Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

Vercillo

Arma:
la più antica:
d'azzurro, alla fascia d'oro accompagnata in capo da tre stelle a sei punte male ordinate, ed in punta da un giglio, il tutto d'oro.
ramo baronale: troncato da una fascia d'oro: nel 1° d'azzurro, alla cometa fiancheggiata da due stelle a sette punte, d'oro; nel 2° di rosso, ad un giglio d'oro.
Dimore: Cosenza, Rende e San Vincenzo la Costa.
Titoli: baroni.


© Rende, Chiesa Madre, stemma famiglia Vercillo

Antica famiglia calabrese di cui  le prime notizie documentate risalgono ai primi anni del ‘500 a Rende in provincia  di Cosenza (1), dove era iscritta tra le famiglie nobili. Il nome era Virgili in epoca remota, poi trasformato in Vercillo durante un breve soggiorno in Sicilia(2). Agli inizi del ‘500 a Rende esisteva un Arco dei Vercilli(3).
Nel 1515 Francesco Vercillo era giudice annuale di Rende ed un quartiere della cittadina, già allora, era denominato “Li Vercilli” dove la famiglia, allora poco numerosa, dimorava
(4).
Nel gennaio 1530 Giovan Pietro de Vercillis stipulò i suoi capitoli matrimoniali con Imperatrice de Merasco. Da tale matrimonio derivarono cinque linee della famiglia tra le quali quella che nel primo ‘700 assunse al titolo di barone di S. Vincenzo, portando piccole modifiche allo stemma originario.
Verso il 1640 i Vercillo sottoscrissero una pace scritta con altre famiglie a seguito di diverse uccisioni e ferimenti avvenuti tra loro per motivi presumibilmente legati alla mancata iscrizione di nuove famiglie alla nobiltà di Rende
(5). Ma le uccisioni continuarono e nel 1642 si dovette procedere ad una nuova ratifica di pace con pene molto severe(6). Nel 1712 Matteo Vercillo (1685 1756) era governatore di Montalto mentre suo fratello maggiore Francesco acquistò il feudo di Curti o Santa Croce in territorio di Rende; sua figlia, Maria, sposò nel 1738 Giuseppe Guzzolini che nell’anno 1724 fu ricevuto nel S.M.O. di Malta; nei capitoli matrimoniali si era costituito anche Matteo Vercillo, barone di San Vincenzo, zio della sposa.(7). Nell'agosto del 1735 lo stesso Matteo Vercillo, marito di Giovanna Cavalcanti degli antichi duchi di Torano, acquistò la baronia di San Vincenzo, oggi San Vincenzo la Costa in provincia di Cosenza(8). In gioventù Matteo Vercillo si era laureato a Napoli in Utroque Jure, e nel 1716 aveva ricoperto la carica di foriere della Nuova Milizia del Battaglione a Cavallo del ripartimento di Caggiano in Principato Citra(9).


Rende, Chiesa Madre, altare ligneo del '600 dedicato a S. Carlo, con arme Vercillo.

Dal matrimonio di Matteo Vercillo con Giovanna Cavalcanti nacquero diversi figli: Domenico, che rinunciò alla successione feudale a favore del fratello minore Pasquale, e poi Leone, Girolamo, Teresa e Vittoria.
Pasquale (1732
1792) sposò Aurora d’Amato dei patrizi di Amantea figlia di Cristofaro e sorella del poi famoso generale napoleonico Luigi d’Amato(10).  Pasquale da Aurora d’Amato ebbe 16 figli. Tra questi il primogenito Matteo, Francesco, Emanuela che nel 1784 stipulò capitoli matrimoniali con Alfonso Barracco patrizio di Cosenza(11).
Pasquale fu un importante imprenditore nel suo tempo e si dedicò alla commercializzazione internazionale della pasta liquerizia, esportandola già dal 1762 in Olanda con navi che andavano direttamente nei porti di Amsterdam, la più importante piazza commerciale assieme a Londra in quel tempo
(12).
Matteo figlio di Pasquale, nel 1810 fu presidente del Consiglio provinciale di Calabria Citra e morì nel 1813
(13).

Da Rachele Marincola dei baroni di S. Floro, ebbe, tra altri, Antonio, Luigi, e Ferdinando.
Antonio rimase celibe ed alla sua morte gli successe Luigi che aveva sposato Isabella de Nobili di Catanzaro, mentre il fratello Ferdinando sposò Giulia Marincola e si stabilì a Catanzaro(
14) dando origine ad una linea estintasi dopo 3 generazioni. Luigi inviato a Napoli a studiare alla Nunziatella divenne paggio di Gioacchino Murat con decreto del 29 marzo 1809. Seguì Murat nella spedizione poi fallita in Sicilia, e venne nominato capitano il 24 luglio 1814 (15).
A Napoli Luigi Vercillo rimase fino al 1835 prima di ritirasi a San Vincenzo a seguire gli affari di famiglia
(16) dal grande palazzo cinquecentesco che era stato ampliato dal suo bisavo Matteo.
Nel 1848 Luigi (1793
† 1872) venne chiamato ad occupare la carica di Intendente a Chieti con decreto di re Ferdinando II del 29 febbraio di quell’anno(17), ma considerato un liberale fece rinuncia, a seguito dei Moti  di Napoli, nel marzo 1849. Proprio in quel periodo i tre figli maschi di Luigi: Matteo, Ferdinando ed Edoardo erano indagati per cospirazione, indagini che si conclusero solo dopo molti mesi con un esilio volontario di Ferdinando per quasi un decennio tra Torino, Firenze e Pisa(18). Luigi Vercillo venne nominato Senatore del Regno con decreto del 24 maggio 1863, e morì a Napoli nel 1872 (19).


Senatore Luigi Vercillo (1793 † 1872)


Isabella de Nobili, moglie del Senatore Luigi Vercillo

Matteo Vercillo (1820 † 1905) primogenito di Luigi sposò Laura Arena da famiglia di proprietari terrieri della provincia di Caserta, e con lui continua il ramo primogenito della famiglia. Organizzò nel 1881 la cavalcata a Cosenza di 28 gentiluomini cosentini dalla Stazione al Palazzo della Prefettura di Cosenza, e viceversa, in occasione della visita dei reali Umberto I e Margherita di Savoia(20). Ferdinando si dedicò all’amministrazione dei beni terrieri, mentre Edoardo morì in ancor giovane età dopo essersi sposato. Tutti ebbero discendenti (21).


Barone Matteo Vercillo (1820 † 1905)


Barone Ferdinando Vercillo, figlio del Senatore Luigi


Edoardo Vercillo, fratello di Ferdinando. Foto 1860 circa

Il terremoto del 1906 distrusse importanti monumenti a Montalto Uffugo tra i quali la Madonna della Serra, danneggiò anche il palazzo dei Vercillo a S. Vincenzo che preferirono abbandonarlo in quanto instabile. Matteo vendette la sua quota ad abitanti locali, e si costruì un palazzo più piccolo a San Fili.
Il figlio di Ferdinando di nome Emilio, si costruì un palazzo a San Vincenzo in stile neoclassico che esiste ancora oggi ma non più della famiglia.


San Vincenzo, Palazzo Vercillo


San Vincenzo, Palazzo Vercillo, ingresso Cappella


San Vincenzo, Palazzo Vercillo, interno.

Vannio Vercillo (Montalto Uffugo, 7 dicembre 1910 12 novembre 1942), figlio del barone Emilio ( 1930) e della seconda moglie Erminia Prota, a 21 anni conseguì il brevetto di pilota e l’anno successivo, nel 1932, venne abilitato al pilotaggio di aerei S.59 bis, nel 1934 a quelli CA-111bis, nel 1936 a quelli S.55, nel 1936 a quelli CANT-Z 501. Nel 1938 fu nominato Sottotenente ruolo naviganti dell’83° Gruppo Autonomo. All’inizio della II guerra mondiale comandava la base degli idrovolanti di Vigna di Valle; partecipò a varie missioni di guerra sia in Francia che nel Mediterraneo.
Nel 1941 fu decorato con medaglia di bronzo come primo pilota di veicolo di ricognizione marittima e nel 1942 meritò sul campo una medaglia d’argento.


Vannio Vercillo (1910 1942)

Il 12 novembre 1942, facendo parte del Corpo del 45° Stormo T, reparto 47° squadriglia T, partecipò alla missione umanitaria di far rientrare in Italia centinaia di profughi italiani che in Libia avevano perso tutto.
La squadriglia aerea, col suo carico di italiani, diretta a Capua, al largo di Pantelleria fu attaccata da caccia inglesi. I primi aerei italiani furono abbattuti, poi fu colpito l’S.82 guidato da Vannio Vercillo che alle ore 16:40 di detto giorno ebbe il messaggio, dalla base piu’ vicina, di lanciarsi col paracadute, ma il tenente, per salvare la vita ai 18 passeggeri tra i quali donne e bambini, tentò un ammaraggio. Rinunciò così a salvarsi la vita. Il veicolo toccò la superficie del mare, ma poiché il serbatoio era stato colpito dalle mitraglie nemiche, l’aereo scoppiò al contatto con l’acqua.
Furono immediatamente inviati i soccorsi, si recuperò un aviere armiere, ferito dai colpi di arma da fuoco, ed una sola passeggera nativa di Montemarano in Caserta; tutti gli altri, dispersi in mare, non vennero trovati.
A Vannio Vercillo, per l’atto dell’eroico sacrificio, fu concessa una seconda medaglia d’argento ed una seconda di bronzo alla memoria al valor militare
(22).

Il casato, oltre alle famiglie già citate, si imparentò con i Miceli di Serradileo, i Garofalo di Giungano, i de Matera, ed altre.


Stemma Vercillo della metà dell'800 in marmo di Carrara.

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Note:

(1) -  F. von LOBSTEIN, Settecento Calabrese, Napoli, 1973, Fiorentino editore, pp. 436-437.
(2) -   G. VERCILLO, Origine e progresso del culto di Santa Maria di Costantinopoli, Napoli 1834, pp. 82-83.
(3) -  L. VERCILLO, Due manoscritti autografi e un’opera a stampa di Rende, a cura di Valdo Vercillo, Rende 1997.
(4) -  M. PUTATURO DONATI VISCIDO di NOCERA, La nobiltà di Rende in Calabria, in “Notiziario dell’Associazione Nobiliare Regionale Veneta” n. 8, 2016, La Musa Talia, Lido di Venezia, pag. 213.
(5) -  Ivi, p. 213.
(6) -  M. PUTATURO DONATI, Profili di storia dell’Ordinamento amministrativo della città di Cosenza e delle istituzioni pubbliche dal XII al XIX secolo, le carte degli archivi gentilizi dei Barracco e dei Donati, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2000, p. 211, n. 12 in Archivio di Stato di Cosenza, sezione notarile, notaio Francesco Maria Scavelli di Cosenza, anno 1642, 29 gennaio, ff. 53r -58r.
(7) - Ivi, p. 213. A. MICELI di SERRADILEO,
"Gli inventari della chiesa di San Giovanni Gerosolimitano a Cosenza dal 1632 al 1761" in L'Ordine di Malta e la Calabria  dal XII al XVIII secolo, Storia, arte, religione, società", Atti del Convegno di Studi Bisignano 23 giugno 2008, a cura di Luigi Falcone, Castrovillari, AGM, 2011, p.29 (21-30). Notaio Vincenzo Assisi di Cosenza, scheda n° 84, 12 luglio 1724, cc. 142 r - 142 v (Vestizione dell'abito di Malta di Giuseppe Guzzolini).
(8) -  C. NARDI, Eventi risorgimentali (1848 - 1861) Il Senatore Luigi Vercillo e i figli Matteo, Ferdinando, Eduardo, Cosenza, Casa del Libro, 1970. p.6.
(9) -  Ivi, p. 6.
(10) -  Su lui vedi A. MICELI di SERRADILEO, La nobiltà ad Amantea nel decennio francese (1806 -1815) in “Amantea Eroica” fatti e Personaggi di Amantea durante l’antico regime e il decennio napoleonico,” atti del Convegno di studi nella ricorrenza del bicentenario dell’assedio Amantea 28 agosto 2007, in “Quaderni dell’Arciconfraternita dell’Immacolata”, n. 2, Castrovillari, AGM, 2008, pp. 47-49; F. AMATO, Il barone Luigi Amato di Amantea un condottiero quasi sconosciuto, ivi, pp.59-66.
(11) -  A. MICELI di SERRADILEO, Nuovi documenti sul commercio internazionale della liquerizia nella Calabria Citeriore tra ‘700 ed '800 in “Archivio Storico per le province napoletane, vol. CXXXII, 2014, p.307.
(12) -  Ivi, pp. 305-306.

(13) -  Ivi, p. 309, note 44 e 45.
(14) - NARDI, Eventi risorgimentali, cit., p. 9
(15) - Ivi, p. 10
(16) - Ivi, p. 14
(17) - Ivi, p. 46
(18) - A.MICELI di SERRADILEO, Il barone Ferdinando Vercillo e la fotografia a metà Ottocento, Castrovillari, AGM. 2011, pp. 9-16.
(19) - NARDI, cit., p. 232
(20) - NARDI, cit. p. 250
(21) - Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, 1973-1976, Roma, Collegio Araldico.
(22)
- Testo di Amedeo Miceli di Serradileo, “Vannio Vercillo, Un Eroico Tenente Pilota Nella Seconda Guerra Mondiale”, per gentile concessione del mensile Cultura e Società di cultura e informazione diretto da Anita Frugiuele a Cosenza, 2016


Casato inserito nel quinto volume di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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