Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

Famiglia Ripa

Arma: troncato, semipartito: al leone d’oro lampassato di rosso e caricato da un lambello a tre pendenti dello stesso, in campo armellinato; nel secondo d’azzurro alla fascia ondata d’argento sostenente tre monti accompagnati in capo da un lambello a tre pendenti di rosso; nel terzo d’azzurro all’aquila spiegata di nero.


© Stemma del Vescovo Mattia Ripa

Alcuni componenti della famiglia Ripa di Brindisi si stanziarono in Prepezzano,  casale di Giffoni  sei casali(1) in Principato Citra. Nel 1659 la famiglia, che abitava a Prepezzano, era composta da Diego Ripa, dottore in diritto canonico  e civile, di anni 55, da sua moglie Bonaventura Gallo di anni 47, e dai figli Giovanni Filippo di anni 23, Scipione di anni 21, Domenico Antonio di anni 15 e Felicia di anni 7.
Giovanni Filippo Ripa (n. 15 maggio 1636 a Prepezzano), figlio di Diego e di Bonaventura Gallo, dottore fisico, nel 1669 ebbe l’incarico da Cesare Martucci e Giuseppe de Clario, delegati del governo,  di curare gli abitanti di Eboli, dietro compenso di 200 ducati annui; nel 1675 si trasferì ad Eboli, prendendo in affitto una casa dal vicario della Chiesa di San Pietro Apostolo, con la sua famiglia composta dalla moglie Antonia Luongo (o Longo, figlia di Simone) di anni 29 e dai figli Tommaso Andrea di anni 19, Mattia di anni 17, Pietro di anni 3, Caterina di anni 4. Successivamente nacquero Diego, altro Mattia, Matteo, Lorenzo, Gennaro, Scipione Giulio. Giovanni Filippo ricoprì l’incarico di Medico di Eboli sino all’anno 1685 quando nominato maestro ed economo dell’Ospedale dei Poveri di Eboli.
Lorenzo (
21.2.1739), figlio di Giovanni Filippo e di Antonia Luongo, brillante avvocato, si stabilì a Napoli, divenne amministratore dei beni di Antonia Caracciolo, duchessa di Airola e vedova di Giovan Battista di Capua,  principe della Ricca; con atto del 6 ottobre 1714 acquistò dalla predetta duchessa di Airola la terra Chianchetella col titolo di barone, villaggio in Principato Ultra in diocesi di Benevento e in provincia di Avellino, il feudo di Balba e la terza parte del feudo di Altavilla per ducati 8.000. Nel 1725 fu pubblicato il testamento di Antonia Caracciolo che escludeva dall’eredità il marito in favore del nipote minorenne Bartolomeo di Capua, conte di Montoro, sotto la tutela di Lorenzo Ripa; tra le varie disposizioni era previsto una rendita di ducati 2300 ai fratelli Lorenzo, Tommaso e Diego Ripa. Il testamento fu impugnato e la causa si concluse con una conciliazione nella quale i fratelli Ripa rinunciavano a gran parte dei lasciti in loro favore. Lorenzo morì all'età di 53 anni e fu sepolto in Napoli nella Congregazione dei nobili di Sant'Agostino; erede dei beni feudali fu il figlio primogenito Giovan Filippo che nel 1743 per ducati 29.834 vendette i predetti feudi a Giovanni Salerno, marchese di Rose, feudo poco lontano da Cosenza (2).
Diego (Eboli, 1677
Napoli, 4.5.1742), fratello di Lorenzo,  medico come il padre , si stabilì a Napoli dove fu medico di fiducia di Antonio Caracciolo. Nel 1702, in occasione della nascita di Marcantonio III Doria, futuro 5° principe di Angri, 5° duca di Eboli, 4° conte di Capaccio, riunì i più noti intellettuali napoletani per celebrarne la nascita, mettendo in stampa i vari componenti;  fu accusato di malversazione nell’amministrazione dei Sali in Cosenza, morì prima che il processo iniziasse.

Mattia Ripa (fratello di Diego,  n. Prepezzano, 25.11.1667 Cosenza, 25 gennaio 1733), dottore in diritto civile e diritto canonico,  dal 1693 al  1706 fu parroco della Chiesa di S. Maria ad Intro; nel 1729 fu nominato vescovo di Hebron.
A Cosenza fu eretta una lapide commissionato dai fratelli Tommaso Andrea (n. 1665), Diego (
1742), Matteo ( 1746) e Lorenzo ( 1739, titolare della baronia di Chianchetella). 


Cosenza, Chiesa di San Francesco di Paola, lapide in memoria di Mattia Ripa,
vescovo di Hebron dal 1729 al 1733.


La lapide così recita:"Mattia Ripa, patrizio brindisino e vescovo di Hebron, che coltivò senza risparmiarsi la pietà dei santi e si applicò ad imitare la santità dei costumi in tutte le attività della sua vita. Strappato ai vivi nel compianto quasi generale a Cosenza, il 25 gennaio nell’anno del Signore 1733, in questo luogo sepolto gli afflitti fratelli Tommaso Andrea, Diego, Matteo (missionario apostolico in
Cina per 18 anni ed ora fondatore del Collegio napoletano sotto il titolo della Sacra Famiglia), Lorenzo, barone di Chianchetella e
Balba, (questa lapide) posero ad imperitura memoria del dilettissimo fratello".

Matteo Ripa (n. Eboli, 29.3.1682 Napoli, 29.3.1746), non seguì le orme del padre,  chiamato dalla Fede,  fu accolto della Congregazione dei Pii Operai, che aveva sede nella chiesa di S. Giorgio Maggiore, svolgendo attività di catechista e di predicatore. Il 28 marzo 1705 fu ordinato sacerdote da Bonaventura Poerio, arcivescovo di Salerno; a novembre dello stesso anno partì da Napoli per recarsi a Roma, segnalato al pontefice Clemente XI  come sacerdote idoneo a svolgere attività di missionario in Cina. Nel 1707 partì per il Celeste Impero con l’incarico di portare la berretta cardinalizia a Carlo Tommaso Maillard de Tournon, legato a latere presso l’imperatore Kangxi.


Matteo Ripa (1682 † 1746)

La presenza del Ripa in Cina fu molto gradita, insegnò ai Cinesi il disegno ad olio, tecnica del tutto sconosciuta; nel 1724 rientrò a Napoli portando con sè quattro cinesi. Nel 1734 iniziò i lavori, aiutato anche dal cardinale Girolamo Seripando,  per la fondazione in Napoli della Congregazione del collegio dei Cinesi sotto il titolo della Sagra famiglia di Gesù Cristo, con l’obiettivo di fornire una preparazione religiosa ai futuri sacerdoti cinesi, destinati poi a rientrare nelle loro terre,  e formare interpreti per favorire i rapporti commerciali tra l’India e la Cina con il Regno di Napoli. Il Collegio dei Cinesi si proponeva la formazione religiosa e l'ordinazione sacerdotale di giovani cinesi.

Chiesa dei Cinesi
Chiesa dei Cinesi in Napoli, a sinistra l'ingresso del Collegio dei Cinesi - Anno 1900 circa

Matteo Ripa fu sepolto in Napoli nella Chiesa dei Cinesi, dove riposano in pace Francesco Saverio Maresca (1809 1855) e Niccolò Borgia (Trani, 1700 Napoli, 1779), che animarono e sostennero il Collegio. Altro Borgia, congregato della Sacra Famiglia, fu Giovanni Maria Borgia, nato a Napoli nel 1760 ed ivi deceduto nel 1836.

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Note:
1) - Lo stato di Giffoni era diviso in tre università; la prima si chiamava Giffoni sei casali che comprendeva Belvedere, Capitignano, Prepezzano e Gieti; la seconda era denominata Giffoni valle e piano e la terza era detta Gauro.
2) - Erasmo Ricca, "La Nobiltà delle Due Sicilie", Vol. I., Napoli, 1839.

Bibliografia:
-
Fatica M., Matteo Ripa e il Collegio dei Cinesi di Napoli (1682-1869), percorso documentario e iconografico, catalogo della Mostra, Archivio di Stato di Napoli, 18 novembre 2006-31 marzo 2007, Napoli, 2006.
- Luca Irwin Fragale, “Microstoria e Araldica di Calabria Citeriore e di Cosenza”, The Writer Edizioni Ass.-2016, pp. 167-168.

- Kwok Philip, Napoli e la Cina dal settecento agli inizi del secolo, Regina Editore, Napoli, 1982.


Continua sul sesto volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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