La Famiglia
Marano possedette, sin dal 1337, con Raone,
la terra di Marano
oggi comune omonimo denominato Marano Marchesato poco
distante da Cosenza
(1)
originario della vicina Cerisano.
Ruggero
e Gilberto Marano figli di Raone, nel 1367
pagarono i diritti feudali al re
(2).
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Marano Marchesato
(Cosenza) |
Filippo
ereditò il feudo da suo padre Ruggero.
Roberto,
figlio di Filippo, oltre i feudi ereditati dal padre
aggiunse quelli portati in dote da sua moglie Costanza
di Paola.
Francesco,
fu signore, sin dal 1447, di
Lago e Savuto, nel 1457 diede in permuta a
Sansonetto
Sersale metà del feudo di Lago ottenendo da
questi la terra di
Pietramala
(3);
nel 1563 con lo sbarco nel regno di Giovanni d'Angiò
parteggiò per quest'ultimo, unitamente al citato
Sansonetto Sersale, contro
Ferrante d'Aragona il quale ad entrambi confiscò le
loro terre ritornando a disposizione della Regia Corte;
re Ferrante concesse Pietramala a Luca
Sanseverino duca di San Marco
(4)
e futuro 1° principe di Bisignano.
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Lago (Cosenza) |
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Savuto di Cleto (Cosenza) |
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Matteo,
nel 1475 possedeva il suffeudo di Donna
Romana,
ricadente nel territorio dello stato di Rende,
concessogli da Prospero Adorno,
2° conte di Rende e fu appellato col titolo di
nobile et strenuus viro;
inoltre, per i servizi militari, come capitano, resi al
principe di Bisignano Girolamo Sanseverino, nel 1486
ottenne il suffeudo di Vennere di
pertinenza del feudo di Castelfranco.
Giovan Battista,
con Giovanni Sambiase, nel
1507 presero in fitto la Gabella
della Grassa di Cosenza.
Teresa ,
sposò Giovanni
Barracco.
Domenico Antonio
Marano nel 1721 era possessore della difesa
Camigliati (estensioni di terreno recintate per far
pascolare le mandrie o per seminarvi) in
Regia Sila
portata in dote da sua moglie Teresa Cugini di Celico,
ed assegnate a Teresa da Fulvia e Felicia Antonia sue
sorelle, come eredi del fu chierico Angelo Cugini loro
comune padre; la difesa era estesa per 220 tomolate così
suddivise: 110 di terre seminatorie, 10 di erba di
taglio, e tomolate 100 di erbaggi, ed alberata nella
parte soprana; confinava con la difesa Camigliati
di don Tommaso
Monaco,
l'altra di Camigliati di don Antonio Gullo, altra
Camigliati di Giacinto Valente, le terre di
Camigliati di S. Caterina di Spezzano Piccolo, la
difesa di Fallistro, e proprio dove si dice
Crocevia delle Magare, che si possedeva da Stefano
Mollo,
Camigliati di Lorenzo Curcio, e via pubblica.
Dalla nota delle difese transatte nell'anno 1738
si rileva che questa difesa posseduta da Domenico
Antonio Marano, fu transatta dal chierico don
Giuseppe Marano suo figlio per ducati 85, quali
furono pagati ed introitati a beneficio della
Regia Corte.
Antonia Marano, sorella di Giuseppe, ereditò la
difesa Camigliati, sposata nel 1743 al barone
Stanislao Barracco, portò la difesa in questa casata.
Stato della Regia Sila, sotto la delegazione
dell'Illustre giudice della Gran Corte della Vicaria
Giuseppe Zurlo, compilato dal Giureconsulto Carlo Romeo
direttore dello stato del sacro patrimonio nell'anno
1790, Volume I, Napoli, stamperia governativa 1866,
pagg. 125-126.
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