Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. 

Caracciolo di Miranda

Arma: inquartato, nel 1° e 4° d'oro al leone d'azzurro con la coda rivoltata, nel 2° e 3° vaiato d'azzurro e d'oro.
Titoli:
duchi di Miranda, principi di Venafro.


© Venafro (IS), stemma Caracciolo di Miranda

I Caracciolo di Miranda sono una diramazione dei Caracciolo del Sole, capostipite fu Francesco ( 1612), patrizio napoletano, sposo di Caterina Caracciolo Rossi, figlia di Gian Francesco conte di Montaquila.
Il feudo di Miranda, in Contado di Molise, oggi in provincia di Isernia, fu acquistato nel 1542 da Cola Maria di Somma per ducati 9.000; nel 1601 Gio: Battista di Somma ottenne il titolo di duca, questi morì senza figli e subentrò, come 2° duca di Miranda, suo nipote Pietro Antonio Crispano, il quale vendette nel 1655, il feudo di Miranda, a  Francesco Leonardo Caracciolo (1613
1695), patrizio napoletano, che aveva sposato  nel 1650 Feliciana Crispano, figlia di Marcello, patrizio napoletano.  Nel 1664 Francesco Leonardo fu decorato con il titolo di  1° duca di Miranda
Francesco Caracciolo (Napoli, 1705
ivi, 1752), figlio di Giulio Cesare  (Afragola, 1653 Napoli, 1706) Governatore della Casa dell’Annunziata e di Anna Maria di Capua dei duchi di Mignano, fu 3° duca di Miranda e patrizio napoletano, comprò il principato di Venafro nel 1744. Nello stesso anno acquistò i castelli di Filignano e Pozzilli; nel 1750 fece costruire a Filignano (Isernia) la Chiesa dell’Immacolata Concezione.  Il duca sposò donna Gaetana de Silva y Alagon († 1795) che, con atto per notaio Palumbo di Napoli del 28 ottobre 1757, stabilì che si dovesse recitare una messa quotidiana per l’anima del suo defunto marito nella chiesa di Filignano.


Folignano (Isernia), Chiesa dell'Immacolata Concezione

Il feudo di Venafro, all’epoca in Terra di Lavoro oggi in provincia di Isernia (Molise),  in precedenza era posseduto dai Pandone sino al 1528, poi passò a Filiberto Challons e, successivamente, al cardinale Pompeo Colonna, quindi agli Spinola (dal 1582 al 1586), poi ai Savelli (dal 1655 al 1690), agli Spinelli (dal 1690 al 1698) ed infine ai Caracciolo che lo tennero sino all’abolizione del feudalesimo.

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Venafro, Torre Caracciolo già Torre del Mercato

Maria Anna (Venafro, 1746 San Giorgio, 1785), 4° duchessa di Miranda e principessa di Venafro alla morte del padre Francesco avvenuta nel 1752 , sposò nel 1759 Francesco Marino III Caracciolo 8° principe di Avellino.
Il feudo di Miranda  passò in casa Gaetani dell’Aquila d’Aragona a seguito di matrimonio tra donna Maria Gaetana Caracciolo, figlia ed unica erede di Marianna Caracciolo principessa di Avellino (
Napoli, 5-6-1785), e  il duca Onorato Gaetani dell'Aquila di Aragona dei principi di Piedimonte. Detti coniugi generarono un’unica figlia, Marianna Gaetana ( Napoli, 15-9-1850) che sposò il principe di Ottajano Giuseppe de' Medici e, quindi, i beni di Miranda furono ereditati nel 1876 dal figlio primogenito Michele de Medici, duca di Miranda e principe di Ottajano.
Al ramo dei Caracciolo di Miranda apparteneva Orazio Caracciolo (
1581), vescovo di Venafro dal 1573.

Venafro, stemma ed epitaffio in ricordo del vescovo Ottavio Caracciolo di Miranda

Ai tempi di Filippo V di Spagna, per andare da Montaquila, all’epoca feudo in Terra di Lavoro, ad Isernia si doveva oltrepassare il fiume Volturno; presso l’antica Taverna, poco prima del ponte di barca sul fiume (Scafa del Volturno) si procedeva al pagamento dei diritti per l’uso del servizio. Il tariffario del 1707, stabilito da Giulio Caracciolo duca di Miranda e Signore utile di Montaquila,  era riportato su una pietra.


Montaquila (Isernia), pandetta del 1707 scolpita nella pietra

Si riporta uno stralcio della pandetta (Regia Camera della Summaria del  23 maggio 1707 Don Andreas Guerrero de Torres):
“Philippus V dei Grazia Rex
Pannetta seu tariffa delli deritti della Scafa di Montauila dell’Ill.re Duca di Miranda D Giulio Caracciolo Utile P(adro)ne della Terra suddetta e Scafa posta in territorio di detta Terra sopra il fiume Volturno quale s’ave da esiggere da oulle persone, some, animali ed altro che passaranno per d Scafa alla sottoscritta ragione senza alterazione da osservarla inviolabil. Alias sintenna incorso alla pena della perdita di d. Scafa ed all’esattore anni tre di galera…
In tempo di estate
per ogni persona a piedi grana uno e mezzo
per ogni soma somarina grana due …..
per ogni calesso grana dieci…..
In tempo d’inverno
per ogni persona a piedi grana tre
per ogni soma somarina grana quattro …..
per ogni calesso grana venticinque …..
Datum Neapoli ex Reg. Cam. Sum. Die 23 maii 1707…..”

Altra pandetta scolpita nella pietra con i diritti del Passo della Lorda di cui alla relazione fatta il 27 ottobre 1762 dal Sig. Razionale Don Giovanni Bruno è conservata nel Castello Piccolomini di Monteroduni.
Il decreto porta la firma di Annibal Moles e Ioseph Cecero.


Castello Piccolomini di Monteroduni, pandetta del 1762
 

Indice delle pagine:
Caracciolo Rossi
Caracciolo Pisquizi
Caracciolo di Pettoranello
Caracciolo di S. Eramo
Caracciolo di Oppido
Caracciolo di Martina
Caracciolo del Sole
Giudice Caracciolo
Caracciolo di Miranda


Continua sul sesto volume in preparazione di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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