Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
|
|
Famiglia de Simone |
a cura
del dott. Arnaldo Raffaele Antonio Maria de Simone di Caspoli
- Parte II |
Da un
“apprezzo” del 1636
(1),
eseguita da un Tecnico autorizzato (una sorta di geometra, un
particolare Notaio allora chiamato «Tabulario» ma in realtà un
agrimensore), sul casale di Caspoli si rileva quanto segue:
- a
causa “di varie disgrazie patite” il numero delle famiglie (i
cosiddetti fuochi) si era fortemente ridotto, da 70 a solo 6,
sappiamo però che si trattava solo di una situazione momentanea,
infatti, dopo 12 anni era salito a 20 e nel 1669 erano 26;
-
l’unica Chiesa esistente era l’Arcipretura di Sant’Andrea che si
trovava fuori dell’abitato, sottoposta al Vescovo di Teano;
- il
territorio non era più quel “Casale fortificato del medioevo” ma
era già divenuto un Comune, detenuto da un Feudatario e
governato da una Giunta comunale (anche se piccola, in effetti
era formata da quattro “Eletti”), infatti il luogo è chiamato
«Università» sinonimo di Comune e, ci informa dell’esistenza nel
suo comprensorio di diversi Casali. |
Collezione de Simone di Caspoli
Costume tradizionale - figurino della seconda metà del ‘700
Incisione su rame acquerellata – Edito nel 1840 da “Frommel
Pittoreskes Italien Leipzig” |
Si riporta la trascrizione della "Lettera di Lorenzo
de Simone intorno al corrente sistema dell’affare di
Caspoli e particolarmente circa l’aver egli chiamato in
autore il Principe Doria nella pretensione, che aveva il
Fisco per la caducità di detta terra. Venduta dal Sig.
Principe Andrea 3° ad Antonio de Simone Padre di
esso Lorenzo l’anno 1647" - Caspoli, 15 aprile 1647
(2) |
Foglio 1 |
Foglio 2 |
Foglio 1 - "Eccellentissimo Signore Principe di
Melfi, Genoa.
Illustrissimo, et eccellentissimo signore, padrone
colendissimo
Mi comandò Vostra Eccellenza dal mese di luglio passato,
che l’havesse informata di suoi crediti sopra il
Patrimonio di Conca, e delle liti mosse sopra il
Castello di Caspoli, e che sopra l'uno, e l'altro mi
fusse abboccato col D[otto]r Ingenuo suo Agente in
Napoli; e già subito parlai al d[ett]o suo Agente,
consegnandoli anco notamento di sue raggioni, et insieme
una diretta a V.E., nella quale compendiava l'informatione
del tutto; Ma perché hò havuti molti motivi da credere,
che il suo Agente havesse qualche pendenza alla parte:
hò dubitato, che si fusse dimenticato di mandarli la
lettera mia, onde doppo haverne aventurate altre per la
posta: sono ricorso alle gratie del sig[no]r Marchese
della Pietra mio sig[no]re, supplicandolo del sicuro
ricapito di questa per mia quiete.
Resterà V.E. informata, che nell'anno 1598 il suo Ecc[ellentissi]mo
Genitore, B[eata] M[emoria]; improntò al s.r Principe di
Conca
Matteo di Capua
d[uca]ti centomila in tre partite,
per li quali il debitore feceli assegnamento d'ann[ui]
d.ti 6.750 sopra l'impostioni de sali, e fuochi del
Regno, come per instromenti rogati da N[ota]r Gramatio
Amodio di Napoli, roborati di regij Assensi per l'obligatione
di beni feudali, etiam titolati, ut in pess. à fol[io]
229.
Ma perché gli effetti assegnati, erano poco liquidi, et
esigibili; pretese il Creditore la rescissione del
Contratto: et però nell'anno 1603 il detto s[igno]r
Principe Matteo li fè vendita di detti ann[ui] d[ucat]i
6.750 sopra tutti suoi beni burg[ensati]ci, e feudali
anco titolati, citra pregiudicio delle prime Cautele, e
sopra di ciò fu spedito nuovo assenso Regio; come il
tutto appare nel processo in banca d'Amenta a fol. 186
vol. 6.
Di questo Credito pervenne la maggior parte al Em.mo
Cardinal Doria, il quale à 7 marzo 1618 fece cessione
alla B.M. di d.ti 71.447.1.14; roborata di regio
Assenso, app[aren]te nel medesimo processo fol. 191, et
196; in vigore della quale attirò in sac. cons. in banca
di Strina, et ottenne più decreti a suo favore, et anco
partite di liberatione di denaro.
Final[men]te nel anno 1628 il s[igno]r Principe Giulio
Cesare di Capua diede al s.r Principe B.M. in solutum le
Terre di Caianiello, e Caspoli in Prov[inci]a di Terra
di lavoro per d[uca]ti 38.515.1, asserì possederle in
Capite dalla Regia Corte, e franche, e libere, e se
compiacque l’E.S. di farli pacto de retrovendendo frà
tre anni, con conditione che quelli passati:
s'intendesse..."
Foglio 2 - "...alienatione
libera, se riservò tutte le raggioni delle prime
Cautele, e Decreti del sac[ro] cons[iglio]; e li
rilasciò l'interesse; con patto che contravenendosi al
insolutum datione: se intendesse rivocato, e non fatto
d[ett]o rilascio, come per inst[roment]o rogato da N[ota]ro
Vincenzo di Gennaro di Napoli, e regio Assenso
registrato in quint.e 86 fol. 72.
Nel medesimo tempo con istromento stipolato dal istesso
N[ota]ro Di Gennaro S.E. affittò l’istesse Terre al S.r
Principe di Conca per spatio d’anni tre à raggione
d'annui d[uca]ti 1.400. Et non solo non fu pagato
l’affitto, ma finito il tempo; ricusò il detto Principe
di Conca restituire le Terre onde à 26 Giugno 1634 con
albarano se compiacque S.E. prorogarli il patto de
retrovendendo ad altri tre anni, con nuova conventione,
che soccedendo al beneficio di S.E. la compra d'Ascoli;
sopra quale il s.r Principe di Conca s’asseriva
creditore se avesse ritenuti li d[uca]ti 38515.1; e loro
interessi a raggione di cinque per cento, e le d[ett]e
Terre di Caianiello, e Caspoli restassero allo s[tess]o
Principe di Conca, ut expressu fol. 264.
Non essendo seguita la Compra d’Ascoli, pretese S.E. la
restitut[ion]e delle Terre, et il residuo del suo
Credito, nel mentre altri Creditori instavano per la
vendita di quelle, e li heredi dei S.r Principe si
mantenevano con l'insolutum datione, e possessione di
S.E., e nel anno 1637 passò all'altra concordia tra il
Dr. Geronimo Mele proc[urato]re di S.E., e D. Dorotea di
Capua, e D. Sveva d’Avola, heredi del Principe, le quali
se contentorono restituire le Terre, dichiarando doversi
per gl’interessi grossa summa, ma che S.E. si contentava
per quelli restar Creditore in d[uca]ti 11559, et in
quello fusse dichiarato per alcune evittioni di Corpi di
d[ett]e Terre, et in quello patisse per pesi, ò debiti
attrassati, obligando la Terra di Conca come dal presso
fol. 92.
Con questa concordia, e memoriale porretto al Sr. Viceré
comparsero al Sr. Presid[en]te Caracciolo delegato, et
dimandorono interpositione di Decreto, et à p[rim]o
Aprile 1637 fù provisto cum Expediantur provisiones prò
Ill.mo Principe Melphiae ad hoc, ut eidem liceat
continuare in possessione Terrarum Carpanelli, et
Caspuli, et in eam immitti, et conservant, amotis
quislibet detenctoribus, et impedientibus etc. ut fol.
93.
Se fece instanza poi per parte di S.E. d’esser riferito
al suo luogo per il residuo dei suo Credito, che si
referì in d[uca]ti 16264.1.4, quale summa unita alli
11559 dichiarata nella conventione ascende a d[uca]ti
27823.1.4, come dal processo fol. 313, et 726 vol. 6. Et
in questa pare, che V.E. resti Creditore dall'anno 1637
con prerogativa del 1598 quando il giudicio s’ incamini
per l’interesse del Capitale, essendo indubitato che
Creditor anterior prò sorte est anterior pro usuris, et
etiam prò interesse usurandi." |
Foglio 3 |
Foglio 4 |
Foglio 3 - "Si ritrova nel processo un decreto,
nel quale si legge che d[ett]o loco declaratur Creditor
Reg. Cons. Thomas de Franchis cessionarius. Ill.
Principis Menphiae in d[uca]tis 6.400 prò valuta Terre
Caspuli, et confermato per il Reg. Collat. si disse
Provedatur et vendictione omniurn bonorum pro
satisfaciendo Ill. Principi Melphiae, d[uca]tos 6400 prò
pretio Terre Caspuli, acedente eius consensu, ut fol.
737, apparono fatti nel 1639 ma non vi è luce della
Causa, et ad instanza de chi sortissero. Come anco nel
vol. 7° fol. 30 si vede un'altro decreto sotto il di 22
Aprile 1641 Procedatur ad venditionem Terre Caspuli.
Nel 1647 ritrovandosi in Napoli il Dr. Antonio de Simone
mio padre accodendo al servitio di S.E. col Sr. Cornelio
Spinola suo agente, fu esortato alla compra di Caspoli,
che rendeva poco all'E.V. separato da suoi stati, lo
pagò d[uca]ti 4.000, quando non rendeva d[uca]ti
quaranta franchi, come appare da Conti de sud[etti]
Erarij, et con special mandato fu stipolato l'inst[ument]o
per mano di N[otar]o Diego di Crescentio, ratificato in
Genoa da S.E. che asserì possedere detta Terra in Capite
dalla Regia Corte, franca, e libera, permettendo l'evittione,
et defensione, con cessione di raggioni contro il
Principe di Conca, e fu spedito Regio Assenso, e con
ogni sicurezza, non s'è fatto altro, che migliorarla con
grosse spese e poco ritratto.
E perché vi sono convicini il Sr. Principe di Conca, et
il Sr. Duca di Mignano parenti, con vana, et ingiusta
apprensione, che sia stata posseduta da loro casa, hanno
sempre tenuta ombra con la mia, e fatti diversi
tentativi, e danni, e per ultimo sì sono andati
allargando nelle impertinense, nelle quali non havendo
havuto quel gusto che supponevano, sono rivolti a nuove
machine, e liti.
E’ comparso però nel sac. Cons. il Sr. Principe di Conca
come herede del Sr. Marchese di Campolattaro
(3), et esposto
che nel anno 1624 la Terra di Caspoli fu dal Principe di
Conca venduta al d[ett]o Marchese, che v’impetrò titolo
di Principato, et però non poteva darsi in solutum senza
assenso del Re n[ost]ro Sig[nor]e, e consenso di d[ett]o
Marchese, che ne riteneva il Dominio, offerisce
depositare li d[uca]ti 6400 nelli quali fu ridotto il
prezzo di d[ett]a Terra, e fa instanza per il possesso,
portando anco detti decreti del 1639.
Opposi la simulatione del contratto fatto col Marchese,
l'anteriori raggioni di V.E. a me cedute, le mie
migliorationi, et interessi, e lodato V.E. in authore,
li chiesi la defentione, e così è restato sospeso il
giudicio, non tanto per la poco giustitia del Sr.
Principe, quanto per la scarsezza di denari."
Foglio 4 - "Ma non contenti questi sig[no]ri di Capua,
hanno machinato nella Regia Cam[er]a e fatto cavare
risulta che d[ett]a Terra sia devoluta alla Regia Corte
per mancanza di successori di Vincenzo Monsorio, al
quale nel anno 1517 Vincenzo Galluccio vendé detta
Terra, che poi nel 1575 se ritrova passata a Gio[vanni]
Geronimo Scaglione senza sapersi come, sono stato citato
a giustificarne il possesso, pagare dupplicatí rilevij
per la morte di Monsorio, San Marco, et altri, e la
Tassa di seconde Cause, come usurpata da Venditori per
non ritrovarsi concesse al Galluccio, e pende comminato
sequestro.
Sono andato riparando coi lodare V.E. in authore, e con
molte fatighe, e spese, hò dilucidato assai ne si manca
da me per ogni difesa nella quale ho esperimentato assai
tepido il suo Agente, forse intepidito da questi sig[no]ri,
che sono andati proponendo diversi arcigogoli in aria de
ricompra, e rivocatione di Contratti con sogni di
avanzo. Ogni speranza mia sta fondata nella giustitia, e
nella Protezione di V.E., che so mantenerà eternam[en]te
inviolabili le cose fatte, e mi defenderà quello che mi
diedero li suoi Ecc.mi Antecessori, et io ricaverò il
tutto à mera gratia dalla benignità di V.E.
Proposi il proseg[uimen]to di suoi Crediti, e per utile
di V.E., e per danno di miei Emoli, che forse con titolo
posteriori possedono, mentre in altro giudicio intentato
per il pagam[en]to del affitto di Caianello, e Caspoli,
et evittione di Corpi, se riparorono col difetto
d’assenso, e posteriorità, il che non suffraga quando s’attiti
per l'interesse del Capitale, che veniva pagato con la
datione insolutum, ma non effettivam[en]te pagato perché
tant’anni doppo il Sr. Principe se ritenne le Terre
assegnate. Come anco Conca, che si possiede oggi prò
dotibus stà obbligata à V.E. dalle Prencipesse
Creditrici della Dote nella Conventione, e Mignano pare
venduto per debito posteriore. Ho stimato mio debito
l’assicurarmi con questa, che V.E. sia restata
informata, et obedita da me, che come suo humil[issi]mo
ser[vitor]e sospirarò sempre l'honore di suoi
riveritissmi Comandam[en]ti, per confermarli nella
riverent[issi]ma eseg[utio]ne l'antica devotione della
mia Casa Et a V.E. fò humil[issi]ma riv[eren]za.
Da Caspoli lì 15 Aprile 1674.
De V.
E.
Humil[issi]mo, Devot[issi]mo oblig[atissi]mo ser[vitor]e
Lorenzo de Simone
[a margine]
Caspoli
Lorenzo de Simone 15 Aprile 1674
Relazione della negoziazione di Caianello, e Caspoli.
[unita copia di altra mano] |
____________________
Note:
1) -
1636
(16.5) ‑ "Descrizione, et apprezzo delle Terre di Caianello, e
Caspoli, e loro adiacenti". Archivio Doria Pamphilj, scaffale
15, n.68, fasc.9.
2) -
Archivio Famiglia de Simone di Caspoli - Lettera scritta nel
1674 da un Barone di Caspoli e conservata dagli eredi.
3)
- Giovanni Battista di Capua
(Capua, 1598
†
31 agosto 1634),
3° marchese di Campolattaro dal 1627, sposò nel 1612 donna
Dorotea di Capua (Napoli 1591†1646),
5^ principessa di Conca, 9^ contessa di Palena e baronessa di
Cajazzo; comprò il feudo di Caspoli in
data 29 dicembre 1624
dal cognato Matteo I, 2° principe di Conca , ma non ottenne il
Regio Assenso e ci appoggiò abusivamente il titolo principesco
già tenuto dal padre su altro feudo. Questa vendita risulta
registrata nel
Quinternioni - 69, fol. 206 -
ma venne giudicata “simulazione tra parenti” ed annullata però
il titolo continuò ad essere portato; quindi dal 1624 risulta
essere 1° principe di Caspoli.
|
|