
Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano,
ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano,
appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano
dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia de
Gemmis |
Arma:
d'azzurro, alla fascia d'argento, accompagnata nel capo da tre
gemme rilucenti disposte in fascia, in punta da una scala d'oro
a cinque pioli posta in banda.
Titolo: Baroni |

© Stemma con le insegne delle Famiglie de
Gemmis e Maddalena, imparentate |
Antica nobile
casata che ha origine da una famiglia patrizia romana,
trapiantata nel Regno di Napoli al tempo delle invasioni
barbariche.
Inizialmente si stabilì ad Amalfi, dove Pantaleone Comite e suo
figlio Maurus donarono le celebri porte della cattedrale di
Amalfi come attestato dalle incisioni esistenti ancora nei
bronzi fusi a Costantinopoli. Nel secolo XI,
all’epoca della formazione dei cognomi, una congiunta Gemma
donò alla famiglia un importante lascito di terre, da allora gli
eredi si chiamarono dapprima “de Gemma” e, solo più
tardi,“de Gemmis”.
Su questa casata
scrive diffusamente Gaetano Valente in “Testimonianze per
Gennaro de Gemmis, Mezzina, Molfetta 1990”. Tra i de Gemmis
più illustri possiamo citare:
Tommaso de Gemmis che nel 1327 fu feudatario di Castrum
Oris (Castel Foce) in
Abruzzi Ultra.
Diomede de Gemmis
(1450 † 1506), castellano di Gaeta e cognato di Andrea Caiano
Governatore di Milano durante l’Impero di
Carlo V.
Nicola
de Gemmis, primo console della città di Lubecca, nel 1520 diede
la sua protezione a Gustavo Ericson, Re di Svezia finchè non
ebbe la possibilità di tornare in patria.
Leonardo de Gemmis (1490 † 1558) fu prestigioso avvocato
della Udienza di
Capitanata a Lucera e Cavaliere dell’Ordine di
Calatrava.
Antonella de Gemmis fu Contessa di
Gambatesa.
Giovanni
de Gemmis (1560 † 1629) fu nobile napoletano, governatore di
Canosa sotto il dominio del principe Grimaldi di Monaco. Nel
1613
Re Filippo III da Madrid diede conferma della nobiltà
generosa e dello stemma di famiglia.
Pellegrino
de Gemmis fu dottore in legge e feudatario di S. Nicola de
Calcidiis in Abruzzi Ultra. Le sue due figlie
Maria Teresa
e Girolima
sposarono rispettivamente un
Acquaviva d’Aragona ed il Duca Vincenzo
Coscia.
MARIA,
nel 1788, sposò Francesco
Morelli
di Rogliano.
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Francesco Domenico de Gemmis (1664†1712),
ingegnere fisico. |
Francesco
Domenico
de Gemmis (1664 †
1712), ingegnere fisico, ebbe per figlio nel 1700 a Terlizzi
TOMMASO de Gemmis (1700 † 1761)
che sposò Francesca MADDALENA BRUNI di Cannavalle, nipote del
Ministro Ferrante Maddalena di antica famiglia patrizia romana.
Per molti anni amministratore di Terlizzi, Tommaso costruì nel
1748 il Palazzo monumentale di famiglia, oggi di proprietà della
linea genealogica primogenita. Dagli scritti dell’epoca, si
legge che il palazzo vanvitelliano, per la sua maestosità e per
la solennità della facciata conferiva prestigio e decoro
all'intera città. Il maestoso edificio è in pietra lavorata e
mostra un ricco portale con balconata in pietra sormontata dal
grande stemma dei de Gemmis. |

Antica foto del Palazzo monumentale della famiglia de Gemmis. |
A cavallo tra XVIII e XIX secolo i
fratelli de Gemmis con il loro potere e prestigio dominarono la
provincia.
FERRANTE de Gemmis (1732 † 1803)
fu dottore in legge, celebre filosofo e letterato ed illustre
esponente dell’illuminismo. Fu istituito nel 1752 erede
universale dei Maddalena, con l’obbligo dell’aggiunta del
cognome. Aggiunse il motto di famiglia allo stemma: “SEMPER EADEM”. |
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A sinistra le “Lettere familiari” di Antonio Genovesi che
testimoniano l’intensa corrispondenza con
Ferrante de Gemmis. A destra una incisione dell’epoca che ritrae
il filosofo. |
Giuseppe de Gemmis
(Terlizzi, 1734 † Napoli, 1812), figlio di Tommaso e di
Francesca Bruni Maddalena, fratello di detto Ferrente, fu
illustre magistrato, Ufficiale Maggiore nella Segreteria
dell’Ecclesiastico e Presidente della
Regia Camera della Sommaria a Napoli. Sposò a Napoli donna
Candida
Giordano dei duchi di Oratino. |
© Napoli - Busto ed epitaffio in
ricordo di Giuseppe de Gemmis |
Gioacchino
de Gemmis (1746 † 1822), laureato in entrambi i diritti fu
vescovo di Lystria, di Melfi e di Rapolla e magnifico Rettore
dell’Università degli Studi di Altamura, dove diede innovativo
impulso con numerose riforme culturali.
Nel 1799 durante la Rivoluzione di Altamura rischiò la vita
mischiandosi ai combattenti per portare la sua parola di pace.
Fu decorato della croce di Cavaliere del Regno delle Due Sicilie. |

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Mons. Gioacchino de Gemmis rettore dell’Università degli Studi
di Altamura |
Giovanni Andrea de
Gemmis (1748 † 1834) laureatosi in diritto, fu giudice, avvocato
fiscale della Gran Corte della Vicaria in Napoli ed infine
Consigliere della Suprema Corte di Giustizia.
Le figlie di Ferrante, Elisabetta e
Cecilia sposarono rispettivamente un de Samuele Cagnazzi di
Altamura e Don Pietro Lupis, patrizio di Giovinazzo.
Dei de Gemmis di epoca più recente
citiamo:
Ferrante de Gemmis,
Barone di Castel Foce, sposò Donna Maria Giuseppa
Fieschi Ravaschieri
Dentice dei duchi di Roccapiemonte. Si laureò in
giurisprudenza, in matematica ed in fisica, raggiungendo il
grado di Referendario del S. Consiglio di Cancelleria. Fu
Cavaliere di Giustizia dell’Ordine Costantiniano.
VINCENZO
de Gemmis, Barone di Castel Foce, sposò Laura de
Vito Piscicelli
dei Conti de La Cruz Ahedo e si trasferì a Napoli.

Scorcio di Villa de Gemmis a Posillipo
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GIULIO
de Gemmis sposò a Napoli D. Januaria
Caracciolo dei
Principi di Pettoranello.
Michele de
Gemmis (1799 † 1871) sposatosi con la Nobile Maria Schettini si
trasferì nell’antico Palazzo de Gemmis in Piazza Cavour a
Terlizzi. Fu illustre Giudice di Tribunale Civile, scrittore
giuridico e autore di numerose pubblicazioni. Fu Cavaliere di
Giustizia ed Inquisitore del Sacro Militare Ordine Costantiniano
di San Giorgio. La sua discendenza darà origine al ramo
residente a Treviso della famiglia. |

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Stato attuale del “Palazzo vecchio” in cui abitò il giurista
Michele de Gemmis e passò di proprietà
al figlio Tommaso de Gemmis (1854 † 1942). |
Nicola
de Gemmis (1818 †
1898), laureato in
giurisprudenza,
in
lettere
ed in
filosofia
fu nominato da
Giuseppe
Garibaldi
nel
1860
primo sindaco di
Bari
del
Regno
d'Italia.
Il 7 ottobre dello stesso anno fu inviato a porgere i saluti al
Re
Vittorio
Emanuele II
che entrava a
Napoli.
Fu varie volte Consigliere e deputato e per parecchi anni fu
vice Presidente del Consiglio. A lui è intestata una strada di
Bari.
Sposò D. Marianna Catino Mazzacchera dei Duchi di Castel
Garagnone.
Giuseppe de Gemmis (1865
†
1959) sposò Elvira Jannuzzi, fu Cassiere Principale della Banca
d’Italia a Roma e Cavaliere della Corona d’Italia.
MARIANNA
de Gemmis fu Marchesa di Canneto, moglie del Ministro
Plenipotenziario D. Vito Pappalepore Nicolai.
Gennaro
de Gemmis (1904 †
1963) laureatosi nel
1928
in
ingegneria
e poi in
chimica,
riunì una raccolta di 100.000 pergamene, 60.000 documenti 200
manoscritti e 28.000 volumi rarissimi sulla storia della Puglia.
La collezione fu posta inizialmente nella sua abitazione a
palazzo de Gemmis in
Bari,
poi, trasferitosi per le vicende belliche a villa de
Gemmis in viale de Gemmis a Trani, sistemò la collezione in una
villa-castello nei pressi di
Terlizzi,
villa San Giuliano. A Terlizzi costruì una stazione agraria
sperimentale, specializzata in
floricoltura,
con tecniche avanzate e serre attrezzate.
Collezionò piante rarissime dai suoi viaggi in tutto il mondo
conducendo esperimenti di modificazione genetica per permetterne
la coltivazione delle piante alle latitudini in cui viveva.
Ideò alberi di pere a sviluppo orizzontale sperimentò metodi
oggi alla base della coltivazione dei fiori. |

©
Bari - Arma con le insegne de Gemmis e de Introna |

Bari,
Palazzo de Gemmis |
Il 15 maggio 1960 fu inaugurata la Biblioteca Provinciale
"Gennaro de Gemmis", oggi ospitata nella Chiesa di Santa Teresa
dei Maschi a Bari. Dal 1989 la villa di San Giuliano è sede
dell'Istituto Professionale per l'Agricoltura di Terlizzi a lui
intestato. |

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Una sontuosa sala della Villa de Gemmis di San Giuliano a
Terlizzi. |
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