Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

stemma dei Filomarino

Famiglia Filomarino

Armi:
ramo delle Bande: di verde a tre bande di rosso filettate d'argento(1).
ramo dei Gigli: di verde alla banda rossa filettata d’argento accompagnata da tre gigli d’oro per ogni lato.

stemma dei Filomarino, conti e poi principi di Rocca d'Aspide
© Napoli - stemma famiglia Filomarino dei principi di Rocca d'Aspide

La famiglia Filomarino è una delle più antiche della città di Napoli, le sue origini risalgono all’epoca del Ducato con MARINO (fine X secolo) che ricopriva la carica di Console.
I suoi figli erano chiamati “filii Marino” e, quindi, presero in seguito il cognome Filomarino.

© Immagine proprietà www.nobili-napoletani.it (C.- SS.S.e.S.)

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Napoli - Stemma Filomarino - Ramo dei Gigli e lastra tombale

Il Casato godette di Nobiltà nel Seggio di Capuana e, dopo l'abolizione dei Sedili (1800), fu ascritta al Libro d'Oro Napoletano;  ricoprì prestigiose cariche in campo civile, militare ed ecclesiastico; ebbe numerosi feudi e fu insignita, nei suoi vari rami, da varie onorificenze e titoli, tra i quali:

principi di: Squinzano, Rocca d’Aspide (ovvero Rocca d'Aspro - 1600), Triggiano (per successione Casa Pappacoda)
duchi di: Cutrofiano, della Torre, Perdifumo (1624)
conti di: Rocca d’Aspide (ovvero Rocca d'Aspro 1559), Castellaneta (passato poi per successione in Casa Acquaviva -1612)

baroni di: Rossella
Nel 1102 STEFANO fu arcivescovo di Taranto e nel 1240 MARINO (Napoli, 1207 † Capua, 1286) fu arcivescovo di Capua.
Ai tempi della regina Giovanna I d'Angiò quasi tutti i rappresentanti di Casa Filomarino erano cavalieri dell'Ordine del Nodo.

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Napoli - lapide di Gregiorio Filomarino (†1324), figlio di Marino

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Napoli - lapide di Trudella Filomarino († 1325), figlia di Loffredo († 1335),
 notabile della Corte del Duca di Calabria

Nel 1481 TOMMASO, comandante di fanteria, e GIOVANNI, con sei cavalieri ai suoi ordini, parteciparono alla guerra di Otranto contro i Turchi.
GIOVAN BATTISTA (1515
† 1578), nipote di detto Tommaso, fu nominato conte di Rocca d'Aspide nel 1559 dal 1572 fu Governatore della SS. Casa dell'Annunziata; sposò Violante Carafa († 1601).

Vedi Fimiani
Roccadaspide (SA), sepolcro di Tommaso Filomarino eretto nel 1564 da Giovan Battista (1515 1578),
conte della Rocca, governatore della Casa dell’Annunziata nell’anno 1572
Foto inviata dal collaboratore Matteo Fimiani da Montoro (Av)

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Napoli - busto di Tommaso Filomarino; a destra: busto di Giovan Battista Filomarino

ASCANIO (Benevento, 1583 † Napoli, 1666), figlio di Claudio duca della Torre e di Porzia Ricca, nel 1641 fu nominato cardinale in sostituzione di Francesco Boncompagni. Durante la rivoluzione di Masaniello (1647-1648) ebbe un ruolo importante, fece da mediatore tra il popolo che lo ammirava molto e il vicerè spagnolo Rodrigo Ponce De Leon, duca d'Arcos.

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Napoli - ritratto del Cardinale Ascanio Filomarino; a destra: ritratto di Scipione Filomarino

Ch. - D

Nel 1638 Scipione Filomarino, Mastro di Campo, fu uno dei fondatori, insieme ad altri 37 cavalieri Napoletani, tra cui Tommaso Filangieri, Carlo Dentice delle Stelle, Placido Dentice del Pesce e altri, del MONTE GRANDE DE’ MARITAGGI di Napoli, istituzione benefica con lo scopo di assicurare una cospicua dote alle fanciulle aristocratiche che si sposavano(2).

GENNARO Filomarino, fratello di Ascanio arcivescovo di Napoli, fu vescovo  di Cales dal 1623 al 1650, edificò la Chiesa di S. Nicola in Zuni - Calvi Risorta.


Cattedrale di San Castro dell'antica Cales (Calvi Risorta), lapide del vescovo Gennaro Filomarino

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Napoli - Particolare Cappella Filomarino

Ch. S Pietro a Maiella

Ch. S Pietro a Maiella

Napoli, lastra tombale di Nicola Filomarino - Anno 1781; a destra: lo stemma con le insegne ecclesiastiche

FRANCESCO, principe della Rocca, fu nominato grassiere da Masaniello nel 1647 e, per tale motivo, il suo palazzo in Napoli alla via Benedetto Croce, divenuto un luogo di riunione dei rivoltosi, fu più volte cannoneggiato dai soldati spagnoli.
Il palazzo fu costruito nel 1512 dai Brancaccio, poi passò ai Sanseverino di Bisignano e, successivamente, fu acquistato da Tommaso Filomarino, conte della Rocca.

Portale palazzo Filomarino della Rocca
© Napoli - Palazzo Filomarino della Rocca

FRANCESCO, principe della Rocca, figlio del citato Francesco, fu uomo di lettere; compose alcune opere e il suo salotto era frequentato da letterati ed artisti. Fu grande amico di Giambattista Vico.

scritta Benedetto Croce
All'interno di palazzo Filomarino vi è una scritta in ricordo del filosofo Benedetto Croce.

arme dei Filomarino della Torre
© Napoli - Stemma del cardinale Ascanio Filomarino dei duchi della Torre - metà secolo XVII.

SCIPIONE Filomarino, fratello del cardinale Ascanio, intraprese la carriera militare e, ben presto, mise in luce le sue doti militari sia in mare che in terra; condusse una spedizione contro i Turchi e fece arrendere una nave che condusse sino al porto di Napoli.
Nel 1626, durante la guerra contro i Savoia,  catturò Estampe de Valencay, emissario del cardinale Richelieu che divenne pedina di scambio per la liberazione Tommaso Caracciolo. Trascorse gli ultimi anni a Napoli ove nel 1647 fu nominato giudice del tribunale della Vicaria.
Oronzo Filomarino (Napoli, 1662 ivi, 1744), patrizio napoletano, fratello del duca di Cutrofiano, fu un vescovo cattolico italiano.

I Filomarino erano sempre stati filo-francesi e, quindi, i fratelli ASCANIO (Napoli, 1751 † ivi, 1799, matematico e vulcanologo, e CLEMENTE (Napoli, 1755 † ivi, 1799), poeta e letterato, figli di PASQUALE duca della Torre, e di Maddalena Rospigliosi, parteggiavano per i giacobini.


Ascanio Filomarino, duca della Torre, matematico e vulcanologo

Il 19 gennaio 1799, poco prima della presa di Castel Sant'elmo e della proclamazione della Repubblica Napoletana, i lazzari in nome del re Ferdinando IV di Borbone, assaltarono palazzo Filomarino della Torre in largo San Giovanni Maggiore, accanto alla Cappella Pappacoda, poi passato ai Giusso.
I due fratelli, colpevoli di aver ricevuto da una lettera, proveniente da Roma, nella quale si  raccomandava di ricevere con i dovuti onori il generale Championnet e l’armata francese, furono catturati e condotti  al Molo Piccolo, a pochi passi dall
edificio dell’Immacolatella, ove furono uccisi.

Napoli - Molo Piccolo - Immacolatella
© Napoli - Molo Piccolo - Immacolatella, il luogo ove furono trucidati Ascanio e Clemente Filomarino

Il Principe Giambattista Filomarino della Rocca nel 1774 in Palo del Colle (Ba), subentrato nel feudo agli Acquaviva d'Aragona, edificò un imponente palazzo con oltre cento stanze.

© Immagine proprietà Casa Longo de Bellis
© Palo del Colle (BA) - Palazzo Filomarino - foto: Carlo Longo de Bellis

Lo stemma Filomarino è sormontato da angelo con cartiglio col motto"Sat unus" e al di sotto un'antica clessidra.

© Immagine proprietà Casa Longo de Bellis

© Immagine proprietà Casa Longo de Bellis

© Palo del Colle (BA) - Palazzo Filomarino - foto: Carlo Longo de Bellis

Donna Anna Maria Filomarino (†1876), ultima erede dei Filomarino di Rocca d'Aspro, sposò Carlo Cito († 1857), marchese  di Torrecuso e Torrepalazzo, ed i loro discendenti con D.M. del 1882 furono autorizzati a chiamarsi Cito Filomarino e  si fregiarono dei titoli di principe di Rocca d'Aspro, principe di Mesagne, principe di Bitetto, duca di Perdifumo, marchese di Capurso, marchese di Ceglie, marchese di S. Chirico, conte di Castello.

vedi Quaranta 23-7-2018 x Filomarino
Ritratto della Contessa Isabella Filomarino di Rocca d'Aspide.


Cappella del cardinale Ascanio

San Giovanni in Fiore ebbe una veloce crescita demografica grazie ai benefici fiscali concessi dall’Imperatore Carlo V (immunità dei pagamenti fiscali). Per alcuni secoli la città fu governata con saggezza dagli abati commendatari.
 La Chiesa di Santa Maria delle Grazie (o Chiesa Matrice) di San Giovanni in Fiore fu edificata intorno al 1530 dall'Abate Commendatario Salvatore Rota (dal 1521 al 1544). Completamente demolita, venne riedificata a tre navate nel 1770 per opera dell'Abate Commendatario Giacomo Filomarino (dal 1756 al 1781).


San Giovanni in Fiore, Chiesa di Santa Maria delle Grazie (o Chiesa Matrice), stemma dell’Abate Commendatario Giacomo Filomarino
Per gentile concessione dell'Arch. Giuseppe Viola

V.Vergini d.- ch. S.V. de P.

V.Vergini d.- ch. S.V. de P.

Napoli, uno dei tanti sepolcri dei Filomarino delle Bande - sec. XVIII

Per la genealogia si consiglia di consultare le tavole genealogiche redatte da Serra di Gerace e per i titoli il Registro della “Real Commissione dei Titoli di Nobiltà”.

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Note:
1) - Libro d'Oro Napoletano - Archivio di Stato di Napoli - Sezione Diplomatica.
2) -
Istituirono il Monte Grande de’ Maritaggi 38 nobili, essi furono: Tommaso (detto anche Giovan Tommaso) Filangieri figlio di Luigi barone di San Lorenzo e Filetto dei duchi di Laurino, Scipione Filomarino Mastro di Campo, Carlo Dentice delle Stelle, Pacido Dentice del Pesce, Carlo Cavaniglia marchese di San Marco, Landolfo d'Aquino, Giovanni d'Aquino, Alfonso del Doce duca di Cufriano, Giulio Caracciolo, Carlo Andrea Caracciolo marchese di Torrecuso, Ettore Caracciolo marchese di Barasciano, Giovan Francesco Caracciolo, Giuseppe Caracciolo principe di Torella, Marcantonio Carafa, Carlo della Leonessa principe di Sepino, Donato Coppola duca di Cassano, Fabrizio de Silva, Federico Pappacoda marchese di Pisciotta, Orazio di Gennaro, Francesco Galluccio, Ottavio Guindazzo, Giovan Battista Brancaccio di Cesare, Ferrante Brancaccio di Rinaldo principe di Ruffano, Paolo Marchese marchese di Camarota, Giovan Francesco di Sangro principe di Sansevero, Scipione di Sangro duca di Casacalenda, Giovan Battista di Sangro principe di Viggiano, Goffredo Morra marchese di Monterocchetta e Principe di Morra, Vincenzo Mora, Ottavio Monaco, il Consigliere Tommaso de Franchis, Andrea de Franchis marchese di Taviano, Francesco Maria di Somma, Carlo Spinello principe di Tarsia, Giovan Battista Pisanello, Antonio Castigliar marchese di Grumo, Orazio Suardo e Vincenzo del Tufo.


Continua nel sesto volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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