Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.   

Stemma Famiglia Longo

Famiglia Longo

  a cura di Carlo Longo de Bellis

Arma: d’azzurro alla fascia d’oro accompagnata da tre stelle d’oro,due nel capo e una in punta.

Cimiero: una branca d’orso impugnante una cometa d’argento

Motto: MERITIS AD ASTRA SUIS (PER I SUOI MERITI VERSO LE STELLE).

Dimore: Napoli, Marigliano e Nola, Vinchiaturo (Campobasso), San Lorenzo del Vallo (Cosenza), Modugno.

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© Napoli - Quartiere San Lorenzo - Stemma della Famiglia Longo dei marchesi di Vinchiaturo,
posto  sulla balaustra del palazzo di famiglia- sec. XVII.

Antichissima famiglia originaria di Cava (dè Tirreni); ebbe nella tradizione orale per capostipite il Console romano Tito Sempronio Longo (tesi poco attendibile). La famiglia fu nota nel napoletano da epoca normanna trovandosi tassato Don Marino Longo tra i baroni del regno da Gugluelmo II per il feudo di Nardò (LE) nel 1187. La casata occupò cariche importanti e possedette feudi e titoli. Fu Signora di nove feudi e due marchesati: Vinchiaturo nel 1550 e San Lorenzo del Vallo (CS) (Castello del barone Longo) nel 1537.
Carlo Longo ( 1629), dottore in entrambe le leggi, per ducati 7.200  acquistò il feudo di Santa Maria Ingrisone, in Principato ultra, da Mario Conte nel 1605, feudo successivamente venduto nel 1623 da Andrea Longo a Pietro Venato ( Napoli, 1640) del seggio di Porto per ducati 10.400.
La famiglia Longo ha goduto nobiltà in Napoli fuori seggio e  venne ricevuta all’Ordine di Malta nel 1578. Diede alla Chiesa alcuni santi tra cui il beato Filippo Longo di Atri e il beato Bartolo Longo (1841†1926, cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro, celebre in Napoli per aver fondato, assieme alla contessa Marianna Farnararo, vedova de Fusco, la Basilica di Pompei, dedicata alla Vergine del Rosario, protettrice, tra l'altro, della flotta cristiana inviata contro i turchi a Lepanto nel 1571. Bartolo sposò Marianna nell’aprile 1885, in castità, per non dare adito ai pettegolezzi sulla loro convivenza, nonostante il beneplacito dell’arcivescovo di Napoli Guglielmo Sanfelice.

Bartolo Longo e sua moglie la contessa Marianna Farnararo, vedova de Luca

Nel 1780 fu istituito a Napoli, per la prima volta nel Mondo, il primo Albo degli Avvocati elaborato dal legislatore del Regno di Napoli, il cui originale è conservato all’Archivio di Stato di Napoli; tra gli iscritti figurano, tra gli altri, Bellissario de Bellis e Michelangelo Cianciulli (Avvocati censori), Giuseppe Domenico e Salvatore Longo, Alessio del Pozzo, Carlo Mastellone, Cesare Coppola, Cesare della Ratta, Domenico Ciccarelli, Ermenegildo Albani, Filippo Sabatini d’Anfora, Francesco d’Alitto, Francesco e Nicola Carrano, Francesco Daniele, Giuseppe Cavallo, Giuseppe e Leonzio Ferri, Giuseppe e Nicandro Riccardi, Giuseppe Domenico Longo, Matteo Caravita, Michele Basile, Nicola Cito, Nicola Luigi e Vincenzo Mancini, Pasquale d’Auria, Trojano Petra, ed altri.

C.Capuano-B
© Napoli - Albo degli Avvocati del 1780.

Il complesso della Congregazione in Napoli dei nobili sotto il titolo di S. Maria della Misericordia, fondata da San Gaetano Thiene (Vicenza, 1480 † Napoli, 1547), istituzione benefica che si occupava,  fra le altre opere di misericordia, di curare i sacerdoti poveri e i pellegrini nell’ospedale costruito accanto alla chiesa, di dare degna sepoltura, di offrire alloggio ai pellegrini, fu gravemente danneggiato dal terremoto del 1806 e dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale. Il S.M.O. di Malta e le famiglie Longo, Tufarelli, Capuano, Sanfelice, Maresca, Lancellotti, Cattaneo, de Liguoro, de Brayda, Fasulo, Gagliani, Rossi, de Werra, Dentice, de Lutio, Paternò, Pasca, Gomez Paloma, de Clario, Guarini, Spasiano, Piromallo, Campagna, Giusso, Battiloro, Belli, de Lieto, Mazzarotta, Ammone finanziarono la ristrutturazione della Chiesa. In ricordo di tale atto di generosità, nell’Oratorio è stato affrescato la platea degli stemmi dei predetti casati.


 

il Ramo dei Marchesi di Vinchiaturo (CB)

Nel 1550 Don Federico Longo di Napoli comprava per 5.200 ducati dai Senesgallo di Capua il feudo di Vinchiaturo (CB), passato in seguito al figlio Giovannadrea, a Federico e a Camillo nel 1621. Questi che esercitò anche lo “Jus primae noctis” e fu ucciso in una sommossa popolare nel 1646. Dopo altre generazioni di marchesi Longo di Vinchiaturo, la famiglia del Giudice di Napoli, dopo l’eversione della feudalità del 1806, eredita casa Longo nei primi anni del XIX sec.  Il palazzo Longo di Vinchiaturo fu venduto e fu comprato dalla famiglia Iacampo.

C.SS.S.eS.
Napoli - Cappella famiglia Longo di Vinchiaturo

C.SS.S.eS.
Stemma partito con le armi delle famiglie Longo e Capuano


Napoli - Sepolcro di Federico Longo, barone di Vinchiaturo
 

Ramo dei Baroni di San Lorenzo del Vallo (CS)

La terra di San Lorenzo (oggi San Lorenzo del Vallo), sita in Calabria Citra in diocesi di Rossano, andava sotto la giurisdizione di Bisignano ma dal XV secolo fu venduta a Ferrante Alarcon Mendozza, marchese della Valle di Siciliana; probabilmente il figlio Andrea fece edificare il castello per scopi difensivi e per destinarlo a residenza. Nel 1545 feudo e castello furono alienati a Giovanni Francesco Pescara, duca della Saracina; nel 1623 San Lorenzo fu scambiato con il feudo di Grottaminarda (AV) di Pietro Coscia e infine pervenne di nuovo agli Alarcon, perché portato in dote da Lucrezia Coscia dei duchi di Sant’Agata dè Goti al marito don Ferrante.
Nel XVIII sec. il castello e il feudo, col titolo di barone, vennero venduti dall'ultima erede Lucrezia Alarcon, al nobile Luigi Longo di Scalzati, appartenente alla nobile famiglia napoletana, il figlio Antonio Longo  ristrutturò il Castello. Dopo l'eversione della feudalità il castello rimase in proprietà ai Longo, fino a quando la baronessa Virginia Bombini, vedova Longo, nel 1964 cedette il castello per scopi socio-culturali.

Calabria
 

Ramo dei marchesi di San Giuliano

Nel 1192 Giovanni Longo fu Sindaco di Cosenza. Nel 1323 Guido Longo con altri nobili cosentini provvidette, con una grossa somma di denaro alla mensa arcivescovile della città.
Agnello Longo fu giudice della Vicaria e suo figlio Giuseppe possedette la terra di San Giuliano col titolo di marchese.
Giovanni Longo, del ramo di Vico, fu Vescovo di Vico Equense dal 1422 al 1541.


© Vico Equense - ritratto del Vescovo Giovanni Longo

I Rizzo ed i Longo ebbero un forte legame economico alla fine del Cinquecento: Giulio Cesare Rizzo, figlio di Ottavio e di Battista Carmignano, si maritò con Isabella Longo, Nobile di Cosenza, dei Conti e poi Marchesi di San Giuliano.


Stemma Longo inquartato con le famiglie imparentate, nel 2° Palmieri, nel 3° ?, nel 4° quarto Gaeta della Stella

ramo di Modugno (BA)

Il ramo di Modugno (BA) della famiglia Longo discende dal Capitano di Ventura Marino Longo. discendente di Don Marino Longo, barone di Guglielmo II. Il condottiero Marino Longo divenne famoso per aver salvato il Re Ferdinando I d’Aragona nella battaglia di Sarno del 1460, da cui Marino, e il fratello Giosuè, ottennero diversi privilegi. Alla fine del XV sec. due figli di Marino si trasferirono in Conversano (Ba) a seguito dei Conti Acquaviva d’Aragona e si diramarono in Modugno, dove un prelato, Giovanni Longo, divenne arciprete della Terra di Meduneo.


© Ido Longo (1157 1250), patrizio di Cava(de Tirreni), comandante della flotta marittima di Federico II di Svevia.

I Longo costruirono una casa palazziata in quel paese e i loro discendenti vissero dal 1789 in un altro grande Palazzo con Cappella gentilizia.

© Immagine proprietà Casa Longo de Bellis

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© Modugno - Cappella di Palazzo Longo A.D.1705 e stemma Longo-Casena (la famiglia Cesena di Varese
imparentata con i Longo venne a Modugno a seguito di Isabella d'Aragona nel 1501)

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© Modugno - Facciata Palazzo Longo A.D.1677 e porta interna del XVIII sec. con stemma Longo

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© Modugno - Il portale del Palazzo Longo e particolare stemma di "Buon Augurio" in chiave di volta del portale di Palazzo Longo. Rappresenta una conchiglia (la nascita), una pianta (la vita), un mascherone apotropaico scacciaspiriti che fa linguacce (contro la iettatura). Al di sopra due leoni rampanti  (la forza e il coraggio).

I Longo di Modugno ebbero grandi proprietà terriere e masserie in Terra di Bari, Terra di Capitanata e Terra d’Otranto. Diversi membri furono medici, avvocati, prelati ed ecclesiastici.
Tra gli altri si ricordano:
l’arciprete Giovanni Longo († 1492),
ANGELO, O.S.B., vescovo di Teano dal 9 marzo 1746 al 19 ottobre 1749 per decesso.

l’arciprete Mercurio Longo (1717 † 1820),
il Magnifico Angelantonio Longo (1743 † 1827), regio tavolario, il medico di Ferdinando II di Borbone e patriota carbonaro,
il Cav. Nicola Longo(1789 † 1877), cavaliere del regno di Napoli e Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia, che edificò nel 1870 Villa Longo a Palese (BA),

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© Palese (BA) - Villa Longo de Bellis

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© Palese (BA) - ingresso Villa Longo de Bellis

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© Ritratto del Cav. Nicola Longo (1789 † 1877)

© Immagine proprietà Casa Longo de Bellis

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© Lettere autografe di Giuseppe Garibaldi del 6 agosto 1860 spedita da Messina durante "l'Impresa dei Mille" e del 1862 indirizzate a Sua Eccellenza Don Nicola Longo da Modugno, contenenti l'incitamento ai patrioti alla rivolta e rivolgendosi alle popolazioni del Continente Napolitano ad accettare l'unità d'Italia senza spargimento di sangue e a liberare Roma e Venezia ancora schiave.  Garibaldi non mantenne il suo giuramento "Roma o Morte" gridato in
tutte le città del Meridione e sul sangue versato dai patrioti che probabilmente sognavano un'Italia diversa.

il Cav. Andrea Longo sindaco di Modugno nel 1821, il Cav. Angelo Longo, primo sindaco di Modugno nel 1861 dopo l’Unità d’Italia, il Cav. Giuseppe Longo sindaco, Prof. Carlo Longo(1881 † 1952), illustre docente di patologia medica all’ateneo bolognese e per ultimo il Comm. Cav. Lorenzo Longo de Bellis (1956 † 2008), Preside dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. 

Sul seicentesco palazzo Longo di Modugno e sulla Villa Longo de Bellis di Palese (Ba) vi sono due stemmi araldici:

1) d’azzurro alla fascia d’oro con tre stelle d’oro e motto “meritos ad atra suos”

2) d’azzurro alla fascia d’argento con tre stelle d’oro, colomba e giglio e motto “Meritos ad astra suos”.

© Immagine proprietà Casa Longo de Bellis
© Dipinto stemma Longo

© Immagine proprietà Casa Longo de Bellis
© Stemma posto su Villa Longo de Bellis

Per la genealogia si consiglia di consultare le tavole genealogiche redatte da Serra di Gerace e per il titolo di marchese di Vinchiaturo e per Giuseppe Longo il Registro della “Real Commissione dei Titoli di Nobiltà”.

Continua: Maria Lorenza Longo


Continua nel sesto volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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