La
Famiglia Padiglione, originaria di Francia, si trasferì nel XVI secolo
a Napoli ove fu ascritta fuori Piazza nel 1736.
Giovanni Padiglione intraprese la carriera delle armi,
cadetto nel 1770 ascese ai diversi gradi di Ufficiale
dell'esercito napoletano; partecipò alla campagna del 1794/1796
nel 1° Reggimento Principe, sotto il comando di Alessandro
Filangieri, principe di Cutò, contro i francesi di
Napoleone Bonaparte. Nel 1799, sotto il comando di Giovanni
Muscettola, principe di Leporano, si trovò prima
all'assedio di Capua e poi alla difesa di Castel Sant'Elemo in
Napoli.
Felice Padiglione, figlio di Giovanni, fu prima soldato
privilegiato col Don, poi fece parte del Corpo delle Guardie
d'Onore ed ascese ai vari gradi di ufficiale. Fu ferito al
braccio destro nel 1806; partecipò alla campagna del 1814/15
sotto gli ordini del generale Carrascosa. Nominato sotto-tenente
fu inviato a Reggio per comandare un deposito forte di 200
uomini e 200 cavalli; poi fece parte del 3° Cavalleggeri, al
comando del generale
Carlo Filangieri,
distinguendosi per audacia sulle sponde del Panaro. Comandò a
Pesaro un plotone di Cavalleria con l'ordine di proteggere la
ritirata del 3° di Linea, comandati dal colonnello Palma.
Fu aiutante di campo del tenente generale Ferdinando
Sambiase, principe di Campana, quando quest'ultimo ebbe il
comando generale delle armi in Sicilia, e lo seguì a Palermo
dove nacque il figlio Carlo.
Carlo
Padiglione (Palermo, 1827
†
Napoli, 1921), figlio di Felice, fu riconosciuto con D.M. del
1886 patrizio di S. Marino; titolo che la famiglia possedeva da
molti secoli. Detto Carlo partecipò alle prime guerre di
indipendenza; uomo di grande cultura, fu bibliotecario presso
la biblioteca napoletana Brancacciana,
insigne storiografo e sommo araldista, scrisse, tra l'altro:
“Delle Livree e del modo di
comporle”
, "
Della vita e degli scritti del cav. Gennaro Serena, consigliere
della provincia e della città di Napoli", "Le leggi dell'Accademia
degli Oziosi in Napoli ritrovate nella Biblioteca
Brancacciana".
Fu componente della Commissione Araldica regionale Napoletana e
presidente dell'Istituto araldico italiano
; novantaquattrenne, rese l'anima a Dio a Napoli il 2 giugno
1921. |