
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia de Notaristefani
di Vastogirardi
a cura di Bianca de
Notaristefani di Vastogirardi |
Il ramo della famiglia de Notaristefani di Vastogirardi nasce
dall’unione dell’ultima discendente della linea primogenita
della famiglia
Petra, Marianna, 8° duchessa di Vastogirardi e 7°
marchesa di Caccavone, con Vitoantonio de Notaristefani
patrizio di Ravello; con D.M. del 3 luglio 1884 i titoli del
ramo primogenito dei Petra passano ai de Notaristefani, nobile
famiglia originaria di Massafra e discendente da un notaio,
Notar Stefano, che operava in terra d’Otranto in epoca
angioina. |

© Stemma Famiglia de
Notaristefani di Vastogirardi |
Le arme della famiglia si compongono in
uno scudo unico inquartato: nel 1° e 4° con le arme dei
de Notaristefani ,cioè partito nel primo d’argento a tre
crescenti di rosso rivoltati a sinistra e ordinati in
palo, nel secondo d’azzurro alla cometa ondeggiante in
palo, accompagnata in capo da tre stelle di 6 raggi ben
ordinate, il tutto d’argento; nel 2° e 3° con le arme
dei Petra, spaccato d’argento e di rosso, al leone d’oro
rivolto attraversante sul tutto, sormontato da tre
stelle a sei raggi di rosso poste in fascia, tenente
nella branca anteriore destra e per i capelli una testa
d’uomo al naturale posta di fronte e con la sinistra
una pietra nera cerchiata d’oro
(1). |

Stemma della
Famiglia de Notaristefani |
La famiglia Petra o de Petra ha origini
antichissime ed è già menzionata come feudataria nel
“Catalogus Baronum” di epoca normanna (1150\ 1168
circa), Raoul, fratello di Alessandro signore di Petra,
(probabilmente Pietravairano), riceve il feudo di
Caccavone (oggi Poggio Sannita) da Ugo II di Molise. In
seguito la famiglia acquisirà altri beni feudali in
Campania, Abruzzo e Molise e riceverà numerose cariche
di prestigio dai sovrani delle diverse dinastie che si
succederanno nel regno. |

Castello di Pietravairano |
Nei registri angioini si distinguono
personaggi come Ruggero, che nel 1281 è nominato
Secreto di Sicilia; Giovanni, insigne giureconsulto, è
menzionato nel registro angioino del 1283\84 come membro
di un collegio di magistrati insieme ad Andrea d’Isernia
e Francesco di S. Agapito; Matteo, che nel 1327 è
magistrato della Curia angioina; Masello, marito di Franceschella
Ruffo, nel 1415 è Sindicatore del
governatore di Capua; Giovanni, feudatario di Castel di
Sangro, signore di Collalto, nobile di Capua, fu Maestro
Razionale della Gran Corte e la regina
Giovanna II
Durazzo d’Angiò gli concede un vitalizio con diploma del
14 aprile 1432. |

Castello di Caccavone |

Palazzo del Leone - Castel di Sangro |
Con l’arrivo degli Aragonesi vengono
confermati alla famiglia feudi e privilegi,
Ferdinando
d’Aragona invia un diploma, firmato da Antonello de Petrucci suo ministro, “al magnifico Petro de Petra,
illustri doctori, fideli nostro, dilecto” il 21
marzo 1484, ringraziandolo per aver risolto una
controversia legale su alcuni beni feudali di Geronimo
Riario signor d’Imola e conte di Cariati. Alfonso,
marito di Beatrice
della Ratta è eletto del popolo di
Capua nel 1528. Donato Antonio, barone e camerario di Castel di Sangro, fu confermato signore di Collalto con
privilegio dell’imperatore
Carlo V il 23 dicembre 1530,
acquisirà in seguito il feudo di Rocchetta al Volturno. |

© Napoli - Chiesa di S.
Pietro a Mailella, cappella famiglia Petra |
Giovan Leonardo divenne primo barone di
Vastogirardi acquisendo il feudo nel 1540, regio assenso
del 30 giugno 1570, egli era giureconsulto e in questa
veste risolse la questione dei confini tra le città di
Opi e Pescasseroli, in Croce, “Storia del Regno di
Napoli”; suo figlio Prospero, anche lui giureconsulto e
regio uditore nelle provincie di
Principato Citra,
Contado del Molise, Basilicata e Capitanata, sposa
Giulia
d’Evoli dei Conti di Trivento. |

Castello di Vastogirardi
- Lapide in memoria di Prospero Petra |
Vincenzo, III barone di Vastogirardi,
acquisisce nuovamente il feudo di Caccavone nel 1645 e
sposa Settimia Filonardi, figlia di Germanico signore di
Bauco e di Lucrezia Cenci, la loro unione è ricordata in
due stemmi posti sulla facciata del castello di
Vastogirardi. Primo duca di Vastogirardi sarà Carlo I,
famoso giureconsulto e autore di testi legali, fu
giudice della Vicaria, Regio Consigliere di Santa Chiara
e Reggente del Collaterale e infine Reggente della Real
Cancelleria nel 1697. |
Alcuni membri della famiglia si
distinsero in campo ecclesiastico come Diego,
Arcivescovo di Sorrento, Regio Consigliere e scrittore
di testi teologici; Dionisio, Vescovo di Capri, abate
celestino, sepolto nella cappella di famiglia in S.
Pietro a Majella; Vincenzo, nato nel 1662 a Napoli e
morto nel 1747, fu teologo, scrittore, Arcivescovo di
Damasco, Segretario della Congregazione del Concilio
Tridentino, Cardinale e avvocato della Sacra Rota,
partecipò ai conclavi de 1730 e 1740; egli fu molto
amico di papa
Innocenzo XII Pignatelli a cui fece
erigere il monumento funebre in S. Pietro in Roma su
disegno di Ferdinando Fuga. |

Roma - Monumento di Papa
Inncenzo XII fatto erigere dall'Arcivescovo Vincenzo
Petra |
Domenico, avvocato e uditore di Chieti e
Trani, sposa prima Elena
Strambone dei duchi di Salza e
poi la nobile Teresa
Sersale. Nicola, nato nel 1693, fu
2° duca di Vastogirardi e poi 1° marchese di Caccavone
con regio diploma del 24 novembre 1723, infine divenne
barone di Panecuocolo (Villa Ricca), acquisendola dal
barone de Taxis; fu aggregato al
seggio di Portanova nel
1717 e poi fu ascritto al
Real Monte di Manso. Egli ebbe
tre mogli: Isabella
Altemps dei duchi di Gallese,
Beatrice de Silva dei duchi di Pastrana e Caterina
Augusta dei conti
Piccolomini, scrittrice che dedicherà
un poema a suo figlio Ugone. |
Vincenzo IV duca di Vastogirardi, sposa
Angela
Marulli dei duchi d’Ascoli. Carlo II,
morto nel 1811, fautore della
Repubblica Napoletana del 1799,
subisce l’esilio nel 1816 con la restaurazione di
Ferdinando I, nel 1816 vedrà l’eversione della
feudalità; sposa Maria Eustacchia
Mirelli dei principi
di Teora. Suo figlio Raffaele, nato nel 1798, VI duca di
Vastogirardi, è scrittore satirico celebre nel suo tempo
col nome di marchese di Caccavone; sposa la vedova di
suo fratello Francesco, Rachele
Ceva Grimaldi Pisanelli,
figlia di Giuseppe, politico e intellettuale di spicco,
presidente del consiglio dei ministri sotto Ferdinando
II. Rachele era duchessa di Caccuri, duchessa delle
Pesche, marchesa di Pietracatella, signora di Macchia,
Venifro e Gambatesa, baronessa di Sartano, e, come
ultima discendente del ramo primogenito di quella
famiglia, lascerà tutti i titoli ai figli del suo primo
matrimonio con Francesco Petra, creando il nuovo ramo
della famiglia Petra di Caccuri. |

Castello di Vastogirardi |
Figlia di Raffaele è Marianna che alla
morte del fratello eredita i titoli che trasferirà poi
al figlio primogenito don Ferdinando de
Notaristefani che sarà quindi IX duca di Vastogirardi,
VIII marchese di Caccavone e patrizio di Ravello;
Ferdinando sposa sua cugina Carmela Petra dei duchi di
Caccuri; egli, insieme a quattro dei suoi fratelli,
continuerà la tradizione di famiglia di impegno nel
campo della giurisprudenza e infatti sarà primo
presidente di Corte d’Appello. Il fratello don
Raffaele de Notaristefani, nato il 20 ottobre del
1861, è procuratore generale del re, grande ufficiale
dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, gran croce
dell’Ordine della Corona d’Italia; egli scrive diverse
pubblicazioni legali e partecipa ad importanti processi
tra cui quello intentato dal sindaco di Napoli Celestino
Summonte e il direttore de “il Mattino” Edoardo
Scarfoglio contro il giornale “La Propaganda”, processo
con cui, in qualità di pubblico ministero, dimostra
l’esistenza di rapporti ambigui tra il comune di Napoli
e la camorra, costringendo il sindaco alle dimissioni.
Fu strenuo difensore delle prerogative della
magistratura e fu eletto presidente dell’associazione
magistrati che reggerà fino all’avvento del fascismo nel
1922; nel 1923 fu messo a riposo anticipato insieme ad
altri magistrati ritenuti scomodi dal regime e oggi un
suo ritratto è esposto nella galleria dei magistrati nel
palazzo della Corte di Cassazione a Roma. |

Ritratto di Don Raffaele
de Notaristefani |
Don Paolo,
procuratore del re d’Italia, animatore della vita
intellettuale e mondana di Napoli ad inizio secolo,
sposa Gemma dei baroni Magliano, suoi ritratti satirici
si trovano esposti nel Circolo Artistico Politecnico di
Napoli. |
____________________
Nota:
1)
-
L’arma della famiglia Petra ha subito
delle variazioni durante il corso degli anni; lo stemma
del barone Prospero aveva il leone rivolto a sinistra
sormontato da una sola stella rossa a otto raggi, mentre
nella branca anteriore destra reggeva non la pietra ma
un cesto d'oro da cui fuoriuscivano lingue di fuoco e
nella sinistra la testa d'uomo; detto stemma è presente
nella chiesa di S. Nicola nel castello di Vastogirardi,
partito con quello della moglie Giulia d'Evoli. Inoltre
è presente nell'allegoria dell'opera giuridica del duca
Carlo del 1643 "Commentaria luculenta et absoluta in
Universos Ritus" dove però non si vede il colore
della stella perché monocromatico. In seguito l’arma dei
duchi Petra di Vastogirardi avrà il leone volto a destra
sormontato da tre stelle d'oro a sei raggi tenente
nella branca sinistra una pietra nera cerchiata d'oro e
con la destra la testa d'uomo. Quest'ultimo stemma è
stato mantenuto dai duchi di Caccuri,inquartato con
quello dei Ceva Grimaldi, mentre nello stemma
matrimoniale di Marianna Petra con Vitoantonio de
Notaristefani le stelle rimangono tre ma diventano
rosse, recuperando il colore dei baroni di Vastogirardi. |
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