Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

Famiglia di Tocco

Arma: d’argento a tre fasce increspate d’azzurro(1).
Cimiero: un cavallo alato
Motto: SI QUA FATA SINANT
Dimora: Napoli

© Foto proprietà www.nobili-napoletani.it
© Napoli - Stemma Famiglia di Tocco

La famiglia di Tocco di origine longobarda, divisa nei due rami principali: Tocco delle Onde e Tocco delle Bande, godette di grande nobiltà in Napoli ove fu aggregata al Patriziato dei Seggi di Capuana e Nido.
Il Casato fu insignito di numerosi titoli, tra i quali:
Barone di: Chiancatella, Montesarchio, Montefalcione, Serra
Conte di: Cefalonia, Martina, Monopoli, Montemiletto, Zante.
Duca di: Leucade.
Principe di: Acaia, Montemiletto.

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© Napoli - ingresso palazzo di Francesco Paolo dè Tocco, principe di Montemiletto

I Tocco furono inviati dagli Angioini a conquistare la Romania e l’Epiro.
LEONARDO († 1382~), Signore di Tocco, feudo da cui il Casato prese il cognome, fu conte palatino di Cefalonia e Zante, duca di Leucadia.
Nel 1326 Ludovico di Tocco fu tra i Baroni che seguirono Carlo, duca di Calabria, nella guerra in Toscana in aiuto dei Fiorentini, insieme a Ligorio Guindazzo, Filippo Crispano, Matteo Seripando, Landolfo Maramaldo, Pietro Moccia, Pietro Galluccio, Bartolomeo loffredo, Andrea e Landolfo Ajossa, Pierino Tomacello, Giovanno Marino, Bartolomeo Bonifacio, Rinaldo Pandone, Ruggiero Pagano, Tommaso Dentice, Pietro dell’Amendolea, ed altri.   
PIETRO, gran siniscalco all’epoca di re Roberto d’Angiò, ebbe  nel 1353 Martina e l’isola di Corfù, nel 1364 fu decorato col titolo di conte di Martina
.
Nel 1353
Gurrello di Tocco fu cavaliere dell'Ordine del Nodo.
CARLO  († 1429), conte palatino di Cefalonia e Zante, duca di Leucade, dal 1405 al 1418, completò la conquista delle provincie di Romania, dell’Epiro, delle isole di Acaia e divenne Despota di Romania.

Ch. S.C. a F.

Ch. S.C. a F.

Napoli, Cappella famiglia Tocco fatta costruire alle metà del '500 da Camillo Tocco, barone di Chiancatella.
Vi sono le spoglie di Iacopo, figlio di Camillo, e della moglie Lucrezia Capece Piscicelli (
1586)


Napoli - epitaffio in memoria di Lucrezia Capece Piscicelli

Ch. S.C. a F.
© Napoli - Cappella gentilizia Tocco, baroni di Chianchiatella - anno 1553

© foto proprietà Oreste Alebanesi (v.c.v.e.)
Napoli - Stemma posto su palazzo Tocco di Montemiletto
© foto proprietà Oreste Albanesi

Nel Duomo di Napoli vi è la lastra tombale con lo stemma policromatico della famiglia Tocco datato 1795; nella vicina cappella dei Capece Galeota è conservata la reliquia del piede di Sant'Anna, portata a Napoli da un cavaliere appartenente alla famiglia.

Napoli - Cappella della famiglia di Tocco

Pratola, piccola terra in Principato ultra in diocesi di Avellino, nel 1339 apparteneva a Giovanni Grillo, notaio e professore di diritto civile; a seguito di matrimonio tra Costanza Grillo, ultima erede, e Antonio Poderico, tutti i beni e feudi passarono in Casa Poderico.
Paolo Poderico, barone di Serra, vendette nel 1592 Salsa alla marchesa di Chiusano e nel 1601
il Tribunale del Sacro Regio Consiglio vendette, ad istanza dei creditori di detto Antonio Poderico, la baronia di Montefalcione e la baronia di Serra con i casali di Manicalzati e Pratola a Giovanbattista di Tocco, conte di Montemiletto.
Alcuni rappresentanti del casato furono iscritti quali confratelli dell’Augustissima Compagnia della Disciplina della Santa Croce, tra i quali:
 - dal 1716, Leonardo, principe di Acaja e Montemiletto, cavaliere del Real Ordine di S. Gennaro, cavaliere della
Chiave d’Oro d’esercizio del Re di Napoli,
- dal 1719, Nicolò Maria, duca di Licignano, Cavaliere della Chiave d'oro del Re di Napoli;
- dal 1746, Restanio, duca di Popoli, principe dell'Acaja, principe di Montemiletto, Gentiluomo di Camera di S.M. e Cavaliere del
Real Ordine di S. Gennaro.


Stemma di Tocco fatto realizzare da Restaino, 5° principe di Montemiletto, 5° principe di Pettorano, principe titolare d'Acaia, 10° duca di Popoli etc., Cavaliere del Real Ordine di San Gennaro; si noti a sinistra lo stemma d'Aquino, in quanto in seconde nozze aveva sposato Maria Maddalena d'Aquino, figlia di Antonio, 8° principe di Caramanico e d'Ippolita Pignatelli dei principi di Monteroduni, ed a destra
lo stemma di Camilla Cantelmo Stuart sua madre, 4^ principessa di Pettorano, 9^ duchessa di Popoli etc., in basso le insegne del
Real Ordine di San Gennaro (2).

Nel 1762 Leonardo V de Tocco, principe di Acaia e Montemiletto, edificò a sue spese in Pratola (oggi Pratola Serra) la chiesa della Santissima Addolorata.

Pratola Serra (AV) - Epataffi in memoria del Principe Leonardo de Tocco
© Foto proprietà Massimiliano Tecce

Nel 1787  il conte Don Gerardo Dentice (Napoli, 1761 ivi, 1811), 4° Principe di Frasso e Signore di Torre Annunziata, fu insignito dei titoli di principe di San Vito e di principe di Crucoli. Nel 1785 sposò Donna Ippolita di Tocco, figlia del principe di Montemiletto e di Donna Maria Maddalena d’Aquino dei principi di Caramanico.

Per eventuali approfondimenti si consiglia di consultare le tavole genealogiche redatte da Serra di Gerace e gli Affari della “Real Commissione dei Titoli di Nobiltà”.

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1) - Libro d'Oro Napoletano - Archivio di Stato di Napoli - Sezione Diplomatica.
2) -
Immagine tratta da: https://www.anticoantico.com/items/232076/Stemma-nobiliare-in-marmo.


Continua nel sesto volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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