
Ovvero delle Famiglie
Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili
di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti
alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate
chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che
abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.
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Famiglia d'Amely |
a cura del dott. Federico
La Longa Mancini |

© Arma Famiglia d'Amely |
Antica Casata francese di origine provenzale giunta nel
Regno di Napoli al seguito di
Carlo I d’Angiò
che prese poi stabile dimora a Bari e fu ricca e
feudataria delle Terre di Melendugno e Binetto che ha
posseduto fino all'abolizione della feudalità; fu
aggregata al Patriziato Barese nel 1746, poi annullata
ma nel 1749 fu ammessa definitivamente al Patriziato.
Ascritta al Registro delle Piazze Chiuse del Regno nel
1805, nelle persone di Gaetano, 3° Barone di
Melendugno ed i suoi figli. Fu ricevuta per giustizia
nell'Ordine
Costantiniano nel 1792 e nell'Ordine
di Malta nel 1795.
Questa famiglia fu molto vicina alla Baronia
Ecclesiastica del Real Capitolo di S. Nicola di Bari
della quale fu amministratrice.
La Casata a metà ‘800 si divise nei due rami dei d’Amely
Melodia Baroni di Binetto perché Giovanni Battista
(†
1897), figlio di Luisa
de Angelis-Melodia
dei Marchesi di Torre Ruggiero, aveva aggiunto per
adozione il cognome Melodia e dei d’Amely Baroni di
Melendugno. |

Castello d’Amely, Melendugno |

Cappella
d'Amely-Melendugno |
I
d’Afflitto
di Melendugno furono gli ultimi feudatari, poi passò a
Placido Agapito e al figlio Domenico che dopo aver
contratto ingenti debiti al gioco fu costretto a vendere
l'intero feudo a Salvatore d'Amely, Nobile
barese, come risulta dall'atto di vendita stipulato in
data 15 marzo 1733 dal notaio Domenico Liberato Franco
di Lecce. Salvatore pertanto divenne il 1° Barone
di Melendugno di tal casato. Alla sua morte il titolo
passò al figlio Giovanni Battista, e alla morte
di questi, al figlio Gaetano, terzo Barone.
Quarto Barone fu Giovanni Battista sposato con
l'irlandese Giovanna Wolphe di Simowich che risiedette
fuori da Melendugno per lunghissimo tempo durante il
quale le sorti della baronia furono rette dal fratello
Teodoro. Questi, dopo aver vestito l'abito dei
carmelitani nel convento di Oria, lo dismise e tornò a
vivere in Melendugno dove, nelle stanze della torre
baronale, visse da solo e vi morì il 12 dicembre 1811.
Il ramo dei Baroni di Melendugno si estinse con
Teresa ultima Baronessa morta nel 1964. |

Baronessa Teresa d'Amely |
Francesco Saverio
(1792) fu Cavaliere di Giustizia dell'Ordine
Costantiniano. Baldassarre (1795) fu Cavaliere
dell'Ordine Gerosolimitano.
Giuseppe 5°
Barone di Melendugno, nato nel 1793 dal Barone
Giovanni Battista, Membro del Collegio Elettorale
dei Possidenti di
Terra di Bari,
e dalla madamigella irlandese Giovanna Wolphe, sposò
Teresa Astuti. Fu chiamato a ricoprire l'ufficio di
Comandante delle Guardie Urbane. Morì nel 1859.
Francesco Saverio 6°
Barone di Melendugno, nato nel 1831 dal Barone
Giuseppe e da Teresa Astuti, sposò Teresa Celesti.
Fu Comandante della Guardia Nazionale e Sindaco di
Melendugno. Introdusse nelle sue tenute la falciatrice
Allen. Attuò importanti bonifiche. Socio del Comizio
Agrario. Morì nel 1897. |
La Nobildonna Maria Filomena (1840), figlia del
Barone Giuseppe e di Teresa Astuti, coniugata con il
Nobile Cesare Carretti del Carretto, generò la
Nobildonna Lucia Pia Antonia d’Amely Carretti del
Carretto, cugina di primo grado dell’ultima
Baronessa, che sposò Vincenzo Lapresa, cardiologo,
creato dal Re Vittorio Emanuele III Cavaliere
dell’Ordine della Corona d’Italia per la sua dedizione
nel debellare il vaiolo nero. |

Diploma dell’Ordine della Corona d’Italia
concesso nel 1906 al dott. Vincenzo Lapresa |
Essi ebbero il Nobile Vito Mario Bernardino d’Amely
Lapresa
(1907), medico pediatra, che sposò la Nobildonna Maria
Luisa Ferramosca
(1918) da cui il Nobile Vincenzo Andrea Antonio Maria
(1947), cardiologo specializzatosi presso
l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, che ha
sposato la nota pedagogista Enza Rita Colicchi (1950) da
cui:
N.D. Maria Luisa Giuseppina Rita d'Amely Lapresa di
Binetto e Melendugno
(1978), Maturità Classica conseguita presso il Liceo
Francesco Maurolico di Messina; Dottorato di ricerca in
discipline economiche, aziendali e metodi quantitativi,
2011, con tesi in inglese in Econometria sull'Aid for
Trade. In seguito ad esame di concorso nominata
Segretario di legazione in prova nella carriera
diplomatica (2020), Vicario dell'Uff. IV della Dir. Gen.
Paesi Mediterraneo e Medio Oriente (2010). Vicario
dell'Uff. I della Dir. Gen. Paesi Europa (2011).
Confermata in ruolo dal 28 gennaio 2011 e nominata
Segretario di legazione. Alla Dir. Gen. Unione Europea,
Funzionario Vicario dell'Uff. V., 2011 - 2013.
Console d'Italia a Detroit (2013-2017). Capo
dell'Ufficio Economico-Commerciale presso l'Ambasciata
d'Italia a Bucarest (2017); Capo dell'Ufficio per gli
Affari Sociali e Culturali (2018-2019) presso la
medesima Ambasciata. Per due anni e mezzo responsabile
dell'Istituto Italiano di Cultura di Bucarest. Vice Capo
Missione (2019-2021). Attualmente in servizio presso il
Comitato Interministeriale per i Diritti Umani (CIDU),
Direzione Generale per gli Affari Politici del Ministero
degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Lingue conosciute: inglese, francese, spagnolo, tedesco,
romeno. Appassionata di arte, letteratura, musica,
cinema, opera lirica. Sport praticati: vela, tennis,
nuoto, sci. Due figli nati nel 2015, Andreas e Karin.
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N.D. Maria Luisa d’Amely Lapresa |
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Fonti:
- Archivio d’Amely Lapresa.
- GIOVANNI CISTERNINO, ANTONIO PETRACHI,
Il baronato dei d'Amely nella Melendugno tra il XVIII ed
il XX secolo, Zane Editrice, Melendugno 1997
-
Vittorio Spreti: “Enciclopedia storico-nobiliare
italiana”, Arnaldo Forni editore.
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