
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Ordine di San Giacomo della
Spada
a cura di
Mario Manzo |
L'Ordine di San Giacomo della Spada
fondato nel sec. XII in Spagna, con il duplice scopo di
combattere i Mori e di proteggere i pellegrini diretti
al Santuario di Santiago de Compostela, fu posto sotto
la regola di S. Agostino.
L'insegna dell'Ordine è rappresentata da una croce rossa
in forma di spada con la punta rivolta verso il basso;
di sovente la spada è dipinta insieme alla conchiglia
che i pellegrini, oltre al bastone per sostenersi,
usavano lungo il percorso non solo per sfamarsi ma anche
per dissetarsi usando le loro grandi valve per
raccogliere l’acqua da bere. |

Napoli, insegna dell'Ordine di San
Giacomo della Spada |
Per l'ammissione all'Ordine, il cui
processo era molto rigoroso, era richiesta la prova dei
quattro quarti di nobiltà.
Nel 1493
Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia
ebbero dal Pontefice l’amministrazione in perpetuo
dell’Ordine; con Bolla del 12 maggio 1522, Papa Adriano
VI riunì l'Ordine alla corona di Spagna e conferì a
Carlo V ed ai suoi discendenti il Gran Magistero.
In Napoli nel Cinquecento e nel Seicento, estintosi,
ormai, l'Ordine
dell'Ermellino, fu l'Ordine cavalleresco più
sentito, oltre, probabilmente, ai
Cavalieri di Malta. La stessa Chiesa di San Giacomo
degli Italiani
(1)
detta anche di San Giacomo della Spada, sita
nell'attuale via Depretis, assunse tale denominazione da
quando i cavalieri vi celebrarono il rito della
vestizione; lo stesso Re Ferdinando il Cattolico vi
prese l'abito nel 1508
(2). |

Napoli, l'ingresso della
Chiesa di San Giacomo degli Italiani |
La chiesa era posta in uno slargo di
vico Venafro, poco distante dalla strada e dalla piazza
di Porto, strade, che a seguito del Risanamento, non
sono più esistenti. Si vuole che l'edificio religioso
sia stato fondato nel 1238, in epoca sveva, da Oddone
Gualdulio console pisano, dal cavaliere Ruggiero Pesce,
un Capitano ed altri militi pisani, in adempimento di
un voto della Repubblica di Pisa, la cui flotta, vinta
una battaglia contro i Saraceni, era giunta nel porto di
Napoli.
Quando, poi, nel 1540 fu realizzata la Chiesa di San
Giacomo degli Spagnoli
(3),
il viceré D.
Pedro de Toledo decise di trasferire la cerimonia
dell'investitura in quella sede. Il giorno di solennità
dell'ordine era la festa del Santo, il 25 luglio
(4).
Tuttavia, alcune investiture avvennero nella precedente
Chiesa, sino a che il viceré D.
Íñigo López de Hurtado de Mendoza, nel 1575, decise
di renderne assoluto il divieto. |

Napoli - Cappella di San Giacomo, al centro dell'altare
le insegne dell'Ordine dei Cavalieri di Santiago |

Napoli, Acquasantiera con le insegne dell'Ordine
di San Giacomo della Spada |

Napoli - gli stemmi di re
Filippo II di Spagna, di Papa Gregorio XIII e dei
Cavalieri di Santiago |
La Pontificia Reale Basilica di San Giacomo degli
Spagnoli è tutt'oggi riconosciuta come Chiesa Nazionale
di Spagna, ed è amministrata dalla Real Hermandad de
Nobles Españoles de Santiago. |

Napoli - targa
all'ingresso della sede della Real
Hermandad de
Nobles Españoles de Santiago. |

Napoli, pavimento con lo
stemma dei Cavalieri di Santiago |
Tra gli insigniti vi furono:
Arazzola Fabio, di origine
spagnola, ma nato ad Aversa, marchese di Mondragone;
Balsamo Giacomo, Cavaliere di Messina, ricevette
l'abito da Carlo V al ritorno dalla vittoria di Tunisi;
Basurto Alfonso, capitano di
Fanti, giunto in Napoli al seguito di Carlo V, Signore
di Castropizzoli e di Tornimparte, Preside della
Provincia di Lucania;
|

Napoli - monumento
funebre di Alfonso Basurto, Cavaliere dell'Ordine di
Santiago |
Bisbal Giovanni Alfonso, marchese di Briatico, Vice Re di Sicilia;

Giovanni Alfonso
Bisbal o Bisballo, marchese di Briatico |
Capece Orazio, patrizio
napolitano del Sedile Nido;
Caracciolo Baldassarre, Marchese
di Binetto;
Caravita Tommaso, patrizio napoletano;
Castelli Ferdinando Lancellotto,
barone di Godrano;
Farina (la) Madrigal Luigi, Marchese di Madonia,
(1639);
Filangieri Carlo, patrizio
napoletano
Giudice (del) Antonio, principe di
Cellammare e duca di Giovinazzo;
Marullo Francesco, Cavaliere di Messina, ricevette
l'abito da Carlo V al ritorno dalla vittoria di Tunisi;
Minutillo Antonio, marchese di
Comignano, Preside della Provincia di Terra di Bari,
Preside e Giustiziere delle Provincie di Aquila,
Salerno, Chieti, Catanzaro, Cosenza, (1669)
Minutillo Pietro, nobile
napoletano, Giudice della Gran Corte della Vicaria,
(1639);
Montalto Guglielmo, maestro
razionale della Zecca di Napoli;
Narni Mancinelli Gabriele Junior (n. 1582),
barone di Pignano (1641);
Paternò;
Pescara Mario (1538)
Pignone Rostaino, patrizio di Napoli del seggio
di Montagna;
Quiñones Alvaro, Tenente Generale
della Cavalleria degli Ordini Militari di Spagna
(Santiago, Calatrava, Alcantara e Montesa), membro del
Consiglio di Guerra, membro del Consiglio Collaterale
Napoli, Governatore e Castellano di Cremona,
Riccia (della) Francesco,
Consigliere del Collaterale;
Rocca (la) Filippo, Cavaliere di
Messina, ricevette l'abito da Carlo V al ritorno dalla
vittoria di Tunisi;
Rota Bernardino (Napoli, 1509 †
ivi, 1574),
figlio di Antonio e di Lucrezia
Brancia, insigne poeta e commediografo;
Sarmento Diego
(5), Capitano, Castellano di Manfredonia,
commendatore dell'Ordine;
Tinto Giovanni Girolamo,
Cavallerizzo Maggiore e Provveditore della Real Piazza
del Regno di Cordoba (1620);
Torres (de) Ferdinando, incaricato degli
affari del Regno di Napoli dal Re Filippo II;
Tomasi Giulio, principe di
Lampedusa, duca di Palma, barone di Montechiaro, (1667);
Ventimiglia Carlo, conte di Naso e barone di
Regiovanni, Gentiluomo di camera di Re Filippo II di
Spagna, (1581). |

Napoli - Cappella di
Patronato dell'Ordine dei Cavalieri di Santiago |
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Note:
(1)
- Gennaro Aspreno GALANTE, Guida sacra della città di
Napoli, Stamperia del Fibreno, 1872, pagg. 323-324: "...
la chiesa si disse S. GIACOMO DEGLI ITALIANI, o perchè
il volgo sotto il nome d'Italiani intendea i Pisani, o
perchè in progresso di tempo si volle distinguerla da
quella di S. Giacomo degli Spagnuoli. Nel 1406 si disse
S. Giacomo della Spada; perchè l'ebbero i cavalieri
dell'ordine della Spada, che ivi ne vestivano l'abito,
ed è a ricordarsi che ivi ne nominò varii nel 1508
Ferdinando il Cattolico".
(2) - in Napoli
nobilissima,1892, pag. 110: "in essa Ferdinando il
Cattolico prese l'abito, al tempo della sua venuta in
Napoli".
(3) - Giuseppe
CAPPELLETTI, Le chiese d'Italia della loro origine sino
ai nostri giorni, Vol. 19, 1864, pag. 493: "San Giacomo
degli Spagnoli. Fu questa fondata nel 1540, da Pietro di
Toledo vicerè di Napoli, il quale essendo commendatore
dell'ordine di san Giacomo della spada, volle anche
avere una particolare chiesa dell'ordine suo, per non
aver bisogno di vestirne i cavalieri in quella testè
mentovata di san Giacomo degl'Italiani. (...). Magnifici
monumenti sepolcrali qua e là in tutta l'ampiezza del
tempio commemorano virtuose azioni ed imprese guerriere
di personaggi illustri di quell'ordine cavalleresco".
(4) - Cesare d'
ENGENIO CARACCIOLO, Napoli sacra, Napoli, Ottavio
Beltrano, 1624, pag. 531: "Qui non vò lasciar de dire
come nella solennità di San Giacomo si veggono i
Cavalieri di San Giacomo della Spada tutti vestiti d'habito
bianco con croce rossa, i quali assisteno cosi nelle
prime, e seconde vespere, come anche nella Messa
cantata, cosa in vero degna da vedersi, e quì ricevono
l'abito dell'ordine".
(5) - Raffaele
NOTARI, Trattato dell'epigrafia latina ed italiana,
Torino, Giacinto Marietti, 1856, pag. 181: "In Napoli
nel vestibolo della chiesa di S. Giovanni dei
Fiorentini, sul monumento marmoreo a man destra di chi
entra, si vede inciso: |
QUI E' SEPOLTO
EL CORPO DEL MAGNIFICO DON DIEGO SARMENTO
FIGLIUOLO DEL CONTE DE RIVA
COMMENDATOR DEL ORDINE DE S. JACOBO
CAPITAN DE' GENTE D' ARME
CASTELLANO DEL CASTELLO DI MANFREDONIA
ET SIGNOR DE LA BARONIA D' ALBINO
IN ROCCA SCALIGERA
A. D. MDXXXIIII"
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ALTRI ORDINI CAVALLERESCHI: |
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