si
stabilirono a Napoli.
Demetrio Lecca
(Drimades, località nei pressi di Dhermi in Albania, 24
aprile 1779 †
Napoli, 21 aprile 1862), albanese d'Epiro
(2), fu tenente generale
dell’Esercito Napoletano, ispettore generale della
Fanteria di Linea nel 1860, cavaliere di diritto dell’Ordine
di San Giorgio della Riunione (23-4-1819),
cavaliere dell’Ordine del Santo Salvatore di Grecia,
dell’Ordine di Sant’Anna di Russia e di San Michele di
Baviera.
Il poeta albanese Girolamo De Rada (1814 †
1903) gli dedicò la sua opera del 1836 “Il Milosào”(3);
in quell'anno Demetrio, assai benvisto alla corte
Borbonica, a cui aveva giurato fedeltà come maresciallo
brigadiere,
dette le dimissioni all’entrata di Garibaldi a
Napoli.
Fu sepolto nel monumento eretto dal figlio
Achille (Napoli,
7 febbraio 1832 †
Napoli, 9 febbraio 1900) capitano di Seconda Classe
dell’Arma del Genio dell’Esercito delle Due Sicilie;
anch’egli, come il padre, non volle entrare
nell’esercito sabaudo. |
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Napoli, Chiesa dei SS.
Pietro e Paolo, monumento funebre di Demetrio Lecca. A
destra: stemma Lecca con le onorificenze |
L’antichissima famiglia Suardo, duchi di
Castellairola (Castel d’Airola), godeva di nobiltà a
Napoli
fuori Piazza, innalzava per arma: di rosso, al
leone fasciato d’oro e d’argento. |

Stemma Suardo |
Nel 1638
Orazio Suardo,
insieme ad altri 37 cavalieri Napoletani, fu uno dei
fondatori del MONTE GRANDE DE’ MARITAGGI di Napoli,
istituzione benefica con lo scopo di assicurare una
cospicua dote alle fanciulle aristocratiche che si
sposavano
(4). |
L’illustre e antica
famiglia Guevara,
ascritta al Patriziato Napoletano del
Sedile di Nilo,
possedeva numerosi feudi e titoli tra i quali:
duchi di Bovino
(1575) e
Castellairola
(per successione casa Suardo – anzianità 1638),
marchesi di Arpaia,
conti di Potenza,
Ariano
e
di Savigliano
(1700).
Arma:
inquartato, nel 1° e 4° d'oro a tre bande d'argento, filettate
di nero e caricate ciascuna da tre fiocchetti d'ermellino; nel 2°e 3° di rosso con cinque foglie di
pioppo d'argento disposti 2-1-2.

Napoli - Stemma di
B. Antonio Guevara, duca di Bovino |
Giovanni Maria Guevara (†
27-7-1775), patrizio napoletano, duca di Bovino e conte di Savignano, sposò
nel 1731 Anna Maria Suardo, duchessa di Castel d’Airola
e Signora del feudo rustico di Carbone, in
Terra di Lavoro,
che generò Prospero (†
1799) il quale, con decreto della Gran Corte della
Vicaria dell’8 agosto 1775, fu dichiarato erede dei beni
feudali del padre ottenendo così i titoli di duca di
Bovino, duca di Castel d’Airola e Conte di Savigliano.
Il citato Prospero Guevara Suardo sposò Anna
Cattaneo
dei principi di S. Nicandro. |
Il cavaliere Giulio Maria Lecca Ducagini (Napoli,
1859 † 1927), figlio del citato Achille (1832 †
1900) fu adottato da Prospero Guevara Suardo (n. Napoli,
1841), patrizio napoletano, duca di Bovino e di Castell’Airola,
conte di Savignano, figlio del duca Giambattista
(Napoli, 1819 †
ivi, 1882), cavaliere del
Reale Ordine di San
Gennaro, ed aggiunse al proprio cognome
Guevara Suardo. Sposò nel 1899 a Pozzuoli Maria Guevara
Suardo dei duchi di Bovino (Napoli, 1867 † Roma, 1931),
sorella del citato Prospero, già vedova di Giuseppe
di Sangro,
patrizio napoletano, conte di Buccino. Con R.D. del 1914
ottenne il titolo di Duca.
I predetti coniugi nel febbraio del 1900 ebbero per
figlio il duca Achille Lecca Ducagini Guevara
Suardo. Quest'ultimo, in tempi successivi, adottò
Vittorio, i cui suoi cinque figli nei giorni
nostri proseguono la dinastia. |
Roma, palazzo Lecca
Ducagini Guevara Suardo |
Si
ringrazia Flavio Zambelli, curatore del sito web
www.artarchivio.com
, che con il suo contributo ha
reso possibile la realizzazione di questa pagina. |
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Note:
(1) -
Michele Marchianò “L'Albania e l'opera di
Girolamo De Rada”, V. Vecchi Tipografo-Editore, Trani
1902.
(2) - L'Epiro è regione facente parte
dell'Albania meridionale e
della Grecia nord-occidentale.
(3) - Poesie Albanesi di Girolamo De Rada, Prima Parte,
Canti di Molosào. – Fibreno, Napoli, 1847
(4) -
Istituirono il Monte Grande de’ Maritaggi
38 nobili, essi furono: Tommaso (detto anche Giovan
Tommaso)
Filangieri
figlio di Luigi barone di San Lorenzo e Filetto dei
duchi di Laurino, Scipione
Filomarino
Mastro di Campo, Carlo
Dentice delle Stelle,
Pacido
Dentice del Pesce,
Carlo
Cavaniglia
marchese di San Marco, Landolfo
d'Aquino,
Giovanni d'Aquino, Alfonso del Doce duca di Cufriano,
Giulio
Caracciolo,
Carlo Andrea Caracciolo marchese di Torrecuso, Ettore
Caracciolo marchese di Barasciano, Giovan Francesco
Caracciolo, Giuseppe Caracciolo principe di Torella,
Marcantonio
Carafa,
Carlo
della Leonessa
principe di Sepino, Donato
Coppola
duca di Cassano, Fabrizio
de Silva,
Federico
Pappacoda
marchese di Pisciotta, Orazio
di Gennaro,
Francesco
Galluccio,
Ottavio
Guindazzo,
Giovan Battista
Brancaccio
di Cesare, Ferrante Brancaccio di Rinaldo principe di
Ruffano, Paolo Marchese marchese di Camarota, Giovan
Francesco
di Sangro
principe di Sansevero, Scipione di Sangro duca di
Casacalenda, Giovan Battista di Sangro principe di
Viggiano, Goffredo
Morra
marchese di Monterocchetta e Principe di Morra, Vincenzo
Mora, Ottavio
Monaco,
il Consigliere Tommaso
de Franchis,
Andrea de Franchis marchese di Taviano, Francesco Maria
di Somma, Carlo
Spinello
principe di Tarsia, Giovan Battista Pisanello, Antonio
Castigliar marchese di Grumo, Orazio Suardo e
Vincenzo
del Tufo.
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Bibliografia:
- Erasmo Ricca, “La nobiltà del Regno delle Due Sicilie”,
Napoli, 1839.
- Roberto M. Selvaggi, “Nomi e volti di un esercito
dimenticato”, Grimaldi & C. Editori, Napoli 1990.
- Lorenzo Giustiniani , “Dizionario geografico-ragionato
del Regno di Napoli”.
- Biblioteca Universitaria di Napoli, “Imprese ovvero
stemme delle famiglie italiane” di Gaetano Montefuscoli
- Archivio di Stato di Napoli, Libro d'Oro Napoletano,
Tavole genealogiche di Serra di Gerace.
- Storia di Scanderbeg (Giorgio Castriota) Re d’Albania
(1412-1468) pel vescovo Fan S. Noli, versione di
Francesco Argondizza, Tipo-Litografico V. Ferri, Roma,
1924 |
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