Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia.   

Famiglia d'Alessandro

Il ‘900. Uno sguardo sulle vicende italiane,molisane ed estere attraverso ricordi e
documenti d’archivio dei d’Alessandro di Pescolanciano

di Giovanni Maria d'Alessandro
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Allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre 1899 il nuovo secolo veniva salutato con grande enfasi in tutti i paesi del mondo(1).
Gli abitanti della Terra, circa un miliardo e mezzo, si auguravano un “Buon Novecento” con grandi novità e speranze di un futuro migliore nel progresso e nel benessere.
Del resto già si contavano diverse conquiste innovative  nella vita delle persone che si affacciavano in questo ultimo secolo del Millennio. La nuova Era nasceva sotto i simboli del progresso: la luce e l’energia elettrica. Nei paesi molisani, in questo inizio secolo, si diffuse un sistema di illuminazione a gas, cui seguì quello elettrico.
A Pescolanciano, il duca Giovanni Maria d’Alessandro aveva fatto pervenire da Napoli al suo maniero una complessa macchina di produzione di energia elettrica, utilizzata nel suo alloggio.
Verso questo bisogno-desiderio umano di scoperte scientifico-tecnologiche, il nuovo secolo mosse i primi passi, percorrendo rapidamente una serie di importanti tappe evolutive. Nel Novecento prese così l’avvio  quel “processo di meccanizzazione” che si diffuse nelle diverse attività e settori produttivi.

Nel campo della locomozione e trasporto, ad esempio, una straordinaria invenzione determinò l’inizio della fine di tutti quei mezzi millenari di spostamento, cui era abituato l’uomo. Il treno ormai diffuso in varie nazioni, tra cui l’Italia, servì anche il Molise, ad inizio secolo, divenendo importante mezzo di comunicazione per quelle popolazioni(2) abituate a muoversi con muli e cavalli. Oltre alla sbuffante locomotiva a vapore, si aggiunse poi la “carrozza a motore”. La sua rapida diffusione in tutti i paesi, seppur appannaggio ancora di pochi facoltosi appassionati, divenne subito il sogno di tutte le popolazioni, nonostante i gravi incidenti che detto mezzo provocava con carrozze e pedoni.

© Proprietà Casa d'Alessandro
© Tranvia-Pescoagnone - ANNI 20

Dal salone di Torino, in cui nell’aprile del 1900 si inaugurò la prima esposizione internazionale di automobili per giungere a quella del 1905, ebbe inizio un precoce sviluppo commerciale di autovetture fabbricate da varie case automobilistiche, quale la Ford, la Fiat, la Renault in Europa ed in Italia. Henry Ford fece introdurre nel 1908 la prima “catena di montaggio” nelle sue fabbriche per produrre la popolare Ford “T” che invase le strade d’America e d’Europa. Nel corso dei primi anni del XX secolo mentre cresceva il mercato dell’auto, aumentava sempre più il suo mito presso gruppi di estrosi soggetti, tanto da far organizzare nel 1906 la prima corsa automobilistica “Targa Florio”. L’anno successivo un equipaggio italiano, al comando di Scipione Borghese, giunse perfino a vincere per la prima volta la gara di 12.000 chilometri Pechino-Parigi.
Questa crescente domanda di auto anche in Italia, portò il governò di allora, Zanardelli, a far emanare il primo “Regolamento per la disciplina della circolazione stradale”. Quello “status simbol”, ormai diffuso tra i ceti sociali più agiati ed aristocratici, non sollevò interesse sui familiari di casa d’Alessandro, che continuarono a far uso di cavalli e carrozze nel tragitto Napoli-Pescolanciano fino agli anni della prima guerra mondiale. Il vecchio duca Giovanni M., rappresentante di un’epoca tramontata, reagiva all’idea di salire su “nu carruoccio a scoppio” e inculcò un tale rifiuto anche ai figli e nipoti
(3).

© Proprietà Casa d'Alessandro
Torre del Greco - Litoranea

© Proprietà Casa d'Alessandro
Torre del Greco - Villa Ercole

Con uno sviluppo analogo e sentita passione contemporaneamente vide la luce all’inizio del secolo XX il veicolo aeromobile, che passò dal dirigibile dell’ex generale tedesco Ferdinand Von Zeppelin (il quale volò sul lago di Costanza nel luglio del 1900) al biplano dei fratelli Wright-(che riuscirono a volare sul Flyer per la prima volta nel 1903). Nell’estate del 1909 fu organizzato il primo raduno aereo europeo a Reims, in Francia, e subito dopo anche a Brescia, ove parteciparono anche sei piloti italiani tra i quali Mario Caldera. Il primo volo transatlantico, solitario, fu effettuato nel maggio 1927, con aereo monoplano, da Charles Lindbergh, da New York a Parigi, senza scalo. Successivamente, nel 1930-33 Italo Balbo, al comando di diverse squadriglie di idrovolanti militari affrontò due trasvolate transatlantiche dall’Italia, dirette rispettivamente ed in epoche diverse, sia in America del Nord come del Sud tra il plauso della stampa mondiale per la intrepida impresa realizzata. Il volo di un mezzo “più pesante dell’aria” rese un sogno umano realtà, aprendo così una nuova epoca. Né vanno dimenticate, peraltro, le geste audaci – compiute coraggiosamente su aerei – durante il primo conflitto bellico mondiale dall’eroico italiano: comandante Baracca.

Il ‘900, inoltre, fu secolo di nuovo progresso scientifico con importanti rivoluzioni nel campo delle comunicazioni, della fisica, della medicina.

Nel 1901, un segnale elettromagnetico, inviato da Guglielmo Marconi con il suo telegrafo senza fili, attraversò l’Oceano Atlantico. La nuova scoperta portò immediatamente il supremo riconoscimento al suo inventore , che ricevè il premio Nobel per la Fisica nel 1909. Ben presto il mezzo di comunicazione di massa, quale il telefono, riuscì a superare distanze e barriere temporali con rapida diffusione in diversi paesi. In Italia all’inizio del primo decennio del XX secolo si contavano già 23.000 abbonati tanto da far inaugurare nel 1906 la linea telefonica Roma-Parigi. 

© Proprietà Casa d'Alessandro
Portici (NA) Corso Armando Diaz

© Proprietà Casa d'Alessandro
Portici (NA) Corso Garibaldi - Gran Caffè

Nel clima di queste grandi scoperte si diffuse ben presto una nuova forma d’arte, figlia del XX secolo, legata all’invenzione del “cinetoscopio” o macchina da presa. Dopo i primi esperimenti di elaborare strumenti tecnici di ripresa (come il cinematoscopio di Sellers del 1860; la macchina da presa e proiettore dei fratelli Lumière del 1895),si giunse alla messa a punto della macchina cinematografica dell’americano Thomas Edison, nei suoi laboratori. Con tale apparecchiatura si potè registrare nel 1903 e poi proiettare il primo film “L’assalto al treno”, pietra miliare del cinema. Si ebbe ben presto una corsa alla realizzazione di films nei primi anni del novecento, quali le affascinanti produzioni di un altro grande pioniere del cinema, Meliès (celebre suo film “Viaggio sulla luna” del 1902), o quelli di Griffith (circa 485) o del regista sovietico Sergy Eisenstein (“La corrazzata Potemkin”). Il cinema divenne una grossa opportunità economica in tutti i paesi e molti cineasti si apprestarono a trasformare vecchi teatri in eleganti sale di proiezione. 
L
a nascente cinematografia italiana ebbe tra i suoi pionieri il commendatore Pettine, nativo di Isernia, che fondò una casa di produzione di films a soggetto storico-religioso a Milano agli inizi del ‘900. Divenne così costume ed abitudine diffusa il frequentare questi nuovi luoghi di ritrovo, ove gli spettatori si abbandonavano alle fantastiche immagini da sogno dei films muti, accompagnate dalle note strimpellate dei pianisti, posti sotto lo schermo. In Italia la gente accorreva, in quegli anni, alle proiezioni dei Kolossal storici di Arturo Ambrosio (“Gli ultimi giorni di Pompei” del 1916) o a quelli di Gustavo Serena (“Assunta Spina” del 1915 con la mitica Francesca Bertini), oppure di Giovanni Postrone (“Cabiria” del 1914). Il film americano, “Il cantante di jazz”, prodotto nel 1927 dalla casa cinematografica Warner Brothers, ove partecipò l’attore Al Jolson, dette via alla produzione di films sonori. Tra gli attori, più noti, emersero allora negli Stati Uniti l’indimenticabile Rodolfo Valentino, i comici Buster Keaton e Charlot e s’affermò il successo e la fama mondiale per la romantica, affascinante, sfinge svedese, la diva superstar: Greta Garbo. Molti di questi “divi” iniziarono ad essere noti al pubblico di Campobasso negli anni ’20, allorquando fu inaugurato il cinema “Modernissimo”.

Il vecchio Continente, agli albori del ‘900, viveva un lungo periodo di prosperità, in cui figurava predominante il territorio dell’impero Britannico con le sue colonie sparse nell’intero globo terrestre.
L’Europa, tra l’altro, manteneva ancora una sua supremazia elevata su tutte le popolazioni mondiali, derivante dalla crescente industrializzazione dei suoi paesi e dalla organizzazione della società civile nonché dalla cultura acquisita attraverso molti secoli di progresso in settori scientifici, sanitari, letterari. Ma questo momento così favorevole e di pace, detto “Belle Epoque”, stava per esaurirsi già nei primi decenni del XX secolo. Infatti, altri stati non Europei stavano emergendo sulla scena politica internazionale come nuovi protagonisti, alternativi alle grandi potenze del nostro continente. Inoltre, poi in vari paesi specie Europei, si diffondevano a vasto raggio ideologie rivoluzionarie tra classi di lavoratori e contadini, che sollecitavano riforme sociali con agitazioni contro la borghesia liberale egoista ed immorale
(4).


Nel 1920 a Napoli entrava in funzione la prima metropolitana in Italia e le prime scale mobili.

Queste nuove situazioni avrebbero sconvolto e minato il vecchio ordinamento degli Stati nazionali Europei, la maggioranza dei quali era frattanto retta da monarchie secolari, come le dinastie degli Asburgo, dei Windsor, dei Romanoff, degli Hoellezornen, dei Borbone e da varie altre casate di minor risonanza.

In Italia regnavano i Savoia con grosse difficoltà di ordine politico-sociale. Il secondo regnante, Umberto I di Savoia, cadde ucciso il 29 luglio del 1900 sotto i colpi dell’anarchico Bresci. Per quei filo-borbonici, ancora legati alla precedente dinastia destituita nel Meridione, tra cui si annoverava il duca Giovanni Maria, l’episodio fece quasi esultare i loro cuori, lasciando aperte le speranze di cambiamenti profondi. Nella corrispondenza del duca d’Alessandro con alcuni personaggi notabili di Napoli si cita il “regicidio del Savoia deve essere quella speranza (…) (5)”. Questo clima di violenta ribellione, sentita in certi ambienti sociali, scaturì da una politica governativa conservativa, quale quella del ministro Crispi (ex garibaldino ed ex repubblicano)(6) antisocialista, fervente sostenitore della Triplice Alleanza (Germania, Austria, Italia) e di una politica coloniale in Africa.

Tale politica pervenne così nell’azione repressiva del 1898 condotta dal generale Bava Beccaris, che ordinò di far fuoco contro i dimostranti nelle strade di Milano (7), come l’emanazione di leggi eccezionali contro la libertà di stampa, diritti di riunione e di associazione del governo Pelloux (1898-1900).
Con il regno di Vittorio Emanuele III (1906-1946), succeduto al padre Umberto, e i successivi governi presieduti da Zanardelli, Giolitti etc., venne promossa una politica di carattere liberal-democratico, che vide tra i provvedimenti varati anche il riconoscimento del diritto di sciopero. D’altra parte le masse popolari, del cosiddetto “Terzo Stato”, in Italia vivevano in condizioni di assoluta miseria e precarietà, a favore delle quali, forze politiche - collocate a “sinistra”- rivendicarono riforme e diritti. Giolitti riuscì, nella gestione della politica interna, ad affrontare i problemi relativi a riforme sociali
(8), nonché sull’emigrazione. Quest’ultimo fenomeno, estesosi progressivamente in tutto il Regno, divenne una preoccupante questione sociale di interesse governativo(9).

Fu approvata la legge sul “suffragio universale maschile”, nel 1912. Con questo governo liberale si consolidarono ideologie e movimenti di estrazione socialista; il numero degli elettori salì ad oltre gli otto milioni di votanti e nel contempo Mussolini assunse la direzione del giornale “Popolo d’Italia”.

© Proprietà Casa d'Alessandro
Festa a Pescolanciano - 1944

© Proprietà Casa d'Alessandro

© Proprietà Casa d'Alessandro
Immagini di Pescolanciano - 1950

In merito alla politica estera, si profilò un riavvicinamento dell’Italia alla Francia, a seguito della quale intesa ebbero inizio le operazioni militari contro l’Impero Ottomano per la conquista della Libia (1911), conclusesi favorevolmente nel 1912. Per questa importante impresa si preparò l’esercito ad alcune manovre militari. Alcune operazioni si svolsero in Cerreto Sannita e furono immortalate da un fotografo amico di casa d’Alessandro. Dette immagini, datate 1904, ritraggono, tra l’altro una truppa con cuoco nei pressi di una cucina da campo. Va ricordato che il vecchio duca Giovanni nutriva una certa passione per la fotografia documentaria (si fece immortalare con la sua vecchia divisa borbonica, nonché esiste album di ricordi di personaggi politici e notabili di fine XIX ed inizio XX secolo, immagini paesaggistiche ed archeologiche, etc), tanto da aver tra i suoi cari ospiti ed amici il ben noto fotografo di Campobasso, Antonio Trombetta.  

In questo stesso anno fu annotata la notizia dell’affondamento del famoso transatlantico “Titanic”, nel viaggio inaugurale Londra-New York.

Al tramontante romanticismo ottocentesco si sostituiva un continuo progresso tecnico, con nuovi orientamenti in vari settori, segnando l’emergere delle masse popolari, sebbene fossero molto diffusi ancora – ed anche in Europa – l’analfabetismo(10), lo stato di arretratezza e miseria. Quest’atmosfera di inizio secolo fu all’improvviso turbata da una funesta tragedia: l’assassinio, nel 1914 a Sarajevo, dell’erede al trono austro-ungarico F.Ferdinando Asburgo, figlio dell’imperatore Francesco Giuseppe II d’Austria(11).
L’Europa, d’un tratto, venne trasformata in un arroventato campo di battaglia. Le ostilità tra Austria e Serbia coinvolsero altre nazioni, cui partecipò successivamente anche l’Italia (24 maggio 1915) ed infine, le truppe USA, nel 1917. Tale spaventoso scontro di potenze, protrattosi per molti anni, quasi nell’intera Europa, lasciò sul terreno circa nove milioni di morti, oltre povertà, distruzioni e dissesto economico. Sul fronte italiano, la disastrosa sconfitta subita a Caporetto (ottobre 1917), che produsse elevate perdite tra i nostri combattenti e frequenti casi di ammutinamento nei ranghi, fu arginata dalla strenua difesa opposta dalle nostre truppe dislocate lungo il fiume Piave, ove fu bloccata l’avanzata austriaca.


Napoli - statua di Armando Diaz

Sotto il comando del generale A. Diaz, l’esercito italiano successivamente riscattò la disfatta con una violenta controffensiva conclusasi con lo sfondamento dello schieramento nemico a Vittorio Veneto (ottobre 1918), che poi segnò l’inizio del definitivo crollo delle forze imperiali austro-ungariche(12). Durante tale periodo risulta che prigionieri austriaci furono internati anche nel castello ducale, in Pescolanciano, messo a disposizione – dai d’Alessandro – delle Autorità militari.
Nel 1918 le forze austro-germaniche dovettero arrendersi, stremate dalla fame, stanchezza e demoralizzate dagli insuccessi accumulati in una lunga guerra di posizione in trincea. Nel 1919, fu firmata a Versailles la pace tra Alleati ed Alemanni, con condizioni onerose per gli sconfitti. Una cartolina di Fulco d’Alessandro, spedita ai fratelli in Molise, con la scritta “Vittoria!!” preannunciò l’arrivo della pace ed il ritorno alle proprie dimore. Mentre il suddetto si stabilì definitivamente in un appartamento del castello, gran parte della famiglia d’Alessandro fece ritorno a Napoli, per poi tornare nella dimora molisana nei periodi estivi.
Tra i ricordi si annovera il passaggio- lungo le strade provinciali e nazionali- delle auto che attraversavano i numerosi paesini locali tra la curiosità degli abitanti; la immancabile bucatura della ruota; la merenda-sosta nei pressi della periferica chiesa di Venafro; l’incidente con un mulo!

L’arrivo agognato al castello era confortato da piacevoli tavolate imbandite da Fulco, nonché dalla visita di amici di famiglia, tra i quali il prelato-scrittore Gioacchino Maselli, Arciprete in Pescolanciano.
 

Nel 1920 fu istituita la “Società delle Nazioni”(con sede in Svizzera), organismo che doveva assicurare, in futuro, la pacifica convivenza tra gli Stati in caso di vertenze. L’Europa usciva, da questo primo conflitto internazionale, indebolita nel suo ruolo di guida mondiale, mentre si rafforzava la supremazia degli Stati Uniti su tutte le potenze del “vecchio continente”.

Nel 1917, in Russia, prese il potere la sanguinosa rivoluzione bolscevica, capeggiata da Lenin, instaurandovi il nuovo ordine proletario ed annientando tutti i componenti della famiglia Romanoff, dinastia regnante.

Alla guida di un opposto movimento fascista, il 28 ottobre 1922, fu designato -con assenso reale- Benito Mussolini all’incarico di capo del governo italiano, dopo la incontrastata “marcia” su Roma delle sue formazioni “camicie nere”, diffondendo sollecitamente un suo lapidario messaggio operativo, basato su “economia, ordine, disciplina”. Nei primi anni di governo mussoliniano, violenti e frequenti furono gli scontri tra miliziani fascisti e manifestanti antifascisti. Gradatamente, però, il potere del Partito Nazionale Fascista (P.N.F.), sorretto anche dalla Milizia Vol. Naz.le (M.V.S.N.) –istituita nel 1926 – si consolidò, specie dopo l’esito delle elezioni 1924, favorevoli per il partito fascista. Disposto lo scioglimento di altre formazioni politiche e col divieto di scioperi, il Regime autoritario adottò, poi, vari provvedimenti (Riduzione salari; consolidamento moneta con cambio sterlina a £ 90; esecuzione diffusa di Opere Pubbliche; miglioramenti sociali per la collettività meno abbiente; controllo radio e stampa nazionale), che favorirono la crescita del consenso interno, ma anche la stima all’estero da parte di importanti Stati stranieri. In quel clima di propaganda fascista, senza interpellare i componenti della famiglia d’Alessandro e su probabile disposizione dell’allora federale di Campobasso David Lembo, fu posta la scritta, a carattere cubitale, “Roma Doma” sulla facciata del castello, prospiciente il lato stazione ferroviaria. In Molise la campagna elettorale delle liste politiche fasciste fu sviluppata, tra l’altro, con l’ausilio di alcuni organi di stampa locali, quale il periodico “Il Foglietto”. Dalle pagine di tali giornali si apprese  nel ’24 la schiacciante vittoria dei fascisti sulle liste di opposizione, tra cui quella del Presutti (percentuale di voti pari a 85,9%). In quel clima di conquiste politiche, non mancarono episodi di intolleranza contro le opposizioni ed i loro giornali quali “Il Guardio”.

Il Duce, con la conquista dell’Etiopia, nel 1936, e la proclamazione dell’Impero, con una situazione politica stabile internazionale ed ordinata all’interno, raggiunse allora l’apice del consenso popolare tra gli italiani. Questi sempre più invitati a partecipare a raduni e parate organizzate dal partito(13)!  Gli slogan diffusi dalla propaganda fascista, indicavano però segni di megalomania:“(…) i nostri otto milioni di baionette!…vogliamo un posto al sole! (…)”, che indussero il capo del governo ad intervenire nella rivoluzione franchista, in Spagna, e ad allearsi poi col nazista Hitler (Patto d’Acciaio; Asse Roma-Berlino), evento che fatalmente lo condusse a partecipare al secondo conflitto mondiale (1940), senza avere, in Italia, una seria, adeguata organizzazione, né preparazione idonea militare-logistica che, invece, i tedeschi possedevano a livello elevato, in misura enorme ed abbondantemente.


Castello di Pescolanciano

Tra l’altro, con le leggi razziali egli fece allontanare dall’Italia ebrei anche di spiccata cultura ed affermati scienziati.

All’epoca nel campo letterario italiano emersero: d’Annunzio, Pirandello, Svevo, Papini, Verga, Ungaretti, Gadda, ecc.. Nella medicina, si distinse un valente esponente in materia e fu l’indimenticabile molisano, prof. Cardarelli, mentre dall’attiguo Abruzzo arrivò un eminente filosofo e storico, Benedetto Croce. In campo musicale si affermarono i tenori: Gigli, Schipa, Caruso, codesto applauditissimo nei teatri nordamericani.

La produzione industriale-commerciale americana in grande espansione, dopo il crack del 1929 della borsa di New York, arrecò una grave crisi nel sistema liberal capitalistico anglosassone, con riflessi economici su tutti i mercati mondiali, creando difficoltà anche nei paesi europei.

Intanto, nel clima della depressa Germania, il Presidente Hindemburg, nel 1933, affidò l’incarico del Cancellierato ad Adolf Hitler, il cui partito nazional-socialista delle “camicie brune”  vinse le elezioni.

A questo punto si poté affermare che il destino d’Europa era stato già approntato: il mosaico fatale delle future, disgraziate vicende del “vecchio continente”, era stato completato!.

Giunto al potere, costui proclamò il III Reich, ordinò la soppressione degli altri partiti, indisse la prima giornata antisemitica. Volle il riarmo delle forze armate germaniche; stipulò con l’Italia le citate alleanze ed incorporò alla Germania, nel 1938, la contigua Austria annettendovi poi anche parte della Cecoslovacchia (questione Sudeti).

Accampando, in seguito, altre rivendicazioni territoriali anche sulla città di Danzica, e forte di un patto di “non aggressione” contratto con l’URSS nel 1939, egli non esitò ad ordinare alle sue Divisioni Corazzate l’invasione dell’inerme Polonia, la cui resistenza durò appena qualche settimana, in quanto contemporaneamente, dal versante orientale, le truppe dell’URSS invasero quel paese. Gran Bretagna e Francia, alleate della Polonia, si mossero in armi contro la prepotenza teutonica. Nel settembre 1939 iniziarono le ostilità(14) con rapidi e veementi “blitz” delle forze armate germaniche.

In Europa, dopo una tregua di soli 21 anni, si ripeteva un’altra rovinosa guerra: il secondo conflitto mondiale bellico. Il popolo tedesco, ubbidiente come fossero tanti “automi”, avallò le decisioni del Fhurer, considerando, forse, l’intervento motivato da “giusta causa” e confidando in una probabile “revanche” sulle odiate demo-plutocrazie alleate, impersonificando, quel novello Sigfrido, il loro teutonico e valoroso condottiero! A tale marasma, peraltro, dovette anche influire lo scontro ideologico ed economico tra regimi nazional-fascisti e democrazie liberali, al fine di conseguire una più elevata posizione egemonica nel mondo. Circolava, inoltre, la convinzione, osservando i successi in campo ottenuti dal potente esercito tedesco, che questa sarebbe stata una “guerra lampo”. Stavolta, però, la nuova micidiale bufera avrebbe investito – diversamente dal passato – anche il “fronte interno”; quindi, oltre gli obiettivi militari, città e paesi esponendo così le popolazioni civili ai duri bombardamenti e disagi della guerra.
Ai devastanti ed intensi bombardamenti aerei effettuati dagli “stukas” sull’isola albionica- ove erano asserragliati gli inglesi – risposero la popolazione ed il loro premier W.Churchill con una tenace, coraggiosa resistenza. Nel giugno 1940 (con una Francia invasa dai tedeschi ed agonizzante), Mussolini convocò nelle piazze masse di italiani, adunati in camicia nera, proclamando, con la sua roboante voce attraverso gli altoparlanti EIAR, la dichiarazione di guerra contro i Paesi Alleati, accolta con tripudio dalla folla e con rumorosi applausi. Nel 1941, dopo l’attacco proditorio aereo dei giapponesi su Pearl Halbour, la guerra si estese pure in Asia, provocando l’intervento delle Forze Armate Statunitensi. 

© Proprietà Casa d'Alessandro
Napoli - Corso Vittorio Emanuele - le rotaie

© Proprietà Casa d'Alessandro
Napoli - Corso Vittorio Emanuele

Esposta sinteticamente la situazione dei belligeranti, senza addentrarci nella particolare citazione delle varie fasi di questa guerra - durata ben 6 anni fino al 1945 -, sembra opportuno pervenire alla conclusione, direttamente, di detto conflitto mondiale.

Lo sbarco militare statunitense, nel 1942 a Casablanca (Marocco), contribuì ad accelerare la resa in Tunisia, nel 1943, delle truppe italo-tedesche, disfatte dagli inglesi ad El Alamein (1942). Successivamente, sempre nel luglio del 1943, ricongiuntesi le due armate anglo-americane(15), dall’Africa sbarcarono in Italia, creando un nuovo fronte contro i tedeschi, sul territorio europeo, costringendoli ad arretrare poi gradualmente verso il Nord della penisola. Ciò determinò, inoltre, la caduta del regime fascista, sostituito dal governo del gen.le Badoglio che, successivamente firmò l’armistizio (8 settembre 1943)con gli Alleati, lasciando però il paese e l’esercito italiano nel caos, per trasferirsi celermente in Puglia, unitamente al re Vittorio Emanuele III. Dopo lo sbarco di truppe americane a Salerno (settembre 1943), le forze tedesche, intervenute tempestivamente in Italia, evacuata la città di Napoli, si trincerarono su una prima linea difensiva (Gustav) sviluppantesi tra la Campania ed il basso Molise, con epicentro Montecassino, ove si verificarono sanguinosi scontri e violenti bombardamenti aerei.
 

In quel periodo, anche a Pescolanciano sostò un ridotto presidio di militari tedeschi che, ritirandosi verso il settentrione, requisirono dal castello un’automobile e dei vecchi fucili a tromba. Don Fabio d’Alessandro ricordò quei momenti nei suoi racconti autobiografici, lasciando scritto quanto segue: “Il paese ed il castello furono invasi dalle truppe tedesche che razziavano uova, ogni bestiame, farina e legumi. La vita, quindi, cominciò a rendersi difficile, massima per i vecchi ed ammalati. I bombardamenti si susseguivano, saltavano case, ponti, ferrovie, gallerie e stazioni, si fracassavano finestre e si aspettava di giorno in giorno che, cacciati dal nostro bel castello, lo avessero fatto saltare!” (16). Nel giugno del 1944, a seguito di un ulteriore massiccio sbarco delle truppe statunitensi ad Anzio (V armata), fu conquistata Roma dai liberatori “Americani”, ovunque accolti festosamente, mentre le forze tedesche dovettero retrocedere posizionandosi a difesa sull’arco dell’appennino Tosco-Emiliano (linea gotica). Nella circostanza le truppe “Alleate” della VIII Armata sostarono, nel corso della loro avanzata, anche a Pescolanciano collocando temporaneamente nel castello il loro comando ospitato dalla famiglia d’Alessandro, già rifugiatasi colà per sfuggire ai bombardamenti sulle città. Gli ufficiali solevano allora ritrovarsi la sera intorno al pianoforte, nell’appartamento ducale, allietato dalle note musicali alquanto strimpellate, essendo la linea del fronte in zona più lontana dal paese.

Nella primavera del 1945 questo fronte fu sgominato e travolto dall’avanzata delle truppe “Alleate”, pervenute nella pianura Padana.

Il 25 aprile 1945, Mussolini lasciò Milano a causa dell’incombente arrivo di reparti anglo-americani ed, abbandonata la Repubblica Sociale di Salò, con altri suoi fedeli collaboratori si pose in viaggio verso il confine italiano. Catturato da una formazione partigiana comasca, il Duce fu dichiarato colpevole e fucilato sul posto.

Nel 1944, altro massiccio sbarco “Alleato” sulle coste francesi della Normandia, malgrado la resistenza opposta, costrinse le formazioni germaniche a retrocedere dalla Francia, donde furono respinte per difendersi entro i confini della propria patria.

Intanto, sempre nel 1943, dopo la sconfitta subita a Stalingrado, l’esercito tedesco doveva ritirarsi dal fronte orientale-russo, ripercorrendo a ritroso la steppa sconfinata, precedentemente percorsa da vincitori arrivando fino ai dintorni di Leningrado e Mosca nonché vicino al Caucaso (territorio ricco di giacimenti petroliferi). Cosicché a fine 1944, proseguendo l’offensiva della Russia, si registrò che le Armate Rosse, nella loro travolgente avanzata, stavano dilagando nei territori del centro-europa e nei paesi balcanici.

Nel settore occidentale, invece, le forze “Alleate” erano rimaste bloccate sul confine germanico, da una difesa “ad oltranza”, attuata dagli alemanni. Finalmente però gli Alleati, superato il fiume Reno (marzo 1945), iniziarono la rapida invasione dal territorio nemico. L’incontro tra militari russi ed Alleati avvenne infine sulle sponde del fiume Elba.

La Germania, distrutta, piena di macerie, con la gente affamata e smarrita, chiese la resa nel maggio 1945. Con la fine contemporanea del regime nazista, ammainato il vessillo con la svastica, su Berlino sventolò la bandiera “rossa”. Hitler ed altri suoi gerarchi si suicidarono nel bunker sotterraneo, sito nella capitale tedesca arresasi.

Sul fronte Asiatico, dopo gli iniziali, brillanti successi delle truppe del “Paese del Sol Levante”, nel 1944, le forze americane passarono al contrattacco, che fu inarrestabile, conseguendo – a metà del 1945 – un enorme sopravvento sui combattenti nipponici. La decisione dell’America di porre fine, rapidamente, al lungo conflitto si realizzò ricorrendo all’uso di un nuovo ordigno bellico, segreto e micidiale. Pertanto, nell’agosto 1945 furono sganciate, da aerei statunitensi, due bombe atomiche sulle città di Hiroshima e Nagasahi, obbiettivi nemici, provocando danni catastrofici e migliaia di vittime civili. Iniziava, così, la nuova “era atomica”, serio ammonimento, in tutto il mondo, contro i guerrafondai! L’America, però, allora era l’unico Stato depositario di siffatta terribile arma.

Al termine di detto conflitto mondiale, in Occidente, si era affermata la supremazia della Potenza Statunitense, mentre ad Oriente il secondo temibile vincitore della tenzone era rappresentato dall’Unione Sovietica, di impronta “stalinista”. Quest’ultimo colosso, con la guerra, si era espanso oltre i propri confini naturali, instaurando nei paesi centro europei liberati, regimi a sfondo comunista. Ad Occidente del Vecchio Continente, gli Stati Europei, si riorganizzarono in libere democrazie, autonome, ma sfiancate dallo sforzo bellico ed impoverite dalle distruzioni, arrecate nel loro territorio dagli avversi contendenti.

Nell’Estremo Oriente, dopo la resa nipponica, emergeva e si organizzava la popolosa Cina, retta dal capo comunista Mao Tse Tung. L’Europa del dopoguerra offriva un quadro desolante, con un’economia dissestata, mercati e fabbriche fermi od inefficienti, gente affamata (viveri soggetti a razionamento o borsa nera), in miseria e molte persone in lutto o ferite. Vinta la guerra, si evidenziò eclatantemente un problema prioritario: vincere la “Pace”! La situazione delle popolazioni europee, coinvolte nel conflitto, appariva tragica oltre misura. Gli USA, esultanti per la vittoria, si apprestarono ad intervenire. Cessata prontamente l’intensa produzione bellica (che avrebbe, di colpo, portato sconquasso anche in casa americana), fu approntato e varato, in breve tempo, il “Piano Marshall” allo scopo di fornire aiuti economici (dollari, vettovaglie etc.) ai paesi europei occidentali, vinti o vincitori, ma tutti impoveriti dalla guerra. Grazie a tali aiuti l’Europa lentamente si avviò alla ripresa per uscire dal baratro provocato dal flagello bellico. Alle repubbliche popolari, site nell’Europa centro-orientale, cioè oltre la “cortina di ferro” in zona di influenza sovietica, vi provvide scarsamente l’URSS.

Alla fine del conflitto bellico, nel mondo, imperavano queste due ultime potenze, costituenti due blocchi antitetici. Da un lato le istituzioni liberal-democratiche e sull’opposto versante, i regimi totalitari, “popolari” e rossi. Questo nuovo assetto internazionale, fu concordato tra le potenze vittoriose nel corso delle conferenze interalleate, tenutesi tra i tre “big” politici, a Mosca (1944) ed a Jalta (1941-45). La divisione dell’Europa in due opposte zone d’influenza (Occidentale ed Orientale) fu preludio a numerose tensioni tra contrastanti schieramenti ideologici ed ordinamenti, dando adito alla fase della pericolosa “guerra fredda”.

Dopo lunghi, prolungati sacrifici, ritornata la pace e la tranquillità, ricominciò nel nostro Continente l’opera di ricostruzione per fabbriche, ferrovie, strade, edifici danneggiati dai bombardamenti. La vita laboriosa delle famiglie riprese il suo pacifico corso. In Italia, con gli aiuti USA, arrivarono la provvidenziale “Penicillina”; il “pop corn”; le scatolette di carne; la “coca cola”; le sigarette “kamel” o “luky strike”; la musica di Armstrong e Glenn Miller. Si riaprì, come agli inizi del secolo, l’emigrazione di “spose di guerra” o di lavoratori italiani, diretti verso lontani paesi stranieri. All’emigrazione di italiani all’estero, dal Molise il flusso riprese con andamenti crescenti verso la Svizzera, Belgio e la rinata Germania, fece poi seguito il rientro in Italia di numerosi reduci militari, internati o prigionieri nei campi di raccolta tedeschi, russi e degli Alleati.

Nel 1946 in Italia fu proclamata la Repubblica e nel 1948 si tennero le prime libere elezioni del Parlamento, vinte dal partito democristiano- diretto da De Gasperi - contro il fronte popolare. In quegli anni, infine, fu costituito un nuovo organismo internazionale, a difesa della libertà e pace nel mondo: l’ONU, con sede a New York. La prima metà del XX secolo, così burrascosa e colma di eventi travolgenti, si chiudeva aprendo buone speranze – alle generazioni vissutevi – in un futuro migliore, fiduciose nelle loro aspettative con il loro alacre lavoro, per contribuire al risorgere delle loro città e paesi di appartenenza.

Nel 1949, col Patto Atlantico, si instaurò un’alleanza difensiva tra Stati Uniti e paesi dell’Europa occidentale, basata su un sistema difensivo integrato (Nato) a protezione del nuovo ordine internazionale, quanto della sicurezza degli Stati democratici. Gli eventi accaduti nella seconda metà del secolo XX, in quanto più pacifici e recenti, sono meglio e diffusamente noti all’attuale popolazione italiana. Ne riepiloghiamo alcuni tra quelli più importanti e memorabili.

Ricostruzione e ripresa delle attività produttive e commerciali rappresentarono nel 1950, nel periodo postbellico e della riconquistata “pace”, i motori principali che fornirono maggiori occasioni di lavoro alla gente favorendo, inoltre, le esigenze delle popolazioni, assoggettate a miseria, sacrifici e pericoli durante gli anni di guerra. L’agricoltura, seppur continuò a garantire negli anni di guerra approvvigionamenti, si trovò in una situazione di crisi con problemi derivanti da inadeguati sistemi di irrigazione, da arretrati processi di coltivazione e da obsoleti mezzi tecnici di produzione. Queste deficienze erano comuni al settore agricolo molisano, tra l’altro meno produttivo rispetto ad altre realtà meridionali a causa della carenza di infrastrutture e delle ridotte vie di comunicazione. Anche le attività tradizionali della pastorizia e dell’allevamento si trovarono in un progressivo abbandono in gran parte delle regioni meridionali. Nell’ex ducato di Pescolanciano, ad esempio, il numero dei capi ovini e bovini che ammontava a circa 15 mila nel primo dopoguerra si ridusse a poche migliaia con contrazione dei rispettivi addetti e delle attività caseari locali collegate. Lentamente, poi, cominciò la “ripresa economica” con evoluzione del livello di benessere nei vari Stati democratici, uscendo dal clima di depressione dei precedenti periodi bellici.

Nel 1953 morì in URSS, il premier Josef Stalin, tra la disperazione e dolore delle fedeli masse comuniste. In seguito, tuttavia, i meriti del defunto dittatore furono ridimensionati dal segretario del Partito comunista, Kruscev, che ne svelò i numerosi crimini politici (o purghe), attuati da lui nella sua lunga guida del paese.

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Pescolanciano - anno 1954
 

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Pescolanciano - Umberto con i nipoti Ettore, Patrizia, Anna e Biancamaria

Violente agitazioni contro il potere autoritario del governo comunista si registrarono nell’anno 1955 in Polonia, nonché una rivolta popolare contro le istituzioni vetero comuniste eruppe, nello stesso periodo, in Ungheria ma fu repressa dal duro intervento sovietico che, con truppe e carri armati, invasero questo paese ripristinando il vecchio ordine. Un’altra destabilizzante crisi internazionale, quasi contemporaneamente, sorse per la nazionalizzazione del canale di Suez, effettuata dall’Egitto; dopo alcuni mesi la situazione, però, venne risolta ad opera dell’ONU.

A queste torbide tensioni politiche, invece, nel 1957 fece riscontro una nuova innovatrice impresa; un evento eccezionale! L’URSS lanciò nello spazio il primo “satellite artificiale”, lo Sputnik con a bordo un cane, cui seguirono l’approntamento dei primi “razzi vettori intercontinentali”.Iniziò così l’era della conquista del cosmo e della inquietante minaccia nucleare rappresentata dalla potenza militare sovietica. Quest’ultima preoccupazione si fece maggiore tra la popolazione americana, che viveva con un discreto benessere seppur afflitta da seri problemi sociali , quali il problema razziale dei neri che rivendicavano, in quegli anni, l’abolizione del “segregazionismo” e la concessione dei diritti politici. Mentre le due “Superpotenze” si rincorrevano nella corsa ai lanci spaziali e all’armamento atomico, frutto della sviluppata “guerra fredda” , in Europa fu istituita tra vari Stati un primo organismo unitario finalizzato a rendere agevole gli scambi commerciali; nacque la Comunità Economica Europea (CEE) nel 1957.

In tutti questi anni del dopoguerra e della “ricostruzione”, in Italia aumentò la produzione industriale, fatto che richiamò, specie nelle fabbriche del nord, un’intensa migrazione di lavoratori partiti dal meridione e diretti verso Torino, Milano ed altri centri abitati del nord-est in cerca di occupazione. Molti contadini (circa 20 famiglie) occupati nelle terre dei d’Alessandro emigrarono nel nord Italia ed all’estero, lasciando così quelle terre sempre più incolte. La rendita agraria in breve tempo divenne irrisoria, mentre la dimora di Pescolanciano si avviò verso un lento processo di abbandono (17).
Si diffuse, quindi, un graduale benessere anche tra la popolazione italiana, ridotta quasi alla fame dalla perduta guerra. L’aumentata produzione delle industrie, nonché i cresciuti consumi di beni di massa, indussero eminenti economisti dell’epoca a gridare al “miracolo economico italiano”! Mentre la Piaggio lanciò sui mercati il mitico scooter denominato “Vespa”, le fabbriche della FIAT sfornarono veicoli familiari ed economici, quali la “Cinquecento Topolino” o la “Seicento”, rendendo così i sogni di molti italiani realtà accessibile. Inoltre, nel 1954, accanto alle diverse innovazioni, arrivava in Italia la più grande macchina di sogni e desideri, la televisione pubblica. Da questo apparecchio (a valvole) gli italiani appresero importanti notizie ed immagini, quali quelle relative alle scoperte scientifiche (la struttura del DNA; il vaccino orale antipoliomelitico di Gabin), ad altre nozioni fisiche ed astrofisiche, nonché sui fatti politici interni
 ed esteri , fino agli avvenimenti sportivi (il Giro d’Italia vinto da Coppi per la quinta volta; la vittoria mondiale di Ascari alla guida della Ferrari nella Formula 1) con crescente interesse ai campionati di calcio italiano ed internazionali.

Ad iniziare dall’anno 1960 si chiuse l’epoca dei possedimenti coloniali in Africa, Asia ed altre località, talché tali territori, decolonizzati progressivamente, raggiunsero l’indipendenza con propri governi ma purtroppo, poco efficienti. In Medio Oriente, però, la creazione dello Stato ebraico d’Israele, incontrò ostilità dai vicini paesi arabi.

Nel 1961, N. Kruscev, premier russo, dispose la costruzione nella ex capitale tedesca di un muro divisorio tra il settore di occupazione sovietico da quello delle forze Occidentali, allo scopo di impedire fughe di cittadini tedeschi dalla sfera di competenza comunista. Questa cruenta demarcazione in due zone di antitetiche influenze, denotò, nel mondo, l’opposizione vigente tra il totalitarismo repressivo orientale contro il liberismo, tollerante dell’Occidente.

In quello stesso periodo, partì sempre dall’URSS, il fenomenale primo volo orbitale attorno alla terra, trasportante un passeggero umano: J. Gagarin. Ma solo nel 1969 si realizzò un primo volo fuori dall’orbita terrestre, con straordinario e strabiliante sbarco dell’uomo sul suolo lunare. Gli Stati Uniti coronarono quell’antico sogno tramite l’astronauta N. Armstrong , la cui passeggiata lunare fu vista da milioni di telespettatori di diversi paesi.

 

Il clima di “guerra fredda”, alimentato da fatti di spionaggio, episodi di intimidazione tra truppe di confine, generò fantasiose storie di sospetti su personaggi e vicende dell’epoca. Ciò avvenne con lo sconvolgente omicidio, nel 1963, del giovane presidente J.Kennedy, su cui l’opinione pubblica sospettò un’interferenza del KGB con la mafia locale.

Alla “guerra fredda” seguì la contestazione giovanile contro la civiltà consumistica e capitalista, scoppiata a livello internazionale. Cantanti (dai Beatles a Gino Paoli), scrittori (da Moravia a Pasolini), artisti si schierarono a favore di questi princìpi di ribellione , mentre in Italia -nel clima delle crisi del governo di centro- si verificarono disordini per agitazioni sindacali (“autunno caldo”). Le forze politiche di sinistra appoggiarono questa contestazione sessantottina (18), che scatenò reazioni terroristiche tra opposte fazioni culminanti in gravi attentati ed omicidi. Ebbe così inizio l’epoca della “strategia della tensione”. Ed in questi anni ’60 venne riconosciuta la tanto desiderata costituzione della regione Molise, distaccatasi dal vicino Abruzzo, mentre nel 1970 fu costituita la provincia d’Isernia.

Nel 1971, la Repubblica popolare di Cina, riconosciuto Stato legittimo, a sua richiesta, una volta risolti i conflitti interni, venne ammessa all’ONU. Questo vasto e popoloso Stato stava avviandosi a modernizzare le sue risorse con programmi di pianificazione in vari settori, già disponendo allora di un esercito ben organizzato. In questo stesso anno gli USA abolirono gli accordi valutari di Bretton Woods (1944) e di conseguenza cessò la convertibilità “aurea” del dollaro, arrecando alquanto scompiglio negli scambi monetari internazionali. Ma l’anno 1973 divenne, davvero, ferale per gli stati del “blocco occidentale”. Infatti, a seguito del conflitto bellico tra Israele contro Egitto e Siria, gli sceicchi arabi decisero l’embargo del petrolio (oltre al notevole aumento del prezzo di vendita dei carburanti) verso i paesi Occidentali. Ciò provocò una profonda crisi economica particolarmente in Europa, costringendo i governi ad adottare misure di austerità. Solo l’URSS, disponendo di giacimenti energetici autosufficienti alle sue esigenze, restò fuori da tale crisi. A seguito di siffatti turbamenti molti Stati deliberarono di far ricorso all’energia nucleare, riducendo – nel contempo- le politiche sociali (“Welfare”), attuando restrizioni anche sul lavoro dipendente.

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Pescolanciano - Festa al Castello - Anno 1972

A Bruxelles, nel 1978, la Comunità Europea decise di varare un sistema monetario europeo (“SME”), a difesa della situazione monetaria ed economica dei paesi del “vecchio continente”.

Infine, vanno evidenziati due importanti eventi: dal 1975 partì la rivoluzione informatica. Il “personal computer”, con un adattato microprocessore per l’uso, iniziò ad essere commercializzato sul mercato di massa. L’altra novità, meno esultante, fu l’esplosione( a scopo sperimentale), negli Stati Uniti nel 1977, della bomba a neutroni, che riusciva ad evitare danneggiamenti alle costruzioni coinvoltevi, ma non risparmiava i nemici dalla morte.

Riportandoci all’Italia, nel 1970, in un clima di violente agitazioni studentesche ed operaie apparve sullo scenario politico una formazione eversiva, proclamatasi “Brigate Rosse” che, per non pochi anni, infierì nel Paese con bombe ed attentati a persone, fino all’omicidio del segretario della D.C., l’onorevole Aldo Moro, avvenuto nel 1978. Siffatto terrorismo dei brigatisti -forse- era indirizzato ad una lotta popolare destabilizzante contro un sistema di governo di centro, prossimo ad un’alleanza eventuale con la sinistra di Berlinguer (“compromesso storico”). Mentre intere generazioni, uscite dalle contestazioni di fine “Anni sessanta”, venivano sempre più politicizzate sia a destra che a sinistra, con continui episodi di violenza e scontri tra opposte fazioni , altri giovani preferirono l’assenteismo o rifugiarsi nella droga. In quegli anni, in Italia, si iniziò così ad assistere alla lunga sequela di decessi per overdose di eroina. Lo sporco traffico, remunerativo per la delinquenza, si diffuse tra le masse.

La droga era tra l’altro un bene prezioso per il suo alto costo, se si considera, poi, la realtà economica del paese, il cui tasso d’inflazione monetaria(costo della vita) viaggiava al 19% circa. Questa pesante crisi economica scaturì, tra l’altro, dall’embargo petrolifero deciso dagli sceicchi e dalla svalutazione della lira.

A rendere più gravosa e deprecabile la situazione, nel 1977,  venne alla ribalta uno scandalo per corruzione a carico di nostri politici democristiani e socialdemocratici, coinvolti per interessi privati in forniture statali (“tangenti”). Era prossimo l’inizio del caso “tangentopoli” coinvolgente la classe politica italiana, allora al potere(19).

Un merito andò alla scienza, che - nel 1978 in Inghilterra- sperimentò la nascita in provetta del primo soggetto umano, mentre un malanno tremendamente mortale fu rilevato in USA, a causa del virus dell’AIDS.

Il sistema bipolare delle due potenze mondiali, sostenuto dalle ambizioni di egemonia e protrattosi per quasi quattro decenni, comportò una continua e dispendiosa corsa agli armamenti. Siffatta “guerra fredda” tra schieramenti occidentale ed orientale, faceva temere – nel mondo – probabili future guerre nucleari. Parte di questa tensione si manifestò con le guerre destabilizzanti, esplose in Irak, Iran, Afganistan negli anni ’80. In Polonia, invece, divampò la clamorosa rivolta contro il potere centrale comunista. Fu formato un movimento sindacale denominato “Solidarnosc”, espressione di una contestazione popolare che, tra l’altro, godette della solidarietà del loro connazionale, Pontefice S.R.C., Woytila. Addirittura, Solidarnosc riuscì a vincere le prime libere elezioni parlamentari, svoltesi colà nel 1989.

Per la riduzione degli armamenti strategici si svolsero anche trattative tra USA ed URSS, ma senza nulla concludere. Nel 1985 furono ripresi i negoziati per limitare il ricorso ad armi “atomiche” tra il neo presidente americano Reagan ed il sovietico Gorbaciov, allora eletto segretario del PCUS (partito comunista russo). Ulteriori contatti tesi a realizzare un processo di distensione tra i due colossi internazionali, auspicato dappertutto, proseguirono anche perché Gorbaciov riteneva prioritario – per l’URSS – l’obiettivo di ridurre gli elevati costi, sostenuti per gli armamenti, anzicché in più necessari ed utili impieghi nel Paese. Mentre questo clima di distensione si diffuse a livello internazionale, nel 1987, Gorbaciov volle il varo di nuove riforme democratiche in Russia (“Perestroika”), seppur osteggiato dal partito comunista e dai gerarchi vetero-comunisti. Con la sua nomina a Capo dello stato sovietico nel 1988, Gorbaciov si impegnò maggiormente nel suo programma politico. Lo stesso, poi, concordò nel 1989 a Malta con l’allora presidente americano Bush un’intesa sul disarmo delle rispettive potenze. Gli USA ridussero pure la programmata costruzione di uno “scudo spaziale” missilistico, con testate nucleari.

Seguirono, infine, in URSS le elezioni libere dei deputati al parlamento che segnò la grande svolta del paese da un regime non più totalitario. Vennero ritirate dall’Europa dell’Est le diverse truppe stanziate nei territori di confine o di occupazione e, con l’abbattimento del muro di Berlino ne conseguì lo sfascio della Repubblica popolare della Germania dell’Est. Quest’evento sensazionale e singolare fu visto quale inizio del crollo dell’impero sovietico e del suo potere internazionale. Siffatto nuovo orientamento politico della Russia portò confusione e dissesto nel paese (disordini sociali, miseria, svalutazione del rublo) e scombussolamento nelle imprese, tutte statali, poiché nell’esteso Stato sovietico la transizione ad una diversa organizzazione si presentò complessa. Nel bicentenario della rivoluzione francese questa coincidenza di restituire la libertà ai cittadini germanici, fu un evento di particolare rilievo, cessando l’analoga opprimente occupazione straniera. Nel 1789 fu abbattuto l’assolutismo monarchico e dei privilegi ed invece in questo XX secolo fallì l’utopia del totalitarismo proletario, collettivista ed altrettanto liberticida.

Nell’occasione vi furono ristrutturazione e modernizzazione di vari partiti comunisti disseminati dovunque. In tutti i territori europei, precedentemente retti da governi di ispirazione comunista, subito molti Stati si tramutarono in democrazie libere, ma economicamente in grave dissesto finanziario.

In tale periodo, purtroppo, in Italia proseguirono attentati ed omicidi mafiosi e le dimostrazioni dei disoccupati nel Meridione. Diversi fatti di sangue bagnarono il nostro paese: la micidiale bomba alla stazione ferroviaria di Bologna (1980), l’assassinio a Palermo del prefetto Dalla Chiesa (1982) oltre ai numerosi e quotidiani omicidi di mafia, camorra e ndrangheta. Intanto le crisi di governo si susseguivano continuamente travolgendo esponenti politici di varia tendenza, tra cui i Fanfani, Spadolini, Craxi, Forlani, Andreotti, La Malfa, De Mita ed altri personaggi della “Prima Repubblica”.

L’anno 1989 si annoverò quale tappa iniziale, nel campo scientifico, la discussa questione sulla salvaguardia dell’ambiente alquanto inquinato, da più di un secolo, dagli scarichi della società industriale. Scienziati di numerosi stati si riunirono in Olanda per trattare la questione “effetto serra”, prospettando misure da adottare contro la nociva ed eccessiva emissione nell’atmosfera di anidride carbonica.
E’ ormai vicina la conclusione di questo convulso secolo XX. Sulla scena politica internazionale, esautorata la potenza sovietica e ridimensionatasi l’ideologia comunista, prevalse un orientamento societario liberal-capitalistico negli Stati più evoluti, ad eccezione di diversi paesi di fede islamica (Africa, Medioriente) e di altri regimi “popolari”, quali la Repubblica del Vietnam e la popolata Repubblica Cinese. Nel 1990, a conclusione della guerra fredda, si pervenne alla riunificazione delle due Germanie, sotto la guida del cancelliere Kohl dei CDU. In Gran Bretagna, invece, il premier conservatore, sig.ra M.Tacher, si dimise dal governo, per dissensi interni, dopo una decennale guida del paese. Costei fu promotrice di restrizioni sul “welfare state”, nonché di riforme nel settore del lavoro e di una politica di privatizzazione dei servizi pubblici.

L’anno seguente, 1991, tra il presidente americano Bush Sr.e quello sovietico Gorbaciov si concordò anche una riduzione delle armi strategiche. Nello stesso periodo diverse etnie slave (croati, bosniaci, sloveni) decisero di distaccarsi dalla Federazione Iugoslavia di Belgrado (serbi), dichiarandosi Stati indipendenti. Ciò costituì preludio a sanguinosi casi di “pulizia etnica” in varie zone, tanto da provocare l’intervento colà delle forze interalleate ONU (caschi blu) per sedare l’insorta guerra civile. Nello stesso anno, in Russia, M.Gorbaciov, per contrasti con altri politici (radicali) si dimise da presidente della Confederazione russa, e gli successe nell’incarico B.Eltsin.

A seguito del trattato di Mastriicht, nel 1995, l’U.E. varò il “Mercato Comune Europeo” (MEC) e l’adozione di una moneta unica, l’Euro, tra gli Stati aderenti, ad iniziare dal 1999. Fu pure costituita, poi, la “banca centrale europea” (BCE) nel 1998.

Ma in questo periodo, e più precisamente nel 1996, fu notizia temuta l’epidemia diffusasi in Inghilterra tra i bovini allevati, che comportò l’embargo della carne e la distruzione dei capi infetti. Iniziò, da allora, il caso,  noto alle cronache quotidiane, della “mucca pazza”. Sempre da questo paese, partì, nel 1997, la scalata al governo da parte delle forze progressiste “laburiste”, a sfavore dei conservatori. In Italia, si verificò identico sorpasso politico; il centro sinistra dell’Ulivo vinse le elezioni politiche anticipate, sostituendosi alla forza di centro destra del Polo. Dopo più di venti anni, a Pescolanciano alcuni familiari dei d’Alessandro hanno dato inizio ad un’azione di recupero del castello e di sviluppo di attività culturali nel suo ambito(20).

Anno “nero” fu il 1998 per le borse mondiali. La crisi monetaria partita dal Giappone e dal crollo della borsa di Hong Kong, coinvolse le economie del sud-est asiatico e della Indonesia, investendo altresì i sistemi finanziari di Wall Street e della City, estendendosi ad altre piazze compresa la borsa di Milano.

Il fine secolo XX è caratterizzato da ulteriori traguardi raggiunti dal settore scientifico, quali la scoperta del gene della memoria (1997), la localizzazione dell’ormone regolatore della fame, la nascita della prima pecora “Dolly” clonata (1997). Le tecnologie sempre più informatizzate sono diffuse in tutti i settori, da quello industriale a quello di servizi. Ma è notevole lo sviluppo delle tele-comunicazioni, quali il satellite e la rete telefonica dei cellulari (1994), tra la massa dei consumatori.
Nonostante tutto il progresso del genere umano, il male rappresentato dalla guerra non è stato ancora debellato nel mondo. Nel 1999 il Kossovo fu sconvolto da scontri tra serbi ed abitanti di origine albanese. Il presidente USA, Clinton, intervenne nella questione Iugoslava per le stragi compiute contro gli albanesi e pertanto le milizie serbe dovettero ritirarsi da quel territorio, poi presidiato da reparti NATO. Il problema dei conflitti razziali fu sentito da tutti i paesi europei, che nel frattempo avevano nominato Romano Prodi presidente della Commissione U.E., per circoscrivere e limitare l’accresciuto fenomeno migratorio di quelle popolazioni balcaniche verso l’Europa. Questa prorompente  immigrazione è stato un fatto nuovo per il “vecchio continente”, che conobbe una simile invasione di popolazioni barbare all’inizio del passato millennio. Gruppi di clandestini albanesi, kurdi, nonché africani e cinesi, per sfuggire alla fame ed alle arretrate condizioni sociali dei loro Paesi, sono emigrati, anche con i mezzi più disparati, verso quei luoghi del benessere diffuso. Un popolo di gente povera, con sogni e speranze, ha preferito la vicina Europa alla consueta meta di molti emigranti: l’America! Un Paese, quest’ultimo, che nell’anno 2000 con la salita del repubblicano Bush Jr. alla Casa Bianca, si è arroccato su una sua posizione a difesa della situazione economica e militare della potenza americana nel mondo.
In Italia, nell’ultimo decennio del secolo, si dovette procedere al risanamento della deficitaria finanza pubblica, connessa alla politica economica ed agli accordi con la Comunità Europea; i contribuenti italiani ne risentirono le conseguenze tributarie.
Per il Vaticano, la ricorrenza dell’Anno Santo – a conclusione del II Millennio della Chiesa Cattolica Cristiana- fu celebrata con affollatissime cerimonie giubilari, officiate a Roma in piazza S.Pietro dall’anziano Pontefice Giovanni Paolo II. Per l’occasione nelle fonderie di Agnone dei Marinelli è stata prodotta la “campana per il Giubileo”.

A conclusione del XX secolo, con una popolazione mondiale di circa sette miliardi di abitanti, un’economia “globalizzata” improntata sulla “New Economy”, il progresso dell’umanità corre sempre più velocemente verso importanti ed utili traguardi di miglioramento delle condizioni qualitative e sociali dell’individuo. Restano però ancora, quasi insoluti, problemi quali l’inquinamento climatico e atmosferico-ambientale (“ozono, anidride carbonica”), la fame nei vari paesi del Terzo Mondo, le guerre, le fonti energetiche, rinviati peraltro alle prossime generazioni del III millennio.
 

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Note:
1) Le notizie raccolte sui fatti del primo decennio del secolo XX, fanno parte delle annotazioni personali del duca Giovanni Maria d’Alessandro sui suoi taccuini-diario, redatti annualmente e conservati dal Centro studi d’Alessandro. Molti riferimenti del suddetto personaggio sono stati integrati con notizie di studio.
2) Il citato Giovanni Maria, ai tempi in cui si iniziarono i lavori per la rete ferroviaria Carpinone-Sulmona, passante da Pescolanciano-Carovilli, offrì ospitalità nel suo maniero ai tecnici ed ingegneri ferroviari. A ricordo di tale disponibilità, le Ferrovie fecero dono di un importante volume, di grandi dimensioni, sulla storia della rete ferroviaria italiana e dei lavori in cantiere, quali quelli relativi alla linea Caianello-Isernia. Successivamente nel 1911 fu anche costruita una tramvia elettrificata che collegò Pescolanciano a Pietrabbondante-Agnone, mentre durante il fascismo si discusse di un progetto di direttissima Roma-Molise-Puglia.
3) Il primogenito don Nicola Maria III d’Alessandro(1857-1894), tra l’altro, sposò donna Carolina Gaetani dell’Aquila d’Aragona dei principi di Piedimonte. Il padre della sposa, il senatore del Regno Onorato Gaetani, fu titolare di una delle più illustri e fornite scuderie dell’Italia meridionale. Nicola e famiglia vissero a Portici nella villa “Pescolanciano” con tenute, galoppatoio e scuderia. Il di lui figlio Mario (1883-1963), noto alle cronache dell’epoca quale il “marchese delle carrozze”, coltivò questa tramandata passione di antica origine per cavalli e carrozze. Vincitore di molti concorsi ippici del primo dopoguerra, fu tra i collezionisti di carrozze più rinomati nel Regno, tanto da essere interpellato nella scelta di ottime vetture per Casa Savoia, nonché a fianco del duca d’Aosta, viceré d’Etiopia, sfilò per le vie di Addis Abeba nel 1937. Nel 1955 don Mario organizzò con un gruppo di amici un leggendario viaggio in carrozza dalla dimora di Portici a Pescolanciano e Campobasso. Infine, nel 1962 donò la sua ampia collezione di carrozze al museo civico di villa Pignatelli di Napoli.
4) L’ideologia socialista si diffuse anche nelle provincie molisane. Nelle stesse proprietà dei d’Alessandro, che con i boschi, gli allevamenti e la coltivazione di cereali davano ancora lavoro a numerose famiglie di contadini (braccianti ed in enfiteusi), il duca dovette interessarsi dei malumori di questi lavoratori, sempre più accorti dei loro diritti, per le precarie condizioni di vita.
5) Archivio Centro Studi d’Alessandro: Corrispondenza del duca Giovanni M. 1890-1910, Lett.A/14.
6) Il governo Crispi fu caratterizzato da una politica del “pugno chiuso” contro ogni movimento insurrezionale, sia operaio che contadino, dell’ordine sociale esistente. Forte fu la sua battaglia anticlericale, che culminò con l’inaugurazione del monumento a Giordano Bruno a Roma.
7) I tumulti di Milano scoppiarono il 6, 9 maggio 1898 a seguito del rincaro dei prezzi del pane determinato dalla guerra ispano-americana. Le sollevazioni popolari, generate dalle più esasperate condizioni di miseria, scoppiarono in varie parti d’Italia (Puglie, Marche, Romagna)
8) Il governo Giolitti istituì il Consiglio Superiore del Lavoro (1906), a garanzia dei lavoratori e a tutela del lavoro di donne e fanciulli nonché garante delle assicurazioni sociali dei lavoratori contro infortuni, invalidità e vecchiaia.
9) Venne istituito il Commissario Generale per l’Emigrazione (1902) per provvedere alle esigenze dei numerosi emigranti italiani (circa 300 mila emigranti temporanei e 550 mila quelli permanenti nel 1913). Nel solo Molise le statistiche sui flussi migratori evidenziarono un evidente incremento: il numero degli espatriati passò da 177 casi nel 1876 a 14.804 nel 1907, preferendo tra i paesi di espatrio gli Stati Uniti, l’Argentina e la Francia. (cfr. Vincenzo Balzano: Abruzzo e Molise, Torino, 1927).
10) In Molise l’analfabetismo era a livelli elevati rispetto alla media generale del Regno. Nel 1901 la percentuale si aggirava intorno al 69,8 contro una media nel Regno di 48,4. Nel 1911 si abbassò scendendo al 57,6 contro un 37,6 del Regno (cfr. Vincenzo Balzano: op.cit.).
11) Molte delle vicende, relative alla guerra del ‘15-’18 e primo dopoguerra, elencate ed analizzate in questo contesto sono state attinte dalla corrispondenza del colonnello Fulco d’Alessandro (operativo in artiglieria sul fronte Carsico) nonché dagli appunti del di lui nipote avvocato Ettore d’Alessandro, sottotenente di cavalleria e poi capitano in “riserva” del 9° Reggimento cavalleggieri lancieri “Aosta”.
12) Corrispondenza e cartoline dal “fronte” di Fulco ed Ettore d’Alessandro, indirizzate ai familiari residenti a Napoli e Pescolanciano, testimoniano quei tragici momenti di sciagure e di morti. 
13)  Tra gli appuntamenti periodici dei reduci di guerra, vi fu il 18 maggio 1930 l’adunata dei cavalleggeri d’Italia a Roma. Alla rivista, presenziata da re Vittorio Emanuele III nel cortile del Quirinale, partecipò l’ufficiale in congedo ten. Ettore d’Alessandro in rappresentanza del 9° Regg.to Cavalleria “Lancieri Aosta”.
14) I riferimenti al secondo conflitto bellico e al dopoguerra sono tratti da appunti personali e materiale giornalistico (“Il secolo illustrato”, la “Domenica del Corriere”, “Osservatore Romano”etc) raccolto da Giovanni d’Alessandro (1921-), sottotenente del 32° Reggimento Carristi “Ariete” trasferito poi in Grecia e infine ufficiale di PS della repubblica italiana.
15) In Italia l’VIII° Armata Inglese era comandata dal gen.le Montgomery e la V° Armata USA, dal gen.le Clark; dirigeva il Centro Operativo Bellico per le varie operazioni militari sullo scacchiere europeo il gen.le americano Eisenhower. Il comando delle truppe tedesche in Italia era affidato al gen.le Kesserling.
16) Archivio Centro Studi d’Alessandro: Alla Contessa donna Silvia d’Alessandro, di Fabio d’Alessandro, 1944, p.10.
17) Tra gli anni ‘50-’60 vi abitarono la famiglia Ruggieri ed i figli del Cav. Ettore d’Alessandro (1892-1974).
18) Gli studenti inneggiavano per le strade a Castro e Mao Tse Tung, contro l’imperialismo capitalista americano. Ma da questa categoria sociale non pervenne solo l’azione di protesta e di rivolta. Va ricordato, ad esempio, il contributo di aiuti offerto spontaneamente dai giovani e da molti studenti durante l’alluvione di Firenze nel 1966.
19) Mentre il denaro pubblico veniva così sperperato, i vari tentativi di possibile cessione o ristrutturazione del vetusto castello di Pescolanciano, da parte di alcuni appartenenti alla famiglia d’Alessandro, all’amministrazione pubblica e Soprintendenze locali non andarono a buon fine. Il progressivo abbandono, a partire dalla metà degli anni ’70, della dimora molisana, ormai non più utilizzata neanche per i soggiorni estivi, spogliata degli arredi ed archivio, non fu supportato da necessarie soluzioni adeguate!
20) Nell’ agosto del ’96 fu inaugurata la restaurata cappella ducale con cerimonia religiosa, relativa all’antico culto del martire S.Alessandro, le cui reliquie sono ivi conservate. Fu istituito da alcuni familiari un Centro Studi d’Alessandro, che iniziava ad operare con mostre, convegni e presentazioni di libri di vari autori.
 

Indice delle pagine:
Famiglia d’Alessandro
Genealogia
Il principe dei legisti – Ambasciatore
Il principe degli eruditi
Il duca poeta e l’ippica
"La quadreria"
Le ceramiche del duca Pasquale
Simbologia esoterica
La primula rossa – parte 1^
La primula rossa – parte 2^
"Il Ramo di Civitanova"
 "Le Carrozze"
 "Gli ultimi esponenti del casato e la linea secondogenita di Fabio nel ‘900"
 "I ricordi del '900"
 "Don Ettore - note biografiche - Parte 1^
"Don Ettore - note biografiche - Parte 2^
 "Il Cavaliere e il mestiere della spada"
Il castello di Pescolanciano
Epilogo


Casato inserito nel 1° Volume di "LA STORIA DIETRO GLI SCUDI"

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