
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Quarto |
Arma: d’oro, alla rotella tripartita in pergola
d’azzurro, di rosso e di nero, sostenente un falcone di nero al
volo abbassato; lo scudo con la bordura dentata d’azzurro.
Dimora: Napoli e Alvignano (provincia di Benevento).
Titoli: duca di Belgioioso, duca sul cognome, conte del
Vaglio, patrizio di Salerno, nobile di Barletta, nobili di
Napoli fuori Seggio. |

Napoli, stemma famiglia Quarto,
duchi di Belgioioso |
L’antichissima famiglia Quarto o Quarti, originaria del
Piemonte, prese il nome dal castello di Quart nella
Valle d’Aosta; le prime notizie nel Regno di Napoli
risalgono ai tempi dell’Imperatore
Federico II di
Svevia, il quale concesse al milite
Giovanni Quarto una foresta denominata Montegrosso
in
Terra di Bari.
La famiglia Quarto ha goduto di nobiltà in Salerno nel
Seggio di Portaretese, Andria, Barletta (dal 1716),
Bitonto e Napoli
fuori Seggio.
Ha vestito l’abito di Malta in data 20-12- 1622 con
Giovanni Quarti di Andria, Commendatore di Nardò e
Grassano dell’Ordine
gerosolimitano e capitano d’una galera
dell’Ordine, fu spedito contro i Turchi, nel 1669 con
Ettore Quarti, nel 1715 con Giovanni Battista
Quarto e nel 1778 con Giovanni Maria Quarto.
Il casato possedette i feudi: Alboraggio di Barletta,
Gioia, Laurenzana, Quarto, Tressanti, e fu decorata con
i titoli di conte di Vaglio, duca di Belgioiso, duca sul
cognome,
Baldassarre nel 1308 si recò nella città di
Andria per i festeggiamenti del matrimonio tra Bertrando
del Balzo
con Beatrice, figlia di re
Carlo II d’Angiò.
Nicola, luogotenente di Bitonto nel 1427, fu
nominato giudice da Papa Martino V, al secolo Ottone
Colonna,
per il processo contro Angelo Tartaglia di Lavello reo
di aver avvertito Braccio da Montone che i suoi mille
cavalli e quelli di Francesco Attendolo Sforza
l’avrebbero attaccato.
Il milite Lorenzo ottenne da re
Alfonso d’Aragona
il feudo di Tressanti.
Oddone, capitano di una galera, andò in soccorso
di Giorgio
Castriota
Scanderberg e fu un valoroso combattente alla
guerra d’Otranto.
Paolo Maria, della Religione dei Chierici
Regolari, studioso di teologia morale e dei sacri Riti,
diede nel 1611 alla stampa numerose opere.
Francesco Quarto nel 1680 ottenne il titolo di
duca di Laurenzana, cambiato col nome di Belgioioso nel
1682. Laurenzana, feudo in
Provincia di
Basilicata, appartenne agli
Orsini del Balzo,
cui subentrarono i
Poderico
e successivamente i
Loffredo,
i
Filangieri,
i De Ruggiero e i
Gaetani,
i quali, in persona di Alfonso, il 24 ottobre 1606 vi
ottenne il titolo di duca, ad istanza dello stesso
Alfonso, il 24 gennaio 1645 il titolo fu trasferito
sulla Terra di Gioia in
Terra del Lavoro,
con il diritto di mutarne il nome in Laurenzana,
venendo infine ceduta ai Quarto.
Nel 1731 il predetto Francesco, duca di Belgioso,
risulta iscritto quale confratello dell’Augustissima
Compagnia della Disciplina della Santa Croce. |
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Napoli, cappella della
famiglia Quarto avuta in eredita dalla famiglia Massa |
Il 17
ottobre 1731
Marco
Quarto ottenne il titolo di conte del Vaglio (Vaglio
Basilicata in provincia di Potenza); la città di Vaglio
apparteneva ai Quarto dalla metà del XVII secolo, in
precedenza, nel 1632 il feudo di Vaglio fu acquistato da
Gio. Battista
Massa di
Ventimiglia dal S.R.C. per 40.000 ducati, a seguito di
istanza dei creditori di Alfonso e di Andrea
de Salazar.
Mario
(† 1735), duca di Belgioioso, ebbe come successore suo
figlio
Francesco Maria
(† 6 agosto 1778), 4° duca di Belgioioso, nel 1774 fece
parte della consulta della Real Camera di Santa Chiara
di Napoli, tra gli altri, vi erano: don Filippo
Bonelli,
don Gaetano
Pappalettere
anche in nome di don Giuseppe
Carcano,
Commendatore Frà Giuseppe
Marulli,
don Fulvio Elefante, Giuseppe Affaitati marchese di
Canosa, don Carlo
Campanile.
Antonio
(† 3 agosto 1793), 5° duca di Belgioioso per successione
a suo padre Francesco Maria, sposato alla duchessa
Maddalena
Capecelatro
di Morrone, ebbero per figli, tra gli altri,
Giovan Battista,
capostipite del ramo cadetto, e
Francesco
Maria,
il 1° dicembre 1804 successe al padre con i titoli di
duca di Belgioioso e conte di Vaglio, ebbe per figli,
tra gli altri,
Pompeo
(16 giugno 1796 † 1879), sposato ad Anna Fytche ebbero
per figlio
Giovanni
(n. 24 aprile 1846) il 22 settembre 1864 sposato alla
nobile Ortensia
d'Avalos
dei duchi di Celenza; ed il primogenito
Antonio
(1795 † 1880), il quale ereditò i titoli, sposato ad
Amalia
Dentice
dei principi di Frasso, ebbero per figli, tra gli altri,
Gerardo
(n. 15 gennaio 1836),
Giuseppe,
fu secondo tenente del 2° Reggimento Granatieri della
Guardia Reale dell’esercito delle Due Sicilie, ed il
primogenito
Francesco Maria
Quarto (n. 12 novembre 1832), gli furono riconosciuti i
titoli di
duca di Belgioioso,
conte del Vaglio,
patrizio di Salerno,
nobile di Barletta,
cavaliere dell’Ordine
di Carlo III di Spagna, sposato il 30 ottobre
1856 a Luisa Sorvillo, ebbero per figli:
Luisa
(n. 28 novembre 186);
Maria
(n. 30 settembre 1866), sposata il 18 aprile 1887 al
nobile Nicola Ruffo dei principi della Scaletta;
Anna
(n. 22 febbraio 1862); ed
Antonio
(n. 4 febbraio 1861), premorto al padre il ramo si
estinse non essendovi eredi maschi per la successione. |
Giovan Battista (1774 †
1822), figlio del duca Antonio e di Maddalena
Capecelatro,
Cavaliere
Gerosolimitano, sposato ad Ippolita
Maresca
dei principi di Ascea, generarono
Antonio (1805 † 1880), sposato in prime
nozze il 21 aprile 1827 a Gaetana Petti dei baroni delle
Fratta, in seconde nozze ail 13 maggio 1832 a Maria Anna
Aggiuntorio de Lutiis, ebbe per figli:
Giovanna
(n. 1833);
Clelia
(n. 1837), sposata il 30 maggio 1870 a Gaspare de Odeven;
ed
Alfonso (n. 23 decembre 1843), sposato
il 9 marzo 1881 a Maria d'Agostino generarono:
Antonio Maria
(n. 11 febbraio 1882);
Francesco
d'Assisi Maria (n. 26 febbraio 1884); ed
Enrico
Emerico (n. 4 novembre 1890). |

Lastra tombale di
Francesco Maria Quarto duca di Belgioioso |
Con R.D. 28 maggio 1925 e RR. LL.PP. 15 ottobre 1925 a
Giovanni Battista Quarto, figlio di Pompeo
e cugino di Francesco, duca di Belgioioso, fu concesso
il titolo di duca.
La famiglia risulta iscritta nel Libro d’Oro della
Nobiltà Italiana e nell’Elenco Uff. Nob. Ital. Coi
titoli di nobile dei duchi di Belgioioso, nobile dei
conti del Vaglio, in persona di Anna Maria Luisa
Quarto (n. Napoli, 16-2-1862), figlia di detto Francesco
Maria e della duchessa Luisa Servillo. Le due sorelle,
Maria Luisa (n. Napoli, 30-9-1866) sposò nel 1887
Nicola
Ruffo dei
principi di Scaletta, Luisa Maria (n. Napoli,
28-11-1868) sposò nel 1900 Carlo Macchi dei conti di
Cellere.
E’ inoltre iscritta coi titoli di duca, nobile dei duchi
di Belgioioso, patrizio di Salerno, nobile di Barletta,
in persona di Giovanni Battista Quarto (n.
Napoli, 24-4-1846), figlio di Pompeo (1796
†
1879), marito di Ortensia dei duchi
d’Avalos.
Nel 1940 in occasione del quarto centenario della
nascita di S. Pasquale Baylon (1540 † 1592), protettore
delle donne, la marchesa Maria Quarto di
Belgioioso Guidomandri fu una delle benefattrice che
contribuì alla decorazione della nuova abside della
chiesa di Napoli dove sono conservate le reliquie del
Santo, insieme al principe Fabrizio
Pignatelli,
alla principessa Antonietta Alliata, al marchese Marino
Rodinò di Miglione, al marchese Girolamo
Carignani di Novoli, al marchese Nicola
Ruffo di Guidomandri, alla marchesa Ortensia
Rubino, alla marchesa Angelina
Santangelo, al conte Luigi
Statella,
al principe Diego Aragona Pignatelli Cortes, al conte
Augusto Garolla e tanti altri. |
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Napoli - Targa in ricordo
dei benefattori, e abside della Chiesa dove sono
conservate le reliquie
di S. Pasquale Baylon |
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Fonti bibliografiche:
- Berardo Candida Gonzaga, “Memorie delle
famiglie nobili delle Province Meridionali d’Italia”,
Napoli, 1875.
- Vittorio Spreti, “Enciclopedia storico-nobiliare
Italiana”, Arnaldo Forni Editore.
- Erasmo Ricca, “La nobiltà del Regno delle Due Sicilie”,
Napoli, 1839.
- G.B. di Crollalanza, “Dizionario storico-blasonico
delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e
fiorenti”, Pisa 1896.
- Francesco Bonazzi di Sannicandro, “Elenco dei
Cavalieri del S.M. Ordine di S. Giovanni di
Gerusalemme”, Napoli 1897.
- Francesco Bonazzi di Sannicandro, “Famiglie nobili e
titolate del Napolitano”, Arnaldo Forni Editore, 2005.
- Carlo Padiglione, “Trenta centurie di Armi
Gentilizie”, Napoli, 1914.
- Giuseppe Lumaga, “Teatro della nobiltà dell'Europa
ovvero Notizie delle famiglie nobili, che in Europa
vivono di presente, e che in lei vissero prima ...”,
Napoli 1725.
- Biblioteca Universitaria di Napoli, “Imprese ovvero
stemme delle famiglie italiane” di Gaetano Montefuscoli.
- Mario Pisani Massamormile, “ Compagnia della Santa
Croce, sette secoli di storia a Napoli”, Electra Napoli
SpA, 2007.
- Roberto M. Selvaggi, “Nomi e volti di un esercito
dimenticato”, Grimaldi & C. Editori, Napoli 1990.
- S.M.O. Gerosolimitano di Malta “Elenco storico della
Nobiltà Italiana”, 1960.
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