
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Mele |
Arma:
spaccato, di rosso e d'argento, al leone dell'uno nell'altro,
con la fascia d'azzurro sulla partizione, caricata di 3 stelle
d'oro, attraversante il tutto(1).
Cimiero: una sfinge che sostiene una corona; la corona
rappresenta il principato di Bari. |

Napoli - Arma della Famiglia Mele |
La famiglia Mele è una delle più antiche ascritte al
Patriziato Napoletano del
Seggio di Porto.
Secondo gli storici(2)
il capostipite fu Melo (†
1020),
principe di Bari e valoroso
condottiero; guidò la rivolta contro i bizantini che
imponevano tasse elevatissime liberando le città di
Bari, Trani e Bitonto. Nel 1011 i bizantini
riconquistarono le città perdute e Melo dovette
rifugiarsi in Germania, dove l’imperatore Enrico II lo
nominò duca di Puglia, con
l'intento di ritornare in Italia per riconquistare le
sue terre, ma non gli fu possibile perché, colto da
febbre alta, rese l’amina a Dio nell’anno 1020 e fu
sepolto in terra straniera con tutti gli onori.
Suo figlio Agiro con i nipoti Stefano e
Pietro Mele, anch'essi guerrieri di grande valore,
scesero in Italia con il titolo di Conte al seguito
dell'imperatore Enrico II per combattere contro i
bizantini in Puglia e Campania.
I mele entrarono così in possesso di molte terre, furono
baroni di Cardito(3)
in
Terra di Lavoro, di
Casarano in Terra d'Otranto,
di Poppano in Principato
ultra. |

Stemma della Famiglia Mele; la
corona sostenuta dalla sfinge rappresenta il Principato
di Bari. |
Nel
1304 Covello e Landolfo Mele, figli di
Andrea, patrizi napoletani, edificarono la cappella
gentilizia del Casato alla destra dell'altare maggiore
del Carmine, poco distante dalla sepolcro di
Corradino di Svevia.
Giacomo Mele fu Consigliere di
re Ladislao e
della regina Giovanna II di Durazzo e poi Luogotenente
della Regia Camera.
Nel 1455 Giacomo Mele, barone di Poppano, insieme
a Esau
Ruffo,
Scipione
Strambone ed altri, fu Paggio di re
Alfonso I d'Aragona.
Nel 1459 Covello Mele fu nominato Sindaco di
Napoli.
Nel 1499 Pier Luigi fu eletto rappresentante del
Sedile di Porto insieme a Gio: Francesco Griffo, quando
re Federico d'Aragona fu chiamato a giudicare sul
litigio avvenuto tra il Sedile del Popolo e i nobili per
designare chi dovesse portare l'asta del Palio durante
il giorno della festività del Santissimo Sacramento;
impalmò Laura
Carmignano. |
Alcune
parentele contratte dalla famiglia Mele:
STENDARDO: Guglielmo Mele, milite, sposò nel 1302
Maria
Stendardo.
STRAMBONE: Antonio Mele († Nocera dè Pagani,
1528), figlio di Giacomo e Allegrantia
Macedonio, sposò Giuliana
Strambone. |
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Note:
1)
- Archivio di Stato di Napoli - Fascio 4225
2) – Camillo Tutini,
“Dell’origine e fundazion dè Seggi di Napoli”, 1754
3)
- Scipione Mazzella, "Descrittione del Regno di Napoli",
1601
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Continua nel sesto
volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO
GLI SCUDI"
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