
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Guzzolino |
A cura del dr. Giuseppe Pizzuti |
Arma:
d'azzurro, alla colomba d'argento sorante su tre monti d'oro
moventi dalla punta, ed accompagnata nel capo da tre stelle del
medesimo poste in fascia.
Dimora:
Cosenza, Cervicati.
Titoli:
patrizi di Cosenza,
baroni di Cervicati. |

Stemma Guzzolino |
Le radici della famiglia Guzzolino o Guzzolini sono in
Osimo (Ancona) dove nacque
Silvestro
Guzzolini (1177 † 1267), Santo, figlio di
Gislerio
e Bianca; studiò diritto a Bologna e teologia a Padova
per poi farsi prete; a cinquant'anni si ritirò in una
grotta detta “Grottafucile” presso le grotte di
Frasassi, lo seguirono altri compagni e decise di
adottare la regola di San Benedetto dalla quale nacquero
i Benedettini Silvestrini; nel 1231 Silvestro fondò il
monastero di Monte Fano vicino Fabriano; in tutta la sua
vita ne fondò altri undici con 119 monaci. |

San Silvestro Abate |
La famiglia
in Osimo risulta estinta già dai primi anni
dell'Ottocento così come scrive Talleoni.
Furono presenti a Cosenza dalla seconda metà del
Quattrocento per via degli uffici militari; è del 1473
un decreto di re
Ferdinando I d'Aragona col quale gli concesse il
possesso del feudo rustico
di San Vito in territorio di
San Marco Argentano, come ricompensa dei suoi servigi
militari.
Andrea,
figlio di Nicolò esercitò gli uffici militari
come suo padre, sposò la nobile napoletana Maria
Vulcana; esisteva una lapide sepolcrale nel coro dei
Minimi Osservanti di Cosenza che recitava: “Affinchè non
perisca la memoria del valoroso Capitano Andrea
Guzzolino, oriundo da Osimo nel Piceno, il qual crebbe
in età in questo regno presso il servigio dei
Serenessimi Re unitamente al di lui genitor Niccolò
nobile, ed egregio uomo. Donna Maria Vulcana napoletana
sua mestissima consorte insieme col comun figlio
superstite Niccolò qui pose il monumento piangendo”. |
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Cosenza, Palazzo
Guzzolino, Portale. A destra: stemma in ferro
dei baroni Guzzolino |

Cosenza, Palazzo
Guzzolino |
Francesco I Guzzolino da Rovito (uno dei casali della Presila cosentina), dove
esercitava la professione d'insegnante, si trasferì a
Cosenza e sposò la nobile Antonia Salerno
ed ebbero come figli: Maria
Antonia, monaca professa nelle
Cappuccinelle di Cosenza; Angela,
sposò Curzio Cavalcanti; Teresa,
sposò Paolo Jerauli de Fonti, non ebbero prole; e Flavio,
dottore in legge, nominato avvocato dei poveri nella
Regia Udienza, professione che gli procurò un cospicuo
guadagno che investì nel comprare il suffeudo di
Cervicati, uno dei casali di San Marco Argentano nel
1636;
nel 1641 si fregiava del titolo di
barone di Cervicati
come si evince nella lapide che segue;
; sposò Agnese Buglio ed ebbero come figli:
Ignazio;
Berardino; Carlo
(n. 23-3-1624),
fu canonico della cattedrale di Cosenza, vicario
generale di Mazzara e vescovo di Oria (Taranto) dal 9
settembre 1675 al 25 febbraio 1697, anno in cui venne
nominato vescovo di Pozzuoli ed ivi morì nel 1698; Giacinto,
avvocato dei poveri nella Regia Udienza di Cosenza, nel
1669 prese possesso dello Stato di Bisignano come
procuratore di Carlo Sanseverino (1° luglio 1590 † 18 agosto 1670), 8° principe di Bisignano, conte di Altomonte
etc.; ed il primogenito Francesco
II. |

Cosenza, chiesa di San Francesco
d'Assisi, lapide fatta incidere da Flavio Guzzolino,
barone di Cervicati, a suo zio Cesare
Parisio |

Stemma Parisio |
Vescovo Carlo Guzzolino
(1624
† 1698) |
Cosenza, Palazzo
Guzzolino Vaccaro |
Il citato Francesco I, rimasto vedovo, si risposò con
donna di casa Valentoni di San Marco Argentano con la
quale generarono:
Pompeo,
professore in legge, esercitò nella Regia Udienza, si
trasferì a Napoli e divenne giudice della Vicarìa, sposò
una donna spagnola;
Antonio,
cinse spada e sposò la nobile Anna
Castiglione Morelli, famiglia del sedile; e
Saverio.
Il citato Francesco II Guzzolino ereditò il casale di
Cervicati; morì celibe e gli successe suo fratello
Giacinto, il quale fu avvocato dei poveri, morì
prematuramente; gli successe Berardino suo fratello,
esercitò l'avvocatura dei poveri, sposò la nobile Laura
Dattilo figlia di Roberto e di Giulia Barbiero, con
la quale generarono:
Giacinto;
Nicolò,
sposò Saveria
Pascale, con la quale non ebbe progenie; e il
primogenito
Francesco III,
il quale sposando la nobile Cice Pascale (sorella della
citata Saveria) ebbero per figli:
Lalla;
Giuseppe e il primogenito
Domenico,
quest'ultimo morì prematuramente celibe.
Il citato Giuseppe Guzzolino ereditò la terra di
Cervicati, fu ricevuto per giustizia nell'Ordine
di Malta nel 1724
(1),
per prova fatta da
Flavio,
suo avo; sposò la nobile Maria
Vercillo di Rende; fu aggregato al nobile sedile di
Cosenza nel 1756. |

Berardino Guzzolino,
avvocato dei poveri di Calabria Citra |
Francesco IV, barone
di Cervicati,
patrizio di Cosenza, patriota, sposò Enrichetta Dattilo dei
marchesi di Santa Caterina, ha avuto come figlio Angelo (Cosenza,
1834 † Cervicati, 25 aprile 1901), il quale fu tra i
donatori della chiesa dello Spirito Santo di Cosenza con
un quadro di trenta palmi e mezzo, per una lunghezza di
circa palmi tredici con l'immagine della SS.ma Maria
Immacolata con il Creatore che era stato fatto dipingere
per la Congregazione dei Gesuiti, già nella dismessa
Congregazione dei Nobili; il quadro era stato
commissionato da suo padre, il defunto barone Francesco Guzzolino.
Angelo, il 5 febbraio 1863 aveva sposato donna
Giuseppina Pignatelli (2
ottobre 1835 † Cervicati, 29 maggio 1901), dei principi
di Strongoli, ha avuto come figli: Maria Adelaide (nata
in Cervicati), sposata il 24 luglio 1892 a Stanislao Lupinacci, barone
di Scalzati; Carolina (nata in Cervicati),
sposata ivi il 14 febbraio 1885 al conte Luigi Giannone; Vincenzo (Cervicati, 25 agosto 1875 † 1918, di spagnola);
Luigi (Benevento, 25 aprile 1873 † in Africa, 23
novembre 1896), Ufficiale della Regia Marina, morì in
una spedizione contro i Somali; Anna (Cervicati,
1° aprile 1868 † 1937), sposata in Cervicati il 23
agosto 1885 a Giuseppe Bombini Orlandi (1862
† 1933), patrizio di Cosenza, figlio di Pasquale e
Virginia Orlandi;
Enrico, Tenente d'Artiglieria, sposato in Roma nel 1903 a
Georgina dei baroni Sonnino, di Giorgio, Senatore del
Regno, e della nobile Elena Morozzo della Rocca, ha
avuto come figlie Margherita e Giuseppina; e Francesco
Flavio V
(12 gennaio 1865 † Cervicati, 1956), barone di Cervicati, Tenente
di Cavalleria. |
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Anna Guzzolino sposata
Giuseppe
Bombini. A destra: il barone Angelo Guzzolino di Cervicati |
Dall'esposizione permanente presso la
Casa delle Culture di Cosenza
Archivio Roberto Bilotti Ruggi d'Aragona |

Al centro Enrico
Guzzolino |

Barone Francesco Flavio Guzzolino
(12 gennaio 1865 † Cervicati, 1956),
celibe. Di seguito presentiamo il Palazzo Guzzolino di
Cervicati, le immagini ci sono state concesse da
Massimiliano Barci, suo nonno, Vincenzo Barci (n. 1901),
aveva accudito il barone Francesco Flavio, in quanto da
tenera età, svolse mansioni per la Famiglia. Il Palazzo
rimase alla Famiglia Barci |
De Sanctis ed i Guzzolino: Riportiamo lo scritto di
Benedetto Croce del 16 marzo 1917 nella rivista “Nuova
Antologia” nel primo centenario della nascita di
Francesco De Sanctis, per la quale ne fu collaboratore a lungo. |

Cosenza, Palazzo
Guzzolino Vaccaro, lapide in ricordo
del soggiorno di Francesco De Sanctis dal 1849 al
1850 |
Nelle
barricate del 15 maggio del 1848 vi partecipò con i suoi
allievi dei quali uno perse anche la vita, fu arrestato,
il colonnello che era stato a suo tempo comandante
della Nunziatella, nella quale il nostro insegnava, si
meravigliò che un professore del Collegio Militare fosse
tra i combattenti. Negli ultimi mesi del '48 tento di
riaprire la sua scuola , ma come scriveva al padre “gli
studenti non vengono”; il 18 novembre fu definitivamente
allontanato dal Collegio della Nunziatella e gli veniva
assegnata una pensione di 12 ducati al mese senza
liquidità; l'anno successivo, interrotta la sua attività
didattica si recò al suo paese Morra (Avellino) e si
risolse ad accettare l'invito di accompagnare in
Calabria il barone Francesco Guzzolino di
Cervicati (anch'esso indiziato politico) per istruire
nelle lettere suo figlio Angelo; dai documenti
della prefettura napoletana di polizia si evince che
Francesco
De Sanctis tornò a Napoli il 22 ottobre 1849 con carta di
passaggio dell'Intendenza di Avellino e ripartì otto
giorni dopo alla volta di Cosenza con il citato barone
Guzzolino; arrivato a Cosenza fu “attenzionato” anche
dall'Intendente di Calabria. |
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Testo usato dal de
Sanctis. A destra: rivista la "Nuova
Antologia" |

Cervicati, Palazzo
Guzzolino, scrittoio usato da Francesco De Sanctis
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Benedetto
Croce, tra le altre, riporta una lettera del suo
allievo, il baroncino Angelo Guzzolino pubblicata
nel raro opuscoletto
(2) pubblicato
trent'anni prima, il quale offre alcuni particolari del
soggiorno avvenuto a Cosenza che durò dal 5 novembre
1849 al 3 dicembre 1850: “In Calabria le relazioni del
De Sanctis furono limitate vi trovò qualche suo vecchio
discepolo, l'ab. Lorenzo Greco di Cerisano. Frequentò
molto la famiglia
De
Matera, dov'era amato e tenuto in quel conto che
meritava; vi conobbe il capitano F. Palazzi la famiglia
Cosentini di Girolamo, ed in mezzo a questi esponeva le
sue idee, senza reticenze e senza esagerazione; e mentre
tutti disperavano, egli aveva fede nell'avvenire. Fu
allora che venne destituito da professore del Collegio
militare di Napoli... Eravamo in tre o quattro ad
ascoltarlo. Alfonso Marchianò di Cervicati era
degl'immancabili. Ogni tanto ci regalava un suo giudizio
critico. Non posso dimenticare quello sulla canzone del
Leopardi “Alla sua donna”, un altro sul “Discorso sulla
storia universale” del Bossuet, un altro su
Tiberio negli “Annali” di Tacito con le allusioni ai
tempi che correvano, e, infine un confronto tra il
“Iago” di Shakespeare e “l'Egisto” dell'Alfieri".
La Calabria non gli bastava più; vi aveva conosciuto
pochi; quella vita in mezzo ai giovani che per lui era
tutto gli mancava... Fu allora che egli dette l'ultima
mano alla prefazione ai drammi Schiller, datata giugno
1850, incominciata nel marzo a richiesta di quel
carissimo Camillo De Rogatis, e completata nell'agosto,
e letta qui in Cervicati
(3), avanti a
pochissimi e confidentissimi amici.”
Oltre al
citato Alfonso Marchianò studente assiduo era Edoardo
Vercillo e di tanto in tanto un quarto alunno; il libro
di testo era il
Galluppi.
Il De
Sanctis si disponeva a partire per Napoli dopo il Natale
di quell'anno (continua il Croce), e poscia a Torino,
quando ai primi di dicembre, la casa Guzzolini fu
circondata dai gendarmi, il commissario Chiarini prese a
frugare tra le carte del maestro, e, dopo la visita
domiciliare intimò al De Sanctis l'arresto. Venne poi
condotto a Paola e il 19 dicembre imbarcato per Napoli:
dove giunse il 23 alle 5 del mattino, col piroscafo
l'Ercolano dove era atteso da delegato marittimo
dell'ispettore della barriera del ponte della Maddalena. |
La Sila dei Guzzolino: Con l'Editto di Re
Roberto d'Angiò del 24 dicembre 1333 tutta la Sila
era demanio della Regia Corte; in essa in virtù di
diverse leggi successive era vietato
ai privati di far difese (recintare delle estensioni di
terreno per far pascolare le mandrie o seminarvi); ma,
di frequente, i privati occupavano il demanio e il Fisco
agiva attraverso l'istanza fiscale presso la Regia
Camera della Sommaria contro gli occupanti. Alcuni
proponevano delle transazioni al Fisco per le estensioni
occupate, ma, doveva seguire la transazione col Fisco
per esserne legittimati nel possesso.
Molti furono i contenziosi attraverso i secoli, basti
pensare che non vi era ancora il catasto, il primo
rilevamento fiscale lo fece effettuare
Carlo di Borbone nel 1742 e prese il nome di
"Catasto Onciario" (perchè la rivalutazione del reddito
veniva fatta in Oncia, che era l'unità di misura di peso
e di massa prima dell'introduzione del sistema metrico
decimale e nei tempi antichi unità monetaria); questo
rilevamento (o censimento) aveva dei grossi limiti in
quanto era compilato sulla base delle dichiarazioni dei
singoli proprietari e non sulla base di un accertamento
eseguito dai funzionari pubblici, per cui gli
sconfinamenti erano all'ordine del giorno; anche i
Guzzolini erano possidenti nella Sila Regia con diverse
difese: Macchia di Cristaudo, Piccirillo (o Pizzirillo)
e la difesa Guzzolini (già denominata Frisone) ancora
oggi denominata contrada Guzzolini e contigua alla
frazione di Camigliatello ricadenti nel comune di
Spezzano della Sila nella Sila Grande cosentina.
La difesa Guzzolini fu oggetto di un lungo contenzioso
col Fisco in quanto riteneva non legittimo il possesso
di questa difesa. |

Sila Grande, difesa
Guzzolini |

Difesa Guzzolini, il
Casino Nobile |
Il 31 agosto del 1860, da Rogliano (CS), Giuseppe
Garibaldi emanava un decreto dittatoriale nel quale si
ordinava provvisoriamente: "l'esercizio gratuito degli
usi civici di pascoli e di semina nei demani della Sila
a favore degli abitanti poveri di Cosenza e Casali"; di
conseguenza vi fu l'occupazione indiscriminata delle
difese, si diede inizio ad un disboscamento selvaggio
tanto da indurre il Governatore Generale della
Calabria Citra a porre dei limiti a questi abusi, in
questo marasma, il citato barone Francesco V,
presentò istanza affinche si restituisse la difesa
Guzzolini, in pochi giorni il citato Governatore Donato
Morelli l'8 settembre 1860 emanava un'ordinanza nella
quale si ordinava la restituzione al barone Francesco Guzzolino della difesa Guzzolini e di tutta la contrada.
Con l'avvento del Regno d'Italia, molti comuni della
presila iniziarono a far valere i loro diritti contro le
occupazioni da parte dei latifondisti sul demanio della
Sila Regia a danno degli usi civici spettanti agli
abitanti di Cosenza e dei Casali; nell'ordinanza
prefettizia del 20 gennaio 1880 e successivo decreto
reale del 30 marzo 1882 si ordinava la restituzione al
comune di San Pietro in Guarano della "Pignula del
Rosario (San Domenico, Pisciato e Cozzo del Cuoco) già
del barone Guzzolini di Cervicati".
Per concludere vogliamo ricordare Pietro Librandi,
guardiano delle difese silane del barone Guzzolino, il
quale attratto dalla taglia sulla testa del brigante
Domenico Straface detto "Palma" di 10.000 lire, si rese
disponibile a far da guida ad un gruppo di carabinieri;
il 12 luglio del 1869, individuato nel bosco di Macchia
Sacra lo ferì, sanguinante riuscì a ripararsi in un
fosso, la mattina seguente un carabiniere lo finì. |
___________________
Note:
(1)
-
Notaio Vincenzo Assisi
di Cosenza, scheda n° 84, 12 luglio 1724, cc.
142 r - 142 v (Vestizione dell'abito di Malta di
Giuseppe Guzzolini).
(2) - Vincenzo Julia,
“Il De Santis in Calabria”.
(3) - Nell'agosto del
1850, seguendo i Guzzolino si recò a Cervicati dove
conobbe Raffaele Rocco, Gaetano Cantisani, Salvatore
Cristofaro e Ferdinando Balsano; ritornarono a Cosenza
nel novembre. |
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Fonti bibliografiche:
-
Vittorio Spreti: “Enciclopedia storico-nobiliare
italiana”, Vol. 6, Arnaldo Forni editore.
-
Marcantonio Talleoni, “Istoria dell'antichissima città
di Osimo”-Tomo I- presso Domenicantonio Quercetti
Stampator Pubblico - Osimo, 1807.
- Luigi Palmieri, “Cosenza e le sue famiglie attraverso
testi atti e manoscritti”, Tomo II – Pellegrini
editore,1999.
- Collezionismo e politica culturale nella Calabria
vicereale borbonica e postunitaria”, a cura di
Alessandra Anselmi - Gangemi Editore.
- Pasquale Zurlo "Leggi e documenti antichi e nuovi
relativi alla Sila di Calabria, raccolti, ordinati e
divisi in due parti dal cavaliere Pasquale Barletta".
-
Ivan Pucci "Gli stemmi araldici nel
contesto urbano di Cosenza e dei suoi casali", pag.45.
Edizioni Orizzonti meridionali 2011.
- Sito web
http://db.histantartsi.eu/web/rest/Edificio/829.
- Luca Irwin Fragale, Microstoria e araldica di Calabria
Citeriore e di Cosenza. Da fonti documentarie inedite,
Milano, Banca CARIME, 2016.
-
L'Araldo “Almanacco Nobiliare del
Napoletano 1900, 1913”, Enrico Detken, libraio editore,
Napoli 1899, 1912.
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