Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

Eventi - 4

22 Novembre 2014


Napoli, Chiesa di San Ferdinando a Palazzo:

Messa in suffragio dell'anima di S.M. Francesco II di Borbone Re delle Due Sicilie

Nel 120° anniversario della morte (1894 - 2014), su iniziativa del S.M.O. Costantiniano di San Giorgio, dell'Associazione culturale Neoborbonica, del Movimento Neoborbonico e della Fondazione il Giglio, è stata celebrata da S. E. Rev. il Cardinale Renato Raffaele Martino, alla presenza di S.A.S. il Principe Carlo di Borbone delle Due Sicilie - Duca di Castro e Capo della Real Casa di Borbone delle Due Sicilie, la Santa Messa in suffragio dell'anima di Re Francesco II di Borbone.


Napoli - Ritratto di Francesco II di Borbone Re delle Due Sicilie

Francesco II nacque a Napoli il 16 gennaio del 1836. Come la madre Maria Cristina di Savoia, beatificata il 25 gennaio del 2014, che morì poco dopo la sua nascita (31 gennaio 1836), tutta la sua vita fu improntata da una profonda religiosità. Fu Re solo per circa quindici mesi ma riuscì, con pochi provvedimenti, a favorire il commercio, la produzione e la realizzazione di numerose opere pubbliche; lo stato delle finanze era florido, le imposte e le tasse erano le più basse d'Europa, la spesa pubblica era oculata e produttiva. Stabilì che le opere pubbliche potevano essere eseguite senza autorizzazioni ministeriali; varò il decentramento amministrativo per evitare intralci burocratici e snellire l'esecuzione delle leggi, istituì nuove cattedre e dispose che le provincie provvedessero direttamente all'istituzione di scuole elementari per aiutare i piccoli comuni. Favorì traffici e scambi con l'estero, come dimostra l'accordo chiuso con la Turchia sulle "concessioni telegrafiche"; concesse autorizzazioni per le "bollazioni" (bollo a ruggine e a piombo con cavallo sfrenato), paragonabile ad un odierno marchio d.o.c. per l'identificazione della provenienza e qualità dei prodotti. Oltre alla valorizzazione delle cosiddette "linee del mare" con lo sviluppo notevole della flotta mercantile e militare (fu varata, tra le altre, la fregata "Borbone" ad elica), avviò la realizzazione di altri rami ferroviari, dopo le linee in esercizio della Napoli - Portici e di Portici - Castellammare, i cui lavori furono interrotti con l'unificazione, infatti ancora oggi Matera, capoluogo di provincia, non ha ancora una linea ferroviaria. Fece bonificare vaste aree del Regno, come il bacino inferiore del Volturno, del Sarno, del Sele, del Fusaro e del Basento; ampliò e fece costruire nuovi ospedali.   


Napoli - S.A.S. il Principe Carlo di Borbone delle Due Sicilie - Duca di Castro e Capo della Real Casa di Borbone delle Due Sicilie, dietro alla sua destra il Marchese Pierluigi Sanfelice di Bagnoli, delegato della Campania del S.M.O. Costantiniano di San Giorgio.

Dispose che venissero accettate tutte le richieste di naturalizzazioni di "cittadini esteri" provenienti dal nord Italia e da altri paesi europei che, in numero impressionante, erano entrati nel Regno delle Due Sicilie in cerca di lavoro.
Fu un sovrano che governò con intelligenza, con l'amore dei suoi popoli e per i suoi popoli, con la carità cristiana perso il prossimo e con onore, lo stesso onore che lui stesso citerà spesso nei suoi discorsi.
Francesco II dovette abbandonare, esattamente nel 1861, un Regno prospero e felice che di lì a poco sarebbe stato investito da una lava più distruttiva di quella del Vesuvio o dell'Etna.
Primo dei successivi milioni di emigranti meridionali, Francesco II di Borbone, morì ad Arco di Trento il 27 dicembre del 1894. Si trovava lì per curare il suo diabete; si faceva chiamare "signor Fabiani" per timidezza e riservatezza. Solo quando i rappresentanti mezza Europa arrivarono lì per il funerale, gli albergatori e gli abitanti si resero conto che quel signore cortese e discreto era l'ultimo sovrano dei regni di Napoli e Sicilia.
 

19 Giugno 2015


Pastorano - Capua, località Torre Lupara - Fondo Lanza

Il Trattato di Casalanza 1815 - 2015
La Restaurazione dei Borbone sul trono di Napoli

In occasione del bicentenario del Trattato di Casalanza con il quale, a seguito del Congresso di Vienna, gli Austriaci restituirono, ai danni del Re Gioacchino Murat, il Regno di Napoli a Ferdinando IV di Borbone, che da allora si chiamò Ferdinando I delle Due Sicilie, il 19 giugno 2015 alle ore 17:30 si è svolta la cerimonia di inaugurazione di "via Trattato di Casalanza 20 maggio 1815" con la posa della targa  commemorativa sul luogo del trattato.

© Immagine proprietà Casa Lanza
© Casa di campagna a Pastorano della famiglia Lanza (anno 1794) – alle porte di Capua- in cui fu firmato nel 1815 il Trattato di Casalanza

Targhe commemorative

L'evento organizzato dalla Famiglia Lanza, rappresentata dal Dr. Carlo Lanza, e dal Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, nella persona del Marchese Pirluigi Sanfelice di Bagnoli, è proseguito a Capua, Palazzo Lanza - Caffè Letterario-Ristorante "Ex Libris" con conferenze sui temi:
"Verso una modernità possibile", "Il Trattato di Casalanza: tra continuità e discontinuità", "Le Stagioni di Capua - A cena con la storia", "L'Ottocento: dal Trattato di Casalanza a Ferfinando Palasciano".
L'evento si è concluso con una cena con menù tematico ispirato all'Ottocento,
e con un reading  teatrale del professor Santoro, membro dell’Accademia tiberina.


Don Biase Lanza, nell’uniforme da cavaliere di Malta, che il 20 maggio 1815 ospitò nella sua villa agreste alle porte di Capua
i Generali napoletani Carascosa e Colletta e quelli austriaci Bianchi e de Neipperg, che firmarono il Trattato di Casalanza

Tra gli altri, erano presenti: il barone dr Francesco Colletta, discendente del generale Pietro Colletta, uno dei firmatari del Trattato di Casalanza, il sindaco di Capua Dr. Antropoli; quello di Pastorano, Dr. Diana; il Dr. Salemi, Comm. del S.M.O. Costantiniano, l’avv. Zaza d’Aulisio, presidente della Società di Storia Patria di Terra di Lavoro.

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