
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia
Martucci |
Arma: inquartato, nel 1° e nel 4° d’oro al castagno al
naturale su una pianura di verde, sinistrato da una martora
rampante al tronco; nel 2° e nel 3° d’azzurro al leone d’oro con
una banda di rosso caricata di sette stelle di sei raggi
d’argento attraversante.
Dimora: Rossano e Napoli.
Titoli:
nobili di Rossano,
marchesi di Scarfizzi. |

Rossano Calabro, palazzo
Martucci, stemma |
L’antica e nobile famiglia Martucci sin da tempi remoti si trova
stanziata a Rossano Calabro, in provincia di Cosenza, dove era
ascritta alla nobiltà della città insieme agli
Abenante,
i
d’Alessandro, gli Amarelli, i Blasco, i Boni, i Borromeo, i
Britti, i Caponsacco, i
Cito, i
Civitate, i Curti, i
Labonia,
i de Lauro,
i Leonrdis, i Malena, i Mandatoriccio, i Mannarino, i
Montalto,
i Monticelli, i de Muro, i Pipino, i
Perrone di
Sellia, i de Rosis, i de Stefano, i Tagliaferri, i Toscano e
i della Valle.
Verso la metà del XV secolo, Lorenzo Martucci e
Giuseppina Gervasi generarono Luca che entrò nell’ordine
conventuale di S. Francesco d’Assisi; nel 1535 ne fu guardiano e
si deve a lui la costruzione del convento di Rossano, e
Giovanni che impalmò Margherita Malagrino, appartenente ad
una famiglia oriunda di Corfù. Quest'ultimi ebbero per figli:
Francesco (primo vicario capitolare in Rossano dopo il
Concilio di Trento), Paolo (sacerdote), Cilla
(moglie di Antonio Greco), Cataldo, Petruccio e
Bernardino († 1550); quest’ultimo sposò Napoletana
Malabranca che diede alla luce Giovanni, Nicola
(esimio matematico e Canonico della Cattedrale) e Lorenzo
che insieme a Lorenzina Pontio ebbe Giov. Lorenzo e
Fabiano che con Irene Riso generò Vittoria (nel 1600
moglie, in prime nozze, di Giulio Britti, e in seconde nozze di
Claudio Amarelli), Marco Antonio (n. 1606), Francesco
(n. 1608) e Venezia (moglie di Marco Filareto).
Il citato Marco Antonio sposò Caterina
Sanfelice,
per figli ebbero Diego (capitano), Bernardino
(sacerdote), Gregorio (militare), Faustina (moglie
di Diego Palopoli), Lucrezia (moglie di Lorenzo Cropolati
nel 1635), Antonio (religioso), Daniele
(religioso) e Domenico. Con loro si estinse il ramo di
Marco Antonio Martucci, come eredi subentrarono i figli di
Alfonso Petra
e l’abate Palopoli.
Il suddetto Francesco Martucci (n. 1608) sposò, in prime nozze, Cornelia Bajo e,
in seconde nozze Laura Mezzomonaco con la quale generò
Giuseppe, Bonaventura, Maria (moglie di
Francesco Vendimare di Corigliano), Lelio (canonico nel
1688, parroco e poi vicario generale, edificò una chiesa sul
fondo di Volimento che precedentemente aveva comprato), e
Fabio che sposò nel 1646, in prime nozze, Flaminia Nigro e,
in seconde nozze Lucrezia
Abenante.
Bonaventura, insieme al padre Francesco, alienò nel 1648 i fondi di Unda, Jiti e Volimento.
Francesco impalmò Porzia Rapani che diede alla luce Penelope
(moglie di Bonaventura
Mazziotti nel 1702), Irene (moglie
di Francesco Perrone), Giovan Leonardo e Lelio;
quest’ultimo sposò Teresa
Alimena di Montalto che generò
Francesco (Sindaco di Rossano nel 1696) e Fabio.
Fabio convolò a nozze con Aurora Falco, per figli ebbero
Teresa (moglie di Pietro Paolo
Giannuzzi), Serafina (moglie di Cesare di Stefano),
Maria Giuseppa, Porzia, Maria Rosa (moglie
di Nicola Perrone) e Saverio che con Maria Malena generò
Fedele, Giuseppe († 1834) e Fabio, che troveremo
più avanti col titolo di marchese di Scarfizzi. |

Arma Malena di Rossano: d'azzurro, al
grifo d'oro tenente con la branca destra una coppa del
medesimo |
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Rossano Calabro (Cosenza) |
Il feudo di Carfizzi, sito in
Calabria Citra, nei documenti citato anche come Scarfizzi,
nel 1563 fu venduto da Giovanfrancesco Morano, barone di
Crotonei, a G. Filippo
Badolato
di Cosenza; Fabrizio Morano nel 1576 ne rientrava in possesso.
Passò alla sorella Aurea Morano (1588
†
1630) che sposò il barone di Sellia Orazio
Sersale.
Orazio Sersale junior, duca di Belcastro, nel 1648 alienò
Scarfizzi a Valerio de Filippis; il figlio Gio. Nicola Giuseppe
de Filippis sposò l'aristocratica crotonese Antonia Suriano,
figlia di Diego, feudatario di Apriglianello. La figlia
Innocenza de Filippis, sposata con Antonio
Sambiasi,
nel 1687 fu costretta a causa dei debiti a vendere il feudo di
Carfizzi per 31.000 ducati a Scipione Pisciotta junior. Il feudo
di Carfizzi passò poi a Fabio
Caracciolo,
duca di Belcastro, che lo tenne un solo anno (1696), e quindi a
Scipione
Moccia, patrizio napoletano, che nel 1697 acquistò Carfizzi
col titolo di duca per ducati 31.800. Carlo
Crispano,
figlio di Antonia Moccia duchessa di Carfizzi, nel 1760 ereditò
il feudo e nel 1766 lo cedette per ducati 52.000 a Nicola Malena.
Il titolo di Marchesi di Scarfizzi fu concesso a Nilo Malena,
presidente del Supremo Magistrato del Commercio il 31 maggio
1788 dal re
Ferdinando IV di Borbone.
Suo erede fu il fratello Vincenzo, morto il 16 febbraio 1799;
subentrò quindi il figlio Francesco, deceduto anch’egli senza
prole, e il titolo passò alla sorella Maria che sposò
Francesco Martucci. |

Il palazzo fatto
costruire nel 1838 dal marchese Fabio Martucci |
A Fabio Martucci, figlio dei predetti Saverio e
Maria Malena, con R.D. del 15 settembre 1845 gli venne
riconosciuto il titolo di marchese
di Scarfizzi. Detto Fabio sposò Nicoletta
Abenante, figlia del barone Emanuele, ultimo discendente
degli Abenante di Rossano.
Molti componenti del casato intrapresero la carriera
delle armi: Giovanni Martucci (n. Aversa 1808) fu
capitano del 1° Reggimento Dragoni dell’esercito del
Regno delle Due Sicilie; Vincenzo Martucci
(Napoli, 14.11.1821 † ivi, 23.12.1877), fu secondo
tenente del Reggimento Carabinieri a piedi dell’esercito
borbonico.
La famiglia Martucci risulta iscritta nel Libro d’Oro
della Nobiltà Italiana e nell’Elenco Ufficiale Nobiliare
Italiano col titolo di marchese di Scarfizzi, in persona
di Arturo Martucci, figlio di Giuseppe (n.
Rossano, 9.5.1860
†
Napoli, 18.5.1915, marchese di Scarfizzi) e di Nicoletta
Amarelli, nata a Napoli il 5 maggio 1880; fu capitano di
complemento di cavalleria, sposò Maria Luisa Rossi
Romano, nata a Napoli il 7 dicembre 1888, matrimonio
celebrato a Napoli il 14 novembre 1910. I coniugi
risiedevano in Napoli, in piazza dei Martiri n° 58
nell’immobile appartenuto prima alla famiglia
Coscia
e poi alla duchessa Lucia
Migliaccio, moglie morganica di re Ferdinando I
delle Due Sicilie. |

Napoli, piazza dei
Martiri n° 58, la residenza dei Martucci |
Arturo (n. a Napoli il 18 agosto1947), marchese
di Scarfizzi, nobile di Rossano (figlio di Giuseppe, nato
a Napoli 13 agosto 1913 † Rossano 25 febbraio1985,
Marchese di Scarfizzi e di Micaela Strigari, nata Napoli
16 maggio 1921), Cavaliere di Gran Croce del Sovrano
Militare
Ordine di Malta, Cancelliere del Priorato di Napoli,
Gran Ufficiale al Merito Melitense, Cavaliere
dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, sposò a
Napoli 6 ottobre 1977 la nobile Enrica
Farina. |

Napoli, stemma del
marchese Arturo Martucci, Cancelliere del Priorato di
Napoli |

Cosenza, Chiesa di San
Domenico, dipinto nel quale
è presente lo stemma partito
de Majo e
Martucci. |

Cosenza, Chiesa di San
Domenico, lastra tombale con
stemma partito
de Majo e
Martucci. |

Cosenza, Chiesa di San Domenico,
particolare dipinto, stemma partito
de Majo e Martucci. |

Cosenza, Chiesa di San Domenico,
Altare della Madonna
della Febbre appartenuto alla famiglia Martucci
(1) |

Cosenza, Chiesa di San Domenico,
Altare della Madonna
della Febbre appartenuto alla famiglia Martucci, statua
in
marmo risalente al Cinquecento di notevole fattura.
|

Cosenza, Chiesa di San Domenico,
Altare della Madonna della Febbre, paliotto
costituito da un bassorilievo in marmo raffigurante la
deposizione di Gesù dalla croce. |
_____________
Note:
1)
- Luca Irwin Fragale, nella sua opera “Microstoria e
Araldica di Calabria Citeriore e di Cosenza”, The Writer
Edizioni Ass.-2016, a pag 163, riporta la "Relatio" del
vescovo di Venosa del 1628 nella quale vi è una lista di
altari privati posti sui lati della chiesa e, per
quanto riguarda S. Maria della Febbre l'attribuisce ai
Cicala; l'Andreotti l'attribuisce ai Martucci. E'
ragionevole pensare che: non essendo stata più presente
in Cosenza la famiglia Cicala la cappella sia passata ai
Martucci.
Bibliografia:
- Cav. Barone Luca de Rosis, “Cenno storico della città
di Rossano”, Napoli 1838
- Vittorio Spreti, “Enciclopedia storico-nobiliare
Italiana”, Arnaldo Forni Editori
- Franz Von Lobstein, “Settecento Calabrese”, Fausto
Fiorentino - Napoli |
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