
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Monforte |
Arma:
dei duchi di Laurito: di rosso, al leone d’oro con la
coda biforcata tenente uno scudetto di ermellino;
di Nola: di rosso, al leone d’oro con la coda biforcata
tenente uno scudetto di armellino, il tutto in cuore all’aquila
imperiale austriaca. Dietro l'aquila, in ricordo dell'alleanza
con i re di Francia, una banda d'azzurro caricata di gigli.
Dimora: Napoli e Austria. |

Napoli, stemma famiglia Monforte
da Nola |
Alla
famiglia Monforte, ascritta all'Elenco regionale
napolitano, spettano i titoli di
duca di Laurito
per diretta investitura,
di
marchese di San Giuliano
per successione della famiglia Ramirez
de Montalto,
conte di Squillace dal 1734 e di
nobile patrizio
napoletano al discendente primogenito di
Filippo ascritto al Libro d'oro napoletano. Passò
per giustizia all'Ordine di Malta dal 1620. I Monforte
furono inoltre ascritti al Patriziato Napoletano dei
Sedili di
Capuana e
di
Portanova.
I Monforte di Nola, decorati per Regia familiarità nel
1573, furono ricevuti nell'Ordine Gerosolimitano nel
1616 con il cavaliere Carlo, ed ascritti al Registro delle famiglie dei
Cavalieri di Malta di giustizia; ascritti nel Registro
regionale napoletano spetta il titolo di nobile a tutti
i discendenti di Antonio.
Furono cavalieri del S.M.O. di Malta
Ugo Monteforte nel 1433, Lazzaro Monforte
nell’agosto del 1527.
Giacomo Monforte (1818
†
1897),
nobile di Nola, discendente di Antonio,
sposò donna Maria Raffaella
Gurgo, figlia di Antonio dei
duchi di Castelmenardo, patrizio salernitano. |
Stemmi
innalzati dai Monteforte: |
L’antichissima e nobilissima famiglia Monforte,
originaria di Francia venne nel Regno di Napoli al
seguito di
Carlo I d’Angiò con
- Gui (Guido) de Monfort (†
1271), figlio di Simon de Montfort conte di
Leycester, il quale ottenne la Signoria di Monteforte e
Nola;
- Johannes de Montfort, figlio di Filippus,
creato da Carlo d’Angiò conte di Squillace; ottenne
inoltre il titolo di
conte di Montescaglioso e d’Alba
per aver sposato Marguerite, figlia ed erede di Pierre
de Beaumont:
- Simon de Montfort, fratello di Gui, creato
conte di Avellino il 6 gennaio 1271; morì senza lasciare
eredi. |
Il feudo di Campolattaro, cittadina in provincia di
Benevento, ai tempi degli
Angioini
apparteneva alla famiglia Monfort, poi passò ai dei
de Capua,
con il titolo marchesale, ed infine ai
Blanch,
che all'inizio del XVIII secolo lo vendettero alla
famiglia
Capomazza. |
Anastasia di Monforte, figlia ed erede di Guido
conte di Nola e Soana, sposò Raimondo (o Romanello)
Orsini (†
1327),
Gran Giustiziere del Regno di Napoli, e
i detti titoli passarono in casa Orsini. |
Campobasso, terra in Contado di Molise, nel 1277
apparteneva a Roberto conte
di Molise (così si
appellavano i conti di Campobasso); gli successe
Guglielmo († 1326),
la cui unica figlia Tomasella sposò Riccardo
Monforte, che ereditò la contea.
Campobasso, una
porta d'ingresso con
le insegne dei Gambatesa
che erano un ramo dei de Moliso che si fusero
con i Monforte |
Riccardo
di Monforte, figlio di Guglielmo conte di
Campobasso, fu Consigliere di Stato del re Ferdinando I
e Signore di Mirabello e della Tufara, che egli ebbe in
dono nell’anno 1430
dal conte Angiolo, suo parente. Riccardo, avendo
parteggiato per il duca Giovanni d’Angiò, fu dichiarato
ribelle dal re
Ferdinando I
d'Aragona e fu privato della Tufara,
della metà di Mirabello.
Detto Riccardo ebbe due figlie:
1) - Vannella (o Bandella) Monforte detta
Gambatesa, nipote di Gugliemo conte di Campobasso, sposò
Giovanni
Filangieri detto della Candida che ebbe in dono
da re Ferrante I d’Aragona la terra di Tufara, in
Provincia di Molise,
con diploma del 13 marzo 1465;
il feudo di Tufara pervenne in Casa
Crispano a seguito di matrimonio celebrato tra Eleonora
Filangieri detti di
Candida
(† 1531), figlia ed erede di Vannella Monforte, con
Boffillo I
Crispano († 1526).
2) – Cecca che ebbe la metà di Mirabello e una
casa in Campobasso per eredità materna; sposò Battista
del Balzo, condottiero di gente d’arme, che ebbe in dono
da re Ferdinando l’altra metà di Mirabello. |
Tra i discendenti di detto Riccardo è celebre nelle
storie il conte Nicola II Monforte
(Napoli, 1415 †
Francia,
agosto 1478),
il quale venne volgarmente chiamato conte Cola,
figlio del gran capitano Angelo II conte di
Campobasso (†
1450) e di Giovannella
Caracciolo; era
inoltre
nipote diretto di Nicola I Monforte 1°
conte di
Campobasso.

Nicola II
Monforte |
Il conte Cola, alla morte del padre ereditò
le contee di Campobasso e Termoli, e
i feudi di Apricena,
Campodipietra,
Campomarino, Castellino
del Biferno, Castelvetere in
Val Fortore, Celenza Valfortore, Ferrazzano, Fragneto
Monforte, Gambatesa, Mirabello Sannitico, Monacilioni,
Montorio nei Frentani, Oratino, Pesco Sannita,
Ripalimosani, Serracapriola e Tufara;
inoltre fu governatore
degli Abruzzi.
Nel novembre del
1450 sposò Altobella
di
Sangro, figlia di Paolo duca di Torremaggiore e di
Abenante Attendolo,
che ucciderà nel 1465 per
aver commesso adulterio.
Nel
1459 ereditò i feudi dello
zio Carlo di Monforte-Gambatesa. Fortificò
Campobasso circondandola di mura e fece costruire un
castello sul colle che dominava la città; coniò
monete d’argento e di rame che rappresentavano da una
parte i ceppi e le manette che incorniciavano i sovrani
di Francia dopo la prigionia di Ludovico IX dove si
legge Nicolaus Comes; nel rovescio una croce con la
parola Campobasso.
Divenne ribelle di re Ferdinando I d’Aragona,
dopo la
battaglia di Troia del 1462 ed aver resistito
gli assedi ai suoi feudi da parte delle truppe di Alessandro
Sforza e Roberto
Sanseverino d'Aragona, fu costretto a fuggire e tutti i
suoi beni furono confiscati.
Suo figlio Angiolo Monforte, rientrò nelle grazie
del Re e riacquistò tutti gli stati paterni. Gli
successe il figlio Niccolò III che nel 1495 si
schierò con il re di Francia
Carlo VIII, sceso in Italia
alla conquista del Regno di Napoli.
Ferdinando II d’Aragona, detto Ferrante II o Ferrantino,
re di Napoli dal 1495 al 1496, dopo aver riconquistato
il Regno, nel 1496 spogliò di tutti i beni detto Niccolò;
gran parte dei feudi, compresa la contea di Campobasso,
furono venduti per ducati 18.000 ad Andrea
di Capua. |
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Gambatesa (Campobasso),
castello Gambatesa o di Capua |
Giacomo
Monforte, barone di Monteforte e proprietario di parte
del casale di Cicerale posto nei dintorni del Cilento,
sposò Caterina
Gagliardi, sorella di Nicola Antonio
governatore della città di Gaeta nel 1473, che generò
Antonio Monforte. |
Rocca d'Evandro, splendido paese in provincia di
Caserta: Nel corso dei secoli si alternarono molti
feudatari, tra i quali: Tommaso
Brancaccio
(1338), Cola Orsini e Maria
Marzano
conti di Manoppello; Ettore
Fieramosca
duca di Mignano (1500), Federico Monforte (1528),
Francesco
d'Avalos
marchese di Pescara, Maria d’Aragona del Vasto (1548),
Marcello
Muscettola
(1552), Antonio
di Bologna
(1563). |
Nel 1566 Guido
e Carlo Monforte dei
conti di Bisceglie risultano
essere
patrizi di Benevento insieme a Ladislao
Pacca.
Nel 1694 Ferdinando Oronzio Monforte, duca di
Laurito e governatore generale della provincia di
Capitanata e Contado di Molise, diede 60 some di terreni
demaniali a Giuseppe
Quaranta, patrizio di Lucera.
Gio: Battista
Monforte, duca di Laurito, sposò Fiumara
Orefice, figlia
ed erede di Luigi dei principi di Sanza. |
Nel 1716
Domenico Monforte, figlio di Ferdinando,
ereditò dalla madre il titolo di marchese di San
Giuliano (oggi S. Giuliano di Puglia) in Contado di
Molise. Nel catalogo dei baroni di S. Giuliano, terra in
Provincia di Capitanata, si legge: “Dominus Trasmundus
de Montealto tenet Sanctum Julianura quod est feudum I
militis”. Dalla famiglia Monforte dei duchi di Laurito
fu venduta, senza il titolo di marchese, a Bernardo
Rota
il 5 giugno 1730.
Rosa Monforte sposò Giuseppe Caracciolo, figlio
di Benedetto e nipote diretto di Ascanio marchese di
Pannarano dal 1741. |
Nel 1792 Michele
Arminio Monforte risulta essere
patrizio di Lucera;
nello stesso anno votò, insieme a Vincenzo
del Pozzo,
Vincenzo
d’Auria, Gaetano
Giordano e ad altri, per
l’ammissione di Tommaso Mazzaccara, duca di Ripacandida,
alla nobiltà di Lucera. |
Laurito,
terra in
Principato Citra,
situata di fronte le colline di Roccagloriosa, patria di
Antonio
Monforte, persona molto erudita; in questo luogo fu
fondata nel 1618 la prima casa dell’Istituto della
Dottrina Cristiana da Gio:Filippo Romanelli e
Tommaso
Monforte, barone di Laurito. In precedenza, nel 1504, il
feudo apparteneva per metà a Dionora
Ruggi.
Ferrante
Monforte, duca di Laurito,
sposò Dianora
d'Aquino,
figlia di Alessandro († 1606), di Antonio, di Luigi II
d'Aquino, 9° barone di Castiglione, e di Beatrice
Recco, figlia di Ettore; Dianora ebbe per
fratello Landolfo d'Aquino, sposato a Violante
Valignani.
Figlio di Ferrante fu
Giovan Battista
(† 1676), ebbe per figlio
Oronzo
(† 1740), sposato a Caterina
Branciforte
generarono
Domenico L.
(1691 † 1751), sposato a Candida
Pignone
del Carretto generarono
Almerico
(1731 † 1785), sposato a Domenica
Pignatelli dei
principi di Monteroduni, ebbero per figlio
Filippo Leopoldo
(1776 † 1826), erede dei beni allodiali ed il cognome
d'Aquino Pico di
Vincenza d'Aquino
Pico
(Napoli, 15 dicembre 1734 † ivi, nella sua villa di
Posillipo, 8 ottobre 1799), 7^ principessa di
Castiglione, figlia di Rinaldo, principe di Feroleto, e
di Francesca
Capecelatro,
erede di suo zio Alessandro d'Aquino, 6° principe di
Castiglione (1689 † 1763), di Tommaso e Fulvia, figlia
di Alessandro Pico, duca di Mirandola, nel 1749 sposata
a Landolfo d'Aquino, suo lontano agnato collaterale e
pronipote dei citati Landolfo e Violante Valignani;
Vincenza il 6 febbraio 1767 prese intestazione delle
terre in
Calabria Citra
di Castiglione con i casali, e le seconde cause,
portulania e zecca, della contea di Martorano, e della
baronia della Motta, nella stessa data prese
intestazione dei feudi di
Calabria Ultra
di Nicasto e Feroleto, senza eredi successibili gli
stati feudali ricaddero nel Regio Demanio.
Almerico Monforte d'Aquino Pico
(10 agosto 1800 † 28 ottobre 1849), duca di Laurito,
come erede di suo padre Filippo Leopoldo e di Natalia
di Tocco
dei principi di Montemiletto, ascritto al Libro d'Oro,
sposato a Carolina
Spinelli
dei marchesi di Fuscaldo, ebbero per figli:
Giulia
(n. 27 giugno 1839);
Stanislao (n. 5 luglio 1835), Capitano
di Vascello nella Real Marina da Guerra, Cavaliere
Mauriziano e dell'Ordine della Corona d'Italia, decorato
con due medaglie d'argento;
Ruggero
(10 agosto 1833 † 1891), sposato nel 1860 a Gabriella
Emma Agostina d'Albuquerque;
Natalia
(n. 1° agosto 1824), sposata il 19 febbraio 1849 a Carlo
Carignani,
nobile dei duchi di Carignani;
Alfredo
(n. 17 giugno 1831); e
Filippo
(19 aprile 1826 † 20 luglio 1887),
patrizio napoletano,
duca di Laurito,
marchese di San Giuliano,
conte di Squillace,
per successione a suo padre Alberico, sposato il 21
gennaio 1860 a Lydia Helbert, alla sua morte gli
successe suo fratello Alfredo, alla morte di
quest'ultimo gli successe suo fratello Ruggero, al quale
successe sua figlia
Giovanna
Monforte d'Aquino Pico (n. Vienna, 1870), con RR.LL.PP.
del 6 luglio 1911, fu autorizzata ad assumere i titoli
del padre Ruggero, duca di Laurito, conte di Squillace;
nel 1897 aveva sposato
Giuseppe de Cathelineau. |
Ramo dimorante in Austria dei duchi di Laurito: |
Giovan Battista
(Napoli, 20 marzo 1804 † 10 novembre 1878), fratello del
duca Alberico (10 agosto 1800 † 28 ottobre 1849),
ascritto al
Libro d'Oro,
Feldmaresciallo Luogotenente austriaco, sposato il 16
agosto 1842 a Maria Sofia, principessa di Turn e Taxis
(n. 16 luglio 1816), ebbero per figlie:
Eleonora
(n. 26 gennaio 1854), sposata il 15 novembre 1873 a
Francesco Guglielmo Mac-Nevin;
Teresa Maria,
gemella della pecedente;
Emilia Maria
(n. 20 marzo 1852);
Carolina Maria (n. 27 dicembre 1850),
sposata il 17 aprile 1877 ad Ermanno, conte e signore di
Sprinzenstein;
Maria Natalina
(n. 22 settembre 1847), sposata il 15 maggio 1874 a Hans
Klinger; e la primogenita
Maria
Elisabetta (n. 10 gennaio 1844), sposata
in prime nozze l'8 aprile 1872 ad Alessandro Mor,
rimasta vedova il 20 novembre 1879, sposò in seconde
nozze Carlo, barone di Lempruch il 4 maggio 1881. |
Del
ramo dei marchesi di San Giuliano degno di menzione è
Giovanni Vincenzo Monforte (Sorrento, 1733 † Napoli,
1802), patrizio napoletano, nominato vescovo di Tropea
il 21 dicembre 1786 dove profuse parte dei suoi beni per
ricostruire la cattedrale danneggiata dal terremoto del
1783. Nel 1798 fu nominato vescovo di Nola, nel 1800
Gran Cancelliere dell'Ordine di S. Ferdinando e nel 1802
arcivescovo di Napoli.

Giovanni Vincenzo
Monforte, Arcivescovo di Napoli |
Ebbe due nipoti: Giovanni
Monforte, marchese di San Giuliano e procuratore del Re
presso il Tribunale Civile di Napoli, poi della
Gran
Corte Criminale, e
Antonio
Monforte († 1854)
vescovo di Troia dal 3 maggio 1824;
quest'ultimo nel luglio del 1837 ricevette la relazione,
inviata dal vicario della Chiesa di S. Giovanni Battista
di Foggia, sul miracolo della statua lignea
dell'Addolorata. Altra relazione su detto miracolo fu
scritta dal conte Troiano
Marulli,
colonnello, comandante delle Armi della Provincia di
Capitanata. |
Del
sepolcro di donna Giustina Monforte (Napoli, 1819 †
1855), figlia del nobile Muzio Antonio (Napoli, 1776 +
Nola, 1833) e di donna Maria Teresa
Mastrilli
dei duchi di Marigliano), moglie di Fabio
Sanfelice,
10° duca di Bagnoli, sepolta in
Napoli nella cappella
Sanfelice,
danneggiata irrimediabilmente dai bombardamenti della
seconda guerra mondiale, resta in sua memoria una
lapide con il suo volto inciso in marmo. |

Napoli, il volto di
Giustina Sanfelice, nata Monforte |

Napoli, corte di palazzo
Sanfelice, sull'arco di accesso al giardino lo stemma
Monforte |
Anna Maria Monforte dei conti di Campobasso (†
13 marzo 1856) sposò
Felice
Tommasi (Napoli, 1819 † ivi, 1885) marchese di Casalicchio
nel 1854. |

Napoli, busto di Anna Maria Monforte |

Stemma partito Tommasi e Monforte |

Napoli, Cappella Tommasi, epitaffio |
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Bibliografia:
- Vittorio Spreti, “Enciclopedia storico-nobiliare
Italiana”, Arnaldo Forni Editore.
- G.B. di Crollalanza, “Dizionario storico-blasonico
delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e
fiorenti”, Pisa 1896.
- Sovrano Militare Ordine Gerosolimitano di Malta,
“Elenco storico della Nobiltà Italiana”, Tipografia
Poliglotta Vaticana 1960.
- Lorenzo Giustiniani , “Dizionario geografico-ragionato
del Regno di Napoli”.
- Giuseppe Lumaga, “Teatro della nobiltà dell'Europa
ovvero Notizie delle famiglie nobili, che in Europa
vivono di presente, e che in lei vissero prima ...”,
Napoli 1725.
- Francesco Bonazzi di Sannicandro, “Elenco dei
Cavalieri del S.M. Ordine di S. Giovanni di
Gerusalemme”, Napoli 1897.
- Francesco Bonazzi di Sannicandro, “Famiglie nobili e
titolate del Napolitano”, Arnaldo Forni Editore, 2005.
- Carlo Padiglione, “Trenta centurie di Armi
Gentilizie”, Napoli, 1914.
- Paul Durrieu, “Archives Angevines de Naples”, Parigi,
1887.
- Associazione Studi Storici Sorrentini, “ Cenni storici
sulla Nobiltà Sorrentina”, 1992.
- Berardo Candida Gonzaga, “Memorie delle famiglie
nobili delle Province Meridionali d’Italia”, Vol. VI,
Napoli, 1875.
- Franz von Lobstein, “Settecento Calabrese” Vol. II,
Napoli 1978.
- Biblioteca Universitaria di Napoli, “Imprese ovvero
stemme delle famiglie italiane” di Gaetano Montefuscoli.
- Orsini De Marzo, “Stemmario Orsini De Marzo del Regno
di Napoli”.
- Armando Fares, "Il miracolo dell'Addolorata", Foggia
2012.
- Mario Pellicano Castagna “La Storia dei
Feudi e dei Titoli Nobiliari della Calabria” Voll.
II-III, Editrice C.B.C. 1996-1999.
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