Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

Seripando

Arma: di rosso al leone d’oro tenente con la zampa destra un crescente d’argento.
Altra: di rosso al leone d’oro tenente con la zampa destra un crescente d’argento; con il rastrello a tre pendenti azzurro posto in fascia attraversante il petto.

Duomo interno

Duomo - Interno

Napoli, stemma Seripanno o Seripando. A destra: stemma partito Seripando e Loria

La famiglia Seripando, chiamata anche Seripanno, di origine greca, ha goduto di nobiltà in Napoli dove fu ascritta al Patriziato del Seggio di Capuana, in Bari e in Giovinazzo.
Titoli: conti di Mottola, duchi di Mottola, baroni di Bugnano, Casapuzzano, Flumeri.
Feudatari di numerosi feudi tra i quali Cecinoro, Forcavecchia, Pontecese, Sangiacomo di Lannoy, Satriano, Taverolaccio, Ugnano.
Pietro e Riccardo furono feudatari ai tempi di re Manfredi di Svevia (1254 - 1260).
Gualtiero fu Cameriere di Carlo I d’Angiò (1266 - 1284) e Preposto alle regie fabbriche del Regno.
Nel 1326 Matteo Seripando fu tra i Baroni che seguirono Carlo, duca di Calabria, nella guerra in Toscana in aiuto dei Fiorentini, insieme a Ligorio Guindazzo, Ludovico di Tocco, Filippo Crispano, Landolfo Maramaldo, Pietro Moccia, Pietro Galluccio, Bartolomeo Loffredo, Andrea e Landolfo Ajossa, Pierino Tomacello, Giovanno Marino, Bartolomeo Bonifacio, Rinaldo Pandone, Ruggiero Pagano, Tommaso Dentice, Pietro dell’Amendolea, ed altri. 
Arrigo fu Giustiziere di Abruzzo e Principato Citra e fu tra i cavalieri che seguirono re Roberto II d’Angiò (1309 - 1342) all’impresa di Sicilia.
Nel 1344 Giovanni Seripandi di Napoli e Matteo della Porta di Salerno, maestri ragionali della Regia Corte, ebbero l’incarico dalla regina Giovanna I d’Angiò di decidere sulla lite sorta tra i vassalli della parte superiore del castello di Vietri e Riccardi Filangieri, barone di Vietri e patrizio del sedile di Nido, che chiedevano di pagare i diritti fiscali separatamente dagli abitanti della parte inferiore del castello. 

Ch. S.M. a F.
Napoli, stemma inquartato con le armi delle famiglie Spinelli, Capece, Orsini e Seripando

Roberto Seripando fu cavaliere dell’Ordine del Nodo creato nel 1352 da Luigi d’Angiò, marito della regina Giovanna I d’Angiò.
Giovannello, appellato nobile, di Napoli, fu Regio Segretario e Commissario nel Ducato di Calabria, con lettere patenti di re Ladislao, date da Gaeta a 1° marzo 1397, e dirette a Giovannello, con le quali si dava a questi facoltà di nominare nel Ducato di Calabria, previo il riconoscimento della loro idoneità e la prestazione del debito giuramento, sei o più Giudici ai contratti ed altrettanti Notai, nonchè di legittimare nel real nome dieci o più nati illegittimi meritevoli di essere integrati nel pieno godimento dei diritti e degli onori della legittimità; Nicastro, atto del 15 aprile 1397, Ind. V - Notaio Andrea de Oliverio da Cassano, Giudice Giovanni de Diano da Nicastro (1).
Nel 1433 al nobile
Angelo Seripando di Napoli fu affidato dalla regina Giovanna I d’Angiò il compito di decidere sulla divisione dell’eredità lasciata da Guarino de Turco, feudatario di molte terre.
Nel 1444
Pietro, Francesco e Floridasso Seripanno, eredi dei feudi e degli averi del nobile Petruccio Corrado di Lucera, furono tra i difensori della città di Lucera messa sotto assedio da re Alfonso d’Aragona; in seguito intervennero nelle Capitolazioni fatte dalla città con i re aragonesi Alfonso I e Ferdinando I.

Duomo - interno
Napoli, sepolcro di Francesco Seripando, patrizio napoletano, valoroso milite, anno 1589

Frà Sergio Seripando, Priore di S. Eufemia dei Cavalieri di Rodi, nell’anno 1454 difese valorosamente l’isola dall’assedio; fu Tesoriere generale dell’Ordine e Luogotenente del Gran Maestro del S.M.O. di Malta in Castellammare.


Roma, Chiesa di Santa Maria del Priorato all'Aventino, sarcofago di Frà Sergio Seripando morto il 14 gennaio 1465 (2)

Duomo - interno
Napoli, sepolcro di Scipione Seripandi, patrizio napoletano, eretto dalla moglie Porzia Loria nel 1589

Il Cardinale Girolamo Seripando (Troia,  1493 † Trento,  1563), studiò greco, ebraico, filosofia e teologia, nel 1554 fu Vescovo di Salerno, dal 1539 al 1551 fu Priore generale dell'Ordine di Sant'Agostino, già detto degli eremiti di Sant'Agostino, partecipò al Concilio di Trento (1545-1563) con Pietr’Antonio di Capua Arcivescovo d’Otranto, Gian Tommaso Sanfelice Vescovo della Cava, Pompeo Piccolomini d’Aragona Vescovo di Tropea, Fabrizio Severino Vescovo della Cerra, il teologo Gian Francesco Lombardo, Francesco Ferdinando d’Avalos Marchese di Pescara ambasciatore del Re Filippo II, Annibale Saraceno Vescovo di Lecce dal 1560, Ferdinando d’Anna, come Arcivescovo di Amalfi, ed altri.


Cardinale Girolamo Serpando (1493 † 1563)


Roma, Basilica di Sant'Agostino, busto di Girolamo Seripando

Alla morte dell’imperatore Carlo V d’Asburdo-Spagna († 1558), il cardinale Girolamo lesse nel Duomo di Napoli una splendida orazione per i solenni funerali; erano presenti, tra gli altri, Ferrante Loffredo marchese di Trevico che portava lo stocco imperiale, Ettore Pignatelli duca di Monteleone che portava lo Scettro, Indico d’Avalos Gran Camerlengo con il Mondo d’oro, il marchese di Lauro che rappresentava la città di Napoli.
Nell’anno  1542 Giovanni Loise Riccio († 6 novembre 1568), barone di Colli al Volturno, sposò Beatrice Seripando, figlia di Ferdinando.
La contea di Mottola, vasta terra in provincia di Otranto poi eretta a ducato, fu acquistata da Niccolò Maria Seripando.
Nel 1574 Vespasiano Seripanno († 19.10.1578) acquistò la terra di Flumeri, in Principato Ultra, che nel 1559 apparteneva ad Antonio Barattuccio, barone di S. Cipriano e di Ducento e, successivamente passò Giovanni Angelo Como, Signore di Carife.
Nel 1582 Gianfrancesco Seripanno fu uno dei 24 capitani napoletani che parteciparono all’impresa di Fiandra; tra gli altri capitani: Ferrante Sanseverino, conte di Saponara, Dezio Crispano, Silvio d’Azzia, Federico d’Afflitto dei conti di Trivento, Orazio Marchese, ecc.
Nel 1600 Giulio Cesare Seripando godeva di tutti i privilegi e gli onori dei cavalieri ascritti al sedile di Capuana, insieme a Giovanni di Tocco, Scipione Filomarino, Federico Tomacelli,  Ettore della Marra ed altri.
Casapuzzano o Casapozzano, feudo in Terra di Lavoro, apparteneva a Giacomo Antonio Seripanno († 1602), passò poi a Francesco Seripanno († 1614) e nel 1617 Giò. Battista Seripanno.  


Ingresso castello di Casapozzano

Beatrice Seripando sposò Sergio Muscettola († 1646), principe di Leporano.
Nel 1652 Giovanni Battista acquistò dalla Regia Corte il feudo di Pontecese.
Girolamo cardinale e prefetto della Propaganda, nel 1715 donò una ricchissima biblioteca al Monastero della chiesa di San Giovanni a Carbonara in Napoli, dove la famiglia possedeva la cappella gentilizia, la “Biblioteca Seripandina”; aiutò Padre Matteo Ripa (Napoli, 29 marzo 1682 † ivi,  1746)  nella realizzazione del Collegio dei Cinesi in Napoli, insieme al duca Borgia, Reggente del Consiglio Collaterale.

Chiesa dei Cinesi
Chiesa dei Cinesi in Napoli, a sinistra l'ingresso del Collegio dei Cinesi - Anno 1900 circa

Per la genealogia si consiglia di consultare le tavole genealogiche redatte da Serra di Gerace.

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Note:
(1) - Vincenzo Maria Egidi in “Regesto delle pergamene dell'Archivio Capitolare di Cosenza” a cura di Raffaele Borretti. Editoriale progetto 2000, pag. 18.
(2) - Immagine tratta da "Il Sovrano Ordine di Malta  e la Calabria" di Gustavo Valente, La Ruffa Editore 1996.

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Fonti bibliografiche:
- Francesco de Pietri, “ Dell’Historia Napoletana”, Napoli 1634
- Biagio Aldimari, “Memorie Historiche di diverse famiglie nobili”, Napoli 1691
- Berardo Candida Gonzaga, “Memorie delle famiglie nobili delle province Meridionali d’ Italia”, Napoli 1875.
- Scipione Mazzella, “Del Regno di Napoli”, Napoli 1601.
- Istituto degli Studi Atellani, “Rassegna dei Comuni”, Anno XLI, nn. 188-190, Gennaio-Giugno 2015.
- Erasmo Ricca, “La nobiltà del Regno delle Due Sicilie”, Napoli 1839.
- Michele Fatica, "Matteo Ripa e il Collegio dei Cinesi di Napoli (1862 - 1869)", Napoli 2006


Continua nel sesto volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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