Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

Stemma Famiglia del Tufo

Famiglia del Tufo

Arma: di nero con un innesto in punta d'argento, col capriolo del medesimo, accompagnato nel capo da un lambello a tre pendenti d'oro.

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© Napoli - Stemma Famiglia del Tufo

La famiglia del Tufo, originaria di Aversa (CE), prese il cognome dal feudo di Tufo (AV), in Principato Ultra, all’epoca teatro di battaglie durante l'intero Medioevo in particolare tra gli Svevi e gli Angioini, ed oggi famosa per la produzione del pregiato vino doc “Greco di Tufo”.
Le prime notizie risalgono al 1109 con RAONE barone di Tufo.
ROBERTO dello Tufo, ai tempi di re Guglielmo II detto il Buono, fu barone di Montefredano (AV).

SIMEONE, Signore di molte terre in Aversa e barone di Tufo, partecipò nel 1266 alla battaglia di Benevento.
ETTORE fu creato Cavaliere da Carlo I d’Angiò, dal 1283 al 1289 fu governatore di tutti i porti del Regno; il figlio BERARDO fu vicerè di Principato Citra e di Principato Ultra.
Il Casato passò in Napoli dove fu ascritta alla nobiltà fuori Seggio e fu una delle 29 famiglie fondatrici del Monte e fu tra le famiglie fuori Piazza aggregata al Monte di Manso.
Vestì l’abito di Malta nel 1597 e fu decorata, nei suoi vari rami, di numerosi titoli, tra i quali:
barone di: Baraniello, Chiusano, Frignano Maggiore, Genzano, Lavello, Matino, Monfredano, Montemelione, Orta, San Cipriano, San Marzano, San Massimo, Torrione, Tufo, Vallata
marchese di: sul cognome, Chiuppetto, Collelongo, Genzano, Lavello, Matino, San Giovanni in Celsito, San Marco, Trevico
duca di: Rocca Mandolfi, San Cipriano, San Demetrio

principe di: Ischitella, Migliano

patrizi di: Aversa
 

I PRINCIPALI RAPPRESENTANTI DEL CASATO

Nel 1481 GIOVANNI e TIBERIO del Tufo parteciparono alla campagna militare per la liberazione di Otranto dai Turchi.
Nel 1488 GIOVAN BATTISTA, valoroso uomo d’armi, non ebbe rivali nella giostra organizzata a Napoli in onore di re Ferrante I d’Aragona.
GIOVANNI (†1519), valoroso condottiero al servizio degli aragonesi e poi dell’Imperatore Carlo V d'Asburgo-Spagna, fu prima Consigliere del Supremo Consiglio di Stato del Regno di Napoli  e poi Vicerè di Calabria. Fu insignito col titolo di  barone di Lavello, sposò Vincenza Capecelatro, figlia di Antonio, Regio consigliere.
Nel 1522 Eleonora del Tufo, vedova di Berardino Brancia, patrizio di Sorrento, vendette alla famiglia Pappacoda la gabella del pesce della città di Napoli.

GIACOMO (†1560), barone di Lavello, nel 1527 ricoprì la carica di Reggente della Gran Corte della Vicaria e  nel 1536  divenne  marchese di Lavello.
Nel 1571 GIOVANNI BATTISTA, patrizio di Aversa, figlio di Fabrizio, barone di San Massimo  e di Luigia Carafa. partecipò attivamente alla vittoriosa battaglia di  Lepanto.
Nel 1576 Scipione Imperato acquistò per 7700 ducati il feudo di Baranello, in nome e per conto di Giovan Vincenzo del Tufo. 


Napoli - Cappella del Tufo
 


Napoli - Arma del Tufo inquartata con le insegne dei
Caracciolo, Carafa e Ruffo

MARIO, barone di Orta, sposò Fulvia Personè ed acquisì maritali nomine  il titolo di barone di Matino, feudo che affittò alla famiglia Minioti, preferendo vivere prevalentemente a Napoli.
Nel 1638
Vincenzo del Tufo fu uno dei fondatori, insieme ad altri 37 cavalieri Napoletani, tra cui Tommaso Filangieri, Scipione Filomarino, Carlo Dentice delle Stelle, Placido Dentice del Pesce e altri, del MONTE GRANDE DE’ MARITAGGI di Napoli, istituzione benefica con lo scopo di assicurare una cospicua dote alle fanciulle aristocratiche che si sposavano(1).

Nel 1631 CARLO, patrizio di Aversa e di Benevento, sposò Elena del Tufo, figlia di Fulvio  barone di San Cipriano; nel 1657 ottenne il titolo di marchese sul cognome; fu maestro di campo spagnolo in Lombardia, consigliere di Stato del Regno di Napoli. Nel 1657 fu Consigliere Collaterale  e nel 1662 fu nominato Governatore di Principato Ultra.
Nel 1660 CAMILLO del Tufo, al servizio di Diomede Carafa, si macchiò di un delitto orrendo; di notte nel Monastero di Portacoeli in Napoli, fece fermare e bloccare dai suoi sbirri,  Francescantono Coppola, creditore del Carafa, e lo uccise  tagliandogli la gola. Per sfuggire alla giustizia, Camillo si rifugiò nel monastero di S. Agostino degli Scalzi, da cui più tardi uscì per intervenuta grazia vicereale, chiesta dal Carafa.

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Napoli - in questo edificio fu barbaramente assassinato Francescantonio Coppola da Camillo del Tufo

Il titolo di marchese di S. Giovanni di Celsito nel 1632 pervenne per successione dalla famiglia alla famiglia Blanco.
Nel 1799 GIOVAN BATTISTA (Matino,1769
ivi,1842) dei marchesi di Matino, figlio di Ascanio del Tufo e Giuseppa Raho, esercitò la professione di avvocato presso il tribunale della Vicaria; assiduo frequentatore dei salotti napoletani in cui si inneggiava all'illuminismo riformistico, aderì alla rivoluzione giacobina del 1799.
I titoli di principe di Ischitella, principe di Migliano, marchese di Trevico e marchese di Sant'Agata passarono in Casa del Tufo, a seguito di matrimonio avvenuto nel 1829 tra la principessa Maria Antonia Pinto y Mendoza (1806
1894), figlia ed erede del principe Francesco e di Teresa Serra dei principi di Gerace,  e GIOVANNI CESARE del Tufo (1802 1886), duca di San Demetrio e di Rocca Mandolfi.
I titoli di principe di Miglianodi Ischitella, duca di Rocca Mandolfi, marchese di Matino, di Trevico, di S. Marco e di Collelongo passarono in Casa Vargas Machuca a seguito di matrimonio celebrato nel 1884 tra la principessa Maria Concetta del Tufo (Napoli, 1858
ivi,1939) e Michele de Vargas Machuca (Resina (NA),1860 † ivi, 1923) dei Principi di Casapesenna.
FRANCESCO, vescovo di Aversa dal 12 luglio 1779 al 15 giugno 1803 per decesso.


 

Famiglie imparentate con casa del Tufo

I del Tufo hanno contratto parentele con le più prestigiose famiglie, tra le quali:
d'ANNA:
Porzia del Tufo dei baroni di San Massimo, figlia di di Fabrizio e Luigia Carafa. sposò Gian Vincenzo d’Anna (1524 † 1582), celebre giurista, barone di Carovilli e Castiglione.
BECCADELLI: Bartolomeo,  barone di Tufo e di Torrione, verso la fine del XVI secolo sposò Beatrice, figlia di Antonio Beccadelli, patrizio napoletano del seggio di Nido.
CARAFA della STADERA: Giacomo, figlio di Giovanni Girolamo († 1582) marchese di Lavello e vicerè di Calabria, sposò nel 1586 Lucrezia Carafa della Stadera, figlia di Giovanni Antonio duca di Laurino.
MARCHESE: Giovanni Luigi († 1559), barone di Tufo e Torrione, sposò Vittoria Marchese, figlia di Domizio barone di Castelpagano.

MILANO: Isabella, figlia Giovanni († 1583) marchese di Lavello, sposò Giacomo Milano marchese di San Giorgio.
MUSCETTOLA: Fabrizio, vicerè della Calabria e governatore di Brindisi nel  1587, figlio di Paolo († 1566), barone di San Marzano, sposò Porzia Muscettola, figlia di Giovanni Francesco patrizio di Ravello.
PAPPACODA: Francesco (1598 † 1653), marchese di Lavello, sposò nel 1614 Costanza Pappacoda, figlia di Gisulfo marchese di Capurso.
PIGNATELLI: Giovanni Girolamo (1718 † 1783), marchese di Matino e cavaliere del S.M.O. di Malta,
sposò nel 1758 Caterina Pignatelli, figlia di Fabrizio duca di Rocca Mandolfi.
PINTO: Ascanio del Tufo (n. 1854), marchese di Matino, duca di San Demetrio e di Roccamandolfi, figlio di Cesare e di Antonia Pinto y Mendoza, principessa di Ischitella e di Migliano, sposò nel 1854 Marianna Vernieri.
RICCIO: Marco Antonio († 1601), barone di Tufo, sposò Porzia Riccio, figlia di Michele patrizio Napoletano del seggio di Nido.
SANFELICE: Beatrice, figlia di Ascanio (1764 † 1846) duca di San Demetrio e di Rocca Mandolfi, marchese di Matino, di San Marco e di Collelungo, sposò nel  1825 Michele Sanfelice (Napoli, 1799 † 1884) duca d’Acquavella, Marchese di Torricella e di Montesilvano.
TOMACELLI: Violante, figlia di Marcello († 1582) barone di San Marzano, sposò Pompeo Tomacelli, marchese di Chiusano. 


© Napoli - Arma della famiglia del Tufo

Per la genealogia si consiglia di consultare le tavole genealogiche redatte da Serra di Gerace.

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Note:
1) -
Istituirono il Monte Grande de’ Maritaggi 38 nobili, essi furono: Tommaso (detto anche Giovan Tommaso) Filangieri figlio di Luigi barone di San Lorenzo e Filetto dei duchi di Laurino, Scipione Filomarino Mastro di Campo, Carlo Dentice delle Stelle, Pacido Dentice del Pesce, Carlo Cavaniglia marchese di San Marco, Landolfo d'Aquino, Giovanni d'Aquino, Alfonso del Doce duca di Cufriano, Giulio Caracciolo, Carlo Andrea Caracciolo marchese di Torrecuso, Ettore Caracciolo marchese di Barasciano, Giovan Francesco Caracciolo, Giuseppe Caracciolo principe di Torella, Marcantonio Carafa, Carlo della Leonessa principe di Sepino, Donato Coppola duca di Cassano, Fabrizio de Silva, Federico Pappacoda marchese di Pisciotta, Orazio di Gennaro, Francesco Galluccio, Ottavio Guindazzo, Giovan Battista Brancaccio di Cesare, Ferrante Brancaccio di Rinaldo principe di Ruffano, Paolo Marchese marchese di Camarota, Giovan Francesco di Sangro principe di Sansevero, Scipione di Sangro duca di Casacalenda, Giovan Battista di Sangro principe di Viggiano, Goffredo Morra marchese di Monterocchetta e Principe di Morra, Vincenzo Mora, Ottavio Monaco, il Consigliere Tommaso de Franchis, Andrea de Franchis marchese di Taviano, Francesco Maria di Somma, Carlo Spinello principe di Tarsia, Giovan Battista Pisanello, Antonio Castigliar marchese di Grumo, Orazio Suardo e Vincenzo del Tufo.


Continua nel sesto volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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