Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

Famiglia Giovino

a cura del dr. Giuseppe Pizzuti

Arma: inquartato; nel 1° e nel 4° d'azzurro alla croce di rosso accostata in capo da due stelle (6) d'oro, nel 2° e nel 3° d'azzurro al leone di rosso.
Titoli: nobile di Catanzaro, barone di Mastro Ruggero.


© Arma famiglia Giovino

La Famiglia Giovino, dagli atti notarili più antichi è riportata anche come Angiovino, Giovinos, Angioino, originaria di Simari (oggi Simeri in provincia di Catanzaro), in Calabria Ultra.
Nel 1608 la Famiglia risultava aggregata al Sedile Nobile di Catanzaro; i primi ad essere iscritti furono: Francesco, Gerolamo, Fabio, e Geraldino, quest'ultimo fu Sindaco dei Nobili di Catanzaro nel 1577, e nel 1597 assieme a: Vincenzo Vivacqua, ed a Giovanni Giovinus.
In un atto notarile del 1598 è scritto: Giovan Lorenzo Giovino da Simari abitante a Catanzaro dove fu ammesso tra gli Onorati cittadini. Acquistò il feudo di Mastro Ruggero o Messere Ruggero [dal 1622 al 1625 risulta tassato per il feudo (Cedolario 80, f 71t)], sito in territorio di Simari comprendeva i fondi di: Pollidoro, Covello, Croce, Bellomo, Merano, Curticello, Campanaro, Gallinella etc.; fu acquistato dalla Famiglia Inglese che lo possedeva dalla metà del Quattrocento.
Giovan Lorenzo sposò Ottavia de Moyo ed ebbero per figlio Giovanni Antonio (1630), U.J.D., il 24 gennaio 1625 ebbe significatoria di rilevio per il feudo di Messere Ruggero per la morte di suo padre Giovan Lorenzo (Spoglio Significatorie II, f. 128 che riporta dal Registro Significatorie 48, f. 75), prese intestazione come da Cedolario 80, f. 71t. .
Nel 1639 con la serrata del Seggio Nobile di Catanzaro vi fu aggregato.
Sposò la congiunta Vincenza Giovino ed ebbero per figlie: Francesca, e la primogenita Caterina, nel 1630 successe a suo padre nel possesso del feudo (Cedolario 82, f. 370); sua sorella Francesca l'11 marzo 1650 ebbe significatoria di rilevio per il feudo di Messere Ruggero sia per la morte di suo padre che per la morte di sua sorella avvenuta nel 1645; sposata a suo cugino germano Giuseppe Giovino, il 3 agosto 1713 si intestò il feudo di Messere Ruggero in Simari come erede di sua moglie deceduta in Catanzaro il 13 gennaio 1711; nel 1707 aveva fatto procura ad altra persona per recarsi a Napoli in sua vece per giurare fedeltà al re Carlo VI.
Il barone Giuseppe refutò il feudo di Messere Ruggero a suo nipote Geronimo (Catanzaro, 2 giugno 1689 ivi, 29 agosto 1725), con Regio Assenso del 12 settembre 1713 registrato nel Quinternione 208, f. 265., ed intestato il 22 dicembre 1713 nel Cedolario 82, f. 373t.; sposato a Dianora di Francia, i capitoli matrimoniali furono stipulati il 30 marzo 1704.
Antonio Giovino (Catanzaro, 22 novembre 1705), l'11 settembre 1732 ebbe significatoria di rilevio per il feudo di Messere Ruggero per la morte di suo padre, barone Geronimo, che si intestò il 15 settembre 1732; avendo deciso di prendere i voti, refutò il feudo a suo fratello Giuseppe (Catanzaro, 14 gennaio 1721 ivi, 6 luglio 1783), con Regio Assenso del 30 giugno 1744, registrato nel Quinternione 275, f 9t., ebbe intestazione il 6 dicembre 1744. Il 15 febbraio 1744 sposò Anna Schipani dei baroni di San Nicola della Leporina; vendette il feudo di Messere Ruggero a Saverio Barretta, duca di Simari, per ducati 9.850, con Regio Assenso del 7 aprile 1750, registrato nel Quinterinione 284, f. 198.; successivamente il feudo fu acquistato da Francesco Coscia per ducati 12.000, con Regio Assenso dell'11 aprile 1774.
Gli ultimi esponenti della Famiglia furono: Maria Teresa e Maria Raffaella, monache nel Convento di Santa Caterina da Siena in Catanzaro; Saverio (Catanzaro, 1752 ivi, 3 aprile 1814), Vice Presidente della Corte d'Appello di Catanzaro; Vitaliano (1817); Rosa (30 marzo 1821).
La Famiglia è da tempo estinta.
Altre famiglie imparentate: De Cumis, Perricciola, Susanna, Senatore, quest'ultima Famiglia si estinse nei Giovino e Scoglio, oltre a godere la nobiltà nel Seggio Nobile di Catanzaro si diramò a Rende.

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Bibliografia:
- Franz von Lobstein “Settecento Calabrese”, Vol. I, Fusto Fiorentino, Napoli 1973.
- Mario Pellicano Castagna “La Storia dei Feudi e dei Titoli Nobiliari della Calabria”, Editrice C.B.C. 1999.
- Modesta De Lorenzis “Catanzaro”, la Tipo meccanica, 1968.
- Umberto
Ferrari “Armerista Calabrese”, La Remondiana, Bassano del Grappa 1971.
- Gaetano Montefuscoli “Imprese ovvero stemme delle famiglie italiane” .


Continua sul sesto volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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