
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia Corsini |
A
cura di Damiano Nicolella De Vicaris di Martina Franca |
Arma:
bandato d'argento e di rosso, alla fascia in divisa d'azzurro
attraversante.
Motto: PER VIA RECTAS |

Napoli, stemma di Papa Clemente
XII, nato Lorenzo Corsini (1652
† 1740) |
Il ramo di
Martina Franca dei Corsini principi di Firenze (estintosi
nell'800) fu portato in Puglia da Giovanni
fuggito dalla capitale toscana in seguito alla conquista
di essa da parte dei
dè Medici.
Giovanni giunse a Bari nel 1533 ed ammogliatosi ebbe
Ludovico († 17 giugno
1626, non si sa se a Bari, Putignano o Martina), il
quale sposatosi con Laura Gabelli di Putignano generò
Giovanni Angelo (1592
†
1648) morto
in concetto di santita', Pietro Antonio, Maria
e Chelidonia, sulla quale torneremo piu' avanti.
Da Pietro Antonio e Maria Maddalena Semeraro nacquero 12
figli fra cui Cecilia Comasia, una delle prime
donne a Martina Franca ad essere battezzata nel 1646 col
nome di Santa Comasia martire, le cui reliquie erano
giunte in città da Roma l'anno precedente, subito
invocata dai martinesi come patrona della citta' e per
ottenere la pioggia in tempi di arsura. Pietro Antonio
ricevette dal servo di Dio padre Bonaventura Gaona
Paolotto, cittadino di Martina Franca, la profezia
secondo cui dopo aver generato due figli maschi di
seguito sarebbe morto, e cosi' fu. |

Albero genealogico dei Corsini di Martina Franca
da un manoscritto degli anni '20 del sacerdote don Giuseppe
Grassi,
custodito nell'Archivio Grassi della Biblioteca Comunale
"Isidoro Chirulli", la cui famiglia ebbe parentele con gli
ultimi Corsini martinesi. |
Un personaggio stravagante della casata fu Flavio
Leone o De Leonibus (1771
†
1829), di ricca famiglia di massari mercanti e sindaci
martinesi, che a ventiquattro anni si autoproclamò
nobile aggiungendosi il cognome Corsini basandosi su una
sua lontana parentela con la succitata Chelidonia, e
inoltre spacciandosi per cavaliere di ben tre ordini
cavallereschi diversi. Fu smascherato da don Andrea
Carducci Agustini feudatario di Monteparano, e in
seguito alla
Repubblica
Napoletana del 1799 fu condannato perchè
antiborbonico. |
Altro
personaggio influente fu Giovanni Ludovico,
antiducale e nemico dei
Caracciolo di
Martina. Un ricordo della presenza della
famiglia in città è rappresentato dalla statua del
vescovo carmelitano vissuto a Firenze nel XIV secolo
Sant'Andrea Corsini sulla facciata della barocca
chiesa del Carmine ricostruita nel 1730, oggi con i
recenti restauri erroneamente attribuita a San
Piertommaso carmelitano. |

La
statua di Sant'Andrea Corsini sulla chiesa martinese del
Carmine |
I Corsini a
Martina Franca risiedevano nel proprio palazzo
cinquecentesco rimaneggiato nel 1790 dai Leone in stile
rococo', adorno di iscrizioni latine di spolio sulla
facciata in corso Vittorio Emanuele (anticamente detto
"il Ringo") strada principale del centro storico,
attualmente proprietà D'Onghia-Martorano; qui gli
attuali residenti hanno ritrovato murata in una parete
interna una formella in pietra probabilmente databile al
XVI secolo raffigurante lo stemma dei Corsini. |
Martina Franca, la facciata e il
finestrone del ‘500 con iscrizioni latine di Palazzo
Corsini su Corso Vittorio Emanuele ("il Ringo"). |

Lo stemma dei Corsini murato all'interno
del palazzo, ritrovato dagli attuali proprietari Matilde
D'Onghia e Raffaele Martorano |
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